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martedì 31 maggio 2016

Per il Parco della Piana

CITTADINI AREA FIORENTINA

COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

PUBBLICATO SU: cittadiniareafiorentina.wordpress.com


PER IL PARCO DELLA PIANA

Il Comitato dei cittadini area fiorentina e del quartiere 4 hanno partecipato al presidio tenutosi domenica 29 maggio nella Piana presso il Polo Scientifico di Sesto F.no, organizzato da Mamme no inceneritore e dall' Assemblea per la Piana contro le nocività.

Sui terreni nei quali si vorrebbe realizzare la nuova pista dell'Aeroporto sono state messe a dimora alcune piante di leccio precedentemente allevate. Piante riprodotte dallo storico Parco delle Cascine per il futuro Parco della Piana.

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domenica 29 maggio 2016

Iniziativa per gli alberi

CITTADINI AREA FIORENTINA

COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

PUBBLICATO SU: cittadiniareafiorentina.wordpress.com


INIZIATIVA PER GLI

ALBERI


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sabato 28 maggio 2016

Grosso guaio a Renzitown

CITTADINI AREA FIORENTINA

GROSSO GUAIO A

RENZITOWN
Le dichiarazioni del sindaco di Firenze Dario Nardella circa l'errore umano e le accuse rivolte alla società Publiacqua per il crollo del Lungarno Torrigiani, risultano legittime ma incomplete, visto che, oltre alle responsabilità individuali, in corso di accertamento anche da parte della Magistratura, esistono in questo caso responsabilità di sistema.
Il sistema è quello della gestione privatizzata di un servizio fondamentale come l'erogazione dell'acqua a buona parte della Toscana, sotto accusa, soprattutto dopo il risultato positivo del Referendum per la pubblicizzazione dei servizi idrici, per la sua inefficienza e per essere in mano a finanzieri e mediocre personale politico in transito. Un organismo che punta sugli utili accantonati, sui fondi di investimento e sulla remunerazione del capitale privato, oltre che su costose campagne pubblicitarie. Di questo sistema Nardella è stato interprete convinto e fedele fin da quando la società contribuiva a finanziare la campagna elettorale di Matteo Renzi a sindaco di Firenze.
L'inefficienza di Publiacqua si intreccia al declino delle ditte private nel campo dell'edilizia e delle infrastrutture, con affidamenti al ribasso ad intermediari che subappaltano a prezzi fuori mercato, producendo alla fine costi lievitati e risultati di pessima qualità (vedi sottopasso tranvia Linea 1 in Viale Talenti).
Da tutto ciò è vittima soprattutto la città d'arte e la sua area Unesco, sempre più avvilita da un'economia parassitaria e di spoliazione, invece che valorizzata da manutenzione costante e programmata e da un lavoro di qualità. Attitudini queste incomprensibili per politici quotidianamente impegnati nel Truman Show del Rinascimento, irrispettoso dell'identità di Firenze e delle necessità dei suoi cittadini, come ha ben messo in luce Tomaso Montanari nell'articolo su La Repubblica di giovedì scorso. http://www.eddyburg.it/2016/05/un-paese-dai-piedi-dargilla.html
Di questa manutenzione e continuo adeguamento hanno prioritariamente bisogno gli impianti e le infrastrutture sotterranee, come le reti idriche, le fognature, gli impianti elettrici e del gas. Per quanto riguarda Publiacqua invece sembra che non sapesse nemmeno cosa ci fosse sotto i nostri piedi. La necessità di predisporre una mappa dei sottoservizi, evidenziata fin dal Piano del '93, sembra non far parte delle priorità delle ultime amministrazioni, come dimostra eloquentemente questa catastrofe.
Stando all'intervista rilasciata il 25 maggio al Fatto Quotidiano da Ignazio Becchi, professore emerito di costruzioni idrauliche all'Università di Firenze, la questione è però anche più ampia. http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/25/firenze.
Crolli analoghi a quello del Lung. Torrigiani si verificano a Firenze ogni due anni. Queste emergenze non sono causate soltanto dalla vetustà dei tubi. Ma anche, secondo Becchi, da un vecchio errore degli amministratori locali: "non avere … un sistema di distribuzione urbana con serbatoi di carico ma … affidare tutto a sistemi di pompaggio controllato certo più economici ma molto critici sotto il profilo dei rischi", un sistema telemetrico basato sulla domanda nel quale il lavorio delle pompe "aumenta i cicli di onde di pressione che vanno avanti e indietro lungo la condotta", stressando tubi vecchi di almeno 40 anni.
Al tempo stesso, con il 36% di perdite d'acqua sulla rete fiorentina, non è neanche escluso che il terreno in quel punto critico fosse da tempo infiltrato.
Noi non pensiamo insomma che una voragine come quella di Lungarno Torrigiani sia soltanto il risultato di una notte di errori, e occorrerà un monitoraggio della stabilità di analoghi punti critici lungo tutto il corso urbano dell'Arno per celebrare con un minimo di dignità i 70 anni dall'alluvione del 1966.
Intanto, mentre chiediamo le immediate dimissioni del presidente di Publiacqua Filippo Vannoni, al Sindaco Nardella, che assieme ad altri sindaci toscani è azionista di maggioranza di quella S.p.a. rivolgiamo alcune domande:
. visto che il 60% degli utili di Publiacqua è andato ai comuni,       
perché non esercita la sua funzione di responsabile della salute e della       
sicurezza dei cittadini di Firenze e ci illustra in modo chiaro e sintetico,       
come le ultime amministrazioni comunali hanno impiegato la propria quota       
di ricavi ?       
. quante di queste risorse sono andate al monitoraggio, manutenzione e       
rinnovamento della rete idrica e fognaria del comune di Firenze ?

