Pagine

mercoledì 30 novembre 2016

Sul Referendum


Nello spazio riservato nel blog a singoli nostri associati che hanno voluto palesare le loro intenzioni e motivazioni di voto, pubblichiamo un altro intervento
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------
PERCHE' VOTERO' NO
I quesiti referendari suscitano molteplici perplessità: per citarne solo alcune, il bicameralismo perfetto che diventa bicameralismo complicato, i risparmi che si riducono a ben poca cosa rispetto a quelli che potrebbero diventare anche senza riforma costituzionale, i cittadini che vengono scippati del diritto di votare i loro rappresentanti al Senato, la presunta maggiore velocità nell'approvare le leggi quando il problema è fare meno leggi ma più coordinate fra loro.
Ma la questione che convince ancor meno è quella che riguarda la modifica dei rapporti Stato-Regioni.
Ricordo che alcuni anni fa il nostro Comitato presentò una proposta di legge urbanistica regionale di iniziativa popolare alla quale si lavorò per parecchi mesi: la proposta non passò ma, nei suoi contenuti più profondi, venne ripresa dall'Assessora Marson ed approvata ed è tutt'ora vigente.
Tale proposta rispondeva per l'appunto alla necessità di riequilibrare i rapporti Stato/Regioni/Comuni che, dopo la sciagurata riforma del Titolo V della Costituzione, operata dal PD per venire incontro ai desiderata della Lega (ma soprattutto per poter fare il bello e cattivo tempo nei Comuni), avevano provocato profondi squilibri favorendo lo strapotere dei Sindaci a danno di Stato e Regioni. Il nostro intento era quello di restituire alle Regioni un potere in alcune materie delicate (fra cui quella urbanistica appunto) di cui erano state scippate. Sarebbe toccato poi allo Stato stabilire, secondo una logica divisione dei poteri, le competenze dello Stato stesso (quelle di indirizzo generale ispirate ad una equa ripartizione di fondi e risorse), delle Regioni (che avrebbero dovuto essere il punto di snodo e di raccordo fra Stato e Comuni, impostando un processo partecipativo con le comunità territoriali), dei Comuni (che avrebbero dovuto attuare le direttive regionali con una modesta autonomia in alcune scelte locali, e avrebbero dovuto portare a compimento i processi partecipativi).
Ora, a me sembra che la modifica contenuta nella riforma mirante a "riequilibrare i poteri" fra Stato e Regioni non vada affatto in questo senso, ma in quello di rafforzare il potere dello Stato a danno delle Regioni (fino al punto di farle sembrare inutili), mentre i Comuni manterrebbero tutto lo strapotere che li caratterizza a tutt'oggi. Inoltre nella riforma proposta nulla viene stabilito per porre fine allo scandalo delle Regioni a statuto speciale che rappresentano una vera e propria spina nel fianco dello Stato.
Per quanto mi riguarda, sono sempre convinta che le posizioni da noi assunte allora siano la strada giusta e per questo, oltre che per una altra serie di motivazioni di merito, voterò NO domenica prossima.
Daniela Porrati
Visualizza questa email nel tuo browser
Stai ricevendo questa mail perchè sei legato a Cittadini area fiorentina. Si prega di riconfermare il proprio interesse nel ricevere mail da noi. Se non desideri ricevere più email, puoi cancellarti qui
Questo messaggio è stato inviato a rete2.newscomitati@blogger.com da newsletter@cittadiniareafiorentina.eu
Via Antonio Scialoia, 55, Firenze, FI 50132, Italy


Cancellati da tutte le mailing list Cancellati | Gestione Sottoscrizione | Inoltra Mail | Segnala Abuso

I: Comunicato basta morti alle Cave!



Basta morti alle cave, fermiamo la distruzione delle Apuane! 

