di Paolo
Baldeschi
Sventrare con
un immenso tubo il sottosuolo di Firenze. Costruire un aeroporto che funzionerà
da diga e comporterà il rifacimento, con soldi pubblici, del sistema idraulico
della piana limitrofa alla città. Piazzare accanto all'aeroporto un
inceneritore i cui effetti inquinanti si sommeranno a quelli dello scalo aereo.
Sono le tre operazioni fortemente volute dai nostri governanti, a partire da
Matteo Renzi, per scendere ai vari Nardella (sindaco di Firenze), Carrai
(presidente di Toscana Aeroporti Spa), Naldi (presidente di Corporacion America
Italia), Rossi (Presidente della Regione Toscana). Mescolo amministratori
pubblici e privati perché non vi è alcuna differenza negli interessi e nei
comportamenti. O meglio: gli interessi pubblici sono subordinati a quelli
privati, mentre quelli politici riguardano soprattutto le carriere dei diversi
protagonisti.
Il
sottoattraversamento di Firenze per l'alta velocità è bloccato da più di due
anni, perché non è riuscito il tentativo di declassare il materiale di scavo da
rifiuto speciale a terre e rocce riutilizzabili senza trattamenti, nonostante
le pressioni esercitate dai politici Pd e per l'eroica resistenza di un
dirigente regionale; ne sa qualcosa l'ineffabile Lorenzetti, Presidente della
Regione Umbria e successivamente di Italferr per ignoti motivi di competenza;
rinviata a giudizio dalla Procura di Firenze per avere messo a disposizione
"le proprie conoscenze personali, i propri contatti politici e una vasta
rete di contatti nell’interesse e a vantaggio della controparte da cui poi
pretendeva favori per il marito nell’ambito della ricostruzione
dell’Emilia"; e, insieme alla Lorenzetti, altre 32 persone tra tecnici e
politici. Un autentico verminaio che evidentemente ha lasciato indifferenti gli
amministratori toscani.
Quanto al
progetto del nuovo aeroporto di Firenze, ora sottoposto a VIA, è un concentrato
di illegalità, già ampiamente segnalate e tali da portare l'Università di
Firenze a concludere nelle proprie osservazioni "Si ritiene che,
già sin d’ora, nella procedura di valutazione dell’impatto ambientale relativa
al progetto siano rilevabili evidenti profili di illegittimità tali da
giustificare un parere negativo da parte dell’Autorità competente". Ma si
va avanti lo stesso. Anzi, in un articolo apparso il 28 luglio sull'edizione
locale della Repubblica, viene annunciata l'intenzione di Matteo Renzi (che ha
perso la pazienza, sic!) di stravolgere con un proprio decreto le procedure di
garanzia dei cittadini per accogliere nel nuovo aeroporto i capi di stato in
occasione del G7 del 2017. Peccato che nessuno abbia designato Firenze come
sede dell'avvenimento e che l'idea che l'aeroporto possa essere pronto tra due
anni è una pura follia, cui evidentemente l'articolista presta fede. E poiché
qualcuno deve pur avere avvisato il nostro Presidente del Consiglio che i tempi
saranno dell'ordine, se tutto va bene, dei cinque - sette anni, l'eventuale G7
è solo un pretesto per invocare quelle circostanze eccezionali che
giustificherebbero l'ennesimo strappo alle regole. Mentre l'Università, sempre
secondo l'articolista, dovrebbe accontentarsi di qualche duna che proteggerebbe
il Polo scientifico dai rumori del limitrofo aeroporto (operazione proibita per
motivi di sicurezza, ma favola buona per gli ingenui). Quanto all'iter di
approvazione dell'inceneritore, che dovrebbe concludersi con un ultima
Conferenza di Servizi ad agosto, il Sindaco Nardella ha ricevuto i comitati
della piana fiorentina che si oppongono con validissime ragioni all'ennesima
opera inutile e dannosa (ma non per i costruttori e per Quadrifoglio),
ribadendo la ferma volontà di andare avanti, magari con qualche albero e
qualche rilevatore di inquinamento in più.
Vi è un filo
che unisce ideologicamente e praticamente le tre opere: la loro dannosità non
solo per gli impatti diretti e indiretti, ma perché insieme concorrono ad aumentare
in modo drammatico il livello di artificialità del sistema territoriale fiorentino,
in particolare di quello idrogeologico. E qui si può misurare tutta
l'arretratezza dello sviluppo ciecamente perseguito dai nostri governanti.
Mentre le città del nord Europa si stanno attrezzando per contrastare i
fenomeni indotti dal cambiamento climatico, rinaturalizzando il proprio
territorio, fuori e dentro le città, trasformando gli spazi asfaltati e
cementificati in parchi e vasche di raccolta, noi pigiamo il pedale sui tubi,
le condutture forzate, le soluzioni ingegneristiche che, ammesso che funzionino,
implicheranno enormi costi di gestione, rendendo fragile il sistema e comunque
altamente vulnerabile a eventi calamitosi sempre più probabili.
Avanti a tutta
come kamikaze! Salvo che non saranno i nostri governanti a suicidarsi, ma
"suicideranno" le popolazioni da loro amministrate. E quando si
scoprirà che il tunnel sotto Firenze non è fattibile se non a costi triplicati
e facendo gli scongiuri; che il completo rifacimento del reticolo idraulico
della piana a contatto con Firenze è un'avventura rischiosa ed enormemente
costosa (per i contribuenti, come è ovvio); che gli effetti inquinati
dell'inceneritore insieme a quelli dell'aeroporto, dell'autostrada (con corsia
aggiuntiva) e delle tante altre fonti di inquinamento già presenti, formeranno
un cocktail micidiale. Quando i nodi verranno al pettine, nessuno sarà
responsabile: non Adf, solo proponente; non ENAC, solo consulente; non la
Commissione VIA nazionale che è solo un organo tecnico; non la Regione Toscana
che ha solo espresso un parere. Colpevoli saranno i cittadini ammalati o
alluvionati, perché nessuno li ha obbligati ad abitare nella piana e quindi che
se ne stiano buoni e zitti.
1 commento:
articolo magistrale, grazie
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