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venerdì 28 febbraio 2014

METROTRAM




CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

METRO TRAM PER CITTA’

PICCOLE E POVERE

 

 

Una sommaria immagine del tracciato di metro tram

presentato da Prometeo Engineering per il Centro storico

 

 

Con colorI vari il sistema articolato di tratte che compongono la Linea 2 nel

documento di avvio del Regolamento Urbanistico.

A tratto nero sottile le altre linee in esercizio o in programma.

 

Organizzato dal “Comitato per la metropolitana e l’aeroporto di Firenze” (sic) di Mario Razzanelli e Giovanni Gentile il Convegno di sabato 22 febbraio “Trasporto pubblico nelle aree metropolitane” ha prodotto un interessante confronto tra recenti esperienze di linee metropolitane europee ed italiane (Napoli, Milano, Roma, Brescia). Ma la proposta per Firenze, presentata da Prometeo Engineering società di Roma specializzata nella costruzione di gallerie, non è stata all’altezza delle aspettative.

 

Si tratta di uno studio di “prefattibilità” già comparso sulla stampa locale, un percorso sotterraneo di 4 km che scendendo lungo via Circondaria, sottopassa il Mugnone all’altezza della stazione Foster, prosegue per Fortezza, Unità, Repubblica, S. Croce e risale poi in superficie sul Lungarno Pecori-Giraldi. Il vettore sarebbe sempre il “Sirio” adattato sotto il profilo antincendio, con alimentazione da terra e guida automatica nel tratto sotterraneo, ma con conduttore a bordo che si attiva nei tratti di superficie.

Sembra lo stesso tracciato che compare nel documento di avvio del Regolamento urbanistico fin dal gennaio 2013. Speriamo che non si basi su quello schema il progetto di fattibilità per il quale, secondo dichiarazioni del sottosegretario Erasmo D'Angelis, sarebbero stati promessi 200 milioni dal Ministro Lupi. La proposta presenta grossi problemi di esercizio e di sicurezza con gallerie molto piccole, accessi elementari e binario unico in corrispondenza delle fermate. Quanto alla capacità di trasporto risulterebbe molto sacrificata non riuscendo a superare, nonostante i rischi e gli investimenti, quella della attuale Linea 1.

 

Il minimalismo del progetto, contrasta con la complessità tecnica, i costi e i tempi di costruzione delle linee sotterranee presentate nel Convegno, soprattutto considerando la difficoltà di scavare “a deformazione zero” sotto i monumenti di Firenze. Nei costi del progetto fiorentino infatti non pare esserci compreso un monitoraggio degli edifici come quello in corso a Roma per la costruzione della Linea C. O come sta accadendo per la metropolitana cosiddetta delle tre A nel centro di Napoli, un esempio di riqualificazione del sottosuolo sicuramente interessante ma con costi molto alti.

 

Di quest’opera perciò sarà tutta da verificare la fattibilità, per non parlare della compatibilità idro-geologica con gli altri scavi programmati: il tunnel per l’Alta velocità e la stazione Foster. Nel Piano Strutturale di Firenze in sostanza coesistono soluzioni tra loro alternative visto che la Linea 2 di superficie (T2.0.SU) convive felicemente con quella sotterranea (T2.2.SO). Facendo di necessità virtù i tecnici del Comune dichiarano infatti di poter utilizzare lo sdoppiamento della Linea 2 all’altezza della stazione Foster per procurarsi un collegamento rapido con S.M.Novella. In altre parole la tramvia urbana sostituirebbe il people mover.

 

Purtroppo a distanza di 7 mesi dal nostro ultimo notiziario sull’argomento (Fiasco tramvie 2°) siamo sempre all’improvvisazione e all’esercizio della fantasia.

La Linea 3 e la Linea 2,  il cui inizio lavori è previsto per il prossimo aprile, sopravvivono grazie al project financing e ai 36 mln di finanziamento europeo.

