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mercoledì 31 dicembre 2014

IL PONTE DI CAPODANNO










IL PONTE DI CAPODANNO


«È un debito il render conto del proprio operato, quando le opere sono fatte per il pubblico e dal pubblico: è un debito verso l’arte che si professa, verso i grandi antichi che innalzarono in Firenze monumenti immortali, verso la posterità che ha bisogno di conoscere il vero dei fatti per pronunziare un libero giudizio».   Giuseppe Poggi – Premessa del 1882 al Rendiconto sui lavori per l’ingrandimento di Firenze.
Da alcuni mesi cittadini della zona Statuto-Vittoria, riuniti in Comitati, si mobilitano contro l’ apertura dei cantieri della tramvia (Linea 3.1 – Careggi – Stazione SMN). I lavori hanno già comportato la costruzione di un nuovo ponte sul Mugnone e, dal 29 dicembre, la chiusura di quello dello Statuto. Seguirà lo scavo di due sottopassi stradali sulle direttrici Milton/Strozzi e Strozzi/Strozzi per convogliare il traffico da Lavagnini verso Belfiore e verso Romito-Statuto. Secondo le previsioni i lavori delle due linee – la 3.1 e la 2 (Peretola – Stazione SMN) –  si concluderanno in tre anni.
Apertura del Ponte sul Mugnone (1)_modificato-1
Il nuovo ponte stradale sul Mugnone
I motivi della protesta si possono così sintetizzare:
  • la sordità delle diverse Amministrazioni comunali rispetto alle istanze critiche rivolte da una parte della città ai tracciati delle linee tramviarie
  • la modestia dei progetti elaborati in assenza di un serio piano della mobilità e della sosta e in spregio ai caratteri storici ed ambientali della città
  • i dubbi circa la convenienza economica del contratto di concessione firmato dalla Pubblica Amministrazione con la società Tram di Firenze
  • rischi idraulici che il progetto sta provocando nella zona Fortezza.
Preoccupa in particolare il ponte “provvisorio”, costruito sul Mugnone all’ altezza di via Crispi che, essendo più basso della precedente passerella pedonale e aprendo un varco di 18 m. nelle spallette laterali, mette a grave rischio la sicurezza stradale e l’intera città. L’allarme è stato lanciato da tecnici qualificati, tra i quali il prof. IgnazioBecchi, emerito di Costruzioni Idrauliche, Marittime e Idrologiche all’ Università degli Studi di Firenze che così scrive“Il lavoro in questione, basato su diversi studi specialistici ma NON su uno studio idraulico e idrologico, risulta NON AMMISSIBILE ai sensi del decreto ministeriale infrastrutture 14.01.08 ancorché provvisorio”Per questo motivo un gruppo di cittadini ha presentato unesposto – denuncia alla Procura.
Mugnone-romito
    I danni al Romito per l’alluvione del Mugnone nel ’92
In risposta gli uffici comunali  si sono limitati a rimandare alla realizzazione del by-pass sotto i binari di S. M. Novella, opera che, spettando a Rete Ferroviaria Italiana, esula dalla propria competenza.
La progettazione e in genere la condotta dei lavori non paiono insomma aver seguito quelle cautele che i sempre più numerosi disastri in ambiente urbano richiederebbero, neanche quelli previsti per legge secondo il prof. Becchi.
Sulla questione tramvia non c’è però soltanto il gravissimo rischio idraulico. Basta dare un’occhiata alla sistemazione della mobilità di tutta la zona a progetto realizzato. E vedere come, in un tessuto storico consolidato e complesso (quello che va da Statuto a Careggi) si stia allestendo in tutta fretta il passaggio di una “metro tramvia”, un’infrastruttura pesante che richiede la riduzione delleinterferenze col traffico ordinario e la priorità semaforica.
Il successo di pubblico della Linea 1, dal 2010 al servizio di Scandicci e del quadrante sud ovest della città, non può nascondere la mutilazione che ha prodotto nel Parco delle Cascine e neanche i cronici intasamenti di traffico attorno alla Stazione di S.M.Novella. Né si possono dimenticare altri aspetti della  controversa vicenda tramvia.
Sembra infatti che a conti fatti, le tre linee di tram costeranno più di 700 Mln di euro. Un costo che si avvicina in modo imbarazzante ai 900 Mln dellametropolitana di Brescia, città di 200.000 ab con vari monumenti iscritti nella lista dei beni patrimonio mondiale dell’UNESCO, per 13,7 km di tracciato, di cui 6 in galleria profonda.
E’ certo che un maggior numero di utenti per spostarsi da una parte all’altra della città  dovrà cambiare mezzo alla Stazione di S.M.Novella. Nel frattempo sfuma ilsottoattraversamento del Centro Storico, promesso da Renzi ma non entrato nello “Sblocca Italia”.
Per contro il concessionario Tram di Firenze (ora in mano alla francese RATP) avrà per trent’anni la gestione della Linea 1, interamente finanziata con soldi pubblici e delle Linee 2 e 3, che lo sono parzialmente ma generosamente. Otterrà così a buon prezzo le tratte più pregiate delle storiche linee bus che si dirigevano versoCareggi e Novoli/Rifredi e nel caso in cui il risultato non corrispondesse alle attese dovremo pure rimborsargli la differenza.

