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sabato 17 novembre 2018

urbanistica a' la carte

CITTADINI AREA FIORENTINA
URBANISTICA A' LA CARTE

Ancora non ci eravamo ripresi dalla approvazione della variante al Regolamento Urbanistico di Firenze che, di fatto , sostituisce il restauro e il risanamento edilizio con la ristrutturazione edilizia, che rende ammissibili gli stessi interventi, dalla ordinaria manutenzione fino ad una fantomatica ristrutturazione edilizia "limitata"  (frazionamenti interni,  mutamenti di destinazione d'uso con qualche adattamento volumetrico), per  tipologie edilizie le più diverse, dalle emergenze di valore storico-architettonico, purché non vincolate dalla Sovrintendenza, agli edifici di interesse documentale, dimostrando così di considerarle tutte equivalenti, con buona pace delle analisi storico tipologiche degli anni '80 e '90 .
Ed ecco che leggiamo su Repubblica del 6 novembre che l'Ordine degli Architetti, non pago dei risultati raggiunti con l'approvazione della suddetta variante, dichiara che non basta. Occorre infatti "allargare le maglie dei vincoli e valutare caso per caso cosa sia possibile fare e cosa no". E la risposta del Comune , per bocca dell'Assessore Bettarini, non è scandalizzata, anzi: propone di parlarne dal momento che ritiene giusto il ragionamento degli architetti in quanto contiene una riflessione aderente ai bisogni della vera tutela:  gli architetti  non si accontentano della ristrutturazione "limitata",  no, vorrebbero poter fare anche le demolizioni, le modifiche di sagoma, delle coperture, dei livelli dei piani. Per questo chiedono che il prossimo Regolamento approcci in modo diverso il patrimonio edilizio esistente differenziando la classificazione e la tutela in relazione alle caratteristiche dei singoli edifici. Ma come? Non esistevano già le tipologie edilizie differenziate che consentivano interventi diversi a seconda della loro rilevanza storica e monumentale? Ma avevamo capito che una tale normativa risultava troppo restrittiva e che gli stessi Ordini professionali avevano chiesto che le norme venissero modificate, come è stato fatto col nuovo Regolamento Urbanistico e con le sue varianti.

Insomma, con la scadenza del RUC, nel 2019, si assisterà ad ulteriori novità e si vedrà se ci sarà un ritorno al passato, cosa di cui è lecito dubitare, oppure, circostanza più probabile, si darà via libera ad una urbanistica à la carte.
Intanto apprendiamo, sempre da Repubblica, in un articolo di Cesare De Seta del 7 novembre nel quale si fa un po' di storia dell'abusivismo in Italia, che "Berlusconi anche quest'anno è tornato a promettere condoni edilizi":  secondo il suo pensiero, basterebbe dichiarare l'inizio dell'attività e il rispetto delle leggi. I controlli si farebbero solo dopo (ed in ogni caso si opererebbe affinché ciò che è stato costruito rimanga).
Per quanto si tratti di casi assai differenziati, da una parte regole per il patrimonio storico fiorentino appena approvate, dall'altra una normativa nazionale soltanto ipotizzata che vorrebbe collegarsi ad un interventismo "di necessità", si assiste ad una tendenza generale che appare assai preoccupante: non sembra difficile pensare che in ogni caso l'iniziativa del privato si sovrapporrà sempre di più a quella del pubblico, sia esso  Stato o Ente locale, fino a sostituirsi totalmente ad esso, contravvenendo ad ogni parvenza di logica urbanistica (fatte salve, si capisce, le procedure burocratiche). Sempre più spesso, con l'aiuto delle nuove normative, il privato potrà scegliersi gli interventi edilizi che più gli convengono e le modalità per farseli approvare.
In particolare, per ciò che riguarda Firenze, "città d'arte", tutte le recenti e presumibilmente future modifiche alle normative riguardanti il patrimonio edilizio esistente, soprattutto quello compreso nel centro storico, sembrano finalizzate all'allontanamento dei residenti per venire incontro ad una economia sempre più legata al turismo. Frazionamenti, mutamenti delle destinazioni d'uso, demolizioni interne anche dei solai, sono interventi che mirano a realizzare i cosiddetti "affitti turistici", una buona rendita  e un richiamo irresistibile per qualsiasi proprietario cui sia lasciata la libera scelta fra un corretto restauro del proprio appartamento per abitarlo, o un disinvolto stravolgimento per  mettere a profitto le superfici ed i volumi a sua disposizione.
Ricordando con Pier Luigi Cervellati che senza residenti non c'è città, riteniamo che il nuovo indirizzo urbanistico assunto dal Comune di Firenze vada nella direzione contraria ad una corretta tutela che preveda sì il risanamento necessario ad una moderna residenza ma ponga un deciso freno a quegli interventi che snaturano l'anima di una città: a questo proposito citiamo la proposta di legge che lo stesso Cervellati assieme alla associazione Bianchi Bandinelli ha messo a punto per la tutela della residenza.

