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lunedì 17 febbraio 2014

Intervento di Alberto Bencistà Delegato all'Assemblea regionale del PD Toscana Prato 16 febbraio 2014

 

Alberto Bencistà a Rufina il 22-11-2013

Il 2015 sarà l’anno dell’EXPO di Milano che avrà al proprio centro il tema dell’alimentazione, del cibo con tutte le sue coniugazioni possibili, soprattutto ambientali: “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”.
Per la Toscana una occasione straordinaria perché il sistema agroalimentare toscano, fondato su una agricoltura di qualità, spesso d’eccellenza, praticata in un territorio di grande pregio è uno dei brand mondiali più affermati, con ricadute economiche significative per il PIL regionale.

Anche in questo comparto strategico però sono molte le innovazioni da introdurre per non essere tentati dal vivere di rendita: si tratta di decidere qui ed ora quale strada imboccare con decisione tra le diverse opzioni possibili.

Io penso che la strada maestra per la Toscana sia quella dell’agricoltura biologica.
Ho partecipato di recente alla Settimana Verde di Berlino, la più grande fiera agricola d’Europa e non solo, insieme a Claudio Serafini, presidente internazionale delle “città bio“ e a Piero Fassino, che ha proposto di organizzare a Torino, in contemporanea con l’Expo, un meeting mondiale sull’agricoltura biologica: proposta prontamente accettata.
Il seguito dell’incontro di Berlino sarà a Greve in Chianti, domenica 30 marzo con la partecipazione di sindaci ed agricoltori provenienti da molte nazioni europee ad iniziare dall’assessore all’ambiente della città di Norimberga.
In questa occasione, d’intesa con l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvatori, potrebbe essere presentato il progetto del “distretto biologico della Toscana“.

Motivare la scelta strategica del biologico porterebbe via troppo tempo e sintetizzo dunque le due ragioni più elementari :

  • La crescente richiesta del mercato. Solo per fare un esempio, nella città di Norimberga la domanda supera del 50% l’offerta.
  • Perché fa bene alla salute e contribuisce in maniera significativa alla diminuzione dell’inquinamento.

Dunque una questione politica, economica e culturale di grande rilievo anche per la prossima campagna elettorale europea per il ruolo del comparto agricolo e perché proprio in questo momento è in discussione la proposta di nuovo regolamento sulla produzione biologica adottato dalla Commissione europea il 21 dicembre, partendo dal punto di vista dei consumatori e degli agricoltori.

Imboccare questa strada richiede però una coerenza rispetto al modello di sviluppo socio-economico e rispetto alla scelta strategica a favore della “green economy“ e per chiarire meglio questo concetto, per me fondamentale, faccio due esempi :

  •  La questione degli OGM ( organismi geneticamente modificati ). 

La Commissione europea si dimostra sensibile alle richieste delle multinazionali, tanto da avanzare una proposta di autorizzazione per la coltivazione del mais 1507, vero e proprio “ cavallo di troia “ per successive autorizzazioni. L’EFSA ( autorità per la sicurezza alimentare) ha riconosciuto però la tossicità di questo OGM bloccando l’autorizzazione, come la Corte di Giustizia europea ha negato l’autorizzazione per la patata della Basf. 19 Paesi ( compresa l’Italia ) hanno poi votato una mozione contraria agli OGM ( ma la Germania si è astenuta).

E’ questo un tema sul quale non possiamo abbassare la guardia per :

 

>> Mantenere la biodivesità

>> Tutelare la sicurezza e l’indipendenza alimentare 

  • La questione dei rifiuti

La Toscana ha accumulato un notevole ritardo nell’adeguarsi alle esperienze più avanzate europee ed americane in particolare.

La strategia “rifiuti zero“ è la risposta più corretta dal punto di vista ambientale e rispetto alle direttive comunitarie in materia.
Intendo per “ rifiuti zero “ una strategia che come ha detto Paul Connet e Rossano Ercolini tende, entro il 2020, a ridurre drasticamente la quantità di rifuti da conferire in discarica o ad altre soluzioni che non siano comunque gli inceneritori.
Dobbiamo dire un no netto a nuovi inceneritori e valorizzare le poche esperienze positive in Toscana come Capannoni o il circondario di Empoli, con Comuni come Montespertoli dove la raccolta differenziata ha raggiunto l’80%.
Ritengo che a livello mondiale il miglior modello sia quello di San Franscisco, rispetto al quale invito il PD Toscano a documentarsi perché: “sognando la California, si possa fare, nel settore dei rifuti urbani e non solo, come a San Francisco.“

Infine vorrei essere rassicurato dal segretario che semplificare, razionalizzare, velocizzare, insomma la politica del fare, non comporterà una diminuzione delle tutele ambientali e paesaggistiche, perché, come dimostrano le recenti alluvioni e la drammatica cronaca delle ricorrenti calamità naturali che hanno colpito anche la Toscana, il nostro territorio è bello ma fragilissimo e spesso l’azione dell’uomo ha contribuito in senso negativo.

 

Alberto Bencistà 

Sindaco del Comune di Greve in Chianti

 

 



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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 2/17/2014 03:53:00 AM

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