LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA
Signor Presidente , all'indomani dell'alluvione lunigianese del 2011 lei dichiarò : " … andrà accelerata la riforma della legge 1, con l'obiettivo di aumentare i controlli specie sull'assetto idrogeologico. Dobbiamo dare un messaggio di grande rigore, non voglio più dover assistere ai pianti del giorno dopo per disgrazie evitabili" . Ad un anno di distanza, qualche giorno dopo la duplice alluvione che ha funestato Massa e Carrara, il mese scorso, ha affermato : "Neanche un mattone in più nelle aree a rischio" .
Come non darle ragione. Da decenni , scienziati, studiosi del territorio, ambientalisti e cittadini di normale buon senso denunciano il cattivo stato del territorio apuano ma ciò nonostante, passata la paura, gli smemorati amministratori locali tornano a "non" vedere e ad urbanizzare le aree inondabili, incuranti del sempre più frequente verificarsi di precipitazioni estreme. Fingendo di non sapere che la loro "messa in sicurezza" con opere idrauliche, pur necessarie, è illusoria. Il loro operato equivale quindi alla deliberata pianificazione di nuove catastrofi. E i risultati purtroppo drammaticamente si sono già visti !Abbiamo apprezzato il suo impegno negli ultimi due anni per migliorare la legislazione urbanistica e ambientale regionale cosi come la sua personale dedizione in queste giornate drammatiche per migliaia di carraresi e di massesi.Occorrerebbe molto spazio per spiegare le molteplici cause che hanno portato a questa emergenza autunnale continua . Non è il caso. Ci basta rilevare , dalle sue pubbliche dichiarazioni, che anche lei conviene che occorre dire STOP AL CONSUMO DI SUOLO e che non bisogna più costruire nelle aree a rischio. Purtroppo dobbiamo farle notare che le Amministrazioni comunali di Carrara e di Massa non la pensano allo stesso modo ed è sufficiente esaminare le loro previsioni urbanistiche, avallate dalla Regione, per capirlo. Un milione di nuovi metri cubi a Carrara e quasi 1,8 milioni a Massa in buona parte su terreno vergine e proprio in quelle aree già duramente colpite dalle recenti alluvioni. Tralasciamo per carità di patria la vicenda dell'Ospedale Unico costruito in un'area ad alto rischio !Che dire poi dell'insistenza, della perseveranza ai limiti della patologia, di voler ampliare il porto commerciale di Marina di Carrara, restringendo ulteriormente la foce del pericoloso e tristemente famoso torrente Carrione prevista sia nel vecchio ma anche nel nuovo Piano regolatore portuale ?Come può conciliarsi tale opera con la legge regionale 21 del 2012 "Disposizioni urgenti in materia di difesa dal rischio idraulico e tutela dei corsi d'acqua" di cui lei giustamente va fiero ?Riteniamo che per lei le parole abbiano ancora un significato e che le sue affermazioni sulla difesa del territorio non siano un vano e rassicurante esercizio retorico a cui purtroppo in troppi anni di degenerazione la politica nazionale e locale ci hanno abituati. Ed è per questo che come cittadini molto preoccupati ci rivolgiamo a lei. Come può la Regione Toscana, dopo il disastro avvenuto in queste ultime settimane che ha messo sul lastrico famiglie, aziende, un intero territorio ,creando rabbia e disperazione in tanti cittadini, permettere che si realizzi una cosa del genere ? Ampliare il porto in quella maniera è un attentato pianificato alla sicurezza degli abitanti di Carrara.Auspicando illuministicamente che le ultime tragedie facciano cambiare i paradigmi culturali ad un classe politica locale miope e spesso incompetente ci aspettiamo da lei una netta presa di posizione per rivedere le previsioni di espansione del Porto di Marina di Carrara che, oltre a provocare la materiale distruzione delle spiagge a levante del porto per invasione del cemento e nuova erosione , non avrà neanche nessuna considerevole ricaduta economica ma anzi una diminuzione degli occupati nel settore turistico. Non serve essere idrogeologi per comprendere che se viene ulteriormente cementificata la foce di un torrente dal medio e basso corso già fortemente rettificato e che raccoglie tutte le acque meteoriche di un territorio già a forte rischio , il risultato finale è il disastro. Lei ha tutto il potere per fermare questo ennesimo attentato alla salute di un territorio e delle persone che vi abitano. A tal proposito, ci permettiamo di suggerirle l'integrazione della legge regionale 21 del 2012 con una norma che mantenga il divieto di edificazione nelle aree a pericolosità idraulica elevata, anche dopo la loro messa in sicurezza. Senza questa misura, l'intento "neanche un mattone in più nelle aree a rischio" sarebbe svuotato in partenza di significato. Solo in questo modo la Toscana può porsi alla guida di una vera svolta a livello nazionale per una pianificazione territoriale che si ponga davvero l'obiettivo della prevenzione dei danni alluvionali.