Ci siamo domandati se fosse ancora una volta il caso di fare il "politicamente corretto" e dirci che, quando ci sono morti alle cave, bisogna stare in silenzio, nel dolore. Ed abbiamo deciso, invece, che era ora di smetterla con il silenzio, di fronte ad uno stillicidio di morti  che non ha paragoni nella civiltà occidentale. Non è più accettabile il silenzio, il far finta di niente della politica, dei sindacati, della chiesa, delle istituzioni, della pubblica opinione, dei benpensanti. Noi siamo profondamente inorriditi e indignati davanti all'ennesima morte nelle cave di marmo delle Alpi Apuane. E lo diciamo. Negli ultimi anni sono state troppe le persone che vi hanno perso la vita o che sono rimaste gravemente  infortunate. Fare questo comunicato in un momento così delicato è doloroso ma allo stesso tempo doveroso perché non possiamo più accettare che questa economia si porti via la nostra gente, le nostre montagne ed il nostro futuro. Da molto tempo ci opponiamo alla monocultura del marmo non solo con la denuncia ma con la costruzione di un'alternativa economica che sta producendo risultati importanti. Dobbiamo cominciare a chiudere le cave: vale più il profitto di pochi, vale più uno stipendio per un lavoro usurante o la vita dei lavoratori? La Regione, il suo Presidente, gli industriali, la CGIL-CISL e UIL, i partiti, tutti, ce lo dicano. Ci dicano se Carrara è Terzo Mondo, se è un'appendice africana o asiatica. Chiudere le cave -come segno di un passato da cancellare, che non produce alcuna cultura e alcun positivo effetto- ed aprire un serio percorso di riconversione economica. Ecco ciò che si deve fare e che pretendiamo si faccia. Davanti all'ennesimo lutto chiediamo di essere ascoltati e pretendiamo che Enrico Rossi parli, una volta tanto, con il mondo di chi, gli ambientalisti, ha capito ed ha chiaro come si mette fine a questo immenso dolore di figli, famiglie, mogli, madri. Ci pare, oggi, aldilà della retorica che sentiremo nelle prossime ore, di essere i soli che stanno con questa gente e famiglie. Basta. Ora è il tempo della lotta e non delle lacrime: di quelle ne abbiamo versate fin troppe, nell'indifferenza sostanziale delle classi dirigenti e della politica. 
Lo denunceremo il prossimo Sabato 3 Dicembre a Villa Bottini in via Elisa 9 a Lucca, dove per l'occasione verrà allestita una mostra che parla proprio anche di queste morti. E invitiamo tutti a venire ed a fare di Villa Bottini, sabato, il luogo di una grande manifestazione di protesta contro la morte alle cave. Sarà un momento per riflettere sulla distruzione delle Alpi Apuane e sull'alternativa economica.
Ecco il programma:

Sabato 3 Dicembre ore 16:30 
Saluto delle istituzioni interviene l' Assessora Ilaria Vietina
Associazione Il Giardino di Marinella "Nutrimento e cura del Paesaggio"
Eros Tetti "La distruzione delle Alpi Apuane"
Fabio Baroni "Comunità e nuove forme di partecipazione nelle Alpi Apuane" 

Con questo comunicato vogliamo comunicare le nostre sentite condoglianze ai familiari e far loro sapere che non ci fermeremo finché questo tipo di monocoltura del marmo non sarà finito.

Coordinamento Apuano
(Cai, Fai, Italia Nostra, Legambiente, Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, Salviamo le Apuane, Salviamo le Alpi Apuane, Società dei Territorialisti, WWF) 

domenica 27 novembre 2016

Referendum

Come Associazione abbiamo ritenuto di non dover dare un' indicazione di voto per il prossimo Referendum confermativo, ci sembra comunque giusto dare spazio sul nostro blog a singoli nostri associati che hanno voluto palesare le loro intenzioni e motivazioni di voto.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


PERCHE' VOTERO' NO

Nonostante la distorsione profonda avvenuta in questi mesi sul quesito referendario confermativo che, anche per responsabilità principale dello stesso Renzi, ha di fatto trasformato il Referendum confermativo di una legge di modifica della Costituzione in un Referendum pro o contro l'attuale governo, fin dall'inizio ho maturato la decisione di votare no per questi motivi:

1.
Ritengo che una importante riforma costituzionale, come quella che è sottoposta a Referendum consultivo, debba essere approvata con voto qualificato del Parlamento: se questo non avviene il problema non è della Costituzione, ma del Parlamento.
2. Credo che i gravi problemi del nostro Paese non nascano dalla Costituzione, ma dalla classe politica italiana che in questi decenni non ha mai saputo o voluto attuare i contenuti programmatici della nostra Costituzione: quindi il problema non è cambiare la Costituzione, ma la classe politica che ha governato il nostro Paese da decenni.
3. Per ridurre i costi della politica non c'è bisogno di una riforma costituzionale, ma bastano semplici leggi ordinarie che chi ha governato o governa il nostro Paese non ha mai pensato di fare né di votare quando altri l'hanno proposto. Inoltre i veri costi della politica, oltre alle spropositate retribuzioni e ai vitalizi di cui gode il nostro ceto politico, sono conseguenza di scelte scellerate che portano a dilapidare ingenti quantità di risorse pubbliche in grandi e piccole opere costose, inutili e dannose. Quindi, di nuovo a mio avviso, il problema se si vuole risparmiare non è cambiare la Costituzione. ma la classe politica che governa sia a livello centrale che locale.
4. Non posso votare come chiede un Presidente del Consiglio che in occasione del Referendum abrogativo sulle trivellazioni promosso da migliaia di cittadini e da governatori regionali ha invitato ad andare al mare e ad astenersi.
5. Voto no anche perché mi riconosco in quel progetto pensato e sostenuto da uno dei pochi grandi imprenditori che questo paese ha avuto, Adriano Olivetti che, rifacendosi ad un elemento identitario incentrato sulle comunità territoriali, auspicava una democrazia senza partiti.
Mario Bencivenni

