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martedì 25 aprile 2017

News Casole: comunicato stampa






Geotermia, assalto alla diligenza con la complicità del postiglione

A fronte dell'opposizione delle popolazione coinvolte e con il timore che la zonazione sottragga i territori alla speculazione, Enel e nuovi (im)prenditori accelerano le procedure, complici i poteri centrali e regionali.
 Sfatato ormai il mito della geotermia pulita e rinnovabile, si fa avanti la consapevolezza che le centrali, sia ad alta che a media entalpia, possono produrre danni all'ambiente e alla salute.
Dovunque si avvii la progettazione di un impianto puntualmente i cittadini si organizzano in comitato e, a volte, con il supporto dei sindaci e delle amministrazioni locali. E' ormai patrimonio comune l'idea che la geotermia, sia ad alta che a media entalpia, produce danni all'ambiente e alle persone senza peraltro creare posti di lavoro, anzi, togliendo spazio all'economia locale fatta di turismo e produzioni di eccellenza.
Sul terreno della politica assistiamo allo sgretolarsi del fronte compatto pro-geotermico e ormai sono numerose le interrogazioni presentate sia in ambito parlamentare italiano che europeo ad opera delle forze di opposizione -ultime, le interrogazioni del sen.Pepe e dell'on.Tamburrano (qui  e qui) nonché la necessità della definizione delle "aree non idonee alla geotermia" nelle Regioni Lazio e Toscana. Il Governo centrale è stato, dal suo canto, costretto dalla Risoluzione parlamentare sulla geotermia del 15.04.2015 ad emettere prime linee guida e un inizio di zonizzazione che andrà a regime entro un paio di anni. Ciò, lungi da rappresentare la soluzione definitiva, avevano però fino ad oggi sospeso o rallentato le procedure per le nuove centrali.
Anche sul fronte giudiziario abbiamo avuto importanti pronunciamenti che hanno visto soccombere l'Enel mentre sono in corso indagini contro "ignoti" per le emissioni in aria degli impianti geotermici dell'Amiata.
Ed è forse proprio la "nuova aria che tira" che ha impresso una accelerazione ai progetti di centrali a media entalpia in diversi comuni toscani e laziali e alla richiesta di un nuovo impianto ad alta entalpia dell'Enel a Piancastagnaio, il PC6, per il quale il 6 aprile è stato pubblicato l'avviso di avvio delle procedure di VIA. Questo nuovo "assalto alla diligenza" sembra quindi smentire le prese di posizione di molti amministratori, soprattutto del PD, che si erano espressi pubblicamente a favore della c.d. "zonazione" di cui alla risoluzione regionale toscana assicurando anche, come il capogruppo regionale Marras, che nel regolamento delle "aree non idonee" sarebbero stati inseriti "di default (cioè di norma)" tutti quei comuni che ad oggi non ospitano alcun impianto geotermico e ribadito, sulla questione Amiata, quanto già declamato negli ultimi anni dai sindaci e assessori regionali e cioè che questo territorio ha raggiunto, con Bagnore 4, l'equilibrio e che quindi non si sarebbero realizzate più altre centrali!
L'impressione, fondata, è che quindi si voglia creare una situazione "di fatto" con decine di centrali autorizzate in modo che anche una eventuale zonazione che tenga conto delle giuste aspettative dei cittadini diventi un inutile esercizio di retorica pseudoambientalista a fronte di territori che a quel punto saranno ormai compromessi. Ci aspettiamo, peraltro, che anche le opposizioni politiche al Consiglio Regionale delle due regioni, che pure si erano spese nella speranza che un percorso condiviso fosse possibile, si esprimano nel merito e chiedano la sospensione delle procedure avviate. Invitiamo peraltro i sindaci, espressione delle comunità e responsabili della tutela della salute e dei territori, a denunciare queste modalità e impedire l'apertura di cantieri di qualsiasi tipo.
Di certo i cittadini e i comitati metteranno in campo ogni iniziativa necessaria a impedire che si prosegua a saccheggiare i territori.
Rete Nazionale NOGESI (NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante
                                                                      Comitato difensori della Toscana    
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[Terrabenecomunefi] NON È QUESTA LA V.I.A.! - AGISCI IN 2 MINUTI




