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sabato 28 gennaio 2017

Rieccoli !

CITTADINI AREA FIORENTINA
RIECCOLI !
Rendering del "Sirio" in P.za del Duomo

A riproporre il vecchio passaggio della tramvia dal Duomo c'erano stati dei refoli autunnali per i quali maggioranza e alcune opposizioni in Comune ( Forza Italia e Firenze Riparte a Sinistra) avevano respinto, con posizioni diverse, un ordine del giorno del M5S e di Fratelli d'Italia che chiedeva la definitiva cancellazione di qualsiasi passaggio della tramvia dal Duomo (sopra o sotto).
Poi, dopo la caduta del governo Renzi, si è levato un robusto grecale, alimentato sulla stampa dalla sinistra dem e dalla parlamentare PD Elisa Simoni, a favore della vecchia soluzione. Intanto il gruppo Firenze Riparte a Sinistra chiedeva la cancellazione della variante Valfonda-Lavagnini-Libertà e il ritorno alla soluzione originaria.
A tutti costoro il Sindaco Nardella non poteva che dire no: traffico e cantieri nel 2017 (e nel 2018) saranno peggiori che nel 2016 e la città non sopporterebbe nuovi calvari circolatori.
Ricordiamo che 9 anni fa un referendum consultivo approvò una moratoria dei progetti tranviari con un 53,84% per la Linea 2 e un 51,87% per la Linea 3 su un totale di 124.206 votanti pari al 39,35%. Quel referendum non produsse alcun dibattito pubblico, provocando invece la cancellazione del passaggio della tramvia dal Duomo. Ma al di là di una elementare questione di democrazia, del tutto assente nelle dichiarazioni di questi tifosi del tram purché sia, ci preme qui ripetere considerazioni di carattere più generale già fatte in passato.
Schema della rete tranviaria fiorentina. Le tratte in funzione dal 2018 saranno la 2 (blu) e la 3 (arancio) che si aggiungeranno alla 1(verde) in esercizio dal 2010.
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Ammettendo con molte riserve che accessibilità e vivibilità del quadrante nord ovest traggano vantaggio dalla realizzazione delle Linee 2 e 3, più di metà della città continuerà a rimanere esclusa dal servizio. Le relazioni Est Ovest; uno dei più gravi e "storici" problemi di Firenze, neanche affrontato, peggioreranno, sia nel trasporto pubblico che in quello privato, in seguito alla compromissione dei nodi circolatori di Libertà, S. Marco, Fortezza e Stazione SMN.
Anche attuando il passaggio dal Duomo gran parte del Centro non sarebbe raggiunto. E' probabile quindi che il transito del tram più che riportare i fiorentini e la residenza in Centro, segnerebbe una ulteriore estensione del modello periferia alla Città antica e il rafforzamento di un turismo mordi e fuggi.
Si tratterà poi di valutare l'effetto che l'anello tranviario avrà sulla vitalità dei commerci e dei servizi attorno alla Stazione, anche considerando che il parcheggio sotterraneo, a cantieri chiusi, diventerà praticamente inaccessibile.
Quanto già realizzato con la Linea 1 nella parte di Centro storico compresa tra l'Arno e via Alamanni e quanto in cantiere attorno alla Fortezza confermano le peggiori previsioni. Il progetto definisce solo la ristretta area dei binari trascurando completamente la riqualificazione dello spazio pubblico circostante, e si caratterizza per interventi improvvisati sulla circolazione, sulla sosta e sulle connessioni con il resto dei servizi pubblici. Come temevamo ovunque passi la tramvia gli alberi vengono abbattuti senza alcun riguardo per il patrimonio vegetale esistente.
Mediocri soluzioni progettuali per la Linea 1
in P.za Paolo Uccello di fronte al Parco delle Cascine
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La città dovrà presto fronteggiare l'entrata in esercizio di tre mezze radiali tranviarie cercando di compensare i gravi squilibri che si determineranno nel sistema della mobilità. Occorrerà rivedere i servizi esistenti a scala metropolitana e rinnovare profondamente il trasporto pubblico anche attraverso una plausibile utilizzazione della rete ferroviaria.
Intanto ci rallegriamo per la posizione autonoma espressa sulla questione dal M5S , ribadita anche il 23 gennaio. Auspichiamo però che una simile indipendenza di giudizio si estenda a tutta la questione della mobilità metropolitana.
Ciò non può non riguardare il dibattito sul fallimentare progetto del Passante AV, opera attualmente in ostaggio di logiche di scambio politico, come dimostra il completo dietrofront di Nardella sulla stazione Foster.
L'alternativa di superficie infatti (impatto ambientale a parte) non differisce dalla soluzione sotterranea per quanto riguarda il modello di funzionamento del Nodo ferroviario e la localizzazione della fermata in linea. Errori analoghi questi che, nel loro prolungato fronteggiarsi, stanno producendo mostruosità.