Ma il tutto deve essere finito entro il 2019, pena la perdita dei finanziamenti. Il project financing però rende il contratto rigido e le alternative al passaggio dal Duomo devono essere attentamente validate dagli istituti di credito. La variante di superficie oltretutto è molto problematica sia dal punto di vista della circolazione che dal punto di vista ambientale: compromette Piazza della Libertà e i viali del Poggi, estendendosi con una “staffa” verso piazza S. Marco.

Che siano questi i veri motivi dell'incertezza tra il “sopra” e il “sotto” ?

 

CHIEDIAMO CHE PER UN’OPERA DI QUESTA RILEVANZA E COMPLESSITA’ SIA AVVIATA UNA PROCEDURA DI DIBATTITO PUBBLICO IN BASE ALLA L.R. 46/2013 SULLA PARTECIPAZIONE

 

chiedIAMO che ogni scelta in merito alle future linee tranviarie sia accompagnata dalla redazione, discussione e approvazione di uno specifico Piano della Mobilità e della sosta da anni promesso e mai  realizzato


CHIEDIAMO CHE QUALSIASI STUDIO DI FATTIBILITA’ SIA ACCOMPAGNATO DA UN SERIO PIANO ECONOMICO.

 

 



martedì 25 febbraio 2014

NO SAT




CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

riceviamo e diffondiamo





giovedì 20 febbraio 2014

LA PURGA DI RENZI IN REGIONE












CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

ROSSI, MONTANARI E LA PURGA
DI RENZI IN REGIONE


 

 


 

 

 

L’incarico affidato dal Quirinale a Renzi per la formazione di un nuovo Governo ha avuto conseguenze non solo a Firenze ma anche in Regione dove la maggioranza in Consiglio è ora a rischio.

Secondo logiche tutte interne al Partito Democratico, il vice sindaco e assessore del Comune di Firenze Stefania Saccardi viene dirottata in Regione per lasciare il posto a Dario Nardella futuro candidato Sindaco, mentre, in seguito al terremoto politico vengono ridefinite le deleghe in Giunta regionale. Entra l’economista Emmanuele Bobbio e tre assessori vengono licenziati con metodo brezneviano: Targetti (Vicepresidente con delega all’istruzione), Allocca (Welfare) e Scaletti (Cultura e turismo). Poi Rossi pasticcia e dopo aver individuato come nuovo assessore lo storico dell’arte Tomaso Montanari, è costretto a ripiegare velocemente per l’interdizione di Renzi, degli organi dirigenti del suo partito e persino della Federazione della Sinistra (appoggiata da SEL) come ritorsione per la perdita dell’assessore di riferimento Allocca.

La vicenda del “rimpasto” della Giunta regionale a cui stiamo assistendo in questi giorni è un esempio drammaticamente calzante dell’occupazione delle istituzioni da parte dei partiti.

 

La vicenda ci spinge a due riflessioni:

1. Questo “riordino” non è dovuto a dimissioni di assessori o a vicende legate al Consiglio e alla Giunta regionali, ma a manovre condotte da ‘nuovi’ dirigenti del PD che se ne infischiano del voto di quattro anni fa. L’episodio oltre ad inquietare per il modo avventuristico con cui  i rappresentanti di enti pubblici gestiscono le istituzioni a loro affidate, dimostra quanto sia forte l’ingerenza degli apparati di partito rispetto al mandato elettorale, anche nei confronti di un Presidente regionale scelto direttamente e largamente dai cittadini. Che Rossi non abbia potuto nominare Assessore alla Cultura la persona da lui prescelta è infatti un episodio gravissimo e inquietante.

 

2. Nella sua risposta alle precisazioni di Montanari, coinvolto mediaticamente suo malgrado, il portavoce del PD Nicola Danti, esponente politico di cui fino ad oggi ignoravamo l’esistenza, accusa lo storico di essere un radical – scic, denigratore del PD e del suo attuale segretario. A ciò Danti contrappone il faticoso lavoro nei circoli e la prassi democratica delle primarie. Ma noi abbiamo conosciuto Tomaso Montanari non in club elitari e lobbistici, ma in assemblee pubbliche, accanto a personaggi di primo piano della cultura italiana come Salvatore Settis, nelle quali ha spiegato con largo consenso il suo punto di vista di cittadino e di intellettuale impegnato democraticamente.

