Una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che lunedì 11 febbraio inaugurerà la Linea 2 della tramvia, è stata inviata a nome del coordinamento Ferma Tramvie di Firenze. Nella lettera si rappresenta il punto di vista di quella parte di cittadinanza che, non aderendo affatto al racconto encomiastico che si sta facendo di quest'opera, vuole invece mettere in guardia il Presidente da una plateale strumentalizzazione elettorale.
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Signor Presidente, un gruppo di cittadini, allarmati per l'accelerazione nella progettazione e realizzazione di linee tranviarie a Firenze ha scritto due lettere, una al Ministero dei Beni Culturali e l'altra al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per segnalare il grave impatto che esse hanno sul patrimonio storico culturale ed ambientale di Firenze, città patrimonio Unesco, costituendo anche paradossalmente un grave ostacolo all'efficacia del trasporto pubblico. Del loro contenuto intendiamo brevemente riferirLe, tenendo presente che lunedì prossimo Lei verrà a Firenze per inaugurarne una.
In città si sta realizzando un'estesa, costosissima e invasiva rete tramviaria e una totale riorganizzazione dell'intero sistema dei trasporti pubblici e privati, senza un Piano dei Trasporti e malgrado il risultato negativo di un referendum popolare. Emerge invece sempre più la portata di un progetto condotto per parti bypassando studi, verifiche, valutazioni, approvazioni che per un intervento così esteso e radicale sarebbero state necessarie.
La realizzazione di questa rete tranviaria prevede la cessione di importanti porzioni di suolo pubblico ad un soggetto privato a cui viene concesso il totale controllo funzionale ed economico dell'investimento e affidata ogni decisione circa un diritto fondamentale dei cittadini come quello della mobilità, di un efficace trasporto pubblico e l'accessibilità alle funzioni primarie. Un esempio sotto gli occhi di tutti dell'impatto negativo sulla città, sul suo inestimabile valore storico e sulla mobilità è la totale frammentazione dello spazio tra la Stazione ferroviaria e l'abside di Santa Maria Novella dove, con la frequenza di un convoglio al minuto, si raggiunge un inimmaginabile livello di congestione di quel nodo.
Le segnaliamo, quali esempi negativi, inoltre gli interventi attuati nel Parco monumentale delle Cascine, sui Viali alberati del Poggi e attorno alla Fortezza da Basso (di Antonio da Sangallo). Mentre il prolungamento della linea 2 per il Centro Storico correrà a fianco del Convento di S. Marco, dell'ex casino mediceo del Buontalenti ed ostruirà la veduta dell'Orto Botanico. Tutti ambiti vincolati e "tutelati" da leggi dello Stato.
L'opera si caratterizza per una pesante sottostruttura di fondazione, un sistema completo di ponti, sottopassaggi e sovrappassaggi che impegna gran parte della rete viaria primaria della città e dei principali nodi di smistamento e di scambio del trasporto pubblico e privato, asservendo tutte le intersezioni.
La tramvia si sovrappone al sistema dei sottoservizi, interferisce con essi e ne limita manutenzione, sviluppo e innovazione. Si tratta di una cessione di futuro mediante convenzioni di grande portata e prolungate nel tempo attraverso ripetuti atti aggiuntivi. Ciò impedirà l'adozione di nuove tecnologie di trasporto, quali l'uso di infrastrutture "wireless" e a guida automatica, sistemi innovativi di mobilità, ecc. relegando la città all'uso di una modalità di trasporto, quella del tram classico su sede riservata, già vecchia e certamente inadatta per un tessuto insediativo storico come quello di Firenze.
La realizzazione dell'opera comporterà la distruzione di tutto il patrimonio arboreo nella quasi totalità dei viali di Firenze, con sostituzioni inaccettabili per tipi, dimensioni ed allineamenti, senza alcun riguardo per il valore storico – monumentale, paesistico ed ambientale, malgrado la tutela di diversi vincoli di legge.
In pratica, con questa operazione, si è finito per delegare funzioni di programmazione e pianificazione generale a soggetti esclusivamente privati, ciascuno dedito al profitto più che alla pubblica utilità, con interessi contrapposti nella gestione, che svolgono funzioni di direzione, controllo e potenziale rivalsa sui cittadini in caso di previsioni errate o per adeguamenti nel tempo.
Restano intanto irrisolti storici problemi della città, quali ad esempio
- la frattura fra l'Est e l'Ovest dell'abitato che anzi si accresce con la distruzione di cruciali nodi della circolazione,
- le strozzature nella rete delle comunicazioni e la frammentazione dello spazio, aggravate dalla presenza di una "ferrovia" con sedi protette ed incroci asserviti,
- la ridotta accessibilità al Centro Storico per tutti i cittadini di Firenze, adeguata nei modi e compatibile con il contesto,
- la mancata integrazione tra rete tranviaria e rete ferroviaria, aggravata dalla errata collocazione della prevista nuova stazione AV,
- la difficile accessibilità per importanti Ospedali, il Palazzo di Giustizia e il Polo Universitario di Novoli.
Nell'esprimere il nostro gradimento per la sua visita ci auguriamo anche che Ella vorrà farsi tramite presso gli amministratori della città delle preoccupazioni di una parte rilevante dei cittadini di Firenze.
Distinti saluti
arch. Francesco Re
arch. Paolo Celebre
coordinamento Ferma Tramvie (FTF)
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