AL REFERENDUM NOI FACCIAMO COSI'
E' probabile che al Referendum sulla riforma costituzionale del 4 dicembre una parte dei miei amici e conoscenti voterà SI', una parte si asterrà e la maggior parte voterà NO. Io voterò NO e, pensando di interpretare quella parte, voglio qui motivare il mio voto.
Sappiamo che in queste ultime settimane la Costituzione del 1948 è stata utilizzata per finalità diverse da quelle per cui era nata, e tirata da una parte o dall'altra per scopi estranei alla sua natura che è quella di costituire le fondamenta, cioè i valori e le regole condivise, dell'intero edificio democratico.
Sappiamo anche che accanto alla Costituzione scritta, in quei paesi che ce l'hanno, esiste una sorta di "costituzione materiale" che nell'Italia di oggi non è molto bella a vedersi. E' fatta ad esempio di un Parlamento esautorato e di un conflitto permanente tra i poteri dello Stato.
Sappiamo ugualmente che esiste una Costituzione non applicata, che in 69 anni ha riguardato, e a lungo, sue parti fondamentali. Basti pensare ad esempio all' istituzione delle Regioni avvenuta nel 1970.
Sappiamo che la Costituzione avrebbe bisogno di qualche modifica, non soltanto nella sua seconda parte, ma forse anche nella prima, alla luce di trasformazioni epocali avvenute nel campo dell'ambiente, dell'etica, della rappresentanza democratica, ecc. Magari per farlo potremmo prendere spunto dalla Costituzione di qualche altro Paese, anche se non è così "bella" come la nostra.
Sappiamo anche che nel tempo sono stati fatti numerosi cambiamenti di singoli articoli o di intere sue parti, alcuni dei quali, come la Riforma del Titolo V del 2001, hanno prodotto squilibri nell'ordinamento dello Stato ai quali si cercherebbe ora di rimediare in modo altrettanto dannoso. Al di là del merito però ci sono da considerare le premesse e le condizioni politiche che hanno condotto a questa legge di riforma costituzionale.
Per approfondire l'argomento leggete l' articolo di Alessandro Pace comparso su La Repubblica lo scorso 3 novembre in cui si analizzano le illegittimità, le forzature legislative e le violazioni costituzionali nell'iter e nei contenuti della legge. Secondo Pace quelle illegittimità sono state dimenticate non solo dai sostenitori del SI' ma anche da quelli del NO. Pertanto è bene ricordarcele.
Le ragioni per votare NO al referendum sono molteplici ma voglio qui valutare il provvedimento legislativo dal punto di vista delle tematiche per le quali in questi anni ci siamo conosciuti: la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, del patrimonio storico-artistico, naturale e paesaggistico, il governo del territorio mediante l'allargamento della partecipazione dei cittadini, in opposizione alla 'dittatura del mercato' che sta divorando le nostre città e il territorio dell'Italia.
Per farsene un'idea mi sembra utile in particolare il VI capitolo – La costituzione del cemento – di un libretto di Tomaso Montanari
liberamente scaricabile dal sito di Libertà e Giustizia, da cui si capisce che le ragioni per votare NO il prossimo 4 dicembre sono in fondo le stesse per le quali abbiamo votato SI' lo scorso 17 aprile al Referendum sulle trivelle.
Per chi volesse approfondire l'argomento costituzionale da un punto di vista più generale, consiglio di guardarsi l'intervento di Stefano Grassi contenuto nel video del dibattito intitolato "Firenze. Verso il Referendum. Scelgo NO", tenutosi all'Obihall giovedì 10 novembre
Buona lettura, buona visione e buon voto.
Paolo Celebre
Visualizza questa email nel tuo browser
Stai ricevendo questa mail perchè sei legato a Cittadini area fiorentina. Si prega di riconfermare il proprio interesse nel ricevere mail da noi. Se non desideri ricevere più email, puoi cancellarti qui
Questo messaggio è stato inviato a rete2.newscomitati@blogger.com da newsletter@cittadiniareafiorentina.eu
Via Antonio Scialoia, 55, Firenze, FI 50132, Italy


Cancellati da tutte le mailing list Cancellati | Gestione Sottoscrizione | Inoltra Mail | Segnala Abuso

mercoledì 23 novembre 2016

Pale eoliche e vasi di Pandora

Buongiorno a tutti,
scrivo a tutti voi insieme perchè desidero trasmettere in egual modo a tutti voi queste informazioni di comune interesse.

Ho appreso dell'esistenza della "Rete Resistenza Crinali"
dall'articolo pubblicato da Il Giornale, intitolato "Verdi contro Verdi La guerra delle pale", edizione cartacea di Martedì 22 Novembre 2016, pagina 19 e seguenti, edizione online all'indirizzo:
http://www.ilgiornale.it/news/verdi-contro-verdi-guerra-delle-pale-1334503.html.