Lo abbiamo conosciuto in una grande manifestazione di popolo da lui organizzata il 5 maggio scorso a l’Aquila per porre il problema drammatico della salvezza e del recupero di uno dei centri storici più importanti del nostro paese, abbandonato alla rovina dopo il terremoto.

L’abbiamo conosciuto a Ravenna in occasione di una “lectio magistralis” sul significato della storia dell’arte e sull’importanza civile del patrimonio culturale del nostro paese alla quale hanno partecipato con passione centinaia di studenti.

In un paese normale dove ad amministrare non ci fossero i  “ vandali “   già descritti da Antonio Cederna nel 1956, il portavoce del partito di maggioranza che governa non dovrebbe insultare e tentare di delegittimare un prezioso esponente della cultura nazionale.

Dovrebbe chiedersi piuttosto quanta strada ha fatto quel partito PER confrontARSI con le istanze del corpo sociale, PER SUPERARE l’AUTOREFERENZIALITA’, PER ACCRESCERE L’INDIPENDENZA E L’autonomia degli ATTORI IN CAMPO

sembra davvero BEN poca a giudicare da QUESTA indecorosa VICENDA.

 

 

 

 



Rifiuti pericolosi, sigilli alla cava di Paterno

Corriere Fiorentino  17 febbraio 2014

Rifiuti pericolosi,  sigilli alla cava di Paterno

All'alba è stata sequestrata un'azienda per lo smaltimento di rifiuti a Massa e sono scattati 
i sigilli per la ex cava Paterno nel Mugello

DI Valentina Marotta

FIRENZE - Dovevano essere smaltiti con tecniche raffinatissime, invece cinquemila tonnellate di polveri abrasive sono stati abbandonati abusivamente in alcune cave della Toscana o peggio, vendute a un'azienda di Biella che produce piastrelle. Sventato, dopo mesi di indagine, un traffico illecito di rifiuti pericolosi tra Toscana e Piemonte.

All'alba è stata sequestrata un'azienda per lo smaltimento di rifiuti a Massa e sono scattati i sigilli per la ex cava Paterno nel Mugello. Undici gli indagati, tra cui il titolare dell'azienda di Massa, oltre a consulenti ambientali e manager. Ipotesi di reato: traffico illecito di rifiuti pericolosi. Gli uomini del corpo forestale dello Stato, coordinati dal pm Luigi Bocciolini, stanno eseguendo perquisizioni a Firenze, Prato e Lucca. Secondo la ricostruzione del pm, lo smaltimento del "mash 500" l'azienda di Massa sarebbe costato 1 milione e 200 mila euro. 

Un conto evidentemente troppo salato per l'azienda di Massa.

 

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Sequestro cava di Paterno a Vaglia: Idra ringrazia Arpat

Firenze – L’associazione ambientalista Idra in un comunicato esprime la propria riconoscenza a ARPAT, Corpo Forestale dello Stato e Procura della Repubblica di Firenze, per il sequestro della discarica di Paterno a Vaglia. Il sequestro è avvenuto nell’ambito dell’operazione 500 che ha visto porre i sigilli a cinque siti di stoccaggio a Massa Carrara, Firenze (Patreno), Prato e Biella. L’inchiesta riguarderebbe lo smaltimento illecito di un tipo di rifiuto il “polverino 500 mesh” di cui 1300 tonnellate sono state rinvenute all’interno della cava di Paterno. Idra aveva presentato un esposto alla procura sulla temuta emergenza ambientale a Paterno; inoltre l’associazione chiede ora al sindaco di Vaglia, che il Comune ritiri la proposta “di inserire il sito della ex cava Paterno nell’iter procedurale per le discariche, in modo tale da rendere idonea la suddetta area per accogliere anche rifiuti contenenti amianto”. (O3)

Fonte Articolo e immagine: http://www.obiettivotre.com/ultima-ora/sequestro-cava-di-paterno-vaglia-idra-ringrazia-arpat/attachment/cava-paterno/



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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 2/20/2014 01:01:00 PM

mercoledì 19 febbraio 2014

ABBIAMO UN REGOLAMENTO URBANISTICO ?




CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

ABBIAMO UN REGOLAMENTO URBANISTICO…..
ANZI NO, E’ SEGRETO

 

 

In data 27 gennaio la Giunta Renzi ha approvato il Regolamento Urbanistico dopo 14 mesi di lavoro ed un avvio del procedimento in data  29 gennaio 2013.

Ma, a sorpresa, solo la relazione è stata diffusa. Mentre infatti la documentazione che riguarda le scelte vere e proprie (fra cui la cartografia) è visibile per i consiglieri, per tutti gli altri è stata secretata.

 

Leggendo il parere della Avvocatura del Comune vediamo che l’avv. De Sanctis per dimostrare la legittimità dell’ inaudito occultamento del Regolamento Urbanistico fa riferimento alle disposizioni della L. 241/90, art. 24, comma 1, lettera c). Tale norma, introdotta nel 2005, prevede che nella fase di elaborazione degli atti si possa escludere l’ accesso ai documenti per l'attività della pubblica amministrazione diretta all'emanazione di atti normativi, amministrativi generali, di pianificazione e di programmazione. La riservatezza però non può riferirsi ad atti scaturiti da delibere già approvate, che per definizione sono pubbliche.

 

Avendo verificato che in questo caso non esiste una delibera di Giunta che trasmetta gli atti al Consiglio, per cui l’approvazione tanto sbandierata sui giornali è avvenuta a voce, possiamo immaginare che il motivo per cui gli atti sono stati secretati consista nel timore che se quegli atti fossero divenuti di dominio pubblico senza essere ufficiali, il Regolamento avrebbe potuto essere messo in discussione.

 

Ma perché la Delibera non è stata predisposta?

Forse perché gli uffici non avevano ancora terminato di effettuare tutte le verifiche necessarie?

Forse perché Renzi, sapendo che di lì a poco avrebbe traslocato a Palazzo Chigi, voleva far apparire come concluso un lavoro ancora in corso ?

E’ per questo che ha fatto trasmettere gli atti al Consiglio con la precauzione della secretazione ?

 

Consideriamo inoltre le leggi della Regione Toscana sulla trasparenza e partecipazione dei cittadini­.

La L.R. n. 46 del 2/8/13, più nota come “legge sulla partecipazione”, prevede addirittura lo strumento del “dibattito pubblico” come modello di democrazia partecipativa per favorire e rendere effettivo il diritto di partecipazione, alla elaborazione e formazione delle politiche regionali e locali, proprio nel momento della loro elaborazione e formazione, prima che le scelte divengano definitive.

In particolare, per la formazione degli strumenti urbanistici, l’art. 23 rimanda alla legislazione regionale in materia che è rappresentata dalla L.R. 1 del 3/1/05.

Tale legge stabilisce che le regioni, le province ed i comuni garantiscono la partecipazione dei cittadini in ogni fase del procedimento relativo all’approvazione degli strumenti di pianificazione territoriale.

Ci preme qui segnalare che l’avv. De Sanctis, pur facendo esplicito riferimento a questa legge ed alla figura del Garante della comunicazione, conclude tuttavia del tutto incomprensibilmente che la partecipazione dei privati (non vengono menzionati neppure gli altri soggetti, quali enti pubblici, associazioni, istituti, ecc.) deve consistere nella presentazione delle osservazioni, non già nella partecipazione alle sedute delle commissioni consiliari.

Con ciò dimenticando che la figura del Garante non è certo stata istituita per la presentazione delle osservazioni, che è un obbligo di legge, e misconoscendo il dettato della legge regionale che cita.

