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venerdì 14 agosto 2015

Ecco perché 12 inceneritori sono solo costosi e inutili di Enzo Favoino

14 agosto 2015 alle ore 7.18 di Virginia Brescia

 

Un esperto (ndr. Enzo Favoino*) smentisce la tesi del ministro Galletti (“senza nuovi impianti non restano che le discariche”): ideologica e fuori dal dibattito scientifico.

 

"A ben vedere, sembra proprio che gli inceneritori previsti da un dlgs dello Sblocca Italia, non siano poi tanto necessari. Nonostante ieri, sul Fatto Quotidiano, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti abbia citato la necessità di evitare procedure di infrazione Ue e di offrire un’alternativa alle discariche, si può fare a meno di bruciare i rifiuti. Per tanti motivi.

Bruciare non è necessario

Non per evitare le sanzioni. L’Ue in realtà, ci sanziona non perché mancano inceneritori, ma per il mancato rispetto dell’obbligo di pretrattamento del rifiuto che va in discarica. “Il Decreto proposto – spiega Enzo Favoino, ricercatore della Scuola agraria del Parco di Monza ed esperto che lavora con le istituzioni europee e diversi governi nazionali nella definizione delle strategie di settore – considera invece l’incenerimento come necessario”. Ma è solo uno dei pretrattamenti possibili, quello con i tempi più lunghi di realizzazione e il più esigente in termini di risorse finanziarie, quattro volte superiori rispetto agli impianti di trattamento a freddo. Costa tanto e richiede garanzie per il ritorno degli investimenti. “Se vengono meno, c’è un rischio finanziario per i costruttori privati. Così, per sfamare gli inceneritori, le amministrazioni pubbliche devono rallentare i programmi di espansione della raccolta differenziata oppure incorrere in penali nei casi di contratti ‘vuoto per pieno’, spesso adottati a garanzia, che costringono a conferire all’incenerimento tonnellaggi prefissati per garantire il ritorno dell’investimento iniziale”.

I termovalorizzatori non sono l’unica alternativa

Ci sono gli impianti di trattamento a freddo, con recupero di materia dal rifiuto. Si combinano sistemi di selezione e stabilizzazione biologica: “Questo consente in seguito di convertire i rifiuti: trattare l’organico pulito per farne compost e i materiali provenienti dalla raccolta differenziata per valorizzarli sul mercato delle materie di recupero. E consente, poi, quella flessibilità che permette la crescita progressiva della differenziata”, dice Favoino. Ma la precondizione è una buona raccolta dell’organico, in grado di rendere il rifiuto residuo meno ‘sporco’ e più lavorabile: “In Italia questa condizione c’è e va diffusa dovunque. I modelli di raccolta dell’organico italiani sono i più efficienti, tanto da essere stati esportati in vari altri Paesi”.

Non è vero che bruciare alla fine riduce le discariche

La critica mossa ai sistemi di smaltimento alternativo è di non riuscire ad evitare la discarica, ma anche l’incenerimento ha bisogno di discariche. Spiega Favoino: “Anzi, due tipologie di discarica: per le ceneri volanti e per le scorie. Ci sono invece distretti in cui il rifiuto che arriva in discarica è minimo grazie al lavoro a monte”. Come si fa? “Con l’ottimizzazione continua della raccolta differenziata, i programmi di riduzione di produzione dei rifiuti, l’introduzione dei sistemi di tariffazione puntuale”. Ma questo richiede appunto quella flessibilità che viene messa a rischio dalla presenza di inceneritori sul territorio. 

La Ue non finanzierà più discariche e incenerimento

“È facile prevedere una forte stretta nella concessione di finanziamenti a inceneritori e discariche, a cui finora è andata gran parte dei fondi strutturali. Un’opzione già valutata da Europarlamento e Commissione”, commenta Favoino. L’idea è che tali finanziamenti comportino un sovvertimento delle priorità nella gestione dei rifiuti. Non solo: “C’è anche il parallelo restringimento dei sussidi alla produzione energetica da incenerimento. La conseguenza è un aumento delle tariffe per i conferimenti dei rifiuti agli inceneritori”.

In alcune parti d’Europa si brucia più che in Italia

“È vero, ma ora c’è una ampia riflessione: ad esempio la Danimarca, che può essere considerata un modello per le politiche di sostenibilità nei trasporti e nella produzione energetica, non lo è nella gestione dei rifiuti visto il ricorso all’incenerimento. Questo le ha creato difficoltà a rispettare gli attuali obiettivi Ue di raccolta differenziata, a maggior ragione quelli (più elevati) in corso di definizione”. Anche per questo, il governo danese ha adottato una strategia nazionale chiamata “incenerire di meno, riciclare di più”, per riallineare il Paese alle indicazioni provenienti dal dibattito in Ue e dal quadro geopolitico: “Ecco – conclude Favoino – è paradossale che mentre altrove si programma una progressiva exit strategy per riallinearsi al tema della ‘Economia Circolare’, in Italia si pensi a realizzare altri inceneritori anziché esportare modelli virtuosi di raccolta differenziata già ampiamente diffusi sul territorio, che in tanti distretti “Rifiuti Zero” hanno portato ai record mondiali di minimizzazione del ricorso alla discarica, senza incenerimento".

 

Redazione FQ 14 agosto 2015


FONTE: https://www.facebook.com/notes/gabriele-stornellatore-lanzi/ecco-perch%C3%A9-12-inceneritori-sono-solo-costosi-e-inutili/10153528307464629

 

* Enzo Favoino -Scuola Agraria del Parco di Monza | Viale Cavriga 3, 20052 Monza (MI) |E-mail: enzofavoino@alice.it
Enzo Favoino, opera dal 1990 in qualità di tecnico e ricercatore presso la Scuola Agraria del Parco di Monza, un centro di ricerca che ha avuto un ruolo fondamentale in Italia ed Europa per lo sviluppo ed il consolidamento delle pratiche di raccolta differenziata, riciclaggio, compostaggio, riduzione. Assieme ai colleghi, ha progettato, realizzato e coordinato diversi programmi operativi nel settore della gestione sostenibile dei rifiuti, sviluppando strategie innovative per l’organizzazione dei circuiti di raccolta.
Da tempo ha portato le competenze e conoscenze sviluppate anche in ambito internazionale, operando per la definizione di strategie di sostenibilità, la realizzazione di circuiti pilota di raccolta differenziata e compostaggio, la definizione della legislazione di settore, la formazione di tecnici e decisori. E’ tra i fondatori dell’ECN (European Compost Network) ed è attualmente il coordinatore del Comitato Scientifico del Centro di Ricerca Rifiuti Zero. Per il ruolo innovatore nei sistemi di raccolta differenziata e riciclaggio, nel 2007 Favoino è stato inserito tra i 50 “Pionieri del Riciclo” scelti a livello nazionale, ricevendo il relativo premio. (fonte: http://www.rifiutizerocapannori.it/rifiutizero/comitato-scientifico/).

 



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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 8/14/2015 03:49:00 PM




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