CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE
Il caso della Trivella del
cantiere della Tranvia
cantiere della Tranvia
la questione delle responsabilità è tutta aperta
Da "la Repubblica" del 12 marzo apprendiamo che a quattro mesi dalla caduta della maxi trivella di 120 tonn. nel cantiere della tramvia di viale Guidoni, che solo per fortunate circostanze non ha causato una tragedia, le indagini della Procura hanno confermato l'ipotesi di reato di "disastro colposo" e hanno portato ad un nuovo decreto di sequestro probatorio di parte del cantiere.
Lo scorso novembre ci eravamo già occupati della vicenda (si veda nella sezione del blog Infrastrutture) riferendo anche le numerose reazioni da parte di cittadini di fronte a questo episodio di imperizia avvenuto nell'ambito di un cantiere di grande rilevanza ed impatto per la vita della città.
Fra queste la presa di posizione dell'ing. Massimo Perini che in una sua lettera ("NO COME INGEGNERIE FIORENTINO NON POSSO ACCETTARE QUESTE COSE") esprimeva con coraggio la sua indignazione, non solo di cittadino, ma anche di professionista.
Pubblicammo allora quella lettera non solo perché ne condividevamo il contenuto, ma anche per difendere la libertà di pensiero, di critica e di espressione, così come dovrebbe essere garantito a tutti i cittadini di uno stato libero e democratico come il nostro.
Inoltre conosciamo da tempo l'ing. Perini, la sua competenza professionale e il suo impegno disinteressato e appassionato in difesa dei valori e degli interessi collettivi della nostra città.
Le critiche e i dubbi avanzate da Perini in quella lettera invece di risposte circostanziate e motivate da chi era chiamato in causa ( risposte e controdeduzioni che se ci fossero pervenute avremmo diffuso con altrettanto risalto) hanno prodotto invece una citazione per danni per diffamazione nei suoi confronti.
Esprimendo a lui la nostra solidarietà, ritenendo il suo intervento una manifestazione di libero pensiero e di critica pienamente in linea con quanto garantito dalla nostra Carta Costituzionale, riteniamo invece che chi è impegnato nella realizzazione di grandi opere e appalti, finanziati fra l'altro con risorse pubbliche, dovrebbe rispondere, prima di tutto, nel merito a legittime critiche da parte di cittadini, piuttosto che con la richiesta di danni per diffamazione.
Purtroppo talvolta questo tipo di reazioni consentono di raggiungere anche un risultato non dichiarato, diverso dall'esercizio di un diritto: quello di intimidire chi critica ciò che non condivide o giudica sbagliato. Questo anche per le caratteristiche e tempistiche arretrate del nostro sistema giudiziario civile e i costi connessi con l'azione di difesa,
Un fenomeno questo la cui causa principale potrebbe essere ricondotta soprattutto al grave deficit di trasparenza e al livello di corruzione e di conflitti di interesse che sempre più spesso sono denunciati dalle cronache giudiziarie, e che sembrano accompagnare purtroppo frequentemente gli appalti pubblici del nostro paese.
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