 

Vorremmo a questo proposito rilevare che la L. 241/90 è del tutto in controtendenza rispetto alla giurisprudenza europea in materia di partecipazione, oltre che alla prassi in atto nelle nazioni più avanzate, cioè quella di favorire al massimo la partecipazione dei cittadini, in tutte le fasi del procedimento relative ai processi di pianificazione territoriale, così come cercano di fare le specifiche normative della Regione Toscana sopra citate.

 

SIA CHE LA SECRETAZIONE SIA UN ESCAMOTAGE PER COPRIRE EVENTUALI CARENZE DELLO STRUMENTO URBANISTICO, SIA CHE SI TRATTI DI UNA ASSURDA INTERPRETAZIONE DELLE NORME, CI PREME QUI RIAFFERMARE il nostro diritto alla trasparenza ed alla partecipazione.

 

chiedIAMO PERTANTO :

 

·       che tale ridicolo provvedimento venga immediatamente revocato

·       che si rendano pubblici i risultati del lavoro fin qui svolto da parte degli uffici

·       CHE si mantenga la pubblicità delle riunioni delle commissioni e dei consigli

 

 







lunedì 17 febbraio 2014

Intervento di Alberto Bencistà Delegato all'Assemblea regionale del PD Toscana Prato 16 febbraio 2014

 

Alberto Bencistà a Rufina il 22-11-2013

Il 2015 sarà l’anno dell’EXPO di Milano che avrà al proprio centro il tema dell’alimentazione, del cibo con tutte le sue coniugazioni possibili, soprattutto ambientali: “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”.
Per la Toscana una occasione straordinaria perché il sistema agroalimentare toscano, fondato su una agricoltura di qualità, spesso d’eccellenza, praticata in un territorio di grande pregio è uno dei brand mondiali più affermati, con ricadute economiche significative per il PIL regionale.

Anche in questo comparto strategico però sono molte le innovazioni da introdurre per non essere tentati dal vivere di rendita: si tratta di decidere qui ed ora quale strada imboccare con decisione tra le diverse opzioni possibili.

Io penso che la strada maestra per la Toscana sia quella dell’agricoltura biologica.
Ho partecipato di recente alla Settimana Verde di Berlino, la più grande fiera agricola d’Europa e non solo, insieme a Claudio Serafini, presidente internazionale delle “città bio“ e a Piero Fassino, che ha proposto di organizzare a Torino, in contemporanea con l’Expo, un meeting mondiale sull’agricoltura biologica: proposta prontamente accettata.
Il seguito dell’incontro di Berlino sarà a Greve in Chianti, domenica 30 marzo con la partecipazione di sindaci ed agricoltori provenienti da molte nazioni europee ad iniziare dall’assessore all’ambiente della città di Norimberga.
In questa occasione, d’intesa con l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvatori, potrebbe essere presentato il progetto del “distretto biologico della Toscana“.

Motivare la scelta strategica del biologico porterebbe via troppo tempo e sintetizzo dunque le due ragioni più elementari :

  • La crescente richiesta del mercato. Solo per fare un esempio, nella città di Norimberga la domanda supera del 50% l’offerta.
  • Perché fa bene alla salute e contribuisce in maniera significativa alla diminuzione dell’inquinamento.

Dunque una questione politica, economica e culturale di grande rilievo anche per la prossima campagna elettorale europea per il ruolo del comparto agricolo e perché proprio in questo momento è in discussione la proposta di nuovo regolamento sulla produzione biologica adottato dalla Commissione europea il 21 dicembre, partendo dal punto di vista dei consumatori e degli agricoltori.

Imboccare questa strada richiede però una coerenza rispetto al modello di sviluppo socio-economico e rispetto alla scelta strategica a favore della “green economy“ e per chiarire meglio questo concetto, per me fondamentale, faccio due esempi :

  •  La questione degli OGM ( organismi geneticamente modificati ). 