Sta partendo in queste ore la campagna di pressione per respingere una pericolosissima riforma della normativa sulla valutazione di impatto ambientale. Un vero e proprio colpo di mano per togliere ogni appiglio per contrastare le grandi opere in fase preventiva, così come abbiamo fatto noi nel nostro territorio raggiungendo importanti risultati. Sul sito del Forum Acqua pubblica puoi trovare tutti gli approfondimenti su questo problema
Vi chiediamo di spendere pochi minuti per spedire la mail sottostante e divulgare l'iniziativa ai vostri contatti.

ATTENZIONE: il numero di mail spedibili dalla casella di posta GMAIL (google) in un giorno è al massimo 500. Gli indirizzi sono 939. Per aggirare il problema invia 2 mail a distanza di 24 ore una dall'altra.   In questo link trovi le mail dei destinatari suddivisi in 2 gruppi.
Per chi usa LIBERO.IT (o altri account) che impediscono di inviare più di 100 mail contemporaneamente, può inviare 10 mail usando le seguenti liste presenti in questo link

PER INVIARE LA MAIL ESEGUIRE LE SEGUENTI OPERAZIONI:
1. Copia il testo della mail da inviare ai deputati che trovi sotto e incollalo su un nuovo messaggio mail da inviare;
2. Scrivi il titolo della mail su Oggetto (esempio:  Grandi opere, ambiente e salute, NON È QUESTA LA V.I.A.!    );
3. Copia e incolla gli indirizzi mail sul campo dei destinatari (preferibilmente nel campo Ccn)
4. Invia


TESTO DELLA MAIL DA COPIARE E INVIARE

Egregio Parlamentare, spett.le Regione, Spett.le Provincia Autonoma,
ho appreso della proposta del Governo sulla nuova procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, con un Decreto che, se approvato, costituirebbe lo stravolgimento della Direttiva Comunitaria 2014/52/UE. Il Governo vuole zittire i cittadini quando le norme internazionali promuovono un costante coinvolgimento di noi cittadini e degli enti locali alle scelte che riguardano l'ambiente, i nostri territori e la nostra salute.
Voglio esprimere la più profonda amarezza ed indignazione per i contenuti del tutto inaccettabili della proposta di Decreto; si guarda con evidente fastidio alla partecipazione dei cittadini, come dimostra la superficialità con cui viene trattata l'inchiesta pubblica, e viene alterato anche il rapporto tra Stato centrale e regioni. Enti locali e cittadini addirittura perdono del tutto la possibilità di intervenire per ben 90 categorie progettuali, dagli impianti estrattivi a quelli dei rifiuti, passando per una moltitudine di altre tipologie di opere. Ci aspettiamo meritocrazia e, invece, il Decreto prevede specificatamente che i membri della Commissione VIA nazionale siano esclusi da procedure di selezione con la comparazione dei curricula come invece prevede la nostra Costituzione.
Un provvedimento che, introducendo addirittura la V.I.A. "a sanatoria" e "postuma", è foriero di corruzione per i vantaggi che offre ai funzionari pubblici infedeli e ai privati meno attenti, a chi vuole sfruttare l'ambiente illecitamente e abusivamente mettendo a rischio la salute delle persone e la qualità del territorio.
Noi cittadini vogliamo poter esprimere la nostra posizione sulle decisioni che ci riguardano, come dimostra l'enorme partecipazione al Referendum costituzionale dello 4 dicembre 2016. Quel giorno è stato detto un chiaro "No" anche alla modifica dell'Art.117 che mirava ad un ulteriore accentramento sul Governo centrale dei poteri e delle competenze. Questo decreto non prende atto della lezione data dai cittadini e persegue gli stessi obiettivi di quella riforma bocciata.
Per questo chiedo un Suo intervento affinchè siano accolte le numerose proposte di modifica del testo presentate da decine di associazioni e comitati da tutta Italia.
In fede,






Comitato "Opzione Zero" Riviera del Brenta
aderisce alla Rete nazionale Stop Orte-Mestre

