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Questo stupendo monumento vegetale in assenza di cura e manutenzione oltre che di attenzioni minime e fondamentali che sarebbero state necessarie ad una pianta di questo valore è ormai da oltre un anno ridotto ad un lacerto, ad uno scheletro, ad un rudere ancora vivente.
Gli amministratori che hanno in custodia le alberature della città ci dovrebbero spiegare come è possibile che in un arco così breve di tempo una pianta dichiarata "monumentale" sia stata ridotta in queste condizioni.
La pianta oggi così ridotta acuisce la tristezza e il degrado che nonostante le promesse fatte in occasione della realizzazione della linea 1 della tranvia (pedonalizzazione e ripristino dell'ingresso al parco secondo il disegno del Poggi) suscita la piazza Vittorio Veneto, tagliata in due dalla trincea del viale interrato e ridotta su entrambi i lati a parcheggio di superficie a pagamento e a spazio per ogni tipo di manifestazioni pseudo ricreative, festivaliere e commerciali.
Più che albero monumentale oggi i resti di questo olmo costituiscono il monumento all'incuria e alla barbarie di quelli che Antonio Cederna in un suo libro del 1956, ancora oggi attualissimo, parlando dei responsabili delle manomissioni e distruzioni dei beni culturali del nostro paese, definiva "vandali in casa".
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