È Alberto Asor Rosa che guida i contestatori dell'attraversamento ferroviario sotterraneo
Scoppia un No Tav sotto Firenze
L'opera stava partendo dopo 30 anni di discussioni sterili
di Francesco Stammati
Se questo è l'effetto della visita di Enrico Rossi al raduno dei comitati ambientalisti, avvenuta circa a fine marzo a Firenze, non c'è che dire. Alberto Asor Rosa, Salvatore Settis e altri guru della conservazione oltranzista del paesaggio e dei beni architettonici hanno scritto a Mario Monti e a Enrico Bondi per fermare la Tav nel capoluogo toscano. O meglio, per bloccarne l'attraversamento in sotterranea cui un accordo fra Trenitalia, Regione e Comune ha dato il via nell'estate scorsa. Allora il variegato fronte degli antiTav cittadini, che trova sponda in personaggi di primo piano dell'Italia dei Valori, come l'eurodeputato Pancio Pardi e l'assessore regionale all'Urbanistica Anna Marson, s'era fatto sentire con Rossi. Proprio quest'ultima, quando la Giunta doveva approvare l'intesa, preferì uscire dall'aula e non votare, così come fece un collega vendoliano. Rossi non la prese benissimo: secondo lui l'infrastruttura andava fatta, presto e bene. Ma proprio la Marson aveva condotto a braccetto il governatore nella tana del lupo ambientalista, in occasione di un raduno dei comitati che, in varie parti d'Italia, si oppongono a varie opere pubbliche o private, dai raccordi autostradali alle ferrovie veloci, dagli elettrodotti alle centrali termiche, dagli inceneritori (figurarsi!) ai nuovi centri commerciali in varie parti d'Italia.