Cave di Campiglia vs
Soffritti. L'inizio della guerra delle cave??
Quando si trattò di
prolungare la concessione per Montorsi e Botro ai Marmi, tutti ebbero chiaro
che il virtuoso parere negativo del Comune contò meno del due di briscola.
Infatti considerando il fatto che si trattava di una miniera e che il materiale
(feldspato per lucidare cessi e mattonelle) era considerato strategico, la
Regione dette parere positivo al prolungamento della Concessione alla faccia
del Sindaco di Campiglia.
In quell'occasione la
Società proprietaria parlò sulla stampa, cosa più unica che rara, annunciando
ufficialmente il licenziamento di quaranta operai in caso di mancato rinnovo
della Concessione.
Oggi si ripete il solito
teatrino con protagonista principale Cave di Campiglia che mette in mobilità 10
operai, non perché è finita la quantità di materiale da scavare (ne mancano
ancora 3.000.000 metri cubi su 8.000.000) ma perché non può fare programmi a
lungo termine.
Cave di Campiglia è da tempo
che si dà da fare per dimostrare che il materiale estratto (calcare
microcristallino) è indispensabile ad un gran numero di aziende, chimiche,
vetrarie, di produzione di acciai, ecc. ecc. Nel 2015 ha chiesto una variante
d'anticipazione per scavare in 25 anni 30.000.000 di mc. e successivamente nel
2016, ha presentato una variante per scavare in 3 anni i 3.000.000 di mc. che
mancano all'appello.
Ora, come era prevedibile,
di fronte ad un sussulto di dignità del sindaco che si ricorda delle promesse
elettorali e dei contenuti dei piani urbanistici, Cave di Campiglia attiva il
solito ricatto occupazionale utilizzando i lavoratori come scudi umani, e si
appella alla Regione sperando, forse non a torto (anche con il fedele sostegno
di CNA, Sindacati, Unione industriali ecc.) , di ottenere quanto pretende nel
nuovo Piano Regionale delle Attività Estrattive che uscirà nel 2017 ed avrà
durata illimitata.
Il Sindaco Soffritti si è
opposta a questo programma con forza anche se con un ritardo ingiustificato
visto che sono anni che il Comitato per Campiglia e le liste civiche chiedono
di aprire un confronto aperto, e non solo tra Comune e Regione, per dare modo a
tutti di esprimersi in merito e di pretendere dati certi e non inventati, sulle
esigenze del territorio.
Ma in questo momento di
bassa politica, ci chiediamo anche cosa intende fare il Comune di Campiglia nei
confronti della cava di Monte Valerio. La Concessione scade nel 2020 e fino ad
ora la SALES si è mantenuta silenziosa. Se è vero che Cave di Campiglia mette
in mobilità gli operai in mancanza della possibilità di programmazione
ventennale, cosa farà SALES? Quando comincerà ad attivare la stessa politica di
ricatto occupazionale? O forse sa di non doversi preoccupare?
Questi interrogativi valgono
anche per la Cava di San Carlo della SOLVAY che già al momento della redazione
del Piano Provinciale delle attività estrattive nel 2014, sollevò la necessità
di programmazione pluridecennale nella fornitura dei materiali di cava per
garantire il mantenimento della attività industriale e chiese ampliamenti di
aree estrattive e di volumi estraibili.
Il Comitato per Campiglia
vede nell'attuale vicenda la prima mossa di un'offensiva massiccia dei
proprietari di cave di inerti in tutto il territorio della Val di Cornia e
ritiene pericoloso limitarsi al caso di Cave di Campiglia. Chiede invece un
allargamento del dibattito fin da subito con Regione, Amministrazioni comunali,
opposizioni e cittadini per evitare che per i prossimi venti o trenta anni la
Val di Cornia si riduca a quel Polo Estrattivo di inerti tanto auspicato da chi
fino al 2014 ha governato la Provincia di Livorno e da molti ancora oggi.
Campiglia Marittima 18
Novembre 2016
Comitato
per Campiglia
Arch. Alberto Primi
Nessun commento:
Posta un commento