Con una rapida ricerca ho trovato queste vostre pagine:
https://reteresistenzacrinali.wordpress.com/
http://www.amicidellaterra.it/index.php/11-energia/fonti-rinnovabili/comunicati-stampa/1-basta-eolico
https://comitatotutelamontalbano.wordpress.com/tag/resistenza-crinali/
http://www.territorialmente.it/2014/04/no-alle-pale-sul-monte-gazzaro/
http://www.mountainwilderness.it/news/displaynews.php?idnews=216
http://www.cronache.org/tag/rete-della-resistenza-sui-crinali/,
http://www.cronache.org/dellimportanza-del-vento-e-del-peso-del-denaro/
http://www.altavaltrebbia.net/rassegna-stampa/152-eolico/1089-eolico.html
http://gognablog.com/la-speculazione-territoriale-piu-estesa-dopo-quella-edilizia-degli-anni-60/
http://ariacheta.blogspot.it/2010/12/nasce-la-rete-della-resistenza-sui.html

Desidero ricambiare il vostro impegno con un piccolo contributo, mettendovi sulle tracce della fossa delle Marianne che si trova sotto quel braccio di mare dell'ecologia situato fra le scogliere dell'energia, dell'ambiente, della salute e della speculazione: un vaso di Pandora, o volendo usare un termine ormai non nuovo in questi casi, lo si potrebbe definire la tana del Bianconiglio.
I link sottostanti collegano al sito di un australiano, Malcom Roberts, che ha indagato a fondo ed ha trovato e pubblicato cosa si muove veramente intorno e dietro al tema dell'ecologia, sino ai reali scopi per i quali essa viene strumentalizzata, a livello globale.
Il tutto consta di una serie di documenti pdf, il principale più una lunga serie di appendici dedicate ai vari specifici aspetti.
Purtroppo è in lingua inglese, ma spero questo non rallenti troppo e non ostacoli la valutazione dell'importanza del materiale.
Ecco i link:
Home page della sezione del sito dedicata all'argomento:
http://www.climate.conscious.com.au/
Documento principale:
http://www.climate.conscious.com.au/docs/new/CSIROh_20130201a.pdf
Elenco appendici:
http://www.climate.conscious.com.au/CSIROh!.html
Tutte le appendici sono parte integrante del documento, e tutte contengono una parte essenziale del quadro; tuttavia, se posso e senza nulla togliere alle altre, ritengo la seguente particolarmente
importante:
http://www.climate.conscious.com.au/docs/new/14_Appendix.pdf

Spero vivamente di poter fare con questo cosa gradita ed utile a tutti voi, e sarei molto lieto di sapere se sia così.
Grazie per il vostro impegno, e grazie l'attenzione che vorrete dedicare all'argomento.

Cordialissimi Saluti
Luca Esculapio

sabato 19 novembre 2016

COMUNICATO STAMPA


Firenze, 18 novembre 2016

Il Comitato No Tunnel TAV esprime solidarietà ai lavoratori dei cantieri ai Macelli

Una delegazione del Comitato No Tunnel TAV di Firenze ha consegnato oggi, durante la pausa pranzo, una lettera aperta ai lavoratori dei cantieri ai Macelli che rischiano il posto di lavoro.
Nella lettera si esprima solidarietà a chi vede incerto il proprio futuro e ricorda che i problemi ai cantieri derivano dalla pessima progettazione.
Il Comitato che da anni denuncia l’insostenibilità ambientale, economica dell’opera rammenta ai lavoratori che è stato elaborato un progetto di potenziamento delle linee di superficie che garantirebbe molti più posti di lavoro piuttosto dello scavo di gallerie.
Il Comitato invita a collaborare ad una progettazione partecipata tra cittadini destinatari delle opere e lavoratori del settore per rifuggire ai ricatti della lobby delle costruzioni che impongono solo i loro interessi ad una classe politica senza idee.
Di seguito il testo della lettera.