I cittadini che organizzano assemblee, manifestazioni stradali e presentano denunce alla Procura sono gli stessi che insieme a tutti noi pagheranno quest’opera.

L’ Ass. Giorgetti, insieme agli esponenti della maggioranza consiliare, lo dovrebbe ricordare maggiormente rispondendo con sollecitudine e competenza anche a loro oltre che ai promotori economici dell’opera.






























lunedì 22 dicembre 2014

"SEDUTA CHIUSA" del Consiglio regionale della Toscana con oggetto l'inchiesta sull'Alta Velocità

Così si è concluso il lavoro della Commissione d'inchiesta regionale sulla Tav dopo otto mesi di lavori ben condotti: con una riunione del Consiglio a porte chiuse pure per la stampa!

Persino il Presidente dell'Ordine dei giornalisti della Toscana ha espresso, a nome dell'ordine che rappresenta, la propria valutazione negativa per  l'impossibilità di poter partecipare alla "seduta chiusa" del Consiglio regionale della Toscana con oggetto l'inchiesta sull'alta velocità.
Si apprezza la chiara presa di posizione dei giornalisti apparsa sul sito web dell'Ordine, ma anche Italia Nostra non può che indignarsi per le motivazioni addotte dal Presidente del Consiglio Regionale a giustificazione dell'impossibilità di discutere l'argomento davanti al pubblico, motivazioni che fanno riferimento a "soggetti terzi".
Si possono considerare  "soggetti terzi", e quindi non direttamente interessati alle questioni relative al discusso “trasferimento” di un funzionario pubblico, il Direttore Generale della Presidenza, l'ex Direttore Generale del Territorio, il Direttore dell'ARPAT, il Dirigente ARPAT responsabile della VIA, la Dirigente della Regione toscana (che è subentrata  nell'incarico di Responsabile del Settore VIA regionale),  oltre che l’Assessore all’Ambiente e lo stesso Dirigente Fabio Zita,  vittima del trasferimento ingiustificato e del tutto immotivato, dopo 16 anni di scrupolosa direzione del Settore VIA di cui era a capo?  Tutti questi cosidetti 'soggetti terzi'  hanno – tra l’altro - firmato la liberatoria, per poter rendere pubblici i verbali, dunque la pretestuosa giustificazione del Presidente del Consiglio regionale non solo è risibile ma è anche estremamente grave, e contribuisce (come se non bastassero già innumerevoli esempi al riguardo) a screditare ulteriormente la già ampiamente screditata immagine  della pubblica amministrazione, com'è possibile ipotizzare che possa avvalersi della prerogativa di non divulgare quanto essa stessa produce, o quanto è conseguenza di comportamenti di soggetti che in essa dovrebbero operare nell’interesse della collettività?
  Sarebbe invece buona regola che gli uffici pubblici avessero pareti di vetro, porte aperte e armadi senza scheletri al loro interno e senza chiavi!

