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mercoledì 22 febbraio 2017

Indennizzi, perché Publiacqua non informa a dovere?

 Comunicato stampa
Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua

Indennizzi, perché Publiacqua non informa a dovere?

La Carta dei servizi di Publiacqua spa fissa standard di qualità, a cui il gestore deve attenersi. Ogni mancato rispetto, di conseguenza, genera un diritto per gli utenti ad essere indennizzati: in alcuni casi in automatico, in altri su richiesta.
Danno diritto al rimborso automatico il non rispetto dei tempi di esecuzione dei lavori, di voltura, di risposta ai reclami scritti, per le rettifiche di fatturazione... La carenza di informazioni riguarda chiaramente gli indennizzi a richiesta, e questi sono previsti per l'errata chiusura del contatore, la mancata lettura, e lo sforamento dei tempi massimi di attesa agli sportelli. 
Numerosi cittadini che si sono visti addebitare consumi non in linea con quelli riportati dal contatore, ci hanno fatto presente che in molte zone, specialmente in quelle più periferiche, invece di due letture annue (cadenza semestrale), nel 2016 ne è stata fatta una soltanto. Diversi utenti ci hanno anche segnalato code molto lunghe agli sportelli, con tempi di attesa interminabili. 
Il Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua ritiene quindi che se il gestore eroga servizi non conformi, si debba informare del diritto dell'utente a richiedere l'indennizzo previsto di 30 euro.
E' vero che presso gli uffici di Publiacqua è esposta la Carta dei servizi, ben 44 pagine, a caratteri minuscoli e di assai difficile lettura; ma agli sportelli non viene data alcuna informazione in merito al rimborso di 30 euro se i tempi di attesa superano un'ora; cifra che raddoppia se l'attesa si prolunga oltre le due ore. Alcuni Comitati presenti sul territorio si sono attivati per affiggere cartelli, per informare di tale diritto, ma ad esempio a S. Giovanni Valdarno, questi sono stati rimossi ripetutamente. 
Chiediamo pertanto che negli uffici aperti al pubblico siano affissi cartelli chiari e leggibili, per dare informazione sugli indennizzi a richiesta. Ci aspettiamo inoltre che anche i Sindaci aderiscano a questa nostra richiesta: del resto, i cittadini toscani pagano le tariffe più care d'Italia e hanno diritto a servizi adeguati.



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Da Radio Cora: 11 febbraio, tutto l'incontro della Rete dei comitati e dei Comitati fiorentini all'Affratellamento







