Il nostro Comitato è nato nel 2012 nella zona di Casole d’Elsa.
Il principale impulso che ha dato vita alla nostra associazione è stato il rilascio da parte della regione
di un gran numero di concessioni e permessi di ricerca geotermica che potrebbero compromettere
irreparabilmente il territorio. In questi mesi abbiamo raccolto una quantità di informazioni sufficiente
per delineare il quadro di quello che potrebbe essere il futuro del nostro territorio nel caso in cui
venissero realizzati gli insediamenti geotermici industriali che attualmente si trovano nella fase
di ricerca e progetto.
Il principale impulso che ha dato vita alla nostra associazione è stato il rilascio da parte della regione
di un gran numero di concessioni e permessi di ricerca geotermica che potrebbero compromettere
irreparabilmente il territorio. In questi mesi abbiamo raccolto una quantità di informazioni sufficiente
per delineare il quadro di quello che potrebbe essere il futuro del nostro territorio nel caso in cui
venissero realizzati gli insediamenti geotermici industriali che attualmente si trovano nella fase
di ricerca e progetto.
Oltre al danno irrimediabile che subirebbe il paesaggio, i rischi noti cui si andrebbe incontro sono:
accentuamento dei fenomeni di sismicità, abbassamento delle falde idriche, inquinamento della terra,
dell'acqua e dell'aria.
Nel punto 3.3 sezione I della Piattaforma Toscana si legge ”in Toscana potrebbe essere importante lo
sviluppo della geotermia a media entalpia,…”
sviluppo della geotermia a media entalpia,…”
La nostra idea è invece quella di puntare sullo sviluppo di una geotermia esclusivamente a bassa entalpia.
Questo tipo di geotermia non comporterebbe nessuno dei rischi sopracitati: non verrebbero praticate
trivellazioni tali da poter compromettere falde acquifere profonde o da poter creare fenomeni di sismicità
indotta o fenomeni di subsidenza, inoltre non vi sarebbe la possibilità di mandare nel suolo e in atmosfera
sostanze inquinanti come purtroppo oggi avviene con le centrali geotermoelettriche.
trivellazioni tali da poter compromettere falde acquifere profonde o da poter creare fenomeni di sismicità
indotta o fenomeni di subsidenza, inoltre non vi sarebbe la possibilità di mandare nel suolo e in atmosfera
sostanze inquinanti come purtroppo oggi avviene con le centrali geotermoelettriche.
Gli impianti a bassa entalpia servono sostanzialmente per produrre acqua calda, sono di dimensioni contenute,
sono economicamente alla portata di piccoli gruppi d'acquisto o anche di singoli nuclei familiari. Lo sviluppo
della bassa entalpia fornirebbe opportunità di lavoro alle tante imprese artigiane locali favorendo l'occupazione
anche nell'indotto.
sono economicamente alla portata di piccoli gruppi d'acquisto o anche di singoli nuclei familiari. Lo sviluppo
della bassa entalpia fornirebbe opportunità di lavoro alle tante imprese artigiane locali favorendo l'occupazione
anche nell'indotto.
Come soluzione preferenziale per la produzione di energia elettrica da fonti pulite e rinnovabili noi proponiamo
una elaborazione della normativa regionale che preveda per tutti i grandi edifici pubblici o privati, in particolare
quelli moderni con tetti piani di grandi dimensioni, l'obbligo di predisposizione e installazione di pannelli
fotovoltaici fino al raggiungimento degli obiettivi 20-20-20.
Operando in questa direzione riusciremmo ad evitare il consumo di suolo e nel contempo favoriremmo
l’occupazione.
una elaborazione della normativa regionale che preveda per tutti i grandi edifici pubblici o privati, in particolare
quelli moderni con tetti piani di grandi dimensioni, l'obbligo di predisposizione e installazione di pannelli
fotovoltaici fino al raggiungimento degli obiettivi 20-20-20.
Operando in questa direzione riusciremmo ad evitare il consumo di suolo e nel contempo favoriremmo
l’occupazione.
La Regione potrebbe erogare finanziamenti ai soggetti interessati fissando ratei parzialmente o totalmente
ammortizzabili con i contributi del conto energia oppure potrebbe realizzare direttamente gli impianti assumendone
la piena proprietà.
ammortizzabili con i contributi del conto energia oppure potrebbe realizzare direttamente gli impianti assumendone
la piena proprietà.
Ringraziamo per l’attenzione e porgiamo i più cordiali saluti
il Comitato Difensori della Toscana.
16.02.2013, Casole d’Elsa (SI)
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