Per evitarle occorre ridurre la confusione, l'approssimazione e la

propaganda, promuovvendo un confronto competente e plurale

sull'assetto del Nodo ferroviario, che verifichi tutte le alternative in

maniera omogenea, sintetica e comprensibile a tutti.

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mercoledì 25 gennaio 2017




DALL’AMIATA ALLA VALLE DEL TEVERE:
ANCORA GEOTERMIA INDUSTRIALE O UN ALTRO SVILUPPO E’ POSSIBILE?

ABBADIA SAN SALVATORE (SIENA)-SABATO 4 FEBBRAIO 2017, ORE 14,30- 19,30 CINEMA TEATRO AMIATA

Sabato 4 febbraio 2017 ore 14,30-19,30 a Abbadia San Salvatore (Siena) presso il cinema teatro Amiata si terrà un convegno sul tema “Dall’Amiata alla Valle del Tevere: ancora geotermia industriale o un altro sviluppo è possibile?”, organizzato dalla Rete Nazionale NOGESI e SOS Geotermia. Il convegno è dedicato alla memoria del Prof. Roberto Minervini, animatore appassionato della rete NOGESI, recentemente scomparso.

Sarà una giornata di analisi e approfondimento delle tematiche della geotermia nel Monte Amiata, delle centrali flash geotermoelettriche dell’Enel presenti nel territorio (cinque centrali per una potenza installata di 120 MW), con emissioni in atmosfera di inquinanti, con effetti sulla salute dei cittadini, sull’ambiente, sulla sismicità, sul bacino idrico dell’Amiata  (il più importante del Centro Italia), sui fiumi Paglia e Tevere, oggetto di inquinamento da mercurio sul territorio dei comuni dell’Alto Lazio e dell’Umbria.

Il Monte Amiata è al centro di un ecosistema a rischio, la cui salvaguardia e valorizzazione riguarda ben tre regioni: Toscana, Lazio e Umbria. Per questo il convegno vedrà la presenza di professori esperti in materia e di amministratori, non solo locali, ma anche di Lazio e Umbria. La presenza politica sarà dei consiglieri, membri della commissione ambiente del consiglio regionale della Toscana, perché esprimano le loro posizioni e gli impegni verso il consiglio regionale, il presidente e la giunta toscana.

Una parte importante del convegno sarà dedicata alla “proposta” che un cambiamento è possibile e che si può e si deve fare una diversa politica energetica del territorio in alternativa a quella attuale inquinante e speculativa, che si basi sul risparmio energetico, sulla efficienza e fonti realmente rinnovabili e compatibili con la salvaguardia dell’ambiente. Un piano energetico costruito con la partecipazione e la gestione dei cittadini, nel quadro delle effettive necessità energetiche in una situazione nazionale contrassegnata dalla riduzione dei consumi elettrici che non legittima, in questo momento, costruzione di nuove centrali elettriche.