Opzione Zero su Facebook, Twitter e Youtube

DA DIFFONDERE E FIRMARE//PETIZIONE: Doppio ponte di Vallina: per un progetto sostenibile e compatibile con la Valle dell'Arno

Diretta a Regione Toscana Al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e ai Sindaci di Bagno a Ripoli e di Fiesole
>> CLICCA QUI SOPRA PER ANDARE ALLA PETIZIONE 

Petizione promossa da: • Italia Nostra Toscana  •  WWF Italia – Delegazione toscana  •  Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio (Toscana) • Associazione Valdisieve • Associazione Vivere in Valdisieve • Comitato Padulevillamagnasentilellecedri • Comitato il Mulinaccio  •  Per una Cittadinanza Attiva – Bagno a Ripoli •   Movimento Cinque Stelle – Bagno a Ripoli.
Le associazioni e i comitati proponenti, e i cittadini firmatari, esprimono contrarietà assoluta al Progetto "S.S. 67 "Tosco-Romagnola". Variante dell'abitato di Vallina con realizzazione di due ponti sull'Arno e riclassificazione della S.P. 34" - Proponente ANAS Spa (progetto sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale presso la Regione), a causa della presenza di innumerevoli leggi e normative di tutela nell'area interessata, che con la realizzazione della pesante infrastruttura di comunicazione verrebbero brutalmente calpestate.
L'area fluviale – "a pericolosità idraulica molto elevata ed a pericolosità elevata" – è protetta, infatti, sulla carta, da così innumerevoli forme di tutela derivanti da leggi statali e da prescrizioni urbanistiche regionali, provinciali e comunali, da fare apparire aberrante – alle associazioni, ai comitati e ai cittadini ricorrenti – il fatto che sia possibile, da parte delle Pubbliche Istituzioni, non osservarle. E ciò, nonostante le motivate preoccupazioni circa "la significatività dell'impatto" espresse da Soprintendenza, Direzione Ambiente della Provincia e Comune di Bagno a Ripoli.
I medesimi ricorrenti fanno appello alle Amministrazioni competenti perché l'intervento infrastrutturale in progetto sia annullato. Questo comporta un tracciato stradale di circa 1250 m, si sviluppa in viadotto e in rilevato, con il lungo ponte obliquo sul fiume e le tre grandi rotatorie – di collegamento con la SS 67 (Grignano di Quintole) e di innesto con la SP 34 (ad ovest Mulinaccio e ad est Poggimoro-Zona Industriale di Vallina) – e investe il fiume Arno tra le due anse di Quintole a nord e di Vallina a sud: aree di pregio paesaggistico e di delicato equilibrio idrogeologico, occupate da argini, vegetazione ripariale e campi ad uso agrario, punteggiate di architetture storiche e di beni archeologici, e con previsione di costituzione del Parco fluviale dell'Arno.
Le associazioni, i comitati e i cittadini sottolineano la logica sbagliata, non condivisibile, che sottende alla realizzazione dell'infrastruttura: quella di evitare il traffico di attraversamento al piccolo borgo di Vallina (come se si dovessero costruire tanti altri bypass alle borgate allineate su strade trafficate quali la stessa SS 67 che, tra Pontassieve e Firenze, incrocia gli abitati di Le Sieci, Compiobbi e Quintole, Anchetta e Girone) e di deviare il traffico che abitualmente percorre tale strada nella SP 34. Ciò significherebbe convogliare migliaia di auto in più, in orario mattiniero e pomeridiano-serale dei pendolari, in Viale Europa-Viale Giannotti, unico asse di scorrimento a doppio senso per l'area Firenze Sud, già di per sé ingorgato e non in grado di ricevere ulteriori flussi. Evidentemente, non si è tenuto presente che la direttrice Viale Europa-Viale Giannotti è oggetto di progettazione della tramvia che dovrà collegare il centro cittadino a Bagno a Ripoli.
I ricorrenti ribadiscono l'assoluta contrarietà alla nuova infrastruttura che incoraggerebbe gli utenti a rafforzare l'uso dei mezzi privati, con impatti negativi sul traffico e sulla qualità dell'aria e con spreco di tempo e danaro, mentre si continua a calpestare la logica virtuosa dell'adeguamento dei servizi pubblici su ferro – prospettiva enunciata nel Piano Strutturale del Comune di Fiesole – con modalità di trasporto metropolitano: "utilizzando la linea ferroviaria Firenze-Pontassieve e realizzando nuove fermate a Girone ed Ellera con annessi parcheggi scambiatori".
Questa petizione sarà consegnata a:
  • Regione Toscana
    Al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e ai Sindaci di Bagno a Ripoli e di Fiesole