I link del Convegno


Ricordo di Ivan Cicconi


CITTADINI AREA FIORENTINA
RICORDO DI IVAN CICCONI

Avendo appreso della scomparsa di Ivan Cicconi esprimiamo la nostra vicinanza ai suoi familiari in questo momento di dolore che è anche nostro.
Ivan Cicconi costituisce un bell'esempio di "cittadinanza attiva". L'avevamo conosciuto all'inizio del 2000 grazie all'associazione ambientalista 'Idra', la prima a Firenze ad avvalersi del suo contributo per le iniziative contro il progetto di AV che si era deciso di realizzare fra Firenze e Bologna.
Nell'ottobre del 2005 l'avevamo conosciuto di persona quando partecipò ad un incontro pubblico organizzato dai Comitati dei Cittadini di Firenze nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio sul caso scandaloso del parcheggio interrato e dei grandi lavori realizzati attorno alla Fortezza da Basso dalla giunta Domenici. Ivan Cicconi venne allora a spiegarci tutte le mistificazioni e le aberrazioni del sistema di project financing all'italiana che vedeva proprio con il project di "Firenze mobilità" il primo banco di prova dell'applicazione anche a Firenze di questa modalità di appalto e conduzione di lavori pubblici.
In quella occasione oltre alla conferma delle sue qualità di esperto di una materia complicatissima già lucidamente analizzata nel suo primo volume del 1998, abbiamo potuto verificare anche la sua grande liberalità e il suo grande impegno civile: nonostante abitasse a Bologna, fu facilissimo ottenere la sua disponibilità ad accettare il nostro invito che onorò senza richiedere nessun compenso neppure come rimborso spese.
Proprio per questa onestà intellettuale sempre unita ad un profondo spirito di servizio che ha saputo esprimere fino alla fine della sua vita, Ivan Cicconi continuerà a vivere con il suo esempio e con i suoi scritti fra tutti coloro che si battono e che si batteranno per un mondo migliore.
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L' autobiografia di Ivan Cicconi (dal suo blog di collaboratore de "Il Fatto Quotidiano", 2016)
Sono nato a Fermo il 3 maggio 1947. Ho studiato e mi sono laureato in Ingegneria civile edile a Bologna, dove vivo da oltre quarant'anni. Ho lavorato come ricercatore in istituti di ricerca e società di servizi nel settore delle costruzioni. L'ultimo incarico svolto a tempo pieno con contratto di dirigente d'azienda è stato quello di direttore generale di Nuova Quasco – Qualificazione degli appalti e sostenibilità del costruire – società consortile mista pubblico-privata a maggioranza pubblica.
Sono autore di numerosi saggi e ricerche sul settore delle costruzioni e sul tema degli appalti, con particolare attenzione ai sistemi di corruzione e ai meccanismi di penetrazione delle organizzazioni mafiose nel ciclo del contratto pubblico. Su questi temi collaboro da anni con le associazioni nazionali Libera e Avviso pubblico e ho pubblicato due libri che hanno avuto una discreta attenzione: La storia del futuro di tangentopoli (DEI, 1998), recensito all'epoca come "..un libro che sta andando a ruba tra le toghe del pool Mani Pulite, che lo considerano una specie di testo sacro", e Le grandi opere del cavaliere (Koinè, 2003), con la prefazione di Marco Travaglio.
Il titolo dell'ultimo lavoro, pubblicato a puntate da Il Fatto Quotidiano online, è: Il libro nero dell'alta velocità, ovvero Il Futuro di Tangentopoli diventato storia.
Attualmente ricopro l'incarico di direttore dell'Associazione Nazionale ITACA, Istituto per la Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale, organo tecnico della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province autonome. Dal 2010 sono consulente della Comunità Montana Valdisusa-Valsangone per il progetto TAV/TAC Torino-Lione. Dal 2013 sono Membro del Comitato regionale per la trasparenza degli appalti e la sicurezza nei cantieri della Regione Lombardia.
Ho dato la mia disponibilità a fare l'assessore nella giunta M5s a Bologna in vista delle prossime Amministrative.


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lunedì 20 febbraio 2017

SAN SALVI È DI TUTTI E NON PROPRIETÀ ESCLUSIVA DELL’ASL

Comitato SAN SALVI CHI PUO'www.firenzecomitatosansalvi.blogspot.com - comitatosansalvi@email.it
Cell: 328 7644679

SAN SALVI È DI TUTTI E NON PROPRIETÀ ESCLUSIVA DELL'ASL
Il complesso di San Salvi è un bene collettivo, lo dicono i cittadini, gli urbanisti, gli psichiatri legati alla preservazione della memoria dell'ex manicomio e non da ultimo lo stesso Piano Strutturale, che ha inserito il suo Parco fra il sistema del verde pubblico da rendere pienamente fruibile alla cittadinanza.
Il nuovo Direttore dell'Azienda Sanitaria Toscana Centro Emanuele Gori ignora o finge di ignorare, così come hanno fatto puntualmente i suoi predecessori, tutto il fermento sociale e culturale che ha investito, oramai da molti anni, quest'area, e che si esprime nella ricchezza di idee e proposte scaturite dall'indefesso impegno di cittadini, comitati e associazioni: siamo infatti alla riproposizione da parte del Direttore generale, così come riportato dal Corriere Fiorentino del 12 febbraio 2017, della vendita e privatizzazione di parte del complesso, contraddicendo recenti dichiarazioni nel merito che davano questa opzione per superata, in una perseverante ottica antidemocratica che vede l'Asl, previo avallo municipale, come unico decisore sulle trasformazioni urbanistiche riguardanti San Salvi.
Dopo il tentativo fallito di vendere alcuni padiglioni, come previsto dal Piano Urbanistico Esecutivo approvato nel 2007 dal Comune, per trasformarli in residenze di lusso da offrire nel libero mercato, adesso l'Asl si converte ad un'altra forma di privatizzazione, le "cliniche private", che si affiancherebbero alla consueta riproposta di "residenzialità privata".
Il recupero di San Salvi, come abbiamo già rilevato, continua ad essere concepito in termini puramente tecnico-immobiliari, nella doppia declinazione di un riutilizzo degli spazi sia da parte delle varie branche dell'amministrazione ASL che di eventuali operatori privati, nell'ipotesi i proprietari di cliniche sanitarie, interessati a lucrare sulla rendita posizionale offerta da spazi di trasformazione immobiliare interni ad un'area bisognosa sì di costosi restauri ma sempre di alto pregio. Ancora una volta la domanda che bisogna porsi è: a chi giova questa trasformazione proposta dall'azienda sanitaria che dovrebbe concretizzarsi in un nuovo protocollo fra Asl stessa e Comune? Che tipo conseguenze produce su un'area strategica per la città, verso la quale, invece, sono convogliate molteplici istanze di carattere ambientale e sociale da quella cittadinanza che non trova posto nel summit previsto in questi giorni fra E. Gori, S. Saccardi, D. Nardella, e S. Funaro?
Certamente il tipo di rigenerazione che questa cittadinanza esclusa propone per San Salvi è ben diverso da quello che i nostri amministratori perseguono: infatti, in opposizione ad ogni privatizzazione e alla mono funzionalità amministrativa, che avrebbero un carico urbanistico pesante ed un alto impatto ambientale, si esprime una visione più articolata e complessa, comprendente la necessità di rivitalizzare l'area con molteplici e innovative attività compatibili con il parco e integrate con il tessuto cittadino circostante.
Finché si è in tempo, si fermi l'ennesima privazione di un Bene Comune alle generazioni presenti e future di Firenze.

