Via dello Statuto oggi
Stando a quanto afferma il Sindaco, intervistato da Repubblica a inizio d'anno, a decidere sul proseguimento delle linee tranviarie saranno i residenti e le associazioni di categoria .
"Da qui a due mesi dobbiamo decidere se proseguire sui viali fino a piazza Ferrucci, per Bagno a Ripoli, col tram o il jumbo-bus, o andare a Campo di Marte".
Peccato che nel frattempo si siano fatte 3 linee tranviarie, determinando per sempre la sorte di interi settori della città e mettendo i cittadini di fronte al fatto compiuto. Anzi, nel caso della Linea 3, si è proceduto contro la loro volontà espressa in un referendum (non un sondaggio) nel quale i fiorentini si erano dichiarati contrari, non solo al passaggio della Linea 2 dal Duomo, ma anche al progetto della Linea 3.
Oggi la Linea 3:
- corre in gran parte a distanza inferiore ai 200 m da una ferrovia che sarebbe facilmente utilizzabile per raggiungere il centro
- spacca in due l'importante quartiere Statuto-Vittoria, danneggiando le attività commerciali e peggiorando il paesaggio urbano e vegetale
- deturpa un settore del Centro storico addossandosi alla Fortezza, distruggendo la piazza antistante, amputando il Giardino di Villa Vittoria e giungendo a pochi metri dall'abside di S. M. Novella
E' inutile insistere sulla modestia del progetto, l'invadenza e l'irreversibilità di un'opera a cui si aggiungeranno alla fine le palificate, la rete aerea e il traffico dei convogli. Considerazioni simili si potrebbero fare per la Linea 2.
Forse per questo e in vista di elezioni e di futuri cantieri, l'Amministrazione tasta il polso alla città pensando a soluzioni più leggere di questa metrotranvia, i cui costi coincidono ormai con quelli di una metropolitana, senza averne le prestazioni.
Con quest'opera non si sono soltanto demolite pietre e abbattuti alberi; si è distrutta la rete del trasporto pubblico su gomma senza niente in cambio. Rinunciando a rinnovare il sistema della mobilità, soprattutto in occasione della pedonalizzazione del Duomo, vi si sono sovrapposte le tramvie, seguendo la logica del project financing, appropriandosi di due ricche tratte di bus e abbandonando il centro, sempre più svuotato di residenti e servizi.
Preso atto di ciò non possiamo tuttavia sottrarci dall'indicare rimedi, proposte e obbiettivi rivolti non certo agli autori di un simile sconquasso, ma a quei cittadini e a quei membri di organi elettivi consapevoli (e allarmati) per quanto accade. Dotare la città di un Piano della mobilità, dei trasporti e delle infrastrutture stabile, verificato e aggiornato è, ancorché tardivo, essenziale perché Firenze possa lasciarsi alle spalle il '900. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
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