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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 4/19/2017 03:00:00 PM

Porcherie fluviali

CITTADINI AREA FIORENTINA
PORCHERIE FLUVIALI
Situazione dell'area di Rovezzano al 2007
Situazione della stessa area al 2015
Ci rallegriamo per lo stop del Comune al nuovo camping di Rovezzano perché è una vittoria dei cittadini, delle opposizioni nei consigli elettivi e di tutti coloro che non accettano l'ennesimo scempio in uno degli ultimi spazi aperti nel territorio comunale. Ma la vicenda purtroppo non finisce qui e conviene ripercorrerne le tappe.


In un'area di circa 7 ettari compresa tra via Generale Dalla Chiesa e la riva dell'Arno adiacente alla Caserma Predieri c'era un'azienda agricola. In seguito alla decisione di chiudere il camping del Piazzale Michelangelo, Palazzo Vecchio intraprende una trattativa con il proprietario di quest'ultimo per compensarlo del danno economico e nel 2013 autorizza su quei terreni, la realizzazione di piazzole di sosta per camper. Contestualmente si sviluppano le proteste dei residenti di via Nave a Rovezzano, dei comitati locali e di molti cittadini che quotidianamente fruiscono della pista ciclabile e delle rive dell'Arno. Il progetto di sistemazione complessiva dell'area comprende oltre a 500 alberi, 450 piazzole per tende, camper e roulotte, due piscine, ristorante con terrazza di 1.600 mq, campo da calcetto e pallavolo, un parcheggio auto da 200 posti, supermercato, servizi e anche delle casette a ridosso della pista ciclabile che alla fine saranno oltre 100, per un carico totale di circa 1.200 persone.
Situazione al marzo 2017
E' interessante sapere che la proprietà in una osservazione del 2014 avverso la variante del R.U. chiede la modifica della scheda norma AT 03.02 Campeggio Rovezzano, variandone la descrizione da 'struttura ricettiva adibita a campeggio' ad 'attrezzatura ricettiva adibita a villaggio turistico' ricevendo un diniego dell'Amministrazione per il fatto che le strutture sarebbero state prevalentemente amovibili. Nel 2015 una deliberazione di Giunta modifica il Regolamento Urbanistico, trasformando l'area (acquistata dalla Figline Agriturismo Spa socio della Cardini Vannucchi Family Holding proprietaria del camping del Viale dei Colli) da agricola a turistico ricettiva, mediante intervento edilizio diretto convenzionato.
Di fatto, come temevano i residenti, comincia a sorgere un vero e proprio villaggio turistico, con rilevanti movimenti di terra e adeguamenti impiantistici tali da produrre un insostenibile impatto urbanistico e ambientale. Tanto che nell'ottobre 2013 il consigliere regionale Giovanni Donzelli insieme ad altri esponenti del gruppo 'Fratelli d'Italia' denuncia pubblicamente le irregolarità del progetto.
Alla fine la cittadinanza si trova di fronte ad un inopinato insediamento, metà baraccopoli, metà modesto villaggio balneare, su un'area a rischio idraulico e paesaggisticamente protetta. La Repubblica del 21 marzo riferisce su quelle strane 'casette' su ruote, fissate a supporti in cemento, dotate di viabilità e piazzali di manovra in un'area che avrebbe dovuto essere verde.
Progetto ambientale del camping

L'analogo Camping Village Jolly di Mestre della stessa proprietà in piena attività

Nell'estate del 2016 lo stesso Donzelli e il capogruppo di FdI al Comune Francesco Torselli avevano rincarato la dose poiché nel frattempo l'inchiesta su 'Mafia capitale' aveva coinvolto un socio della proprietà Giacomo Vannucchi, indagato dalla Procura di Arezzo. Nella trattativa, denunciavano i due consiglieri, la Cardini Vannucchi avrebbe avuto vantaggi economici sproporzionati per compensare la chiusura del camping del Piazzale (un'area di circa 4 ettari).