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attacco agli alberi

CITTADINI AREA FIORENTINA
ATTACCO AGLI ALBERI
Per la maggioranza del Consiglio comunale 
gli alberi di Firenze non sono una risorsa ma un problema!
Alberi sul viale Gramsci a rischio di abbattimento

Pubblichiamo in proposito il comunicato stampa congiunto del Coordinamento cittadino tutela degli alberi e di Italia Nostra Firenze

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Lo scorso 8 novembre in Commissione Ambiente del Comune di Firenze è passata, con 9 voti a favore più i 3 astenuti dell'opposizione ed un solo emendamento, la mozione n.1798 per "un censimento delle alberature le cui radici alterano la pavimentazione stradale".
 
Tale esito non fa altro che confermare quanto già sospettato in occasione dell'incontro pubblico tenutosi circa 15 giorni fa al Teatro Reims per la presentazione del progetto linea 3 della Tramvia, contemplante l'abbattimento degli alberi che rendono oggi vivibile l'asse viario Viale Giannotti-Viale Europa: chi amministra e chi governa a Palazzo Vecchio considera le alberature urbane un problema ed un ostacolo, e non una risorsa ed un bene comune, un filtro per gli inquinanti, un antidoto alle temperature torride, etc. Inoltre, è altrettanto grave che siano gli alti dirigenti a dettare la linea politica al Sindaco e a decidere, senza alcuna competenza in merito, di cosa fare del verde pubblico.
 
Anche il Consiglio Comunale e i suoi organi di indirizzo come le commissioni sono relegati ad organi di mero supporto a quanto deciso da alti funzionari e dalla Giunta.
 
Ciò che attiene alla politica non compete ai tecnici dirigenti. A riprova di ciò, grande è stato l'imbarazzo che ha colto nell'aula del Consiglio Comunale l'Assessore Alessia Bettini al question time del 22 ottobre scorso. Ella ha dovuto ammettere gli errori, ripetuti e palesi, che i tecnici del Comune hanno compiuto classificando decine di alberi come pericolosi (vedasi DD 04900 del 6 luglio 2018), quando i tecnici che il Comune stesso aveva incaricato nel recente passato, dicevano che quegli stessi alberi erano solo da monitorare, ma erano sostanzialmente in buone condizioni (classi B e C). Tutto questo è attribuibile ad una semplice svista?
 
All'European Green Capital Award del 2018 ovviamente nessuna città italiana è stata candidata. Torino è una tra le città più alberate al mondo (unica italiana) secondo il Green View Index (2018). Firenze invece sembra essere in controtendenza con le green city policies del resto del Mondo.
 
Risulta veramente sconcertante che un Consiglio Comunale e il suo organo operativo in merito, cioè la Commissione Ambiente, invece di occuparsi del monitoraggio dei danni fatti dalle radici degli alberi alle sedi stradali, non senta il bisogno di analizzare il quadro sopra riportato, e non si preoccupi del fatto che in questa città esiste un semplice regolamento delle Alberature urbane approvato nel dicembre del 2016 che ancora oggi non ha un regolamento attuativo; non si preoccupi del fatto che questa città non ha un Piano del Verde richiesto dalle leggi che regolano il Governo del territorio e soprattutto non si preoccupi dei criteri con cui il Sindaco di Firenze dovrà rispondere all'obbligo, ormai non più eludibile, di redazione, entro la fine del presente mandato, del Bilancio del Verde Urbano di Firenze conformemente a quanto richiesto dalla Legge 10/2013.
 
