CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE
MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI
Il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e l'arch. Fabio Zita
Ci sorprende quanto abbiamo letto su “Repubblica” del 26 settembre circa le dichiarazioni del Presidente della Regione Enrico Rossi in merito al trasferimento dell’arch. Fabio Zita, nell’ambito dell’inchiesta TAV di Firenze.
Riassumiamo i fatti: il Presidente, nel dichiarare che non è stato lui a chiedere al Direttore generale Antonio Barretta di trasferire Zita, dice che questo è un atto di esclusiva competenza dello stesso Direttore. Ma sappiamo che un Direttore generale è una figura fondamentale nella gestione politica del’amministrazione regionale e in stretta relazione con il “Governatore”, pertanto gli atti del Direttore generale non potevano non essere concordati col Governatore.
Ciò che vogliamo qui evidenziare sono i motivi addotti da Rossi per giustificare il trasferimento:
“In più di un’occasione Barretta è stato costretto a contestare a Zita di non aver limitato le proposte di prescrizioni alla valutazione di impatto ambientale alle opere di mitigazione ma di aver indicato anche le cosiddette opere compensative, cioè di essersi spinto al di là della propria competenza tecnica addentrandosi in un ruolo squisitamente politico”.
Ora ci risulta che l’arch. Zita non sia un dipendente qualsiasi, addetto a mere mansioni esecutive, ma sia invece un dirigente della Regione Toscana e, come tale, dotato di un potere decisionale autonomo ed esteso. Ci risulta soprattutto che la richiesta di realizzare opere compensative per un intervento impattante come quello per la TAV, sia un imprescindibile dovere tecnico (non politico) del Responsabile preposto, in questo caso l’arch. Zita.
Come per la realizzazione di un comparto edificatorio è obbligatoria la previsione delle opere di urbanizzazione (opere a rete, verde, attrezzature, ecc.) dalla emanazione del decreto 1444 del
Le motivazioni addotte da Rossi/Barretta in relazione al trasferimento di Zita appaiono pertanto del tutto incongrue dal momento che nulla ci appare più “tecnico” che stabilire quali debbano essere tali opere compensative.
Oppure Rossi ci vuole far credere che l’Assessore all’ambiente o lui stesso avrebbero dovuto decidere quali opere compensative far realizzare alle società impegnate nella realizzazione della TAV?
Ma il richiamo ai poteri politici non segnala forse il vero scopo dell’operazione, quello di non fare realizzare alcuna opera compensativa, con forte danno per l’interesse pubblico?
Il vero problema che questa vergognosa vicenda evidenzia non è solo e tanto giudiziario (su questo aspetto ci auguriamo che la Magistratura faccia chiarezza e completi il lavoro iniziato in tempi rapidi), quanto politico.
La vicenda della cricca “Lorenzetti” nel procedimento giudiziario TAV Sottoattraversamento fiorentino, di cui fa parte la rimozione del Dirigente Zita, evidenzia in modo drammatico l’occupazione da parte dei partiti degli spazi tecnico-amministrativi e la commistione fra interessi di partito - o di area tribale partitica - e interessi pubblici. Di questo Rossi dovrebbe parlare.
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