In memoria di Ivan Cicconi, un amico che ci ha insegnato a fare politica

COMUNICATO STAMPA

Firenze, 20 febbraio 2017

In memoria di Ivan Cicconi, un amico che ci ha insegnato a fare politica


Con sgomento abbiamo appreso che sabato 18 febbraio è venuto a mancare l'amico Ivan Cicconi. Tutti quelli che negli ultimi decenni hanno lavorato per opporsi al triste fenomeno delle grandi opere inutili e al conseguente furto di risorse pubbliche hanno un debito impagabile nei suoi confronti.
Ivan Cicconi è stato uno dei principali esperti di lavori pubblici e come tale ha studiato gli anfratti più nascosti dei meccanismi che hanno portato alla situazione disastrosa delle infrastrutture e degli appalti in Italia.
Il suo grande merito è stato quello di rendere pubbliche le sue ricerche, di mettere a disposizione dei numerosissimi gruppi ambientalisti e in difesa del territorio le sue analisi, aprendo una finestra sul disastro che si annida nel perverso intreccio politico-economico dietro le grandi opere..
Tutti quelli che lottano contro la profonda involuzione del sistema politico in cui viviamo hanno un debito di gratitudine enorme nei confronti di Ivan Cicconi; fu lui che denunciò l'immane imbroglio alla base del sistema TAV, sistema che poi è diventato il modello dei tanti disastri che affliggono l'Italia. Fu Ivan che dette strumenti per capire quello che era iniziato e che si è enormemente sviluppato negli anni.
Se ci sono ancora anticorpi nel nostro paese lo si deve molto anche ad Ivan Cicconi.
Tutti coloro che cercano ancora giustizia non possono che piangere la perdita un uomo giusto. Noi piangiamo anche un amico e compagno.

Comitato No Tunnel TAV Firenze

Crediamo non ci sia miglior modo di ricordare Ivan Cicconi che non riascoltarlo. Ai tre link successivi il suo intervento a Firenze in un incontro del 2012; una lezione magistrale sulla logica delle grandi opere inutili e imposte



sabato 18 febbraio 2017

RACCOLTA FIRME PER VIETARE IL GLIFOSATO - REGISTRATA PRESSO LA COMMISSIONE EUROPEA

OCCORRE ANCHE LA TUA FIRMA

Vai a questo link https://act.wemove.eu/campaigns/ice-glifosato-it sulla colonna a dx riempi i campi per firmare. Ti occorrono i dati di un documento di identitàà valido.
Grazie.