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Espropri proprietari

CITTADINI AREA FIORENTINA

ESPROPRI PROPRIETARI
Recentemente la lista fiorentina di quelle che lo storico dell'arte Tomaso Montanari, nel suo "Privati del patrimonio" (Einaudi 2015), definiva alienazioni a ore dei beni culturali, si è arricchita di un altro memorabile evento. Sabato 14 maggio infatti il Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio ha ospitato la consegna del 'World Superyatch Awards 2016', con tanto di cena servita sotto gli affreschi del Vasari e le sculture di Michelangelo, mentre fino a tarda notte la Sala d'Armi si è trasformata in una 'disco music' per la meglio gioventù. Il giorno prima la Galleria degli Uffizi aveva ospitato un cocktail per gli ospiti: aziende, proprietari di super yacht di tutto il mondo, riviste del settore e sponsor, tra i quali spiccava lo stilista Stefano Ricci. Insomma non proprio una mensa della Caritas.
Del resto nella lista degli ultimi cinque anni di simili eventi non ci siamo fatti mancare nulla. Si va dal tentativo nel 2011 di spedire la "Velata" di Raffaello della Galleria Palatina, come temporaneo omaggio alla principessa di Monaco, alla sfilata di moda di Ermanno Scervino nel Salone dei Cinquecento, alla visita privata di Madonna agli Uffizi, con tanto di danza dei Masai. Si potrebbe continuare con l'affitto del Ponte Vecchio alla Ferrari, del Cortile di Palazzo Pitti e della Piazza Ognissanti ai principi indiani. Senza dimenticare il golf nella Biblioteca Nazionale e la cena organizzata dalla banca d'affari Morgan Stanley nel Cappellone degli Spagnoli di Santa Maria Novella.
Il Comune, stando a quanto dichiara, dal convegno degli yacht avrebbe ricavato 30.000 euro più IVA, e qui non possiamo non notare una certa flessione delle tariffe, tenuto conto che la Ferrari nel 2013 aveva versato 60.500 euro per la serata sul Ponte Vecchio. Lo stesso Stefano Ricci, nel 2014 aveva pagato la nuova illuminazione del Ponte Vecchio, offrendo pranzo e spettacolo sul Ponte S. Trinita, per un costo complessivo di 332.000 euro.
Ora noi non disprezziamo affatto il valore economico della cantieristica di lusso, uno dei pochi settori industriali che ancora reggono in Italia. Però ci chiediamo se non esistono in tutta l'area metropolitana e nella stessa Firenze altri luoghi, magari più discreti, nei quali ospitare simili incontri. Senza arrendendosi alla logica volgare delle 'top ten' dell'arte, come avvenuto con l'incontro tra Merkel e Renzi sotto gli attributi del David, nel Museo dell'Accademia.
E inoltre, è proprio necessario mangiarci nei musei, o magari nelle chiese, accanto a Michelangelo e a Leonardo ?
E soprattutto, il modello di vita dettato dal lusso, dal potere della finanza, nella sua esclusività, non rischia di minare alla base l'essenza stessa del bene culturale ?
Non è infatti la natura di quel patrimonio, stando alla nostra Costituzione, profondamente democratica, offrendo a tutti l'opportunità per crescere e realizzare pienamente la propria personalità ?
Per conservare e valorizzare il nostro patrimonio culturale ci sono strade alternative a quella del più indecente marketing.
Per esempio: la ricerca di veri "mecenati" (coloro che donano senza contropartita alcuna parte dei loro lauti guadagni per un bene pubblico) e quella di finanziatori a cui concedere sgravi fiscali e non lo sfruttamento privato e a vario titolo dei nostri monumenti.