Mariarita Signorini  Italia Nostra 

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Fonte: Nove da Firenze, 17/12/2014

Chiurli: “La Toscana non è immune da corruzione e malaffare, basta prenderci in giro”. L'Ordine dei Giornalisti protesta
Il Consiglio regionale si è riunito in seduta non pubblica appena conclusi i lavori della seduta ordinaria oggi. All’ordine del giorno sessione a porte chiuse il dibattito sui fatti dell’Alta velocità di Firenze, già avviato in occasione della presentazione delle quattro relazioni che hanno concluso i lavori della commissione di inchiesta sull’Alta velocità. I lavori dell’assemblea di ieri pomeriggio, si sono aperti con la votazione di due proposte di legge di iniziativa dell’Ufficio di presidenza e presentate dal presidente Alberto Monaci, che ha parlato di “un aggiustamento” ritenuto “opportuno” secondo la logica di “non lasciare a chi verrà un guscio vuoto”. Non hanno partecipato alla votazione di entrambe le proposte di legge i gruppi di Forza Italia e di Fratelli d’Italia perché, come spiegato rispettivamente da Paolo Ammirati (FI) e da Giovanni Donzelli (FdI), non si sentono rappresentanti dall’Ufficio di presidenza dell’assemblea, che “non rappresenta gli equilibri tra maggioranza e minoranza in Consiglio” (Donzelli). La prima delle leggi approvate - a maggioranza, 33 voti favorevoli su 35 votanti, due astenuti - modifica le norme sulla Commissione regionale Pari opportunità (l.r. 76/2009). Si interviene sulla durata in carica dell’organismo, che diventa coincidente con quella della legislatura regionale. La conseguenza è che si applica così la disposizione generale prevista dall’articolo 18 della legge regionale sulle nomine e designazioni regionali, che determina la scadenza dell’organismo il centocinquantesimo giorno successivo alla prima seduta del nuovo Consiglio regionale. L’altra legge votata, anch’essa a maggioranza – 34 votanti, 33 favorevoli e un astenuto - interviene sulla legge che disciplina l’autonomia dell’assemblea regionale. Il testo si inserisce nel complessivo processo di riordino della struttura regionale avviato dal Consiglio, in accordo con la Giunta, nel segno di un ulteriore riduzione di spesa pubblica. In tal senso è confermato l’impianto complessivo del segretariato generale, ma si riducono da un massimo di tre ad un massimo di due le direzioni di area, rimarcando il carattere solo eventuale della loro costituzione comunque rimessa alla valutazione dell’Ufficio di presidenza. Una valutazione che, precisa il testo della modifica, è “da operarsi anche alla luce di quelli che saranno i complessivi effetti del generale riordino e riduzione di tutte le strutture dirigenziali”, e cioè delle esigenze organizzative e funzionali che si determineranno dalla prossima legislatura. La riforma della legge 4 recepisce anche quanto previsto nelle “Linee guida per l’elaborazione di leggi regionali sull’autonomia dei Consigli”, approvate dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome nella seduta del 4 dicembre 2014. E’esplicitato un aspetto dirimente per il corretto e pieno svolgimento dell’autonomia consiliare nell’ambito delle funzioni di legislazione, indirizzo politico, controllo, valutazione dei risultati delle politiche regionali: