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mercoledì 14 marzo 2012

Effetti della Conferenza Paritetica a Casole d'Elsa

Sembra ...

                  Sembra che nel corso dell'assemblea pubblica di lunedì 12 marzo sull'esito della conferenza paritetica, il sindaco di Casole d'Elsa abbia pubblicamente interrogato (con modi poco urbani) un cittadino membro dell'associazione Casolenostra, interpellandolo con nome e cognome a proposito del ricorso al TAR per la questione san Severo.

Il cittadino sembra essere stato pubblicamente additato come responsabile dell'esercizio del suo legittimo diritto (sancito dalla legge urbanistica toscana) di apporre la firma sulla richiesta della conferenza paritetica, richiesta peraltro approvata sia dal garante della comunicazione della Regione Massimo Morisi che dall'assessore all'urbanistica Anna Marson.


Curiosamente non è stata trovata alcuna delibera di giunta, né un solo articolo del regolamento comunale, che conferisca al sindaco il potere di interrogatorio pubblico a proposito di questioni legali che riguardano un'associazione ambientalista, un gruppo di costruttori e un atto amministrativo della giunta precedente.
E' anche noto come il sindaco di Casole d'Elsa non possa trattare questioni riguardanti il gruppo di costruttori coinvolti nel ricorso in quanto, per sua stessa ammissione in consiglio comunale, è stato consulente di quella società per un tempo molto lungo. E infatti quando la giunta delibera questioni riguardanti quella società, il sindaco è costretto, per evitare il conflitto d'interessi, ad uscire dall'aula.

Meno correttamente, nel corso dell'assemblea pubblica indetta dal comune, sembra che l'ex consulente della società coinvolta nel procedimento del TAR abbia interrogato pubblicamente una persona che era andata per ascoltare, con toni che mal si addicono ad un sindaco, su una questione privata della quale il primo cittadino non può parlare senza cadere in un grave conflitto di interessi.
Sembra anche che i pochi cittadini presenti abbiano espresso sussurrando un certo disagio al pensiero di pagare con le proprie tasse lo stipendio ad un sindaco che utilizza la propria posizione per tentare di interrogare pubblicamente i cittadini su questioni legali personali (il fatto che queste possono coinvolgere la precedente amministrazione non autorizza l'interrogatorio).
Sembra poi che il cittadino interrogato, per non costringere il prefetto ad occuparsi ancora una volta dei comportamenti del suo sindaco, e per evitare a questi il disagio del conflitto di interessi, abbia risposto con un educato e silenzioso sorriso.

Sembra però che il sindaco non abbia colto questo atto di estrema cortesia, e con una certa ingratitudine, abbia continuato a "infastidire", per usare un eufemismo, quella stessa persona con espressioni poco gentili, un po' come fanno gli amanti respinti che ossessionano le ex con i propri sms romantici.

Sembra anche che nel corso dell'assemblea, il sindaco di Casole d'Elsa, forse confuso dal gelido silenzio causato dal suo comportamento, abbia cercato di uscire dall'imbarazzo definendosi, per la sua azione politica, il predecessore di Mario Monti. Un'affermazione che ha lasciato esterrefatti i suoi stessi compagni di giunta, anche se pare che i più vanitosi cercassero di individuare il proprio corrispondente ministro.
Sembra inoltre che il primo cittadino si sia lasciato sfuggire che le aree edificabili di Pievescola erano state previste come compensazione per una società di costruttori.

Compensazione di cosa? E' forse il suolo o il paesaggio una moneta o una merce di scambio da dare in compensazione e non piuttosto una risorsa di tutti?
Quali colpe hanno commesso gli abitanti di Pievescola nei confronti dei costruttori da doverli compensare con una delle loro principali risorse economiche?
Non sembra sia stato detto, nell'assemblea.

Sembra inoltre che la sintesi dell'assemblea sia che la variante al piano strutturale dovrà essere riadottata e riapprovata in consiglio comunale, in quanto le modifiche incidono sul dimensionamento delle aree.
Questa sconfitta della giunta, che sostanzialmente è riuscita a buttare via quasi tre anni di governo (difficile trovare analogo comportamento nell'operato di Mario Monti) spiega forse perché l'assemblea pubblica sia stata indetta di lunedì sera alle 21, un orario che garantisce senza errore la sala vuota.
E difatti sembra che all'assemblea pubblica, se si escludono i membri della giunta obbligati a partecipare e qualche parente stretto, abbia partecipato circa lo 0.1% della popolazione, vale a dire solo 5 (cinque) persone.

Sembra…

Bisogna usare la parola "sembra" perché i cittadini presenti all'assemblea erano troppo pochi, distratti ed annoiati dall'ascolto della solita solfa, per poter mettere insieme informazioni più nitide, e anche perché risulta pressoché impossibile ottenere qualsiasi informazione dai cittadini silenziosi, che come stizzosamente affermato dal sindaco, hanno il dono della scrittura, ma non quello della parola.

Ed è noto che in una una cultura dominata dalla televisione degli Sgarbi e dei Minzolini, chi non è in grado di alzare la voce ed aggredire verbalmente gli altri viene considerato un disadattato.

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