scritto da Redazione martedì 26 agosto, 2014 su STAMP Toscana
Vaglia (Firenze ) – Ormai il cartellino è anche formalmente scritto, sui rifiuti trovati nella ex-cava di Paterno, nel territorio di Vaglia, Mugello: rifiuti pericolosi, a rischio almeno potenziale ambiente e salute della comunità che vi risiede. Ci sono voluti gli accertamenti predisposti dalla procura di Firenze sui materiali sequestrati lo scorso febbraio nello stabilimento della “ex calce Paterno” dal Corpo forestale dello Stato e dagli operatori dell’Arpat per giungere a questo risultato.
L’operazione denominata “500” era partita nel febbraio scorso, e aveva prodotto il sequestro, su ordine della procura fiorentina ed eseguito da Arpat e CfS, di cinque siti di stoccaggio di rifiuti nelle Province di Firenze, Massa Carrara, Prato e Biella. Oggetto dell’operazione, un particolare tipo di rifiuto chiamato “polverino 500 mesh”: un residuo di lavorazione che, invece di essere correttamente smaltito, è stato venduto come un sottoprodotto, accompagnato da una scheda tecnica contenente informazioni non rispondenti alla vera natura e composizione del rifiuto. Il rifiuto in questione proveniva da un impianto di una ditta di Aulla, la Med Link, la quale recuperava sabbie provenienti da attività di taglio di metalli, vetro e pietra nonché sabbiatura di metalli verniciati. E fra i siti di stoccaggio del materiale in questione vi è proprio lo stabilimento della “ex calce Paterno” di Vaglia. Qui sono stati infatti rinvenuti 1.300 ‘big bags’ di ‘polverino 500 mesh’. Nel luglio scorso nella cava sono stati sequestrati altri rifiuti.
“Questo dato – affermano CfS e Arpat in una nota – da un lato corrobora l’allarme ambientale sul sito, dall’altro non conforta chiaramente quanti sono preoccupati per le possibili ricadute sulla salute”.
Ma quanto è pericoloso il “500 mesh”? A dirlo, la stessa azienda produttrice, la Med Link, che, in una nota, scriveva: “…… In relazione ai succitati esiti analitici, tenuto conto del giudizio espresso cautelativamente vista l’impossibilità di determinare il composto che ne può causare la pericolosità (nello specifico ossidi di Nichel), il rifiuto verrà classificato speciale pericoloso”. Nel rapporto si indicava una presenza nel rifiuto di un quantitativo di nichel pari a 799 mg/kg. Conclusioni condivise sia da Arpat che dal Corpo forestale dello Stato. Infine, un’annotazione riguarda i tempi per la rimozione e lo smaltimento di big bags e 500 mesh, che deve essere effettuato il più rapidamente possibile, per evitare, si legge nella nota, che gli agenti atmosferici continuino nella loro opera di deterioramento dei contenitori, finendo per disperdere i rifiuti tossici sul terreno e continuando così la potenziale attività di contaminazione del sito
Fonte notizia: http://www.stamptoscana.it/articolo/toscana-cronaca/ex-cava-paterno-cfs-arpat-quei-rifiuti-pericolosi#sthash.olzhbenb.dpuf
--
Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 8/26/2014 07:40:00 AM
Questa e-mail è priva di virus e malware perché è attiva la protezione avast! Antivirus . |
Nessun commento:
Posta un commento