E che si può e si deve puntare a un altro sviluppo economico, sostenibile, alternativo al “polo geotermico” che la regione Toscana vuol fare dell’Amiata, che si basi sul grande patrimonio ambientale, storico e culturale e sulla valorizzazione delle risorse del territorio (bio-agricoltura di montagna, artigianato locale, natura, etc.), che devono essere alla base delle scelte e dei programma del governo dei nostri amministratori locali e della stessa regione Toscana. Una giornata di “riflessione collettiva” sulle scelte che riguardano il futuro dell’Amiata e del Centro Italia.


Si invitano alla partecipazione, i cittadini, i comitati, i movimenti, gli amministratori, i partiti politici, le associazioni e organizzazioni di categoria, la stampa e le TV locali, regionali e nazionali.

sabato 21 gennaio 2017

Tornano le luci, ma restano molte ombre sulla stazione

CITTADINI AREA FIORENTINA
TORNANO LE LUCI, MA


RESTANO MOLTE


OMBRE SULLA


STAZIONE
Sembra che dopo 5 anni di assenza si stiano ricollocando i moduli di vetro originali che coprono le luci al neon delle pensiline della stazione di S.M. Novella. Una buona notizia che cambia di poco però il lungo elenco di nefandezze, attuate e imminenti, che sta subendo l'edificio.
Di recente la Fondazione Giovanni Michelucci ha biasimato questo confuso proliferare di funzioni e messaggi visivi, soprattutto commerciali, spesso in conflitto con gli spazi, i materiali e gli arredi di un edificio tutelato. L'ultimo episodio fra i tanti è quello della 'Cappella cattolica' trasformata in un ' Sapori & dintorni' di Conad.
Purtroppo l' allarme della Fondazione giunge in ritardo: il processo avviato da Grandi Stazioni (GS) su tutta l'architettura di Michelucci, (così come sulle altre 13 stazioni chiave italiane), l'ha irreversibilmente trasformata in qualcosa di più e di diverso da ciò che era solo una decina di anni fa.
GS gestisce oltre 1.500.000 mq di patrimonio immobiliare di cui oltre 140.000 a disposizione di attività commerciali e ristorazione e oltre 340.000 di uffici e magazzini.
Nel giugno 2016 GS Retail, la società che concede i diritti per la locazione commerciale e l'acquisto di spazi pubblicitari, è stata venduta ad una cordata internazionale di investitori (Antin, ICAMAP & Borletti Group) specializzata in retail (vendita al dettaglio), articoli di lusso e transazioni immobiliari. Ciò nella prospettiva di bissare nelle stazioni ferroviarie il fenomenale successo del retail degli aeroporti.
Quella di S.M. Novella, un fiore all'occhiello di GS e quarta in Italia per volume di passeggeri, con la sotterranea galleria ospita attualmente 40 negozi su 10 mila mq. Ai circa 60 mln di viaggiatori all'anno che la frequentano si devono aggiungere i cittadini o i turisti che ogni giorno percorrono questo potente nodo urbano, fruendo dei servizi e delle possibilità di scambio con il trasporto pubblico locale. Benché GS dichiari pressoché conclusa la trasformazione della stazione, larghe parti dell'edificio risultano inutilizzate o in rovina. Ogni ragionamento sulla tutela e su un felice adattamento in tali condizioni è una sfida al di sopra delle possibilità delle istituzioni locali.
Più che l'apertura di un tavolo di 'esperti dell'architettura del Michelucci', come propone la Fondazione, occorrerebbe che l' autorità competente si avvalesse di una Commissione di studiosi nazionali e internazionali per svolgere il compito di valutazione e controllo degli interventi.
Ciò anche al fine di condizionare la politica prevalentemente commerciale di GS Retail indirizzandola verso standard qualitativi che compensassero l'indubbia rendita di posizione che detiene.
Obbiettivo di questa Commissione dovrebbe essere la coerenza degli sviluppi funzionali e degli arredi della stazione (comprendendo in ciò il benessere dei viaggiatori, oggi del tutto trascurato in favore dei consumatori) ma anche la valutazione delle trasformazioni urbanistiche circostanti, direttamente influenti sulla vitalità del complesso.
In proposito tre temi spiccano su tutti.
  • L'effetto dell'anello tranviario che sta per essere realizzato in un settore a ridosso del Centro e le sue conseguenze sulla mobilità oltre che sulla qualità degli spazi pubblici
  • La minaccia mai scongiurata di un trasferimento dell'AV nell'area ex Macelli con il conseguente smantellamento di un fondamentale nodo del trasporto pubblico
  • L'indecisione strategica delle amministrazioni che moltiplica rendendole croniche le patologie di un intero settore urbano: dalla Fortezza alla Dogana, dalle due aree inconcluse Belfiore-Redi alla ex Centrale termica, fino all'ex deposito del Romito e alla zona Palazzuolo-Scala.
INSOMMA PER TUTELARE VERAMENTE IL CAPOLAVORO DEL MOVIMENTO MODERNO (E SALVAGUARDARE GLI INVESTIMENTI ECONOMICI) OCCORRERA' GARANTIRE GARANTIRE INTERVENTI DI QUALITA' E CAPIRE UN PO' DI PIU' LE TRASFORMAZIONI DELL' INTORNO.