La Commissione europea si dimostra sensibile alle richieste delle multinazionali, tanto da avanzare una proposta di autorizzazione per la coltivazione del mais 1507, vero e proprio “ cavallo di troia “ per successive autorizzazioni. L’EFSA ( autorità per la sicurezza alimentare) ha riconosciuto però la tossicità di questo OGM bloccando l’autorizzazione, come la Corte di Giustizia europea ha negato l’autorizzazione per la patata della Basf. 19 Paesi ( compresa l’Italia ) hanno poi votato una mozione contraria agli OGM ( ma la Germania si è astenuta).

E’ questo un tema sul quale non possiamo abbassare la guardia per :

 

>> Mantenere la biodivesità

>> Tutelare la sicurezza e l’indipendenza alimentare 

  • La questione dei rifiuti

La Toscana ha accumulato un notevole ritardo nell’adeguarsi alle esperienze più avanzate europee ed americane in particolare.

La strategia “rifiuti zero“ è la risposta più corretta dal punto di vista ambientale e rispetto alle direttive comunitarie in materia.
Intendo per “ rifiuti zero “ una strategia che come ha detto Paul Connet e Rossano Ercolini tende, entro il 2020, a ridurre drasticamente la quantità di rifuti da conferire in discarica o ad altre soluzioni che non siano comunque gli inceneritori.
Dobbiamo dire un no netto a nuovi inceneritori e valorizzare le poche esperienze positive in Toscana come Capannoni o il circondario di Empoli, con Comuni come Montespertoli dove la raccolta differenziata ha raggiunto l’80%.
Ritengo che a livello mondiale il miglior modello sia quello di San Franscisco, rispetto al quale invito il PD Toscano a documentarsi perché: “sognando la California, si possa fare, nel settore dei rifuti urbani e non solo, come a San Francisco.“

Infine vorrei essere rassicurato dal segretario che semplificare, razionalizzare, velocizzare, insomma la politica del fare, non comporterà una diminuzione delle tutele ambientali e paesaggistiche, perché, come dimostrano le recenti alluvioni e la drammatica cronaca delle ricorrenti calamità naturali che hanno colpito anche la Toscana, il nostro territorio è bello ma fragilissimo e spesso l’azione dell’uomo ha contribuito in senso negativo.

 

Alberto Bencistà 

Sindaco del Comune di Greve in Chianti

 

 



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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 2/17/2014 03:53:00 AM

martedì 11 febbraio 2014

Mondeggi Bene Comune

lunedì 10 febbraio 2014

" INCENERITORE DI CASE PASSERINI "COME AL SOLITO NESSUNA RISPOSTA!"

Pubblichiamo volentieri la sintesi delle Osservazioni sull'inceneritore di Case Passerini, ribadendo la nostra contrarietà anche a questo impianto che, dopo il dietro front del momento, dei Sindaci della Valdisieve su Selvapiana, potrebbe essere ingrandito proprio per recuperare la quantità che si doveva bruciare a Selvapiana e che quindi pare di sicura costruzione!

Rete Ambientale Valdisieve
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Il Coordinamento dei Comitati della Piana dell’A.T.O. Toscana Centro, Italia Nostra Toscana, Medicina Democratica coordinamento regionale toscano e Rete Rifiuti WWF Toscana
 
“ INCENERITORE DI CASE PASSERINI “COME AL SOLITO NESSUNA RISPOSTA!“

Osservazioni delle Associazioni e dei Comitati allo Studio di Impatto Ambientale
dell’inceneritore di CASE PASSERINI

a)- CAMBIATE  LE REGOLE DEL GIOCO  IN CORSA, CON UNA LEGGE AD HOC.

A seguito della Conferenza dei Servizi per la V.I.A. sull’inceneritore di Firenze - Case Passerini la Ditta Q-Thermo (Quadrifoglio + Hera) ha presentato le integrazioni richieste, nel dicembre 2013 come pure delle controdeduzioni alle osservazioni presentate .

Si deve NECESSARIAMENTE premettere che la Regione Toscana con l’inserimento dell’art 17 bis nella L. n. 25/1998 (il regalo di Natale della Legge finanziaria n. 77 del 24.12.2013) ha cambiato le regole del gioco!