Vietare il glifosato

Iniziativa dei cittadini europei: vietare il glifosato e proteggere le persone e l'ambiente dai pesticidi tossici

Si invita la Commissione europea a proporre agli Stati membri l'introduzione di un divieto di utilizzare glifosato, a riformare la procedura di approvazione dei pesticidi e a fissare obiettivi di riduzione obbligatori al livello dell'UE per quanto riguarda l'uso dei pesticidi.
Vietare gli erbicidi a base di glifosato, una sostanza messa in relazione con il cancro negli esseri umani e con il degrado degli ecosistemi; garantire che la valutazione scientifica dei pesticidi per l'approvazione regolamentare dell'UE si basi unicamente su studi pubblicati, che siano commissionati dalle autorità pubbliche competenti anziché l'industria dei pesticidi; fissare obiettivi di riduzione obbligatori per l'uso dei pesticidi al livello dell'UE, in vista di un futuro senza pesticidi.

Perché è importante?

Sapevi che una sostanza chimica velenosa, potenzialmente cancerogena, potrebbe essere presente nel tuo corpo? [1, 2] Questo è possibile perché il nostro cibo viene spruzzato con questa sostanza. Infatti, gli scienziati hanno trovato tracce di glifosato, una pericolosa sostanza chimica, nelle urine di quasi una persona su due. [3]
Il glifosato è un pesticida comune impiegato su tutto, dal cibo ai giardini. L'Organizzazione mondiale della sanità lo ha etichettato come "probabilmente cancerogeno". È anche molto pericoloso per la vita delle piante e degli animali. Per farla breve, è un pesticida piuttosto dannoso.
Nell'estate del 2016, dopo una lunga campagna condotta da centinaia di migliaia di europei, la Commissione europea non è stata in grado di rinnovare la licenza del glifosato per 10 anni, ma invece ha dovuto stabilire un breve rinnovo di 18 mesi. Questo è un enorme successo raggiunto malgrado l'intensa pressione esercitata dall'industria chimica. Ma i grandi produttori di erbicidi come Monsanto stanno ancora facendo pressione per proteggere i loro profitti. Con i loro grossi capitali hanno pagato per "studi" ed opinioni di "esperti" per mostrare che il prodotto è sicuro.
Sembra ovvio che un veleno cancerogeno non dovrebbe essere spruzzato sulle nostre fattorie, campagne e nelle nostre vicinanze. Ora abbiamo l'opportunità di far sentire la nostra voce mediante una Iniziativa dei cittadini europei: una via legale che significa che la Commissione europea è tenuta ad ascoltarci se raccogliamo un milione di firme quest'anno.
Sappiamo ciò che l'uso costante del glifosato significherebbe per noi, le persone d'Europa: persone malate, animali morti, erba bruciata, vegetazione secca e una perdita di biodiversità. L'anno scorso, siamo stati in grado di arrestare i piani di Monsanto in un modo in cui non si aspettavano. Ma non è ancora finita, e nel 2017 lotteranno duramente per estendere l'attuale approvazione a breve termine del glifosato a 15 anni. Che è il motivo per cui noi lotteremo ancora più duramente per fermarli.
Agisci ora: firma la nostra Iniziativa dei cittadini contro il veleno cancerogeno di Monsanto.
Riferimenti
[1] Questa sostanza chimica si chiama glifosato ed è uno dei principi attivi più largamente utilizzati nei pesticidi di tutto il mondo.
[2] L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) classifica il glifosato come "potenzialmente cancerogeno": http://sustainablepulse.com/2015/07/30/who-publishes-full-probable-human-carcinogen-report-on-glyphosate/#.WInksFwTDL5

[3] Glifosato ritrovato nell'urina umana in tutta Europa. https://www.foeeurope.org/weed-killer-glyphosate-found-human-urine-across-Europe-130613


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Postato da Blogger su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 2/14/2017 01:28:00 PM

Firenze libro aperto

CITTADINI AREA FIORENTINA
FIRENZE LIBRO APERTO

All'interno della kermesse FIRENZE LIBRO APERTO, primo festival del libro a Firenze che si svolge alla Fortezza da Basso, abbiamo fatto una selezione del tutto soggettiva di alcune presentazioni, incontri e spettacoli.
Venerdì 17 FEBBRAIO
Ore 16.00
Incontro con Andrea Scanzi "I migliori di noi"
moderano Daniele Caluri ed Emiliano Pagani
Rizzoli
(Sala Bianca)