ALTRIMENTI IL DECLINO E' DIETRO L'ANGOLO.
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lunedì 16 gennaio 2017

venerdì 13 gennaio 2017

Una salamandra ci salverà ?

CITTADINI AREA FIORENTINA
UNA SALAMANDRA CI


SALVERA' ?
La salamandrina terdigitata, una delle 10 specie protette
nell'habitat dell'Isone (Antella)

Resta poco più di una settimana (fino al 22 gennaio) per firmare, a titolo individuale o collettivo, l'osservazione predisposta dal Coordinamento dei Comitati 'Salviamo la Valle dell'Isone' nel Comune di Bagno a Ripoli da presentare ad Autostrade per l'Italia contro la 'Variante S. Donato', il progetto esecutivo proposto per la terza corsia dell'A1 nel tratto tra Osteria Nuova e Incisa.
Si prevede di riversare 1.500.000 mc di terre di scavo trattate a calce con un rilevato alto fino a 26 m. in un'area doppiamente vincolata e di grande valore geomorfologico, naturalistico e zoologico.
Si prevede di tombare il torrente Isone, modificando completamente il reticolo idrografico e sfigurando irreversibilmente un ambiente punteggiato da numerose presenze storico artistiche, al di sotto della antichissima chiesa di Montisoni.
Qui sotto il volantino della raccolta firme di domenica prossima e il testo dell'osservazione a cui aderire.
Per chi volesse approfondire ecco i link del Convegno organizzato dal Circolo Legambiente di Bagno a Ripoli lo scorso 19 dicembre.
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martedì 10 gennaio 2017

A1 Terza Corsia: Salviamo la Valle dell'Isone



E' la Foster l'errore irreparabile

CITTADINI AREA FIORENTINA
E' LA FOSTER L'ERRORE

IRREPARABILE
Sul terreno la distanza tra la stazione Foster e la stazione di S.M. Novella è di circa 1.400 m, al di là di ogni ragionevole integrazione.

