Comitato difensori della Toscana
Speculazione e inquinamento da geotermia: i cittadini dicono no
Il resoconto dell'incontro di
Casole. Minacciato lo sciopero del voto.
CASOLE
D’ELSA. Un sabato pomeriggio dedicato all’approfondimento delle tematiche
ambientali per i cittadini che si sono riuniti al Centro Congressi di Casole
D’Elsa. Il tema in discussione era la geotermia. La riunione di Casole è stata
la quarta di una serie di conferenze promosse dalla Rete Nogesi ( No Geotermia
Speculativa Inquinante) che si stanno svolgendo in diverse aree geografiche di
Toscana, Umbria e Lazio, regioni interessate da numerosi progetti di geotermia
industriale.
Il sindaco
Piero Pii ha portato i suoi saluti e ha ricordato, in sintonia con i Comitati
per la difesa del territorio, come sia necessario oggi dover salvaguardare il
paesaggio, a maggior ragione per un Comune come Casole d’Elsa, sia per favorire
l’economia locale, sia per rilanciare l’occupazione. Informava poi i presenti
di come una grande società internazionale del settore turistico, dopo aver
valutato l’integrità e la bellezza del territorio di Casole, abbia recentemente
deciso di investire in loco. La considerazione conclusiva era che i posti di
lavoro creati dal turismo e dall’agricoltura di qualità superano in quantità di
gran lunga i pochi posti di lavoro offerti dalle centrali geotermiche e Casole
oggi deve puntare principalmente sulla conservazione del paesaggio e sulla qualità
della vita.
Il geologo
Luigi Micheli ha elencato e commentato una serie di documenti e pubblicazioni
che spiegano la correlazione esistente tra produzione geotermica e
modificazione dei livelli delle falde idriche, fenomeno approfondito con molte
ricerche in Amiata, ma ancora poco studiato nella zona geotermica di Larderello
e dintorni dove sono in funzione ben 30 centrali. La proiezione finale di
un’antica immagine testimoniante l’abbondante quantità d’acqua che si poteva
ammirare un tempo in località I Lagoni prima dell’industrializzazione dell’area
ha lasciato pochi dubbi in sala.
La
proiezione del cortometraggio “ la geotermia elettrica
industriale ” realizzato
dalla videomaker Carla Pampaluna, attivista del Comitato No Geotermia
Valdera, ha mostrato in pochi minuti e in modo chiaro le criticità di una fonte
energetica che, da sempre spacciata come energia pulita e rinnovabile, rischia ora
di invadere e danneggiare l’11% del territorio toscano.
Carlo
Galletti di Legambiente Valdera ha parlato delle emissioni di CO2 e ha
illustrato dati preoccupanti riguardanti le sostanze inquinanti prodotte e i
materiali utilizzati e smaltiti sotto forma di rifiuti pericolosi dai gestori
delle centrali geotermiche. Certo è difficile credere ancora che si tratti di
energia pulita se consideriamo che tra le sostanze emesse dalle centrali
appaiono imponenti quantità di mercurio, arsenico, ammoniaca, ecc. per non
parlare delle tonnellate di acido cloridrico, acido solforico e soda caustica
che vengono utilizzati, dati ufficiali riportati nelle dichiarazioni ambientali
Emas della stessa Enel.
Hanno
lasciato senza parole le cifre in euro degli incentivi che vengono
versati a Enel per la produzione di energia elettrica da fonte
geotermica: nel 2016 ben 610,362 Milioni di €, pagati prelevando i soldi dalle
bollette dei cittadini. Molti di più ne verrebbero dati a chi
intende costruire nuove centrali, pilota o regionali che siano. Pino Merisio,
di SOS geotermia, è stato categorico nell’affermare che “ appare evidente la
necessità di una revisione delle politiche degli incentivi che preveda
l’eliminazione degli incentivi per gli impianti geotermoelettrici
che non sono né rinnovabili né puliti e la necessità di investire
sull’efficienza energetica, sul risparmio e su altre fonti energetiche
rinnovabili più rispettose dell’ambiente”.
Ha concluso
gli interventi Giovanna Limonta del Comitato Difensori della Toscana che
ha illustrato quali aree sono state identificate come non idonee alla geotermia
dai Comuni di Casole, Radicondoli, Sovicille, Chiusdino, Castelnuovo Val di
Cecina, Volterra e Pomarance . Entro il 30 settembre 2017, ha ricordato
Giovanna Limonta, tutti i Comuni toscani avrebbero dovuto indicare alla Regione
le aree da “risparmiare”. Il lavoro di esame e mappatura del territorio è stato
svolto da tutti i Comuni intorno a Casole, eccezion fatta per Colle Val d’Elsa,
e fortunatamente non sembra che i Comuni già sede di centrali siano disposti a
cedere altro territorio alla geotermia. Casole indica il 100% non idoneo,
Volterra invece apre le porte alla geotermia indicando l’area intorno a Saline,
che è interessata da un permesso di ricerca Enel, come idonea alle centrali. La
Regione però non sta rispettando i tempi, non ha ancora analizzato le proposte
e dato una risposta, cosa che avrebbe dovuto fare entro il 30 novembre 2017…
cosa potranno sospettare i cittadini? Forse che il lavoro dei comuni possa essere
stato inutile, un ennesimo spreco di soldi pubblici? Forse che potrebbe essere
impopolare in periodo preelettorale comunicare che la volontà dei territori si
deve piegare agli interessi di pochi imprenditori geotermici?
Al termine è
stata data la parola al pubblico. Di certo nella sala non si respirava
rassegnazione, anzi! Tra i vari interventi piuttosto indignati, qualcuno
ha proposto lo sciopero elettorale dei Comuni che attendono una risposta dalla
Regione da oltre due mesi. Una risposta che i cittadini esigono prima
del 4 marzo e che li aiuterà nella scelta in cabina elettorale.
Sconcertante è che nel frattempo, mentre i cittadini attendono che la
fantomatica commissione regionale incaricata di analizzare le proposte invii i
suoi verdetti, le procedure geotermiche continuano indisturbate il loro iter e
gli imprenditori geotermici, tra cui alcuni orefici aretini, rilasciano
dichiarazioni da cartomante, noncuranti del fatto che la Regione potrebbe
decidere di mettere in atto finalmente la volontà dei territori e gli
affari potrebbero non andare nel senso da loro sperato.
Comitato difensori della Toscana