Ore 17.00
Pacini Editore e I Quaderni del Circolo Rosselli diretti da Valdo Spini presentano
I Rosselli. Attualità di un ricordo (a cura di Tommaso Nencioni), QCR 3/2016
nell'anno ottantesimo del loro sacrificio
con Ariane Landuyt e Sandro Rogari, il curatore, il direttore della rivista e l'editore
(Caffè Letterario)
Ore 19.00
Incontro con Mario Gesù Fantacci "Dan Brown, io non ti credo"
Dalla manipolazione al transumanesimo
Porto Seguro
(Spazio Orchidea)
Sabato 18 FEBBRAIO
Ore 15.00
Presentazione «La lingua è dentro di te»: scienza e poesia concordano,
DOMENICO DE MARTINO, Università di Udine
ENRICO GATTA, giornalista «La Nazione»
NICOLETTA MARASCHIO, presidente onoraria dell'Accademia della Crusca
dialogano con FRANCESCO SABATINI, presidente onorario dell'Accademia della Crusca attorno alla sua Lezione d'italiano. Grammatica, storia, buon uso
Mondadori
(Sala Verde)

Ore 16.00
Incontro "Alla ricerca di Don Chisciotte"
con Claudio Visentin e David Riondino
Ediciclo
(Sala Bianca)


Ore 17.00
La Firenze del Commissario Bordelli
con Marco Vichi e letture di Lorenzo Degl'Innocenti
Guanda
(Sala Rossa)


Ore 18.00
Presentazione del libro "Il sentiero del Gigante" di Giulia Caruso
con Riccardo Michelucci e Stefania Valbonesi
Porto Seguro Editore
(Caffé Orchidea)


Ore 19.00
Incontro con Carlo Lucarelli "Intrigo italiano"
modera Lorenzo Degl'Innocenti
Einaudi
(Sala Bianca)
Domenica 19 FEBBRAIO
Ore 10.00
Incontro con Monica Sarsini "Alice nel paese delle domandine"
La scrittura in carcere e l'importanza della riabilitazione
(Sala Verde)

Ore 11.00
"Capire la lingua: ricordo di Tullio De Mauro"
a cura di Accademia della Crusca con Lorenzo Renzi, Università di Padova, Accademia della Crusca, Monica Barni, assessora alla Cultura e vicepresidente della Regione Toscana e Nicoletta Maraschio, presidente onoraria dell'Accademia della Crusca
(Sala Blu)

Ore 12.00
Presentazione dell'opera "Angiolo Pucci. I giardini di Firenze"
con i curatori Mario Bencivenni e Massimo De Vico Fallani e il tecnico giardiniere Paolo Basetti
Leo S. Olschi Editore
(Sala Verde)

Ore 14.00
"Raccontare la Prima Guerra mondiale"
con Ugo Barlozzetti e gli autori Bruno Giannoni, Grazia Lucchesi, Roberta Antonelli, Alessandro Campo, Valido Capodarca
coordina Andrea Giannasi
Tra le righe libri
(Sala Verde)

Ore 17.00
Incontro con Tahar Ben Jelloun
e presentazione del libro "Il terrorismo spiegato ai nostri figli"
La Nave di Teseo
(Sala Bianca)

Ore 18.00
"Il fango che sommerse Firenze"
evento spettacolo con presentazioni, letture e recitazione, proiezioni di documentari e fotografie dell'epoca
intervengono Marco Vichi, Leonardo Gori, Lorenzo Degl'innocenti
(Sala Rossa)

Ore 19.00
Incontro "Fuga dalla terra: dal barone rampante alle cosmicomiche"
con Paolo Hendel
a cura di Teatro Puccini
(Sala Bianca)
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LE VERE RESPONSABILITA’ DEL DEGRADO DI SAN SALVI


Comitato SAN SALVI CHI PUO'www.firenzecomitatosansalvi.blogspot.com - comitatosansalvi@email.it Cell: 328 7644679