Un'amministrazione che vede negli alberi un grave problema da eliminare e non una insostituibile risorsa sanitaria, ambientale e paesistica, non può che agire come sta agendo. I danni provocati dagli eventi meteorologici di questi ultimi giorni mettono sempre più in risalto come, a 180-200 km/h di velocità del vento, nessun albero, nessun traliccio metallico e forse nessun palo della Tramvia potrà resistervi! Purtroppo non è possibile il rischio zero, e tanto meno gestirlo, soprattutto quando la competenza sul verde pubblico è dispersa tra quartieri ed assessorati, senza una chiara e semplice trasparenza amministrativa, come è invece in altri Paesi europei.
 
Poiché come cittadini riteniamo invece che le alberature urbane siano un bene ed una risorsa per la vita, e che per affrontare i problemi della pericolosità delle piante in contesto urbano si debba ripartire da investimenti di risorse economiche ed umane mirate alla cura e all'accudimento delle stesse, chiediamo che la Commissione Ambiente indichi quanto prima, su queste problematiche,sedute aperte con i rappresentanti dei cittadini, che hanno da offrire suggerimenti e richieste in proposito. Noi siamo pronti ad accettare l'invito da domani.
 

Italia Nostra,  Firenze                  Coordinamento Cittadino Tutela Alberi
 
 
 

 










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domenica 11 novembre 2018

Geotermia elettrica: se un’energia non è pulita non deve essere incentivata


       geotermia elettrica: se un'energia non è pulita non deve essere incentivata

E' notizia recente, redatta dal Gruppo Intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) che già entro il 2030 la temperatura globale del nostro pianeta potrebbe crescere di 1,5 gradi C° rispetto ai livelli pre-industriali. Il rischio più grande che l'umanità sembra stia correndo sarebbe di arrivare in tempi relativamente brevi ad un punto di non ritorno sul fronte climatico con un conseguente aumento della frequenza e dell'intensità di fenomeni meteorologici estremi.
Pare ormai certo che bruciare combustibili fossili per tutte quelle attività umane che lo richiedono, per produrre ad esempio energia elettrica o per attività industriali o per muovere automobili, presenta un pesante risvolto della medaglia in termini ambientali, poichè va ad aumentare l'effetto serra con conseguenti immense ricadute a livello globale.
 
Leggiamo sulla stampa che i sindaci di diversi comuni della Toscana (come Loris Martignoni di Pomarance o Alberto Ferrini di Castelnuovo Val di Cecina) si sono detti molto preoccupati riguardo al fatto che Enel possa perdere gli incentivi di cui ha goduto fino ad ora. Soprattutto dal punto di vista dell'occupazione nel territorio, a loro dire grandemente dipendente dai posti di lavoro assicurati da Enel.
 
Ci auguriamo che il Ministero dell'Ambiente e la nuova compagine governativa prendano atto della gravità della situazione, scegliendo l'attuazione di politiche coraggiose ma necessarie, senza badare alle proteste di coloro che vantano meri, irresponsabili interessi di parte.
 
Speriamo che i recenti gravi fatti di emergenza meteorologica contribuiscano a convincere i nostri amministratori di quanto sia importante far prevalere saggezza e coerenza.
 
Comitato Difensori della Toscana
 

sabato 3 novembre 2018

basta l'autunno

CITTADINI AREA FIORENTINA
BASTA L'AUTUNNO A DISPERDERE IL DRAPPELLO DEI SI' TAV
Il presidio di consiglieri comunale, regionali e assessori del PD svoltosi il 30 ottobre davanti al cantiere della stazione Foster in via Circondaria
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Recentemente la Commissione Trasporti della Camera, nell'ambito della revisione del Contratto di programma tra Ministero delle Infrastrutture e RFI e in accordo con Regione e Comune di Firenze, ha deciso di procedere ad "una revisione del progetto della stazione in zona Belfiore-Macelli, redatto dal Gruppo Norman Foster & Partenrs e Ove Arup, al fine di contenerne drasticamente i costi di progettazione e realizzazione".
Anche se il consigliere regionale del M5S Giannarelli ha rivendicato l'atto parlando di "revisione totale della stazione Foster", in realtà non c'è niente di nuovo. Restano i fondi stanziati per il tunnel (dei quali almeno la metà già spesi) e resta l'hub treno-gomma nell'area ex Macelli, di cui si parla da due anni senza costrutto.

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti  Toninelli, intervenuto l'estate scorsa in due commissioni parlamentari, aveva annunciato di voler sottoporre "ad una revisione complessiva, che contempli anche l'abbandono del progetto" sia il potenziamento dell'aeroporto di Firenze, sia il Nodo Tav, ribadendo la necessita di una project review.