Comitato No Tunnel TAV Firenze
338 3092948

**********

I LAVORATORI NON DEVONO PAGARE PER UN PROGETTO SBAGLIATO
LETTERA APERTA AI LAVORATORI DEI CANTIERI TAV


Care/i amiche/i e compagne/i,
ci rivolgiamo a voi prima di tutto per esprimervi la nostra solidarietà ed il nostro sostegno alla vostra giusta rivendicazione di tutelare il lavoro e il vostro salario. Capiamo il vostro stato d’animo perché anche noi siamo lavoratori/trici, pensionati, precari o disoccupati. Vi siamo realmente vicini, non solo a parole.
Infatti, nella nostra lotta ad un’opera che riteniamo inutile e dannosa, abbiamo elaborato, con la collaborazione dell’Università di Firenze, un progetto alternativo di potenziamento di tutto il sistema ferroviario del nodo. I lavori necessari ad attuarlo richiederebbero molti meno soldi, un bassissimo impatto sulla città, molti più posti di lavoro sia in fase di cantierizzazione, sia a lavori ultimati.
Sappiamo che i dirigenti delle aziende per cui lavorate ci dipingono come coloro che non vogliono farvi lavorare, i vostri principali nemici. Invece non è così.
Che il progetto di Passante TAV fosse un’opera mal progettata lo abbiamo visto subito e lo abbiamo denunciato; che ci fossero problemi è emerso da subito con continue sospensioni dei lavori e anche a seguito di due inchieste della magistratura che hanno mostrato come ci siano state perfino truffe nella fornitura dei materiali di qualità scadente; addirittura la prima fresa è stata montata pur sapendo che non avrebbe potuto scavare perché priva di alcune parti!
Adesso pare che le Ferrovie stesse si accorgano che affrontare lo scavo sotto la città creerebbe molti più problemi di quanti ne risolverebbe e vorrebbero trovare una soluzione più semplice; questo non accade per causa nostra, ma perché il progetto a cui state lavorando ha enormi lacune progettuali.
Sono queste lacune del progetto le vere nemiche del vostro lavoro, non noi che le denunciamo da oltre 10 anni.
In alternativa a due buchi sotto Firenze noi proponiamo la creazione di nuovi tronchi ferroviari che garantiscano un efficiente trasporto regionale nell’area metropolitana, la risistemazione delle stazioni esistenti, la velocizzazione delle linee regionali. Queste opere creerebbero molti più posti di lavoro nel vostro settore.
Il vostro diritto ad un salario decente viene utilizzato dai costruttori (Condotte SpA, cioè Caltagirone) come arma di ricatto per garantirsi profitti altissimi creando pochissimi posti di lavoro!
Noi proponiamo da sempre una progettazione partecipata sia dai cittadini destinatari dell’opera, sia dai lavoratori stessi, togliendo di mano la gestione di enormi risorse finanziarie alla lobby delle grandi imprese di costruzione che impongono ad un meschino sistema politico solo i loro interessi.
I vostri interessi coincidono con i nostri: rivendichiamo lavoro con salari dignitosi, opere che siano utili alla collettività e non solo per il profitto di pochi.
Chi vi dice che siamo vostri nemici mente e vi prende in giro.

In solidarietà,
Alma, Sandro, Martina, Tiziano, Giovanna, Fernando, Arrigo… il Comitato No Tunnel TAV

Firenze 18 novembre 2016 

Cave di Campiglia

Cave di Campiglia vs Soffritti. L'inizio della guerra delle cave??

Quando si trattò di prolungare la concessione per Montorsi e Botro ai Marmi, tutti ebbero chiaro che il virtuoso parere negativo del Comune contò meno del due di briscola. Infatti considerando il fatto che si trattava di una miniera e che il materiale (feldspato per lucidare cessi e mattonelle) era considerato strategico, la Regione dette parere positivo al prolungamento della Concessione alla faccia del Sindaco di Campiglia.
In quell'occasione la Società proprietaria parlò sulla stampa, cosa più unica che rara, annunciando ufficialmente il licenziamento di quaranta operai in caso di mancato rinnovo della Concessione.
Oggi si ripete il solito teatrino con protagonista principale Cave di Campiglia che mette in mobilità 10 operai, non perché è finita la quantità di materiale da scavare (ne mancano ancora 3.000.000 metri cubi su 8.000.000) ma perché non può fare programmi a lungo termine.
Cave di Campiglia è da tempo che si dà da fare per dimostrare che il materiale estratto (calcare microcristallino) è indispensabile ad un gran numero di aziende, chimiche, vetrarie, di produzione di acciai, ecc. ecc. Nel 2015 ha chiesto una variante d'anticipazione per scavare in 25 anni 30.000.000 di mc. e successivamente nel 2016, ha presentato una variante per scavare in 3 anni i 3.000.000 di mc. che mancano all'appello.
Ora, come era prevedibile, di fronte ad un sussulto di dignità del sindaco che si ricorda delle promesse elettorali e dei contenuti dei piani urbanistici, Cave di Campiglia attiva il solito ricatto occupazionale utilizzando i lavoratori come scudi umani, e si appella alla Regione sperando, forse non a torto (anche con il fedele sostegno di CNA, Sindacati, Unione industriali ecc.) , di ottenere quanto pretende nel nuovo Piano Regionale delle Attività Estrattive che uscirà nel 2017 ed avrà durata illimitata.
Il Sindaco Soffritti si è opposta a questo programma con forza anche se con un ritardo ingiustificato visto che sono anni che il Comitato per Campiglia e le liste civiche chiedono di aprire un confronto aperto, e non solo tra Comune e Regione, per dare modo a tutti di esprimersi in merito e di pretendere dati certi e non inventati, sulle esigenze del territorio.
Ma in questo momento di bassa politica, ci chiediamo anche cosa intende fare il Comune di Campiglia nei confronti della cava di Monte Valerio. La Concessione scade nel 2020 e fino ad ora la SALES si è mantenuta silenziosa. Se è vero che Cave di Campiglia mette in mobilità gli operai in mancanza della possibilità di programmazione ventennale, cosa farà SALES? Quando comincerà ad attivare la stessa politica di ricatto occupazionale? O forse sa di non doversi preoccupare?
Questi interrogativi valgono anche per la Cava di San Carlo della SOLVAY che già al momento della redazione del Piano Provinciale delle attività estrattive nel 2014, sollevò la necessità di programmazione pluridecennale nella fornitura dei materiali di cava per garantire il mantenimento della attività industriale e chiese ampliamenti di aree estrattive e di volumi estraibili.
Il Comitato per Campiglia vede nell'attuale vicenda la prima mossa di un'offensiva massiccia dei proprietari di cave di inerti in tutto il territorio della Val di Cornia e ritiene pericoloso limitarsi al caso di Cave di Campiglia. Chiede invece un allargamento del dibattito fin da subito con Regione, Amministrazioni comunali, opposizioni e cittadini per evitare che per i prossimi venti o trenta anni la Val di Cornia si riduca a quel Polo Estrattivo di inerti tanto auspicato da chi fino al 2014 ha governato la Provincia di Livorno e da molti ancora oggi.
Campiglia Marittima 18 Novembre 2016
Comitato per Campiglia
Arch. Alberto Primi