LE VERE RESPONSABILITA' DEL DEGRADO DI SAN SALVI

Circa 30 anni fa, al momento della sua definitiva dismissione, il complesso di San Salvi si presentava ancora intatto: l'insieme dei suoi padiglioni disposti in quella sapiente conformazione ellittica era in ottimo stato di conservazione, così come gli edifici esterni all'ellisse, tra i quali la pregiata Villa Maria.
Il parco storico con il suo viale bordato di lunghi filari di lecci e di tigli secolari, con i giardini e il reticolo dei percorsi interclusi fra gli edifici, punteggiati di macchie di varia specie botanica, e svettanti in alto su tutto i superbi cedri del libano, appariva anch'esso perfettamente integro e accuratamente accudito in tutte le sue parti.
Un grande  e rigoglioso polmone verde, incorporato nella città, ad avvolgere e delimitare quello che all'esterno sembrava piuttosto che un ex ospedale psichiatrico un meraviglioso quartiere giardino.
La visione di San Salvi, invece, che si presenta al visitatore di oggi è radicalmente mutata: una parte dei padiglioni risulta in pessimo stato conservativo e bisognosa di un radicale restauro, intere facciate di essi dagli intonaci scrostati, la pregiata Villa Maria ridotta ad un rudere pericolante, un parco malato fortemente impoverito nel suo patrimonio arboreo, complici inquinamento e cambiamenti climatici ma anche una cattiva manutenzione, usato in alcuni punti addirittura come discarica.                      
L'impressione dominante è di avere gravemente compromesso, causa decenni d'incuria e di  mancato intervento da parte dell'amministrazione pubblica, un bene comune d'inestimabile valore per la città; di aver dissipato,  un'occasione unica, di restituire fin dagli anni '80,  alla collettività cittadina,  un patrimonio storico-architettonico ricco di potenzialità sociali e culturali assieme ad un grande parco, la cui fruibilità  avrebbe migliorato sensibilmente la qualità e la vivibilità  urbana  del quartiere  e non solo.
È dunque totalmente fuorviante leggere articoli di stampa che additano il degrado di San Salvi alle occupazioni abusive di anarchici o immigrati, fenomeno, peraltro tipico in tutte le città dove a fronte della mancanza di abitazione e di spazi aggregativi, si danno strutture pubbliche svuotate e inutilizzate, rimuovendo le vere cause di tale degrado. Esse sono riconducibili in toto ai responsabili delle istituzioni pubbliche (Regione, Asl, Comune) la cui visione di San Salvi è ristretta ad una logica puramente immobiliare che prevedeva la vendita di una sua parte significativa, quella che per decenni è rimasta in abbandono in attesa della privatizzazione e che oggi risente del massimo degrado.
Dunque l'insipienza politica, la sconfortante assenza di programmazione urbanistica sono all'origine dell'attuale condizione critica dell'area, specchio emblematico di un destino sovente riservato alla città pubblica e al suo patrimonio. Sono gli stessi poteri pubblici, che hanno sistematicamente ignorato le proteste contro la privatizzazione che provenivano dal basso, le idee di trasformazione e di riuso formulate dai cittadini e dai comitati che da anni si occupano, inascoltati, di San Salvi. E che ancora non è dato sapere se il Progetto Partecipato, finanziato dalla stessa Regione e conclusosi nel 2016, verrà seriamente valutato e accolto dall'amministrazione pubblica.
Il Progetto urbanistico esecutivo approvato dal consiglio comunale del 2007, che prevede l'alienazione di una parte significativa dell'ex-manicomio, sta per scadere; con il risultato che l'azienda sanitaria sembra oramai scartare l'opzione della vendita (anche se non ne possiamo essere del tutto sicuri) e orientarsi verso un riuso dei padiglioni principalmente a fini amministrativi. Una decisione unilaterale che esclude il coinvolgimento della cittadinanza, e che contrasta con le esigenze espresse, di un utilizzo diversificato del complesso, di un alleggerimento del carico urbanistico sull'area che renda possibile un reale godimento di un parco che attende di essere ricostruito come la storia ce lo aveva consegnato.

mercoledì 8 febbraio 2017

ISIS da Vinci: Gualchiere di Remole e Castello di Castiglioni

COMUNICATO STAMPA - INVITO

STORIA DA SALVARE? VOLENDO, SI PUÒ!
GLI ALLIEVI DEL “DA VINCI” ARRIVANO IN PARLAMENTO.