Per la verità in quell'occasione aveva anche sbloccato 47 milioni di euro per la realizzazione della linea 4 della tramvia, suscitando la soddisfazione dell'Assessore Giorgetti, ma accelerando improvvidamente, secondo noi, la cancellazione della tratta ferroviaria Leopolda-Cascine stazione, ricca di potenzialità, sostituendola con una inutile tranvia da Piagge a Leopolda.

Questo per dire che l'atteggiamento del Governo attuale non sembra poi così ostile alle infrastrutture su ferro fiorentine. Non lo è riguardo al sistema tranviario e nemmeno riguardo all'Alta Velocità (Torino-Lione a parte), della quale sembra sposare la filosofia di fondo (Milano-Roma in meno di tre ore). Forse per questo non si riducono i finanziamenti, non si cancella il tunnel e si accetta la cosiddetta mini Foster, senza alcun riguardo per le ripercussioni urbanistiche locali. Ci sembra insomma che l' "abbandono del progetto" non sia certo un'opzione e che le sole preoccupazioni del Ministero, nel portare a conclusione la revisione, siano lo stato di avanzamento dei lavori e l'impegno finanziario.

Ma come dicevano i latini: quos vult Iupiter perdere, dementat prius. ("a quelli che vuole rovinare, Giove toglie prima la ragione") e così il Sindaco (lo stesso che due anni fa definiva la stazione Foster " un incomprensibile spreco di denaro pubblico") diversi  assessori e consiglieri sono scesi in strada. Questo anche se i lavori sono fermi non certo per colpa del Governo attuale ma di una lunga catena di errori progettuali e amministrativi, aggravatasi dal 2012 per la questione non risolta delle terre, per i gravi casi di corruzione, per i procedimenti giudiziari che hanno anche interessato esponenti di primo piano di quel partito oggi raccolto dietro ad uno  striscione.

Ultimo macigno sull'opera sono state le difficoltà dell'impresa costruttrice subentrata, il gruppo Condotte, che ha dovuto chiedere un concordato in bianco per evitare l'assalto dei creditori, mentre il suo amministratore delegato finiva indagato per una brutta storia di tangenti in Sicilia. Buchi di bilancio, licenziamenti e stipendi non pagati da mesi sono stati purtroppo il corollario di questa situazione.

Così Firenze è finita in ostaggio di due cantieri aperti ma fermi, a Campo di Marte e nell'area ex Macelli.  Lungo i nove chilometri del Passante AV nel Nodo fiorentino (del quale i nostri amministratori favoleggiano la realizzazione al 50%), non è stato scavato nemmeno un centimetro di tunnel. Tanto meno si scaverà prima delle prossime elezioni amministrative.

Dopo una buona mezz'oretta di presidio comunque un grosso scroscio d'acqua ha interrotto l'avventura degli "oppositori", costringendoli a rifugiarsi nella vicina pasticceria.

IN ATTESA DEL RESPONSO DEL MINISTERO E MESSE DA PARTE LE CHIASSATE, LA CITTA' NON PUO' CHE RIPARTIRE DA UN SERIO DIBATTITO PUBBLICO SULLA SISTEMAZIONE DEL NODO FERROVIARIO. VEDI AD ESEMPIO: Alta Velocità, si dibatte.

ANCHE ALLA LUCE DELLE NUOVE LINEE TRANVIARIE REALIZZATE E  IN PROGRAMMA, E DELLA CONSEGUENTE GENERALE CRISI DELLA MOBILITA' CITTADINA.






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treni in citta'

CITTADINI AREA FIORENTINA
TRENI IN CITTA': MENO VERDE,  MENO ACCESSIBILITA', ZERO RIQUALIFICAZIONE
La tramvia all'angolo fra via Vittorio Emanuele II e piazza Dalmazia

Del flusso di annunci scaturiti in questi giorni dall'Amministrazione comunale sui prolungamenti delle linee tranviarie, ci restano in mente alcune parole dette ed altre non dette.

Le prime sono quelle dette da Giacomo Parenti, Direttore Generale del Comune di Firenze, in occasione di un'assemblea tenutasi il 15 ottobre, alla presenza dei sindaci di Firenze e Bagno a Ripoli e dell'Assessore Giorgetti.
Parenti, riferendosi alla (cattiva) sorte degli alberi del viale Giannotti per il passaggio di questa vera e propria ferrovia urbana, ha affermato che "tendenzialmente gli alberi di Firenze sarebbero stati tutti abbattuti ugualmente, in quanto pericolosi e vetusti", estendendo il verdetto di condanna a morte a tutte le alberature dei viali.