Tale norma, pensata appositamente per gli impianti d’incenerimento di rifiuti con recupero energetico, prevede che gli stessi possano essere autorizzati in termini di solo carico termico nominale complessivo, ad integrazione di quanto prevedono i Piani provinciali dei rifiuti.

La Regione per essere sicura che fosse chiaro che la Legge si applica anche (e soprattutto) per l’impianto di Case Passerini precisa che la stessa si applica anche “ai procedimenti già avviati senza la necessità d’integrazione e modifica della pianificazione vigente”.

Questo comporterà che a fronte di quanto prevede la Pianificazione provinciale che fissa il quantitativo di rifiuti in ingresso a 136.760 tonnellate/anno, con l’artifizio della Legge natalizia potranno essere accolti (come chiedeva a gran voce ed in tutte le sedi istituzionali la Q.Thermo) 198.400 tonnellate/anno………e tutto questo in barba a qualsiasi programmazione con un semplice colpo di penna si supera il grande problema emerso nella prima conferenza dei Servizi e che bloccava l’iter.
Tanto è stato espressamente richiesto da Qtermo che, i primi di dicembre, nella risposta alle osservazioni ha affermato espressamente che, ove l’ampliamento non fosse stato concesso, avrebbe abbandonato l’iniziativa e avrebbe intrapreso“ le necessarie iniziative a salvaguardia degli investimenti fin qui effettuati”

b)- LA V.I.S  NON E’ PIU’ UTILIZZABILE

Un altro aspetto IMPORTANTE è che a questo punto, con la “genialata” di alzare l’asticella da 136.000 a 198.000 tonnellate/anno, tutta la Valutazione di Impatto Sanitario (la V.I.S.), già indebitamente piegata ad una scelta precostitutita (l’inceneritore nelle piana ad ogni costo) non è più utilizzabile in quanto sono stati stravolti tutti i presupposti!!

Premesso quanto, di seguito riportiamo una sintesi sui contenuti delle integrazioni allo Studio di Impatto Ambientale del nuovo Inceneritore di Case Passerini:

c)- NUOVA AIA e REVISIONE DELLA SIA o SI RIMANE A 1376.760 tonnellate/anno!

Ø  Se la modifica della normativa regionale, in tema di quantitativo da autorizzare, viene accolta dalla Conferenza dei Servizi, necessariamente occorre che la ditta presenti una nuova domanda di AIA nonché una completa revisione dello SIA per tutti gli aspetti modificati per effetto della variazione quantitativa (trasporto dei rifiuti e dei residui, additivi di abbattimento, eventuali modifiche nella entità e caratteristiche delle emissioni ecc). Oppure non accogliere la modifica di legge ed autorizzare per 136.760 tonnellate/anno. Ancorché, anche il tal caso, senza i legittimi presupposti (p.es non si vogliono esaminare  le alternative  strategiche e tipi di impianti di trattamento diversi dal’inceneritore)

d)- INCONGRUENZE SUL FATTORE DI PRODUZIONE DI ENERGIA

Ø  Sul calcolo del fattore di produzione di energia (per la richiesta della ditta di operazione di recupero energetico R1), continuano le incongruenze e le mancate spiegazioni. Ma i dati forniti dalla Ditta, interpolati con il fattore di produzione di energia di 0,70 kWh/t di rifiuto incenerito e la quantità dei rifiuti prevista per Firenze, danno INESORABILMENTE un indice di efficienza energetica di 0,555 e quindi inferiore al valore indice minimo di 0,65 che consentirebbe alla Ditta di richiedere l’autorizzazione!!
Ø  E’ pertanto evidente che l’impianto di incenerimento attua una operazione D10 cui può aggiungersi – al superamento della soglia minima della formula R1 – e nell’ambito degli obblighi generali di efficienza energetica anche l’operazione R1, ma l’inceneritore non può essere qualificato esclusivamente con l’operazione R1.