giovedì 17 novembre 2016

Firenze: scenario TAV di superficie


COMUNICATO STAMPA

Firenze, 15 novembre 2016

Associazioni ambientaliste e Università presentano scenario TAV di superficie alla IV commissione del Consiglio Regionale

Una delegazione del gruppo tecnico dell'Università di Firenze e delle associazioni ambientaliste che ha elaborato uno scenario in superficie del nodo ferroviario fiorentino è stata ascoltata dalla IV commissione del Consiglio Regionale.
Il vice presidente della Rete dei Comitati Tiziano Cardosi ha definito il senso di questa iniziativa, cioè quella di mostrare alla politica toscana che esistono possibilità economiche e di facile realizzazione per il potenziamento del nodo ferroviario senza dover ricorrere a pericolosi e onerosi scavi di gallerie in ambiente urbano. L'augurio degli ospiti della Commissione è che questa possibilità entri concretamente nel dibattito politico.
Il professor Giorgio Pizziolo ha illustrato l'ipotesi di "stazione estesa" che prevede l'utilizzo della zona attorno alla attuale fermata Statuto per realizzare il luogo di sosta dei treni AV, luogo questo facilmente collegabile con la stazione della vicina Santa Maria Novella dotando tutto il complesso di numerosi accesi e facilitando l'interscambio con altri vettori e sevizio regionale. Si avrebbe così una struttura di tipo aeroportuale con veloci collegamenti realizzabili con percorsi pedonali, tapis roulant, fermate treni urbani.
Il professor Roberto Budini Gattai ha illustrato l'ipotesi di scenario vasto, dove si prevede, con le risorse risparmiate dall'abbandono del Passante sotterraneo, la realizzazione di linee nella Piana per dotarla finalmente di un servizio pubblico su ferro che garantisca non solo il collegamento con il capoluogo, ma anche la mobilità tra i centri urbani minori.
L'ingegner Vincenzo Abruzzo ha mostrato come sia possibile, se necessario, inserire due nuovi binari accanto alle linee attuali tra Campo Marte, Statuto, Santa Maria Novella e Rifredi in maniera tale da ottenere un fascio di sei binari, due dedicati prevalentemente alla AV e gli altri al servizio regionale e metropolitano.
L'ingegner Massimo Perini ha ricordato sinteticamente i maggiori rischi ambientali e progettuali del Passante sotterraneo: impatto con la falda, sottostima delle subsidenze dovute agli scavi di gallerie soprattutto nelle curve, utilizzo di una sola fresa che comporta danni in superficie superiori del 60%, errori nella progettazione antisismica della stazione ai Macelli.

LaPEI (Laboratorio di Progettazione Ecologica degli Insediamenti), DiDA, UNIFI
FAI
Italia Nostra
Legambiente
Rete dei Comitati in Difesa del Territorio
Comitato No Tunnel TAV Firenze

Iniziativa al "Giardino dei Ciliegi"

CITTADINI AREA FIORENTINA

INIZIATIVA AL "GIARDINO DEI


CILIEGI"

Segnaliamo questa interessante iniziativa


Facebook

Google Plus

Twitter
Visualizza questa email nel tuo browser
Stai ricevendo questa mail perchè sei legato a Cittadini area fiorentina. Si prega di riconfermare il proprio interesse nel ricevere mail da noi. Se non desideri ricevere più email, puoi cancellarti qui
Questo messaggio è stato inviato a rete2.newscomitati@blogger.com da newsletter@cittadiniareafiorentina.eu
Via Antonio Scialoia, 55, Firenze, FI 50132, Italy


Cancellati da tutte le mailing list Cancellati | Gestione Sottoscrizione | Inoltra Mail | Segnala Abuso

Chi difende veramente il sindacato ?

