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sabato 23 novembre 2013

CONDANNE ECCELLENTI








CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

 

 

CONDANNE ECCELLENTI E CAPRI ESPIATORI

 
Una calzante vignetta di Sergio Staino

Le cronache giornalistiche dei giorni scorsi ci hanno informato delle condanne del Tribunale di Firenze sul caso “Quadra” a seguito dell’indagine giudiziaria denominata “Mani sulla città” per eventi verificatisi durante la Giunta Domenici.

Sono stati condannati in primo grado per abuso edilizio, corruzione e truffa (esclusa dai giudici l’associazione a delinquere) molti personaggi “eccellenti”: l’allora Presidente dell’Ordine degli Architetti, l’ex capogruppo PD (già presidente della Commissione urbanistica comunale), alcuni dei più noti imprenditori edili toscani.

 

Per ciò che riguarda il Comune, condanne ancora più severe al geom. Ciolli e al geom. Benedetti, dipendenti dell’Edilizia privata, e al geom. Vinattieri dipendente part time dell’Ufficio sport.

Tuttavia da quanto già emerso e soprattutto dai resoconti delle intercettazioni utilizzate per l’indagine e il rinvio a giudizio, emergono anche inquietanti responsabilità di ordine politico, in particolare quelle di dirigenti, direttori e assessori, presidenti e membri della Commissione urbanistica.

 

Davvero nessuno di coloro che dovevano controllare i dipendenti, si era accorto dei traffici che quotidianamente si svolgevano all’interno degli uffici dell’Urbanistica? Davvero quei geometri a disposizione di alcuni professionisti ed imprenditori potevano farlo in modo continuato e disinvolto se non fosse stato per un clima di lassismo generalizzato causato dalla degenerazione etico-politica dei vertici.

 

Del resto i volti dell’ex Presidente dell’Ordine Riccardo Bartoloni e dell’ex capogruppo PD Alberto Formigli erano noti da tempo all’interno degli uffici dell’Urbanistica e non per normali attività connesse al loro ruolo. Risale infatti alla Giunta Primicerio un incarico a dir poco singolare: con Ordinanza sindacale del ‘95 viene istituito un gruppo di lavoro per la revisione delle norme tecniche di attuazione già predisposte dai funzionari assieme al consulente precedentemente incaricato dalla Giunta Morales (PRG adottato nel ‘93) e ritenute troppo rigide. A tale gruppo partecipavano il Responsabile del Settore Pianificazione del Territorio in qualità di coordinatore, il Responsabile del Settore Avvocatura e, in luogo dei tecnici comunali, alcuni rappresentanti degli ordini professionali fra cui spiccava Bartoloni.

 

Quest’ultimo in particolare non tardò a diventare frequentatore abituale degli uffici, sempre in compagnia del geom. Formigli, prima per “rivedere” le norme del PRG (nonché contestualmente quelle del Regolamento Edilizio: vicenda a suo tempo da noi denunciata con un convegno pubblico e un quaderno intitolato “Le regole per abusare”) adeguandole alle esigenze di una maggiore edificabilità (sindaco Primicerio), poi per promuovere i propri progetti (sindaco Domenici), mettendo in essere un formidabile conflitto di interesse nonché cortocircuito fra professionisti, Ordini professionali, politici e Comune.

 

La maggior parte degli interventi della famigerata “Quadra”, specializzata in demolizioni e ricostruzioni nelle corti degli isolati, si è fondata su un “equivoco” macroscopico: considerare gli edifici situati nelle corti come demolibili e ricostruibili. E ciò basandosi su una norma riguardante gli edifici classificati A6, (quelli incompatibili col tessuto edilizio), per i quali era ammessa la demolizione e ricostruzione nel rispetto degli allineamenti stradali in quanto evidentemente situati lungo le strade (e non nelle corti). In realtà gli edifici situati nelle corti erano quelli classificati A7, demolibili senza ricostruzione, ma nessuno, neppure i membri della Commissione urbanistica (fra cui allora compariva l’attuale assessore all’urbanistica Titta Meucci), se ne era accorto.

 

Anche le cosiddette “norme antiquadra”, approvate successivamente a seguito dello scandalo edilizio fiorentino, oltre ad essere arrivate troppo tardi, quando il danno era già fatto, hanno contribuito a pasticciare ancora di più la normativa senza sancire con chiarezza l’inedificabilità delle corti.

 

I geometri, seppur giustamente condannati per lo scambio di favori, appaiono capri espiatori rispetto a chi, allora al potere, pur penalmente non perseguibile, consentì quelle operazioni disastrose dal punto di vista amministrativo-urbanistico e deleterie per l’immagine che l’Ente pubblico offriva di sé. Compresi gli sguaiati epiteti telefonici riferiti ai cittadini che protestavano per quegli scempi.

 

Queste prime condanne in sede giudiziaria ci dicono che non si è ancora fatta chiarezza sulle responsabilità politiche di un intero gruppo dirigente che ha governato e continua in gran parte a governare Firenze. 

 

Un gruppo dirigente che non è stato capace di vedere e fronteggiare chi stava mettendo “le mani sulla città”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 















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