Grazie dell'attenzione.
Mario Venutelli – Italia Nostra Sez. Apuo Lunense
Bruno Giampaoli – Italia Nostra Sez. Massa Montignoso
Maria Paola Antonioli - Legambiente Carrara
Paolo Panni - Legambiente Massa
Riccardo Canesi - Sos Litorale Apuano
Michele Parisi – Co.Di.Ci.
Claudia Bienaimè – Consigliere Comunale Carrara Bene Comune IDV
Cesare Micheloni – Consigliere Provinciale
Galeano Fruzzetti - Italia dei Valori di Massa e Carrara
Vittorio Briganti – Fabbrica della Sinistra Carrara
Paolo Vannucci - Partito Comunista dei Lavoratori Carrara
Carrara, 10 dicembre 2012
1 commento:
ho inviato questo messaggio al PD pistoiese:
La legge regionale sul rischio idrogeologico (21 maggio 2012, n. 21) è stata modificata nell'art. 2, comma 2, punto b, come riportato in seguito. Adesso, nelle «aree classificate dai piani strutturali, dai piani regolatori generali (PRG) o dai PAI, come aree a pericolosità idraulica molto elevata» è consentita la realizzazione di:
b) nuovi impianti e relative opere per la raccolta e la distribuzione della risorsa idrica, il convogliamento e la depurazione degli scarichi idrici, lo stoccaggio, il trattamento, lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti, la produzione ed il trasporto di energia da fonti rinnovabili E GAS NATURALI o, comunque, al servizio di aziende e insediamenti produttivi previsti dagli strumenti e atti di pianificazione e programmazione regionali, provinciali e comunali vigenti al momento di entrata in vigore della presente legge, non diversamente localizzabili, oppure ampliamento o adeguamento di quelli esistenti.
La legge regionale sul rischio idrogeologico (L.R. 21 maggio 2012, n. 21) disponeva l'abrogazione degli artt. 141 e 142 della L.R. 27 dicembre 2011, n. 66, ovvero:
• art. 141 – Tutela dei corsi d'acqua
• art. 142 – Interventi nelle aree a pericolosità idraulica molto elevata
in cui si trovava scritto che:
Nelle aree classificate dai piani strutturali, dai piani regolatori generali (PRG) o dai PAI [...], come aree a pericolosità idraulica molto elevata è consentita esclusivamente la realizzazione di infrastrutture di tipo lineare non diversamente localizzabili
In altre parole, se proprio ci deve passare una strada, si faccia, tenendo conto delle opere di messa in sicurezza da eventi con tempo di ritorno duecentennale.
Pare che questa perla normativa sia stata proposta dai consiglieri pistoiesi: congratulazioni per la sensibilità alle esigenze di sicurezza del nostro territorio e per la coerenza con le roboanti affermazioni di rigorosa tutela dello stesso.
In sostanza, in aree ad elevato rischio idraulico, si potrebbe oggi costruire anche un impianto, per esempio, a metano. Avanti, Repower! Il Bottegone ti aspetta! (Per chi volesse controllare, L.R. 24 novembre 2012, n. 64, art. 9)
Franco Matteoni
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