Le rivelazioni, le ripetute interrogazioni e gli interventi sui social dei due consiglieri provocano la querela del Sindaco Nardella il quale, di fronte al montante coro di proteste, è costretto a sospendere i lavori di Rovezzano, definiti irregolari dopo alcuni sopraluoghi. La Repubblica del 4 aprile registra il contrordine.
Il camping di Rovezzano era stato autorizzato dagli uffici dell'Urbanistica dopo anni di trattative e una variante: la sospensione, nel migliore dei casi, costituisce una toppa per celare un errore urbanistico, e, comunque, si tratta di una vicenda poco chiara portata avanti su una area di margine particolarmente preziosa.
Il territorio aperto a monte di Firenze che Edoardo Detti negli anni '60 chiamava 'Cascine di Levante' e che il Piano di Marcello Vittorini del '93 inseriva nel Parco fluviale con precisi confini e norme, oggi, nel Piano Fanfani 2.0 * si è trasformato in una disseminazione urbana fatta di punti di ristorazione, alberghi, palestre, centri commerciali, parcheggi e spazi dall'incerto stato giuridico. In modo analogo a quanto si verifica nelle 'Cascine di Ponente' dove, come denunciamo da anni, si procede alla distruzione del verde storico e alla proliferazione di funzioni incongrue.
Nell'esprimere solidarietà ai due consiglieri denunciamo con forza la manomissione degli ultimi spazi aperti della città e chiediamo:
  • CHE SU TUTTA L'OPERAZIONE FACCIA LUCE LA PROCURA DELLA REPUBBLICA
  • CHE, POICHE' SI MOLTIPLICANO I CASI SCANDALOSI DI VARIA ENTITA' CHE INTERESSANO GLI UFFICI DELL'EDILIZIA E DELL'URBANISTICA , SI TENGA UN CONSIGLIO COMUNALE APERTO PER DISCUTERE L'OPERATO DI QUESTI UFFICI
* Che non è l'aggiornamento del Piano casa del noto statista DC del primo centrosinistra, ma il Piano Strutturale 2011 redatto dall'arch. Stefania Fanfani.
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PRECISAZIONI SULLA CANCELLAZIONE DEL NUOVO INCENERITORE DI SELVAPIANA DAL PRB


Nel mezzo del cammin di nostra vita
Ci ritrovammo a Selvapiana oscura

Ché la strategia "Zero Waste" era smarrita.

Ahi quanto a spiegar qual'era, è stata dura
All'amministrazion cocciuta a vorte
Che ora al sol nominarla fa paura!