Le seconde sono quelle di Stefano Giorgetti, Assessore ai lavori pubblici e grandi opere il quale, nella sua comunicazione al Consiglio comunalenon ha detto che la rete aerea delle tramvie continuerà ad esserci nel Centro storico (fino a P.za S. Marco), né che la linea 3.2 a batteria e quindi senza rete aerea, esigerà comunque l'abbattimento di tutti gli alberi dei viali da P.za della Libertà fino al lungarno.

Da tutto ciò emerge molto chiaramente quale destino intendono riservare (e in parte già hanno riservato) i nostri 'vandali in casa' per la 'culla del Rinascimento'.

  • Vorrebbero continuare l'assalto al patrimonio verde con gli abbattimenti delle specie autoctone sostituendole con peri cinesi i quali, se sopravvivono, non avranno lo stesso effetto ecologico, oltre che estetico, dei precedenti. Con buona pace dell' Assessora all'Ambiente Alessia Bettini, il cui parere in merito non risulta anche in questo caso pervenuto.

  • Non contenti di quanto hanno combinato nelle due piazze della Stazione e dell' Unità, vorrebbero continuare a devastare lo spazio monumentale e pubblico con equipaggiamenti di tipo ferroviario, con pali e fili nel cuore del Centro storico fino a Piazza S. Marco. Secondo un consigliere dell'opposizione  i pali sarebbero 6 in P.za S. Marco, 7 in via La Pira, 2 in via Cavour, salvo sconti che potrebbe ottenere una timida Soprintendenza.

  • La "Tram di Firenze s.p.a." si prenderà anche il Ponte da Verrazzano (tanto c'è già) lasciando ad autobusautomotociclifurgonicamionambulanzevigili del fuoco, ecc. il nuovo ponte (futuro) e trasformando le vie adiacenti in camere a gas.

  • Si distruggerà, a partire dal 2020, la tratta ferroviaria Leopolda – Cascine, potenzialmente collegabile a bacini molto ampi, con l'inutile linea 4, che porterà gli elettori (pardon i passeggeri) da le Piagge a Porta al Prato, per farli poi salire su un'affollata linea 3.1 fino alla stazione.

  • Si prevedono estenuanti prolungamenti tranviari nella Piana, tutti da progettare, per Sesto F.no e Campi B.zio, mentre anche Scandicci vuole la sua estensione verso Pontignale, ma non verso Torregalli.

  • Continuerà il caos nella circolazione non solo per le auto ma anche per bici e pedoni a causa dei continui ripensamenti, per la lunghezza dei tempi semaforici, per mancanza di parcheggi e del benché minimo piano della mobilità e per non aver voluto riconoscere l'esistenza di una mobilità di utilità che non si può ridurre.

  • La situazione potrebbe diventare catastrofica con l'entrata in esercizio della linea 2 che avverrà, stando a quanto annuncia l' ineffabile Giorgetti,  in coincidenza con le festività natalizie,




Piazza dell' Unità d' Italia
Angolo tra viale Belfiore e via Guido Monaco

Angolo tra viale F.lli Rosselli e via Jacopo da Diacceto

E' UN' EMERGENZA PARAGONABILE AI MOMENTI PIU' BUI DELLA STORIA DI FIRENZE

L'Amministrazione Nardella sta dando prova di una straordinaria incompetenza e cerca di nasconderlo rincorrendo affannosamente i finanziamenti europei e seppellendoci di annunci.
Ma manca il controllo sulle conseguenze di questa infrastruttura, che viene invece completamente delegato alla società tranviaria.

Se vogliamo impedirgli di continuare a nuocere però occorre che la cittadinanza attiva e tutte le forze dell' opposizione superino ogni pregiudizio ideologico: la tramvia è solo una modalità di trasporto, non è né di destra né di sinistra. Può essere solo fatta bene o fatta male.

MA SOPRATTUTTO RITENIAMO CHE LA CONDIZIONE SINE QUA NON PER LA PROGETTAZIONE E L'ESECUZIONE DI OPERE DI QUESTA RILEVANZA SIA LA DEFINIZIONE PARTECIPATA DI UN PIANO DELLA MOBIOLITA' SOSTENIBILE A SCALA URBANA E METROPOLITANA.

















































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