è previsto esplicitamente l’accesso da parte del Consiglio alle banche dati in possesso della Giunta, rimesso a un’apposita intesa tra Ufficio di presidenza e Giunta regionale. La legge entra in vigore alla data dell’inserimento del Consiglio della prossima legislatura regionale. Paolo Marcheschi (FdI), nell’annunciare all’aula la non partecipazione al voto del suo gruppo perché non rappresento nell’ufficio di presidenza, ha parlato di “una legge che un po’ indebolisce il Consiglio”; “Nella passata legislatura – ha aggiunto -, le leggi andavano tutte in altro verso”.
“Sulla gestione del nodo fiorentino dell’Alta velocità da parte della pubblica amministrazione restano ancora troppe ombre. Smettiamo di prenderci in giro: la Toscana non è immune da corruzione e malaffare”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta), a margine della seduta del Consiglio regionale a porte chiuse, in merito alla questione Tav. “Resta ancora da capire - sottolinea il consigliere - se vi siano le condizioni di sicurezza per i cittadini, se esista un rischio reale per la città di Firenze, oltre che per tutti coloro che viaggeranno sulla linea dell’Alta velocità, se siano stati presi i dovuti provvedimenti per mettere in sicurezza il tunnel, realizzato in maniera non conforme fino allo scoppiare dell’inchiesta della magistratura”. “La Commissione d’inchiesta – aggiunge Chiurli - non ha prodotto risposte sufficienti a chiarire la vicenda, tantomeno risposte rassicuranti. Il quadro che ne emerge è raccapricciante: la rappresentazione di una società dove ognuno può essere ricattabile, dove le teste pensanti diventano teste da tagliare per fare strada ai progetti su cui mangiare, dove i soldi pubblici scorrono come fiumi sotterranei verso le solite tasche e i proprietari di quelle tasche non si fanno problemi neanche a dichiararlo al telefono”. “L’impressione è che si voglia ancora una volta liquidare tutto in fretta e furia, rimettere la polvere sotto il tappeto, far finta di niente e continuare a dire che ‘erano solo poche mele marce’, ‘la Toscana resta una terra virtuosa’, ‘noi siamo diversi’. Ma non è vero niente: non siamo immuni, non siamo diversi. Far finta di non vedere e mettere la testa sotto la sabbia non servirà a salvarci o a mettere al sicuro i cittadini toscani. Abbiamo almeno il coraggio di ammetterlo”.
Il consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Toscana valuta negativamente la decisione del Consiglio regionale toscano di svolgere a porte chiuse una seduta sul dibattito sui fatti dell’Alta velocità di Firenze e per questo aveva chiesto al presidente Alberto Monaci di permettere l’accesso alla stampa a una seduta dell’assemblea regionale su una vicenda così rilevante. Sui fatti è in corso un’inchiesta della magistratura e molti degli atti non sono più oggetto di segreto investigativo. L’Ordine della Toscana non ritiene quindi che ci siano elementi che giustifichino la decisione di svolgere la seduta in forma segreta. La necessità di assicurare la piena trasparenza sulla vicenda dovrebbe avere la precedenza su ogni altra valutazione di carattere interno o regolamentare. L’Ordine della Toscana confida che i colleghi possano rendere conto all’opinione pubblica su quanto emerso nella riunione.