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martedì 17 maggio 2016

La citta' metropolitana che ci piace: quella dei cittadini

CITTADINI AREA FIORENTINA

LA CITTA' METROPOLITANA

CHE CI PIACE:


QUELLA DEI CITTADINI
Sabato 14 maggio organizzata in modo impeccabile dal comitato "Mamme no inceneritore" e con la partecipazione di tantissime associazioni e comitati non solo fiorentini e toscani, si è tenuta a Firenze una grande manifestazione contro l'inceneritore che si vuole costruire a Case Passerini e in difesa della Piana dai devastanti interventi infrastrutturali previsti dagli amministratori locali.
Da molti anni non si vedeva a Firenze una manifestazione così partecipata: circa 15.000 cittadini hanno letteralmente e gioiosamente invaso la Città. Un lungo cordone di cittadini di tutte le età, con tantissimi giovani e bambini, si è snodato da Novoli attraverso via Maragliano, viale Belfiore, Fortezza, Piazza San Marco, via Cavour, fino a Piazza della Repubblica per ribadire che la tutela

della salute viene prima dei profitti e degli interessi delle lobbies economiche, che è possibile sostituire alle scorciatoie dell'incenerimento dei rifiuti sane pratiche basate sull' obbiettivo dei rifiuti zero, che grandi decisioni riguardanti il territorio non possono essere prese senza e contro i cittadini.
Di fronte ad una volontà così chiaramente espressa, il distacco degli amministratori della Grande Firenze sembra sempre più profondo. Allo slogan " un vi si fa fare" urlato dalle migliaia di manifestanti, che è riecheggiato in tutta la città per un pomeriggio intero, l' Assessore all' ambiente del Comune di Firenze ha saputo rispondere colla solita arroganza: "Noi andremo avanti! ".
Di fronte alla nuova città metropolitana di sindaci e amministratori palesemente asserviti ai poteri forti e incapaci di ascoltare, la grande manifestazione di sabato ci dice che sta emergendo anche una nuova città metropolitana dei cittadini che si mobilitano tutti assieme per rivendicare la loro sovranità sulle grandi questioni come la tutela della salute e del territorio.


I cittadini dell'area metropolitana, chiamati sabato a raccolta dalle "mamme no inceneritore", hanno dettato in modo esemplare all' agenda politica un punto fondamentale: il destino della Piana non è un problema degli abitanti di Peretola, Quaracchi, Campi e Sesto, ma un bene da recuperare e tutelare nell'interesse di tutto il comprensorio fiorentino.



P.S. Le pagine del blog cittadiniareafiorentina.wordpress.com, visibili nel menù sottostante l'intestazione, sono state recentemente aggiornate.
Vi invitiamo a conoscerne i nuovi contenuti.

