Come ben si vede nella foto del 1939 e in quella del 1958, durante i lavori di rimozione delle rotaie da Piazza del Duomo. Insomma banalità del tipo le tramvie sono state di casa per 60 anni possono starcene altrettanti, non hanno alcun fondamento; tanto diverse erano, rispetto all'oggi, quell'Italia e quei tram, dagli apparati tecnologici incomparabilmente più leggeri degli attuali.
Ciò è tanto più vero nel momento in cui nel mondo è in corso la rivoluzione di una mobilità sempre più connessa, autonoma, elettrica e condivisa, la quale tra l'altro prevede, nel campo del trasporto rapido di massa, la guida automatica e la modularità dei convogli.
Rincorrere con affanno la realizzazione di opere dalla tecnologia superata (o continuare ad inseguire inceneritori, piste aeroportuali, tunnel TAV, ecc) distrae dal ben più importante compito di focalizzarsi sul futuro, lasciando che a determinarlo siano non la città e i suoi cittadini, ma l'alta finanza e i grandi gruppi multinazionali (Google, Tesla, ecc.)
Eppure nonostante la sorda ostilità di tanta parte dell'opinione pubblica, i cantieri infiniti, i costi fuori controllo, la devastazione del verde e delle pietre della "culla del Rinascimento", la città tace. Al più chiede che si faccia presto a darle il colpo di grazia.
Tanto che una non più che corretta inchiesta di D. Vecchi, dedicata alla città e alle sue grandi opere intitolata "Città incompiuta – Nardella e le rotaie d'oro: 741 milioni per due linee" è dovuta comparire su Il Fatto Quotidiano, ben alla larga dalle cronache della stampa locale piuttosto silente su questi temi.
Intanto la concessionaria dei lavori Tram Spa per le due linee ha appena presentato al Comune una richiesta di rimborso per ulteriori 282 milioni di opere non previste.
Anche se il Comune riuscisse ad evitare un simile salasso (che aumenterebbe il costo del 40%) il costo complessivo delle tre linee, lunghe circa 20 km, viaggia ormai sui 722 milioni, cioè una media di 37,5 Mln/Km. Del tutto incomprensibile se si considerano i 22 Mln/km delle ultime tramvie romane, i 7-8 Mln/km della media europea, addirittura i 4,5 Mln/Km di Montpellier. Ma anche i 65 Mln/km della ben più performante metropolitana leggera automatica di Brescia lunga 13,7 km.
Ciò nonostante l'Amministrazione attuale, che chiede di essere rieletta, sembra andare molto fiera di questi risultati (vedi foto) e chiede di proseguire con la Linea 2 per Viale Lavagnini, Piazza della Libertà, Viale Matteotti, via Lamarmora, via Cavour e Piazza S. Marco.
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