Conferenza stampa
Venerdì 10 Febbraio, ore 15.00
Caffè Letterario Giubbe Rosse, Piazza della Repubblica, Firenze
Settembre 2016. Partono dall’ISIS Leonardo da Vinci di Firenze i dvd con la video-denuncia delle condizioni disastrose del castello di Castiglioni, sulle colline dietro Careggi, ‘adottato’ dagli studenti Fotografi di via del Terzolle. Destinazione Roma: il filmato arriva sul tavolo del premier e dei ministri dei Beni culturali e dell’Istruzione. Non-solo-documento: anche proposte costruttive, fresche e colorate, quelle dei ragazzi nel documentario “Fiorenza dentro da la cerchia antica…”.
Ottobre 2016. I Fotografi del Da Vinci posano gli occhi e l’obiettivo su un’altra architettura storica in degrado: le trecentesche Gualchiere di Remole, nel comune di Bagno a Ripoli, gioiello dell’Arte della Lana, che ha promosso e realizzato tanta preziosa arte e architettura medievale nella città del fiore. Ci arrivano dall’Arno, col barchetto dell’Associazione Renaioli. Lì incontrano lo scultore Piero Gensini e visitano il suo splendido atelier. C’è anche il prof. Leonardo Rombai, che con Italia Nostra Firenze ha sostenuto l’iniziativa dei ragazzi già dai tempi di Castiglioni. Con loro, Angela Del Soldato, erede dell’antica famiglia dei follatori di Remole. Infine, sull’altra sponda, una visita al mulino storico di Ellera: funziona ancora con la forza motrice dell’acqua d’Arno.
3 Novembre 2016. In Aula Magna, al Da Vinci, si presentano i video realizzati dalle classi sul tema dell’alluvione e sulla risorsa-Arno. Ci si domanda come sia possibile che, proprio mentre commemora il 50°, il Comune di Firenze proponga di disfarsi del più antico e monumentale testimone dell’industria laniera fiorentina. Intanto, visto che i ministeri interpellati per Castiglioni non rispondono, gli studenti e gli insegnanti si rivolgono ai parlamentari della Toscana chiedendo supporto, dopo le parole di apprezzamento ricevute dal vicesindaco di Sesto Fiorentino.
Dicembre 2016. Un deputato abbraccia la causa della scuola e presenta un’interrogazione alla Camera sul castello di Castiglioni.
E siamo all’oggi: 10 febbraio 2017. Nello storico Caffè Giubbe Rosse, gli autori di questa doppia ‘adozione’ invitano il deputato firmatario dell’interrogazione alla Camera dei Deputati, Alfonso Bonafede, ad illustrarla alla città. Nell’occasione, i ragazzi proietteranno i video-avventura girati su quel romantico tratto d’Arno fra Ellera e Remole, fra natura e cultura. Con l’auspicio che anche sulle Gualchiere di Remole si possa riscontrare un interesse da parte delle autorità, che permetta di recuperarle e di destinarle a un uso coerente con la storia e le caratteristiche di quel luogo. Accanto agli studenti e agli insegnanti, all’incontro con la stampa, invitati d’onore gli alleati di ieri e di oggi, cittadini, artisti, esperti e associazioni: il Comitato per il recupero di Castiglioni, il Gruppo spontaneo “Laboratorio Le Gualchiere”, i Comitati dei cittadini di Bagno a Ripoli, l’Associazione culturale I Renaioli, Italia Nostra Firenze, l’antiquario Alberto Bruschi, lo scultore Piero Gensini, e quanti vorranno aggiungere la loro voce alla richiesta di impegno civile e di investimento culturale che arriva dallo storico istituto di via del Terzolle.

Per contatti: scuolanonsolo@virgilio.it; Girolamo Dell’Olio, 055.22.39.92, 055.233.76.65;  346.977.78.32

