CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI-FIRENZE
CATENE CONTRO IL "METODO RENZI"
Il recente episodio di Maurizio Toma, un ex candidato della Lista Renzi, che si incatena davanti agli uffici di via Andrea del Castagno sede dell'Urbanistica, con l'accusa "nulla è cambiato", ci deve far riflettere sulla distanza che si sta producendo fra le affermazioni del Sindaco, che cerca di promuovere sé e il suo operato (di recente con la lettera che sta arrivando a tutti i fiorentini sponsorizzata da privati), e la realtà percepita dai cittadini.
Al di là degli episodi di corruzione spicciola, come quello del dipendente che è stato beccato mentre intascava una mazzetta da 1.000 euro, l'impressione è che si sia cambiato molto per far sì che nulla cambi.
Dopo l'assunzione diretta da parte di Renzi delle deleghe all'Urbanistica, è stata la volta della dott.ssa Meucci ad assumerle. Non certo un personaggio nuovo visto che fin dall'epoca Domenici/Biagi/Formigli è membro stabile della Commissione Urbanistica. La sua formazione è giuridica e si trova a suo agio nelle riunioni di Consiglio e di Commissione e più che intervenire sul merito il suo ruolo sembra quello di impedire che la Procura provochi troppi danni alla Giunta Renzi. Le cosiddette "norme antiquadra", come del resto il "piano a volumi zero", sono nient'altro che specchietti per le allodole (basti pensare che ad oggi non hanno trovato applicazione).
E' vero che il vecchio dirigente dell'Urbanistica è stato prima spostato all'Edilizia Privata e poi addirittura mandato ad altra Direzione, ma le modalità con cui sono stati attribuiti i due posti resisi liberi lasciano molti dubbi. Renzi, che con semplice nomina ha promosso una decina di funzionari a dirigenti a tempo determinato, alcuni provenienti dalla Provincia, altri interni al Comune, per l'Urbanistica ha voluto fare due selezioni aperte anche all'esterno, con presentazione di curricula ed eventuale colloquio.
Nella prima selezione l'incarico per il Servizio Pianificazione è stato attribuito all'arch. Fanfani, la quale però già da molti mesi svolgeva le mansioni di dirigente in quanto "nominata" direttamente senza concorso: la selezione si poneva quindi come "sanatoria" di una situazione già predefinita, e si era resa indispensabile per ricorsi al TAR effettuati da alcuni interessati. Il bando richiedeva l'esperienza non già dei meccanismi urbanistici di cui alla legislazione vigente, ma di esperienze pratiche in Piani strutturali e Regolamenti urbanistici (ai quali per l'appunto l'arch. Fanfani aveva collaborato nel Comune di Montevarchi). In questo modo chi aveva lavorato a Piani Regolatori Generali, magari nel Comune di Firenze, veniva automaticamente escluso, come se la materia del PRG fosse del tutto diversa da quella dei nuovi strumenti regionali.
Il bando per la seconda selezione, quella per l'Edilizia privata, conteneva invece una clausola alquanto singolare, dal momento che il requisito era una esperienza nel settore di almeno due anni. Come mai così poco si chiedevano i funzionari che avevano chi dieci, chi venti o più anni di esperienza? Forse perché chi era destinato a quell'incarico aveva per l'appunto solo due anni di esperienza? Nessuna considerazione effettiva dei curricula presentati, a cui non è stato attribuito neppure un punteggio sulla base dei risultati raggiunti.
Bene, quello che vogliamo dire è che parlando di corruzione si devono anche considerare le modalità con le quali vengono organizzati gli uffici e gli avanzamenti di carriera. Se non si riconosce il merito documentato, allora non c'è trasparenza e l'opacità diventa corruzione a tutti gli effetti anche nella gestione quotidiana di pratiche e richieste dei cittadini, come peraltro è stato denunciato anche dal presidente dell'Ordine degli Architetti. La scarsa competenza degli uffici, la selezione delle richieste in base al colore politico del proponente, la mancanza di figure-chiave per la delicatissima gestione dei rapporti pubblico-privato, fanno il resto. Progetti abortiti dopo anni di discussioni (come la Manifattura Tabacchi ), appalti finiti nel nulla (come quello che riguarda l'area ex-FIAT di viale Belfiore), proposte di cui non si sa chi sia l'ideatore, come quella del nuovo stadio alla Mercafir. E appunto richieste di colloquio disattese per anni, come è il caso appunto di Maurizio Toma, Presidente del Comitato per la tutela del patrimonio paesaggistico e ambientale del Galluzzo il quale per avere una risposta a quesiti posti su uno degli "immobili Quadra" più noti, quello di via Silvani, ha dovuto incatenarsi ai cancelli dell'Ufficio.
Ma davvero questo propugnato da Renzi è il nuovo che avanza?
E se, a proposito di riforma del mercato del lavoro, "nessuno tocca gli statali" non sarà perché la politica è diventata il nuovo padrone degli Enti pubblici e ogni sindaco mette i suoi fedelissimi a capo delle strutture dell'ente, escludendo così la possibilità di un avvicendamento nel lavoro realmente efficace e moderno?
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