e)- TELERISCALDAMENTO

Ø  Sul teleriscaldamento la Ditta continua a ribadire che ha considerato la produzione e la cessione di calore nell’ambito del recupero energetico. Tale aspetto è sostanziale nell’ambito della procedura VIA-AIA, in quanto vengono a mancare i termini di mitigazione e/o compensazione degli impatti per l’utilizzo di calore ad utenze mentre invece la Ditta non sembra prevedere una utilizzazione nel progetto e dunque si avrebbe una dissipazione tramite il sistema di raffreddamento del ciclo termoelettrico.

f)-SI IMPORTERANNO  RIFIUTI?

Ø  Sulla provenienza dei rifiuti la ditta fa emergere il contrasto tra la rigidità impiantistica dell’inceneritore (sovradimensionato rispetto alle previsioni del Piano provinciale) e la produzione dei rifiuti da smaltire, ritenuta dalla stessa aleatoria. Anche in questo caso si evidenzia la volontà dell’impianto di volersi svincolare da un territorio predefinito di “fornitura” di rifiuti.

g)- IL PRETRATTAMENTO DEI RIFIUTI E’ UN OPTIONAL ? IL CSS NON E’ PER GLI INCENERITORI!

Ø  Quanto sopra trova ulteriori conferme nella volontà aziendale di ritenere il pretrattamento dei rifiuti un “servizio accessorio”, quasi una noiosa premura. E tutto questo trova conferma nella richiesta di voler ricevere nell’impianto l’intero flusso di combustibile solido secondario (CSS) attualmente prodotto “ dall’adiacente impianto” di Quadrifoglio (che peraltro NON risulta che lo produca!!). E a parte questo si evidenzia che la normativa prevede che l’utilizzo del CSS come combustibile è per poterlo avviare a combustione in centrali termoelettriche e/o a cementifici, infatti l’invio ad impianti di incenerimento ne farebbe decadere la qualifica di CSS!!

h)- DEL  CAMINO LA  V.I.S  NON SI E’ MAI OCCUPATA!

Ø  Sull’aspetto dell’altezza del camino (sollevato in Conferenza dall1ENAC) la Ditta continua ad essere generica nelle risposte, non prendendo in considerazione la richiesta, ma citando invece la VIS, che delle interferenze aeroportuali non si è occupata!

i)- LA BIODIVERSITA’?

Ø  Relativamente alle osservazioni sulla biodiversità non è stata data risposta alle gravissime questioni segnalate nelle osservazioni delle Associazioni a proposito degli impatti prevedibili sulle vicine aree SIR, SIC e ZPS ‘Stagni di Focognano’ e zona ‘Stagni di Gaine’, ecc. e sulle vicine aree poste attorno alla zona di intervento e immediatamente a ridosso del SIR, SIC e ZPS ‘Stagni di Focognano’ stagni per la riproduzione degli Anfibi e complessi di siepi campestri, ecc. nonché per la presenza di specie di popolazioni di Anfibi e Uccelli particolarmente protette ai sensi della L.R. 56/2000 e/o della Direttiva Europea “Habitat”.

E ciò nonostante che la normativa comunitaria ( direttiva Habitat) imponga la dimostrazione della certezza che il  progetto non pregiudicherà l’integrità del sito. Certezza assolutamente non raggiunta. La Vis del 2006 stimava un raggio di impatto di almeno 2,5 Km; impatto che dunque interessa le  aree di rilevanza comunitaria in questione.


l) Ricaduta delle emissioni e salute

Ø  Su questo argomento il proponente conferma quanto già presentato nello studio di impatto ambientale pertanto rimangono invariate le considerazioni critiche già presentati (correttezza dello scenario meteo climatico considerato, delle “soglie di rischio accettabile” utilizzate per i diversi contaminanti). Su ricadute e salute QhThermo non ha nulla da “integrare” pertanto ogni valutazione in proposito dovrà basarsi esclusivamente su quanto presentato con l’istanza.


Firenze, 10 febbraio 2014