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domenica 15 maggio 2016

Che pasticcio in quel Nodo

CITTADINI AREA FIORENTINA

CHE PASTICCIO IN

QUEL NODO


Dal cilindro AV a Firenze è uscito un altro "coniglio". Secondo La Repubblica del 5 maggio scorso, RFI e Comune di Firenze avrebbero iniziato a discutere di come far fermare i treni regionali alla 'Foster' percorrendo il Passante AV. Evidentemente solo alcuni. Non certo quelli di Pisa e Siena per ragioni di elementare geometria. Ugualmente qualche convoglio AV potrebbe raggiungere in superficie la stazione di S. Maria Novella.
Cadrebbe così il primo degli assunti del progetto concepito all'epoca del Sindaco Primicerio (1995-99): la separazione del traffico AV (sotterraneo) da quello regionale (in superficie). Argomento utilizzato per più di venti anni contro le numerose critiche a quel progetto: connessione avventurosa tra la stazione 'Foster' e la stazione S.M. Novella/Centro storico, irrilevanza di imponenti e costosi lavori rispetto alle vere disfunzioni del Nodo, inutilità degli investimenti AV senza sviluppo delle reti di adduzione e diffusione urbane e regionali, pesante impegno del sottosuolo fiorentino in zone strategiche.
Nel tentativo di uscire da più di tre anni di paralisi, Comune e Ferrovie, vorrebbero recidere così il nodo gordiano dell'AV, ma il rimedio sembra peggiore del male. Non si capisce infatti quanti treni regionali e quali relazioni sarebbero a disposizione dei viaggiatori sui quattro binari della 'Foster'. La fermata AV di Bologna, ad esempio, anch'essa a quattro binari, è in diretta corrispondenza con i 15 di superficie. Niente di tutto ciò a Firenze, dove la fermata AV si trova a 1.600 m. di distanza e confinata in un'area difficilmente raggiungibile. Né si accenna all'idoneità del materiale rotabile dei regionali e alla convivenza con i TAV nella stazione e nel tracciato sotterraneo.
Cadrebbe anche un secondo assunto, quello originario della TAV come 'metropolitana d'Italia' - Torino – Venezia; Milano – Napoli, con stazioni passanti. Infatti, con un ritardo inferiore ai 6' rispetto al progettato percorso sotterraneo, i treni AV, fin dal 2009, portano e prendono i passeggeri nel centro città e nel "nodo di scambio" della stazione di testa di S. M. Novella. Non si sa perché in futuro, una parte di TAV e di Regionali dovrebbero andare sottoterra e fermarsi agli Ex Macelli. Più normale sarebbe chiedersi se conviene insistere su questo vecchio progetto, anche tenendo conto delle nuove tendenze di "mercato": maggiore integrazione con i territori e maggiore continuità fra rete AV e rete ordinaria (Frecce bianche ed argento), fermate AV intermedie (Mediopadana, Medioetruria ed altre ancora), ripresa degli investimenti nel trasporto regionale e suburbano.
Infine un terzo assunto di quel progetto – la stazione unica "policentrica" fornita di people moover tra Foster e S.M. Novella – era già stato abbandonato con la fermata di superficie ' Circondaria' (peraltro mai progettata né approvata). Così mentre i viaggiatori dei regionali toscani avrebbero dovuto godere di una qualche connessione con l'AV, pur di impari efficacia tra una direttrice e l'altra, i fiorentini (e i turisti) venivano lasciati agli ex Macelli senza alcuna connessione, neanche pedonale. La stazione di S.M. Novella, sarebbe stata declassata a terminal per una parte dei treni regionali.
Con la eliminazione nel 2011 della previsione ' Circondaria', sono rimasti tutti egualmente a piedi.
Che il vero taglio da fare per recidere il nodo gordiano sia proprio quello del Passante AV ?
Ciò anche per chiarire i programmi politici nella prospettiva di prossime scadenze elettorali.
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