martedì 7 febbraio 2017

Situazione CHIMET ad Arezzo




Bufale, chimere ed altri mostri della mobilità fiorentina

CITTADINI AREA FIORENTINA
BUFALE, CHIMERE ED ALTRI MOSTRI DELLA MOBILITA' FIORENTINA
I numeri che condannavano la stazione Foster li aveva già dati Ferrovie (FSI) nell'incontro di ottobre con gli Enti locali, svelando i risultati di un sondaggio effettuato su un campione di 4.000 viaggiatori nelle stazioni di Milano C., Bologna AV, Firenze S.M. Novella e Campo di Marte, Roma Termini e Napoli C. Secondo quell'indagine, nel caso che la fermata AV di Firenze si spostasse nell'area degli ex Macelli, il 15% dei viaggiatori non utilizzerebbe più la nuova stazione AV e modificherebbe le proprie abitudini di viaggio. Un regalo al concorrente NTV che Trenitalia non potrebbe permettersi.
Inoltre il 58,5% degli intervistati avrebbe preferito che tutti i treni AV da/per Firenze continuassero ad attestarsi nelle stazioni di Firenze S.M. Novella e Campo di Marte, come avviene già oggi. Ciò anche in base all'esperienza non soddisfacente delle stazioni passanti di Bologna AV, di Roma Tiburtina e di Milano Rogoredo.
In pratica, diceva FSI, la stazione in linea per alleggerire il traffico AV su S.M. Novella c'è già ed è quella di Campo di Marte che accoglie il 10% dei viaggiatori. Adeguiamo quella stazione, miglioriamo le infrastrutture del Nodo e affidiamoci alle nuove tecnologie di controllo e gestione del traffico; per il tunnel si vedrà.
Opponendosi a questa ragionevole soluzione quella parte del potere politico locale che ha sempre inseguito la chimera della stazione a Nord ovest, soprattutto a spese di Firenze, ha prima chiesto un'impossibile attestamento dell' AV sotto S.M. Novella, poi la stazione di superficie di 'Circondaria', infine ha estratto dal cilindro l ' hub* treno/gomma.
Ma i numeri forniti per giustificare questa nuova favolosa creatura non modificano i dati. I 3.000 passeggeri/giorno che vi transiterebbero, sui 30.000 totali dell'AV a Firenze, sono gli stessi che oggi scendono/salgono a Campo di Marte.
Così senza alcun serio piano per la mobilità fiorentina il Sindaco in persona – lo stesso che aveva definito la Foster " un incomprensibile spreco di denaro pubblico " - ha proposto a Ferrovie di utilizzare lo scavo agli ex Macelli per "trasformare gran parte degli spazi commerciali, in uno spazio per i bus extraurbani, di collegamento interregionale e anche per un flusso di bus turistici prevedendo la discesa e la salita dei passeggeri". Secondo i dati forniti dall'Assessore Giorgetti, il Comune si aspetta un traffico di 6-700 bus al giorno, per un totale di 20.000 passeggeri nelle 24 ore, ciò che permetterebbe di "ridurre il costo di gestione della stazione Foster ad 1 euro per ogni passeggero". Tutti soldi sottratti alla città e dati a Ferrovie per convincere l'azienda ad investire in quel sito.
In verde il percorso lungo 1 km della Linea 2 della tramvia, tra la stazione dei pullman e la fermata Alamanni, necessario ai viaggiatori dei regionali per operare lo scambio ferro-gomma.
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Al netto dei tempi necessari ad un simile programma (valutazioni sulla fattibilità, progetto ex novo, variante urbanistica, ecc.) quali sarebbero le conseguenze probabili per la città ?
Difficile governare i flussi di bus turistici concentrandoli in un solo punto, dal momento che essi, a causa dei loro itinerari prefissati, dipendono piuttosto dalle esigenze degli operatori turistici.
Quanto ai bus extraurbani un riordino e concentrazione dei servizi avrebbe senso nei pressi della stazione principale, non di una semplice fermata sotterranea come quella agli ex Macelli. Non dobbiamo dimenticare infatti che i viaggiatori regionali e interregionali continuerebbero a salire/scendere a S.M. Novella.
In questo caso, per coloro che volessero raggiungere gli ex Macelli, non resterebbe che il tram visto che, come dice Giorgetti, sempre per invogliare all'investimento, occorre " tirare una riga sopra tutte le richieste di 'people mover' o navette che dir si voglia".
Queste proposte estemporanee, muovendosi secondo una logica di accrescimento a Nord Ovest,ormai superata dagli effetti della globalizzazione e delle ripetute crisi economiche, non possono che preparare nuovi disastri per la città.
ECCO PERCHE' ANCORA UNA VOLTA CHIEDIAMO CHE PER L'EMERGENZA MOBILITA' A FIRENZE SI INDIVIDUINO UNA GERARCHIA DI OBBIETTIVI CHIARI, UN PROGRAMMA DI GESTIONE CONTINUA E QUALCHE BUONA IDEA PROGETTUALE
PER PRIMA COSA SI DOVREBBE FINALMENTE DISCUTERE DI UN PIANO DELLA MOBILITA', MAI NEANCHE INTRAVISTO IN UNA CITTA' STANCA DI CANTIERI, DI IMPROVVISAZIONI E DI ANNUNCI AD EFFETTO


* anglicismo (in inglese fulcro, mozzo, elemento centrale) derivato dalle reti informatiche ed estesosi alle reti di trasporto.
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