CITTADINI AREA FIORENTINA

CHI DIFENDE VERAMENTE IL


SINDACATO ?
Il presidio dei dipendenti di Nodavia di fronte ai cantieri di via Circondaria martedì 15 novembre
Anche se la CISL nazionale, preoccupata per il clima pre elettorale, le ha censurate, le 10 domande che la FIT - CISL della Toscana (la Federazione dei trasporti) ha posto al Sindaco Nardella sul destino dei cantieri per l'AV a Firenze stanno agitando la vigilia del referendum del 4 dicembre. A ciò si aggiunge l'agitazione dei dipendenti di Nodavia i quali raccolti sotto le sigle sindacali CGIL, CISL e UIL protestano per l'incertezza dei cantieri e la concreta minaccia di disoccupazione mentre la politica è incapace di formulare una via d'uscita da questa impasse.
Interpretando un ruolo politico che non gli spetterebbe, la FIT CISL entra nel dibattito sulla TAV a Firenze imputando al Sindaco di porre veti su "un'opera nazionale per la quale vi erano accordi precisi firmati da tutti i soggetti istituzionali. Come se in oltre venti anni quest'opera e i relativi cantieri fossero filati via lisci come l'olio.
Naturalmente il sindacato CISL ha tutto il diritto di criticare il Sindaco e di porre tutte le domande che vuole, se non fosse che ve ne sono alcune davvero mal poste. Eccone due tra le tante.
1 - "E' percorribile il progetto di Ferrovie … che prevede che Campo di Marte diventi la stazione AV decentrata rispetto alla città (2,5 Km. dal centro contro un Km. dalla Foster) ?
Facciamo soltanto notare che i 17 ha. e i 9 binari dello scalo di Campo di Marte distano 1.700 m. da P.za del Duomo e 900 da P.za Beccaria, mentre la 'Foster' si troverebbe a circa 2 Km. dal Duomo. E' vero: tutto il sistema della mobilità attorno alla stazione di Campo di Marte (già con i servizi attuali) andrebbe rivisto, prima di tutto mediante un efficiente servizio di navetta ferroviaria da/per la stazione centrale. Ma non c'è dubbio che sarà la ben più attraente stazione di S.M. Novella, secondo il progetto di Ferrovie, ad accrescere la sua capacità mediante miglioramenti infrastrutturali e tecnologici. Quindi di cosa stiamo parlando ?
2 - "Se il tunnel è quello originale e le Ferrovie non vogliono fare la Foster, perché allora non si chiede di fare una semplice stazione in via Circondaria …dove ci sono le connessioni per varie direttrici … e dove tale fermata sarebbe interconnessa all'università…all'ospedale di Careggi…all'aeroporto, al mercato ortofrutticolo e/o al nuovo stadio, al Nuovo Pignone, all'autostrada Firenze Mare, ecc. ?"
Forse perché le stesse connessioni per quei poli funzionali sono già svolte dalla stazione di Rifredi che si trova a soli 1.200 m. di distanza e che da una fermata a 'Circondaria' verrebbe semplicemente cancellata. Quelle piattaforme collocate a ben 1.700 m. da S.M. Novella finirebbero oltretutto per togliere spazio prezioso ai binari.
Insomma noi pensiamo che il sindacato debba svolgere la sua funzione preoccupandosi sì per l'occupazione dei lavoratori impiegati nei lavori dell'Alta Velocità, ma preoccupandosi anche per i tanti lavoratori pendolari che ogni giorno viaggiano sulla rete regionale. I sindacati che difendono la 'Foster' conoscono il danno permanente per tutti i pendolari che questa porta con sé ? Ne dubitiamo.
Intanto tra le poche buone notizie ecco, al link sottostante, un articolo, comparso sul quotidiano on line Stamp Toscana lunedì 14 novembre, che rilancia una possibile alternativa, quella di un Passante regionale, di cui avevamo già parlato l'estate scorsa:
Qualunque sia la soluzione tra le diverse alternative avanzate e segnalate in questi anni, noi crediamo che si potrebbe comunque garantire l'occupazione degli attuali lavoratori. Basta volerlo.
Visualizza questa email nel tuo browser
Stai ricevendo questa mail perchè sei legato a Cittadini area fiorentina. Si prega di riconfermare il proprio interesse nel ricevere mail da noi. Se non desideri ricevere più email, puoi cancellarti qui
Questo messaggio è stato inviato a rete2.newscomitati@blogger.com da newsletter@cittadiniareafiorentina.eu
Via Antonio Scialoia, 55, Firenze, FI 50132, Italy


Cancellati da tutte le mailing list Cancellati | Gestione Sottoscrizione | Inoltra Mail | Segnala Abuso

lettera ai lavoratori

News_AA FOTO straripamenti di Domenica 6/11/2016


Il Merse straripa fra Brenna e Orgia

WWF, Comunicato Stampa del 14/11/2016

Riduzione del rischio fluviale: rallentamento dei flussi, casse di espansione e manutenzione puntuale.