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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 12/22/2014 03:33:00 AM




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domenica 21 dicembre 2014

LE MAGNIFICHE SORTI E PROGRESSIVE













 

Il comitato Cittadini Area Fiorentina ha pubblicato un nuovo articolo sul sito.
Per leggerlo clicca qui sotto:

http://cittadiniareafiorentina.wordpress.com/

 

























venerdì 19 dicembre 2014

DOPO LO SCHIFO DI ROMA, UNA BUONA NOTIZIA: APPROVATA LA DELIBERA ROMA verso RIFIUTI ZERO

COMUNICATO DEL 16 DICEMBRE 2014

 

ROMACAPITALE APPROVA LA DELIBERA RIFIUTI ZERO !!!

 

Comunichiamo che oggi alle 12 l’Assemblea Capitolina ha approvato a maggioranza la delibera “Roma verso

Rifiuti Zero”, una delibera che ha visto attuato in anteprima un percorso di condivisione in un tavolo tecnico tra la delegazione di RomaCapitale e la delegazione guidata da Zero Waste Lazio partendo dalla proposta di iniziativa popolare di cui avevamo predisposto il testo e l’allegato tecnico di linee guida poi supportato nella raccolta firme dal comitato promotore Diamocidafare.

Il testo uscito dal tavolo tecnico ha salvaguardato l’intero percorso e lo spirito della proposta di iniziativa popolare originaria, pur adeguandola nelle prescrizioni normative e certificandone l’ammissibilità e la fattibilità di un programma-quadro che definisce gli obiettivi,  le azioni da avviare, le tecnologie ammissibili e le correlate infrastrutture necessarie a raggiungere l’obiettivo finale entro il 2020 per ridare a RomaCapitale il ruolo europeo che le compete. Un obiettivo che ha visto il primo successo di una attività condotta da Zero Waste Lazio e da tutte le associazioni aderenti e che hanno condiviso con noi il lavoro di tre anni di pressing istituzionale, di divulgazione cittadina, di formazione tecnologica in tutti i Municipi di Roma e nel resto del territorio laziale.

Sottolineiamo che sin dal 2011 avevamo identificato l’obiettivo di riconvertire ROMA per azzerare il criminale ciclo dei rifiuti di tutto il Lazio, gestito da trenta anni da una lobby affaristica che ora è stata marginalizzata, e di puntare all’eliminazione di inceneritori, mega- discariche ed in genere alla combustione dei rifiuti attraverso l’implementazione di una vera alternativa di sistema che puntasse alla Riduzione-Riuso-Riciclo-Recupero a freddo di materia.

 

Il pres.te Ass.ne Zero Waste Lazio 

Massimo Piras 

 

 

PS. A complemento di informazione la delibera è stata votata dall'intera maggioranza consiliare (PD-SEL-ListaCivicaMarino) con l'astensione del M5S e della Lista Marchini x Roma e con il voto contrario di NCD ed altri.

         
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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 12/18/2014 07:00:00 AM




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lunedì 15 dicembre 2014

POLI INCOMPATIBILI













 

Il comitato Cittadini Area Fiorentina ha pubblicato un nuovo articolo sul sito.
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mercoledì 3 dicembre 2014

La gestione dei rifiuti - Le falsità sull'inceneritore e il blitz di Zero Waste Firenze

RIPORTIAMO UN ARTICOLO DI GIUSEPPE CAVALLO SUL CONVEGNO, IN DEFINITIVA PRO-INCENERITORISTA,  AVVENUTO IL 24 NOVEMBRE SCORSO A FIRENZE A CUI è SEGUITA, PIù CHE UNA TAVOLA ROTONDA, UNA TAVOLA MONOLITICA:

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Lunedì 24 Novembre, si è tenuto, nel Palazzo Incontri di Via de Pucci a Firenze, il convegno “Produzione, gestione, smaltimento dei rifiuti” organizzato dalla fondazione Cesifin Alberto Predieri. La sala del centro congressi era occupata in ogni ordine di posto. L’aspettativa del pubblico presente era alta su un tema così importante.

Ci si attendeva un incontro che approfondisse e vertesse sui processi sostenibili riguardanti il trattamento dei rifiuti. Invece, abbiamo assistito alla sconsiderata celebrazione dell’inceneritore come la sola alternativa credibile allo smaltimento dell’immondizia che sovrasta la maggior parte delle nostre città, in particolare il capoluogo fiorentino.
Tra i relatori presenti, l’unico che ha colto nel segno positivamente è stato il Prof. Massimo Morisi, docente di Scienze dell’amministrazione presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Firenze, illustrando i percorsi condivisi tra istituzioni, aziende e cittadini nell’elaborazione di piani strategici sulla gestione dei rifiuti.

Ennio Carnevale, docente di Ingegneria industriale, sostenitore dei forni che bruciano materiale di scarto, in risposta ad un’osservazione di una uditrice sugli esempi di raccolta differenziata che funzionano in altre città d’Italia, ha argomentato affermando, in sintesi, che le alternative all’incenerimento dei rifiuti devono essere vantaggiose per il mercato. Una visione fin troppo economicista e lontana dalla realtà costituita da ambiente, salute e sostenibilità.
In pratica, se qualcosa non genera profitto immediato ad aziende private del settore, non può essere presa in considerazione. Alcune persone del pubblico, alla fine di questa prima parte, si sono allontanate perplesse e anche visibilmente contrariate da ciò che aveva offerto loro fino a quel punto il convegno. Il peggio, purtroppo, doveva ancora venire.