Così siamo arrivati finalmente alla fase conclusiva della vicenda per l'ormai noto Nuovo Inceneritore "I Cipressi" nel comune di Rufina, in Loc. Selvapiana.
Il Consiglio Regionale ha approvato, il 29 marzo 2017, a maggioranza, la modifica al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRB) portando avanti l'iter con un ulteriore fondamentale passaggio dopo la stipula nel 2015 del protocollo d'intesa, per la cancellazione dell'impianto dal piano regionale, tra i comuni interessati, AER, Regione e ATO.
Dal 2005 ad oggi ne abbiamo viste di tutti i colori. E per non farci mancare nulla, la vicenda si conclude con le ultime affermazioni dei sindaci con cui ringraziano tutti i soggetti coinvolti per la cancellazione definitiva di Selvapiana. 
Con la fine di questo progetto, frutto di tecnologia obsoleta, che poteva rappresentare un serio danno paesaggistico-ambientale, auspichiamo che si possa intraprendere un percorso condiviso fra i vari soggetti partecipi al ciclo dei rifiuti,  in primis gli utenti, che segua i principi virtuosi propri della strategia "Rifiuti Zero" ovvero "Zero Waste" (zero sprechi).
Siamo sinceri. Non ci aspettavamo certo di essere ringraziati per l'informazione e le iniziative che abbiamo fatto sul territorio nel tentativo di stoppare fin dall'inizio (da quel lontano 2005) la realizzazione del Mega inceneritore. Tuttavia, oltre a ringraziare anche noi gli amministratori e l'avvocatura della regione che in questi due anni hanno trovato l'escamotage giusto per uscire dall'impasse e a dichiararci lieti del risultato raggiunto dopo anni di faticosa lotta, ci terremmo a fare delle precisazioni:
·     Ci sono voluti ricorsi al TAR e grandi mobilitazioni della cittadinanza per stopparne la realizzazione, che altrimenti sarebbe potuta partire già nel 2010. E oggi non staremmo qui a congratularci per la cancellazione, anzi, con molta probabilità ci elencherebbero i meriti e le virtù dell'avere un inceneritore in Valdisieve a risolvere il problema dei rifiuti dei comuni gestiti da AER ecc. ecc. ecc. (senza pensare che sarebbero stati bruciati i rifiuti anche di Ato Sud, di Ato Centro e quindi di comuni extra la Valdisieve e con lo Sblocca Italia, anche fuori regione).
·      Chi ora ringrazia per la cancellazione, fino a poco tempo fa era uno strenuo fautore della pratica inceneritorista come risoluzione ottimale per smaltire i rifiuti. E, per quanto ne sappiamo, almeno alcuni, non hanno cambiato affatto idea sull'incenerimento, hanno solo preso atto di ciò che nel 2012 il Prof. Petretto (Presidente Assemblea di ATO) disse molto chiaramente: " Ato è la sede in cui si abbatte una pianificazione inter-provinciale, se la si ritiene da abbattere: se fosse stata questa una authority inglese, questo progetto a questo punto veniva bocciato, non vi è ombra di dubbio" (tratto dal verbale).
·        In tutti questi anni di assemblee pubbliche, volantinaggi, banchini informativi, manifestazioni e vie legali con ricorsi al TAR con il supporto di Italia Nostra Onlus Firenze, le amministrazioni sono sempre state sorde alle istanze dei cittadini. E anche quando abbiamo avuto degli incontri, ci siamo trovati davanti i classici "muri di gomma". E alla faccia della tanto sbandierata partecipazione, nel lontano 2006, ottenemmo un "Forum" a Rufina al quale potemmo partecipare con un paio di rappresentanti (2 contro tutti). Ovviamente non gli facemmo nemmeno un graffio, infatti siamo arrivati fino ad oggi con questa spada di Damocle sulla testa! Ma, a quanto pare, avevamo ragione!
·       Quasi tutte le legislature che si sono succedute fino ad oggi, hanno utilizzato il tema del Nuovo Inceneritore (questo era!) ai fini del consenso. E non vogliamo dimenticare la campagna costata più di 600 mila euro di soldi pubblici per tappezzare Firenze con mega manifesti che, se pur riferiti nello specifico a Case Passerini, esaltavano la "pratica dell'incenerimento" senza la quale, secondo un nostro compaesano, saremmo tutti finiti nella "cacca".
·       In tutti questi anni si sono spesi soldi preziosi per un progetto che interessava Privati, Coop Emiliane, Coop  Fiorentine, e Banche Aretine assicurando loro un profitto per trent'anni dalla Concessione.
·     Il Piano Economico Finanziario (PEF), criticato da noi e da professionisti del settore, era talmente improponibile che alla fine hanno dovuto arrendersi. Ma i soldi pubblici gettati al vento e spesi per il progetto, le autorizzazioni e la gestione di una SRL apposita, peseranno ulteriormente sulle bollette dei 68 comuni di ATO per 2 milioni e 430 mila euro.
·       Non ci vengano a raccontare che il nuovo inceneritore fosse "pianificato" dalla ex provincia di Firenze per avere la scusante che questi soldi sono stati spesi per rispondere ad una programmazione sovraccomunale. Siamo sicuri che il vecchio inceneritore dovesse fare lavori di restyling per adeguarsi alle normative sempre più stringenti e che, dovendo spendere, si è pensato bene di fare business realizzandone uno con una capacità 7 volte superiore in modo che più rifiuti bruciati portassero più profitti. Inoltre, avere un impianto, portava "punteggio" ai nostri comuni nelle decisioni dell'Assemblea di Ato. 
·     Queste sono problematiche che nascono anche dalla commistione, per realizzare le opere pubbliche, tra interessi  pubblici e interessi privati. Non solo. La giustificazione della "necessità" pubblica, esclude dal "rischio d'impresa" i privati, che così facendo possono spendere quello che vogliono tanto saranno rimborsati sicuramente. I soldi delle bollette, da questo punto di vista, rappresentano una "botte di ferro"!