Il WWF chiede che i prossimi interventi sui corsi d'acqua siano stabiliti con maggiore trasparenza e in base ad adeguate valutazioni tecnico-scientifiche

Le esondazioni della settimana scorsa hanno riportato all'attenzione dei cittadini e delle amministrazioni la questione della sicurezza idraulica legata al nostro reticolo idrografico. Sul tema il WWF ha un'idea precisa, basata su fondate considerazioni di carattere tecnico-scientifico, che mal si conciliano con l'approccio emotivo che può comprensibilmente scaturire di fronte a fenomeni piovosi di carattere eccezionale, come quelli appena accaduti.

Come riconosciuto dai più moderni orientamenti, l'unico approccio alla gestione fluviale volto a mitigare il rischio idraulico, che sia al contempo efficace e sostenibile, è quello di rallentare il flusso delle acque convogliate verso i corsi d'acqua principali, limitando l'intensità dei picchi di piena, progettando casse di espansione e fasce di mobilità fluviale, operando con interventi di manutenzione puntuale ed infine predisponendo piani di emergenza di protezione civile.

La manutenzione puntuale deve essere orientata alla gestione (e miglioramento) dei manufatti artificiali intercettati dai corsi d'acqua, limitando gli interventi di taglio della vegetazione alla rimozione delle alberature non funzionali, morte, o debolmente radicate, che possano comportare eventuali fenomeni di occlusione a valle, in corrispondenza di sezioni idrauliche critiche prossime a insediamenti da tutelare.

La vegetazione fluviale autoctona è un alleato naturale ineguagliabile per il consolidamento delle sponde e il rallentamento del deflusso, rappresentando al contempo un indispensabile elemento degli habitat acquatici e della loro capacità di depurare le acque. Non a caso la struttura e la buona salute della vegetazione riparia sono fra gli indicatori europei utilizzati per "misurare" la qualità dei corsi d'acqua.

Rispetto alle opere artificiali di ingegneria civile, ben più rigide e tali da contribuire alla indesiderata velocizzazione della corrente, le recenti norme e indirizzi prescrivono di adottare prioritariamente opere difensive di ingegneria naturalistica, anche allo scopo di rimediare alla distruzione degli habitat operata nel passato. Fra queste opere difensive, per chiarire, vi è anche l'introduzione mirata di salici al piede delle sponde.

La qualità dell'approccio tecnico alla manutenzione fluviale deve essere tanto maggiore quanto più è alto il valore naturalistico e paesaggistico dei territori in gestione. Dimenticarlo significa commettere un imperdonabile delitto culturale, che ci riporta indietro di 50 anni.
E' di pochi giorni fa l'ultimo report mondiale del WWF che denuncia la situazione in cui stiamo riducendo la biodiversità del nostro pianeta. Secondo i dati più recenti le popolazioni globali di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili si sono ridotte del 58% tra il 1970 e il 2012. Continuando con il trend attuale entro il 2020 la popolazione globale di specie animali e vegetali selvatici raggiungerà il crollo del 67%, e con loro pure i 'servizi' ecosistemici che la natura ci fornisce quotidianamente, come la purificazione dell'aria, dell'acqua, il cibo e la difesa dai cambiamenti climatici. Ritenersi non investiti dal problema, pur nell'ambito del nostro territorio, è un ingiustificato privilegio per pochi, che pagheremo tutti a caro prezzo.

Gli interventi effettuati in questi anni sulla vegetazione dei nostri fiumi stanno facendo vedere già i loro effetti in termini di qualità ambientale e biodiversità: laddove c'erano boschi di salici e pioppi di buona qualità, oggi dopo i tagli a raso ricrescono rovi, e si espandono la robinia e l'ailanto, specie aliene infestanti e pericolose per la stessa sicurezza delle sponde.

Per rallentare e invertire questa tendenza pericolosa per lo stesso benessere dell'uomo, bisogna cominciare dai territorio e dai contesti ove il rapporto uomo-ambiente è culturalmente e materialmente in stretta relazione, com'è nel territorio senese, che proprio per questo ci viene invidiato da tutto il mondo. Non possiamo perdere in pochi anni il patrimonio costruito in secoli di storia, a causa di una mal posta e fuorviante visione della gestione fluviale, per di più con dubbio fondamento tecnico-scientifico e scarsa trasparenza.

Foto: fiume Ombrone, un recente taglio operato nei pressi della Colonna del Grillo.



-- 
WWF Siena ONLUS
Struttura Territoriale Provinciale del WWF Italia
Email: siena@wwf.it
Web: www.wwfsiena.it


Facebook: wwfsiena
Twitter: @wwf_siena



-------------------
Ass.ne Ampugnano per la salvaguardia del territorio