Durante la tavola rotonda, si sono distinti per le loro azzardate dichiarazioni Sergio Gatteschi, Amministratore Agenzia Fiorentina per l’Energia, Livio Giannotti Amministratore Delegato Quadrifoglio Firenze e Lorenzo Perra , Assessore Bilancio e Partecipate del Comune di Firenze (ndr. anche ex Direttore Ato Toscana Centro). In molti, si aspettavano, come giusto che fosse, un tavolo di discussione e di confronto sul tema. Contrariamente alle attese, si è palesata una disquisizione farfugliante e priva di qualsiasi riferimento scientifico sulla qualità degli impianti di incenerimento che, da parte dei relatori citati, venivano volutamente, ma erroneamente, chiamati termovalorizzatori. Gatteschi, tra gli altri, ha parlato, tronfio, di limiti di legge che consentono le emissioni di questi impianti in Svezia, con l’intenzione di interrompere sul nascere, secondo il suo personalissimo modo di vedere, qualsiasi discussione sulla fattibilità e sull’operatività degli eco mostri.

Gli è stato fatto notare che i limiti di legge sono imposti dai governi dei Paesi che li deliberano e che, quindi, non possono essere ritenuti oggettivamente validi.

Quello che sfugge ai fans dell’incenerimento è che quando materiale di vario genere è sottoposto a temperature elevate emette nanoparticelle che da qualche parte devono andare. La fisica e la logica imporrebbero di evitare l’immissione in atmosfera, in acqua e nel terreno di tetraclorodibenzoparadiossina, o TCDD (il peggior tipo di diossina, considerata una delle sostanze ad elevata cancerogenicità per l’uomo), composto presente, insieme ad altri pericolosi costituenti delle ceneri, nei gas di scarto delle grigi fornaci. Nessuno ha parlato di come eludere la formazione di questi particolati dannosi. Inoltre, sempre senza alcun dato concreto, ha affermato che l’energia prodotta dagli inceneritori potrebbe dare una certa autonomia energetica.
Considerando che per bruciare i rifiuti occorre fornire molta più energia di quanto se ne possa ricavare alla fine del processo, ci chiediamo di quale macchinario stia parlando. Una curiosità: il nome di questa tavola rotonda era “rifiuti in Toscana: quale modello di sviluppo sostenibile?” Ascoltando ciò che è stato detto, l’inceneritore apparterrebbe all’unico modello preso in considerazione di sviluppo sostenibile per i rifiuti. Come dire che un’alimentazione basata esclusivamente da caramelle gommose è sana e nutriente. A voi le considerazioni.

Una gradita sorpresa, quasi alla fine dell’evento, scuote un po la sala, dando una virata netta dalle farneticazioni astruse alla realtà delle cose. Rossano Ercolini, insieme al team Rifiuti Zero di Firenze, prende posto tra il pubblico. Il maestro elementare, vincitore del premio Goldman Environmental Prize (primo italiano a ricevere l’equivalente del premio Nobel per l’ambiente), ascolta allibito le asserzioni di Giannotti, presidente del Quadrifoglio. Fino all’arrivo di Ercolini, nulla è stato detto su Rifiuti Zero, un progetto che i relatori presenti si sono affrettati a definire utopistico, un obiettivo a lungo termine, omettendo di dire che è già stato applicato in diverse città italiane con ottimi risultati (Capannori è stata la molla che ha innescato una reazione a catena in Italia e nel mondo). Quando il monologo paradossale dei relatori termina, interviene il maestro elementare.

