Viale Rosselli oggi
Quando attorno al 1950 le truppe comuniste di Mao Tze tung entrarono a Pechino non esitarono a distruggere le storiche e leggendarie mura, rispettate dai precedenti invasori e di cui gli abitanti erano particolarmente orgogliosi. "Per paura che la popolazione reagisse malamente alla perdita della magica protezione delle mura, squadre di operai furono portate di notte a compiere quell'impopolare opera di abbattimento" scriveva Tiziano Terzani ne La porta proibita. Oggi al loro posto corre uno dei tanti anelli autostradali che circondano la città.
Fatte le debite proporzioni con quel lontano episodio, per abbattere centinaia di alberi delle "mura verdi" della piccola Firenze, cioè delle alberature che fiancheggiano i suoi viali e la connotavano da circa 150 anni, si sceglie il mese di agosto, quando popolazione e uffici si dimezzano.
A fine luglio la Giunta comunale ha annunciato il nuovo piano di rinnovo degli alberi, un investimento di mezzo milione di euro sui quartieri 1, 3, e 5 comprendente anche il Parco delle Cascine, i giardini di 15 scuole, diversi filari dei viali Belfiore, Strozzi, F.lli Rosselli, Corsica, Guidoni, oltre a P.zza S. Marco e P.zza Stazione. Su un patrimonio complessivo di 74.000 piante saranno 8.000 (10% del totale) gli alberi tagliati e ripiantati in un prossimo futuro. Nel solo mese di agosto è previsto l'abbattimento di 300 alberi rispetto ai quali l'Amministrazione dichiara di volerne ripiantare 800, ma non indica chiaramente il saldo di quel 10% di tutto il patrimonio arboreo che sarà minacciato nei prossimi anni.
Anche la presunta ragione del pessimo stato di salute delle piante che dovrebbe discendere da accurate perizie tecniche (note con la sigla VTA) è utilizzata e soprattutto comunicata ai cittadini, in modo approssimativo, generico,se non mistificatorio, come dimostrato dagli abbattimenti degli alberi in viale Corsica dove gli esemplari contrassegnati in classe D (quella per la quale si prescrive l'abbattimento) erano una piccola parte rispetto agli altri messi in classe C o addirittura in classe B, che non comportano l'abbattimento ma semmai interventi di contenimento, di cura, di controllo e di monitoraggio. Ma viale Corsica non è un'eccezione, è piuttosto la regola che caratterizza gli interventi sugli alberi della Direzione Ambiente. Altrettanto poco chiaro è il rapporto tra questo piano di "riqualificazione e sostituzione" e gli abbattimenti provocati dai cantieri della tramvia. Insomma si stenta a vedere in tutto ciò un piano organico come dovrebbe essere anche in base al "Regolamento arboreo della città di Firenze", approvato lo scorso dicembre in Consiglio comunale. Così dalla sera alla mattina chiunque può vedersi cambiare il paesaggio attorno a sé.
Al di là di affermazioni di principio anche positive, ma prive di strumenti attuativi (chiediamo all'Assessore all'Ambiente e al Dirigente responsabile della materia: dove è il regolamento attuativo ?) appare che in esso sono completamente assenti alcuni degli obbiettivi primari per la salvaguardia e l'incremento di un simile patrimonio. Ad esempio i benefici igienici della forestazione urbana in termini di riduzione delle emissioni di CO2, l' attenuazione delle isole di calore e persino la riduzione dell'aggressività ed il benessere psicologico e sociale. Al primo posto vi sono soltanto la preoccupazione per la sicurezza, per i rischi prodotti alle cose dagli effetti del cambiamento climatico sul patrimonio arbustivo o la banale preoccupazione per la circolazione veicolare.
Insomma il verde urbano come un'enorme seccatura per degli amministratori che vogliono solo onori e non oneri per le loro responsabilità.
Di questo passo il destino di quel patrimonio è segnato. Nell'incertezza si abbatte promettendo impossibili ripiantumazioni di "alberi adulti", mentre il paesaggio e l'ambiente urbano rimangono devastati per anni. Come nel viale Sansovino (a 10 anni da quegli abbattimenti), nel Parco delle Cascine, dove passa la linea tranviaria, o nella zona di Porta al Prato e ora nel viale Belfiore. E presto in tutta l'area della Fortezza da Basso e attorno alla stazione.
Questa linea di condotta amministrativa indegna della grande tradizione orticola e di giardinaggio che ha caratterizzato la storia di Firenze fino agli anni 80 del passato secolo, ha avuto come prima attuazione lo smantellamento di un ottimo servizio giardini comunale, un filo nero questo che lega senza soluzione di continuità la giunta Nardella e la giunta Renzi alle giunte Domenici che, ricordiamo, ha maturato una condanna penale (decreto penale) per l'abbattimento degli alberi del giardino di porta Mugnone alla Fortezza. Chi è venuto dopo evidentemente lo ha riconosciuto come un esempio alto da seguire.
Per questi motivi, una volta acquisiti gli atti che stanno alla base di un simile scempio, insieme a tutti i cittadini di buona volontà e alle associazioni ambientaliste che sentono il problema, intendiamo promuovere iniziative adeguate sulla questione che pongano all'Amministrazione comunale una richiesta di netta discontinuità rispetto a quanto fatto finora.
PER QUESTI MOTIVI, UNA VOLTA ACQUISITI GLI ATTI CHE STANNO ALLA BASE DI UN SIMILE SCEMPIO, INSIEME A TUTTI I CITTADINI DI BUONA VOLONTA' E ALLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE CHE SENTONO IL PROBLEMA, INTENDIAMO PROMUOVERE INIZIATIVE ADEGUATE SULLA QUESTIONE PONENDO ALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE UNA RICHIESTA DI NETTA DISCONTINUITA' RISPETTO A QUANTO FATTO FINORA.
Intanto nei giorni scorsi alcuni cittadini hanno lanciato una petizione per fermare la distruzione. Vi invitiamo a firmarla al seguente link:
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