Il Sindaco Nardella, intervenendo sulla TAV a fine anno ha riconosciuto il gigantesco errore compiuto progettando tre linee di tram che vanno a S.M. Novella mentre il cuore dell'AV era pensato agli ex Macelli. Nel prendere atto però che la maggior parte dell'AV continuerà a confluire in superficie nella Stazione centrale, torna a chiedere una 'grande Foster' collegata a S.M. Novella con un 'people mover'. Questo nel timore che Firenze venga scavalcata dall' AV. Una Foster di rincalzo dice, come quella Tiburtina a Roma (che però ha 21 binari e 51 milioni di passeggeri/anno). Comunque, ci assicura Nardella, di tutto ciò 'ne sta parlando con il Presidente Rossi'.
Ai pensieri indubbiamente confusi del Sindaco – lo stesso che l'estate scorsa liquidava il progetto TAV come " incomprensibile spreco di denaro pubblico 'e che in autunno aveva accettato una 'mini Foster', con tunnel invariatol'AD di Ferrovie Mazzoncini dà una concreta risposta così riassumibile:
1 – non faremo la stazione Foster ma potenzieremo Campo di Marte, senza alcun costo di gestione aggiuntivo, mantenendo la centralità di S.M. Novella per intermodalità pendolari, TAV e sistema urbano di bus e tram,
2 – la realizzazione della Foster è sbagliata e collegarla con il 'people mover' a S.M. Novella, oltre che costoso, non impedirebbe un perditempo di mezz'ora, come dimostra l'esperienza negativa della stazione di Bologna; tuttavia completeremo lo scavo agli ex Macelli perché è utile per la cantierizzazione delle due gallerie,
3 – la stazione Foster era stata concepita con 4 binari perché in superficie non c'era spazio per binari nuovi, ma oggi la tecnologia permette di raddoppiare la potenzialità delle linee consentendo di lasciare a S.M. Novella il cuore dell'AV,
4 – il tunnel si farà per aumentare comunque la capacità del Nodo, allargando la Stazione di Campo di Marte dove già avviene l'interscambio con i regionali e dove già c'è un collegamento con S.M. Novella ogni 10, 15 minuti,
5 – non c'è alcun timore che il Nodo di Firenze venga saltato dall'AV perché è centrale nella rete ferroviaria e nel futuro non cambierà niente.
Da tutto ciò si può dedurre quanto segue
Qualsiasi ipotesi di Stazione di S.M. Novella 'allungata' non funziona, né nell'ipotesi sotterranea, né nell'ipotesi di superficie. Se ciò vale per Bologna, sotto la stazione centrale, figuriamoci a un chilometro e mezzo di distanza.
Tanto meno funzionerebbe l'accoppiata Foster + Circondaria di superficie, come continuano a dire ancor oggi i tanti tifosi di questo " incomprensibile spreco di denaro pubblico". Essa necessiterebbe di 5 o 6 piattaforme, azzoppando lo scalo di Rifredi senza sostituirlo, facendo da "tappo" a S.M. Novella presso i bivi da/per Campo di Marte e costringendo i pendolari ad una fermata aggiuntiva prima di arrivare o appena partiti. Per quelli del Valdarno lo scambio con l'AV sarebbe limitato ai soli treni che passano in cintura.
Se davvero, come afferma Mazzoncini, la capacità del Nodo è raddoppiabile con le moderne tecnologie di controllo e se i costi di gestione della Foster sono insostenibili, (soprattutto con l'indispensabile people mover e la stazione complementare di superficie), i due tunnel avrebbero un ruolo residuale, di generico "potenziamento del Nodo" per treni che non fermano a Firenze o solo a Campo di Marte. Tanto vale allora affrontare il contenzioso con la ditta e affidarsi ai miglioramenti infrastrutturali previsti, liberandosi di un grave vincolo per la città e verificando in seguito se, come e quando effettuare il potenziamento.
Siamo insomma al teatro dell'assurdo: la Foster costa e non serve perché non funziona, ma si fa lo scavo completo per cantierizzare i due tunnel i quali ora non servono, ma in futuro chissà. Si fa quest'opera tanto per farla.
Quanto al potenziamento del Nodo perché sceglierne uno così vincolato ed impattante e così poco relazionato alle varie direttrici ?
  • Nessuna relazione con la linea per Pisa/Siena.
  • Relazione tra Arezzo e Prato/Pistoia vincolata all'unica fermata di Campo di Marte,'saltando' Rifredi e S.M. Novella.
  • Nessuna relazione con quest'ultima.
Una volta interrotti i lavori della Foster, bloccati i due tunnel, fatta chiarezza sui molteplici accordi e autorizzazioni, sugli appalti e sui finanziamenti, si potrebbero fare cose più semplici e utili, riportando al centro della riflessione gli storici limiti di S.M. Novella, per permettere la coesistenza tra trasporto regionale e servizio AV.

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