Il Presidente di Zero Waste Italy si sofferma sul carattere politico e sociale di ciò che è stato detto nel convegno. “Ci sono moltissimi cittadini che propongono soluzioni sostenibili al pensiero unico. Esistono dati statistici forniti dalle Fiandre alla provincia di Torino, dall’empolese Val’d’Elsa a Salerno, da nord a sud, dove il problema è risolto dai cittadini. Dobbiamo aprire un dibattito sullo smaltimento dei rifiuti con i comitati. Sarebbe una dimostrazione di buon senso che, ad oggi, manca. Voi state parlando di impianti costruiti con soldi erogati dai cittadini, ulteriormente vituperati perché si ritroveranno i costi delle vostre scelte sulle loro bollette”. E ancora “non ci sono termovalorizzatori. È un termine coniato dalle public relations. Un tipo di linguaggio tendenzioso. Entro il 2030 bisogna arrivare al 70% di riciclo dei materiali. Se parliamo di smaltimento ancor prima di raccolta si invertono le priorità europee. Gli analisti prevedono nel prossimi 25 anni che il fabbisogno delle materie prime seconde aumenterà del 75%. Se vogliamo mantenere le fabbriche aperte, dovremmo utilizzare materiali naturali e facilmente smaltibili.
Le vostre parole sono tipiche dell’italietta che se la canta e se la suona. Dovete dare spazio alla cittadinanza attiva, come è avvenuto e avviene nei paesi della costa toscana, mentre manca completamente nell’entroterra. Prestate attenzione: queste scelte che voi sostenete rischiano di avvelenare ancora di più l’aria che noi respiriamo”

Applausi. Il meglio, purtroppo, è giunto solo alla fine dell’evento. Peccato.

27/11/2014

di Giuseppe Cavallo
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Sotto il video dell'intervento di Rossano
 

fonte video ORIGINALE dell' intervento di Rossano su FB: https://www.facebook.com/video.php?v=377427992459216

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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 12/01/2014 06:14:00 PM




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Lettera di Ercolini e Favoino al Beijing JunZhengtai Investment Co. Ltd di Pechino

Pregevole Beijing JunZhengtai Investment Co. Ltd.

Abbiamo appreso di una Vs delegazione guidata dal Direttore Generale Mr. Yang Sen e dalla Presidente Mrs. Wu Wenjuan in visita a Firenze (Italia), nell’ambito di un progetto di studio a livello internazionale inerente i migliori Know-how per la gestione dei rifiuti, con l’obiettivo di realizzarli ed introdurli nell’area metropolitana di Pechino.

Crediamo che la Vs Società possa trovare in Italia, rispetto a quanto da Voi visionato, esempi di ben più elevato standard qualitativo che evitando l’uso di sistemi di incenerimento, permettono soluzioni gestionali di area vasta che massimizzano le caratteristiche di sostenibilità ambientale legandole alla estrema economicità ed alla piena efficacia.

Esse infatti interpretano a pieno titolo le recenti indicazioni del Pacchetto sulla “Economia Circolare” dell’Unione Europea che massimizza gli obiettivi di riciclo e compostaggio, vieta il ricorso a discariche ed inceneritori per ogni tipologia di rifiuto che sia riciclabile o compostabile ed indicano nel “massimo recupero possibile di materiale” l’orizzonte verso cui ci dobbiamo muovere.

In modo chiaro ed evidente l’UE considera ormai superato ogni sistema gestionale che faccia uso di discariche e/o inceneritori (a loro volta necessitanti di proprie discariche per materiali tossico nocivi) perché obsoleti e controproducenti.

L’esempio da voi visionato a Firenze, crediamo, non abbia quindi alcuna caratteristica per rappresentare né un’eccellenza né una realizzazione in linea con le nuove indicazioni comunitarie.

Altre sono invece le considerazioni che una moderna pianificazione di area vasta considera strategiche:

·         I rifiuti come vere e proprie “miniere urbane” in grado di fornire a basso costo enormi quantità di materie prime-seconde da riutilizzare

·         La non aggiunta di nuove fonti di inquinamento sul territorio mediante l’utilizzo delle “migliori pratiche esistenti” e delle alternative impiantistiche all’incenerimento

·         La flessibilità d’impiego delle alternative impiantistiche come il Trattamento meccanico-biologico orientato al massimo recupero di materiale che, contrariamente agli inceneritori, si adattano facilmente alle variazioni di carico e concorrono ad una drastica limitazione dei costi e di conseguenza delle tariffe.

