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giovedì 17 gennaio 2013

Falscaia: Diossina nel Baccatoio, a processo l'inceneritore

Rigettati i rinvii formali, la prossima udienza discuterà l'ammissione delle parti civili
Lo striscione appeso fuori dal Tribunale
Gli ambientalisti all'ingresso del Tribunale
Lo striscione appeso fuori dal Tribunale
Gli ambientalisti all'ingresso del Tribunale 
 
VIAREGGIO - Si è svolta stamani nel tribunale di Viareggio, la seconda udienza del "processo Falascaia". In aula non era presente nessuno dei cinque imputati, tutti dipendenti di alto livello - all'epoca dei fatti - della società Tev Spa. Per loro l'accusa è, in sostanza, aver inquinato il torrente Baccatoio che scorre di fianco all'inceneritore con le acque di scarico contaminate. Diossina e altre sostanze sono state trovate durante l'analisi delle acque del torrente, prelevate alla foce distante tre chilometri dall'impianto. In apertura, la giudice Valeria Marino ha rigettato la richiesta di rinvio avanzata dagli avvocati dei cinque imputati; poi ha respinto la richiesta di oblazione, anch'essa giunta in modo unanime dalla difesa. Alla fine si è potuto dare il via alla costituzione di parte civile dei circa 150 cittadini e di alcune associazioni ambientaliste. Stessa cosa hanno fatto tre Enti pubblici: il Comune di Pietrasanta, il Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli e la Regione Toscana. Assente la società Gaia Spa che invece avrebbe potuto costituirsi.

A rappresentare l'accusa c'era il pubblico ministero della procura di Lucca Lucia Rugani, che ha svolto le indagini e ha imposto il sequestro dell'impianto nel luglio del 2010. Da allora l'inceneritore non è più tornato in funzione. Le parti hanno discusso, in un primo momento, della notifica a Francesco Sbrana, amministratore delegato di Tev fino al 2008. La sua posizione è già stata stralciata ma sembrava comunque che ci fosse un nuovo difetto di notifica. Superato il primo scoglio, la giudice Marino ha rigettato l'offerta di pagamento che tutti gli avvocati della difesa hanno presentato. Non è possibile quantificare l'importo del danno, ha risposto la giudice, perciò si va avanti. Sarà il dibattimento a far emergere l'entità dell'inquinamento e la gravità dei comportamenti criminosi che vengono addebitati agli imputati.
Uno dopo l'altro i sette legali che rappresentano le parti offese, hanno consegnato gli atti della costituzione di parte civile. Tanti cittadini che vivono nei dintorni, ma anche residenti in altri Comuni della Versilia, hanno voluto essere nel processo per chiedere giustizia per un reato che colpisce un bene prezioso come l'acqua. Numeroso anche il pubblico, formato da attivisti della Rete ambientale della Versilia, del Movimento 5 Stelle e del Cantiere Sociale. E ci sono stati anche momenti di confronto acceso fra la giudice e i legali della difesa, in merito alla calendarizzazione delle udienze. "Questo processo deve trovare una data entro i primi di febbraio" ha insistito la giudice Marino quando Roberto Losengo - legale di Stefano Danieli - ha iniziato ad elencare i propri numerosi impegni. Alla fine la prossima udienza è stata fissata al 15 febbraio.
Chiedeva invece cinque giorni di tempo per ogni persona e associazione costituitasi, l'avvocato Perla Sciretti che difende Enrico Friz, amministratore delegato di Tev dal 2008. Gli avvocati vaglieranno ogni nome e luogo di residenza perché, come ha anticipato Sciretti, "occorre definire meglio il concetto di essere domiciliati nei pressi dell'inceneritore". "E' possibile che non vengano accettate le parti civili che abitano distanti dall'impianto" ha spiegato Franco Zucchero, il legale dell'Associazione tutela ambientale della Versilia. Le altre associazioni che intendono far parte del processo sono il Wwf, gli Amici della Terra e l'Associazione per la salvaguardia e la difesa della salute onlus.
Tutti i difensori hanno puntualizzato le date di dimissioni dei loro assistiti dal rapporto con Tev, società da cui la multinazionale Veolia ha rilevato il settore dei rifiuti nel 2007. Tutti hanno smesso prima del 2010, tranne Danieli che però adesso si è trasferito nel lontano Azerbaigian. Un calendario delle udienze incalzante serve anche a scongiurare il rischio della prescrizione. I reati presunti sono stati commessi nel mese di gennaio del 2010 e quindi, ha spiegato l'avvocato Alessio Menconi che rappresenta due associazioni e 116 cittadini, si prescrivono nel 2015. Restano due anni pieni per arrivare ad una sentenza.
Queste le date delle prossime udienze: 15 febbraio, 5 e 19 aprile, 10 maggio, 13 giugno, sempre alle 10:30

(notizia arrivata da Co.AS.Ver.)

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