Oggi scopriamo che un impianto pianificato e già autorizzato, si può scegliere di non farlo
Un precedente interessante!


RETE VALDISIEVE/Ass. Valdisieve, Comitato Valdisieve, Ass. "Vivere in Valdisieve" 
insieme a Italia Nostra Onlus (Fi)


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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 4/07/2017 04:54:00 PM

ANAS Toscana, 19 indagati tra funzionari e imprenditori



Antonio Mazzeo, capo Compartimento di Anas Toscana

 - di Giusi Brega

Nella giornata di mercoledì, la procura di Firenze ha fatto eseguire perquisizioni a carico di indagati tra funzionari dell'Anas Toscana e imprenditori (per lo più del Grossetano). Con l'accusa di corruzione negli appalti per le opere stradali e abuso di ufficio gli indagati, in tutto, sono 19.

I pm Giuseppina Mione e Giulio Monferini  stanno portando avanti un'indagine (operazione "Strade dell'oro") iniziata nel 2012 dai magistrati di Grosseto e poi passata, nel 2016, a quelli di Firenze. I fatti contestati riguardano il 2012-2013. Secondo gli inquirenti i funzionari ANAS avrebbero certificato l'urgenza – inesistente – di taluni lavori (asfaltature, ripavimentazioni del manto stradale, manutenzioni straordinarie) per l' assegnazione in affidamento diretto, quindi senza bando, a ditte "amiche".
Tra i funzionari coinvolti ANAS troviamo (di nuovo!) il già Capo compartimento della Toscana Antonio Mazzeo >>leggi qui<< e il funzionario Nicola CenciMazzeo è una vecchia conoscenza degli inquirenti toscani: nell'ottobre del 2015 al primo (già arrestato per corruzione) furono sequestrati una sessantina di quadri, fra cui alcune opere di Mario Schifano, nella sua villa pugliese di Grumo Appula, Bari.
Gli appalti su cui si indaga sono: uno da 200 mila euro, "di somma urgenza", per opere sulla strada Tosco-Romagnola; uno in provincia di Prato, importo del lavoro a base d'asta, 3.258.622 euro; e uno in provincia di Massa Carrara, per la manutenzione straordinaria di una strada (499.900 euro, l'importo del lavoro a base d'asta).
Il procuratore Giuseppe Creazzo ha parlato di un "collaudato sistema di corruzione", di un "sistema che ha comportato danni per la collettività per molte decine di migliaia di euro". "Venivano date mazzette corrispondenti al 5% dell'importo dei lavori, cioè decine di appalti nella rete stradale della Toscana". La Procura di Firenze ha analizzato le procedure di aggiudicazione degli appalti dell'ANAS Toscana e ha concluso che queste avvenivano "sfruttando, nella maggior parte dei casi, lo stato di emergenza e di necessità causato da calamità naturali".
Secondo quanto ricostruito dalla procura, l'imprenditore Francesco Mele finito ai domiciliari "agiva, per sua stessa ammissione, fornendo il "pacchetto completo"  – ha spiegato il procuratore Creazzo – Faceva pure i sopralluoghi. Negli uffici dell'Anas era di casa: arrivava a predisporre anche le documentazioni, bando e altro".


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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 4/06/2017 04:43:00 PM