Piazza Savonarola dove già esiste un parcheggio pertinenziale
Recentemente la Giunta comunale fiorentina ha approvato un "Master plan" per 44 nuovi parcheggi da completare o realizzare entro la fine del mandato per un totale di 7 mila posti auto. Si tratta di 21 parcheggi pertinenziali (in parte per la residenza e in parte per attività), 19 parcheggi pubblici in corso di progettazione e/o realizzazione e 4 di superficie a pagamento. Ci saranno infine 12 parcheggi pubblici individuati dagli strumenti urbanistici e da inserire nella programmazionedei lavori pubblici. Il regolamento relativo è stato presentato all'inizio di giugno.
Intanto incombe quello interrato di P.za Brunelleschi (ben 190 posti auto) finanziato in project financing e fortemente osteggiato dai residenti, soprattutto dopo che l'isolato della ex Cassa di Risparmio, tra via Bufalini e P.za Brunelleschi, è stato venduto al grande investitore Colony Capital.
Da tempo in Italia si è intrapreso un deciso ritorno al passato, sguarnendo le zone a traffico limitato e cercando di sforacchiare il bene pubblico sottosuolo, quasi fosse materia amorfa, per realizzare parcheggi insieme a ogni tipo di infrastruttura. Tomaso Montanari nell' incontro pubblico dedicato all' emergenza parcheggi, tenutosi in S. Croce lunedì 20 giugno, ricordava i casi più noti, tra cui via Giulia a Roma, e Piazza S. Ambrogio a Milano.
Per questo in una intervista sull' Espresso dell' ottobre 2013 il senatore a vita Renzo Piano così rispondeva ad alcune domande del giornalista Enrico Arosio:
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E i nostri centri storici, in mano alle banche e ai turisti, ma proibitivi per i giovani, che ne sono espulsi ?
«Riportare i giovani in centro è una sfida economica, lo so. Ma lo ha fatto pure Bloomberg a New York, che non è certo un sovversivo. Portare abitazioni a offerta calmierata. E smettere di costruire parcheggi in centro. Spostiamo i capitali spesi in parcheggi sui trasporti municipali, e in una generazione miglioriamo le nostre vite quotidiane».
Ci si scontra con gruppi d'interesse.
«La sfida è questa. Alimentare nuovo traffico privato, ormai, a Londra è vietato. Lo Shard, il nostro grattacielo di 310 metri, ha solo 40 posti auto, si è puntato su infrastrutture pubbliche efficienti. A New York, ai parcheggi non si pensa neanche più».
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A
Firenze mentre si dichiara di voler
togliere le auto dalle strade per far salire potendo tutti in
tramvia, si creano in realtà le condizioni per
attrarle nell' area Unesco rifacendosi a norme come il
decreto Tognoli (riguardante i parcheggi pertinenziali) nate molti anni fa con lo
scopo opposto:
liberare le strade dai mezzi privati,
scoraggiarne l'uso attraverso molte restrizioni e
potenziare i trasporti pubblici.
I
parcheggi interrati sono spesso un
alibi per non affrontare il problema della circolazione attraverso
seri piani per la mobilità e la sosta, (di cui a Firenze non vi è traccia), preferendo al contrario la continua
emergenza e la sperimentazione di forme, spesso fallimentari, di
partenariato tra pubblico e privato.
Oltretutto a Firenze, dove 50 anni fa c'è stata una storica
alluvione e dove è appena crollato il Lungarno
Torrigiani, c'è un
serio rischio idrogeologico che accresce
l'esposizione del pubblico nei confronti del
concessionario.
Difficile scorgere un obbiettivo razionale nella distribuzione a pioggia di
decine di ipogei se non l'intenzione, tutta da verificare, di
far cassa con la
vendita di un bene pubblico, distribuendo
concessioni ad imprese e cooperative spesso di dubbia capacità imprenditoriale. Del resto quanto ai parcheggi pertinenziali ne abbiamo già uno in Piazza
Savonarola ma non pare che ci sia stata una
diminuzione significativa delle
auto in sosta nelle strade circostanti.
Al posto di tutto ciò chiediamo, il
potenziamento e la
valorizzazione dei
parcheggi scambiatori già esistenti
fuori dell'area Unesco e nei
nodi delle infrastrutture portanti (linee ferroviarie e tranvie), il
potenziamento e la
razionalizzazione delle linee
bus al servizio del centro, la promozione e il coordinamento dei servizi di
car sharing e l'istituzione del
bike sharing.
Poiché la questione della sosta è una faccia del problema più generale del progetto di città vivibile e a misura dei cittadini, chiediamo che si blocchi questo processo autorizzativo e si apra un vero dibattito pubblico che porti in tempi ragionevoli ad un serio e condiviso piano della mobilità e della sosta.
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