·         La fondamentale questione della non accettazione sociale di grandi infrastrutture inquinanti come i sistemi di incenerimento che determina, a causa della inevitabile conflittualità, un elevato rischio di non riuscire a portare a termine un progetto prefissato.

·         l’orizzonte di una graduale “Strategia per Rifiuti Zero”

Alla luce di queste evidenze, altre diventano allora le vere eccellenze italiane, a partire dalle esperienze del Nord-Est d’Italia con la realizzazione delle “Fabbriche dei Materiali” a seguito dell’abbandono di ogni progetto di inceneritore, i risultati dai migliori Consorzi del Nord Italia e del Veneto, l’introduzione di sistemi intensivi di raccolta differenziata anche in ambito densamente urbanizzato, l’esperienza del Centro di Ricerca per Rifiuti Zero del Comune di Capannori ed altri esempi che crediamo sarebbe opportuno poteste conoscere e visionare.

Esperienze che si distinguono anche in campo internazionale, per gli altissimi livelli di raccolta differenziata con abbattimento dei costi per abitante, per l’uso di impiantistica flessibile e modulabile totalmente non inquinante e per una generale e riconosciuta soddisfazione dell’utenza e del gestore.

Comprendendo come la materia Rifiuti (o meglio le “Risorse Urbane”) sia un capitolo strategico per la vita di tutti i centri urbani e ancor più per le grandi metropoli, per i complessi aspetti di sostenibilità, economicità, efficacia, accettazione e durevolezza nel tempo delle soluzioni, siamo disponibili a stabilire uno scambio di informazioni e collaborazione con la Vs città per il Vs massimo risultato.

In attesa di un Vs riscontro

Rossano Ercolini

Presidente di Zero Waste Europe

Enzo Favoino

Scuola del Parco Agrario di Monza

Chair, Scientific Committee
Zero Waste Europe

Dear Beijing JunZhengtai Investment Co. Ltd.
We have been informed that Sole Director Mr. Yang Sen and President Mrs. Wu Wenjuan, together with a delegation of technicians, have been visiting Florence area (Italy) for a project investigating the best waste treatment technologies around the world, with the aim of a possible implementation in Pechino Beijing metropolitan area.
We believe, with respect to what you have been visiting, that your Society might find in Italy examples, which without the use of incineration plants, are able to get much better enviromental and cost-effectiveness results in large urban area waste management.
These examples are fully compliant with the most recent European Commission guidelines for moving towards a “Circular Economy”, boosting recycling and composting, while phasing out the use of landfills and incineration plants for recyclable waste and indicating the prevention of valuable materials loss as a priority.
With these guidelines the European Commission has clearly stated out that waste management systems based on landfills and incineration plants (which also need require special landfills for harmful toxic materials for the disposal of the resulting ash) are harmful, obsolete, counterproductive and not cost-effective.
We strongly believe that the example you visited in Florence has in reality none of the characteristics to represent an excellence, neither is compliant with European guidelines.
In our opinion a modern waste management system should be based upon other principles:

·         urban solid waste treated like “urban mines” from which extract huge quantities of secondary raw materials to be re-introduced cost-effectively in the market;

·         avoiding to introduce new sources of pollution trough the application of the “best behaviours” and without the use of incineration plants.

·         use treatment plants easily adaptable to waste load variations, the MBTs (Mechanical Biological Treatments) dedicated to the maximum recycle of materials, in opposition to incineration plants which are dedicated to their destruction, have demostrated to be very effective and affordable and capable of reducing end-users fares quickly.

·         big incineration plants are considered harmful and highly pollutantings and hence opposed by local population around the world, which in turn increase the risk of not being able for the commitments to finalizy or delay the projects.

·         the “Zero Waste Strategy”.

As a consequences of these simple points others are the real italian excellences, which we suggest you to visit: first of all the north-eastern part of Italy where the phasing out of the incineration plants has lead to the creation of the “Factory of Materials”, or the results obtained by joining into Consortia in Veneto for the diversified collection of waste, or the introduction of very efficient waste diversified collection in large urban realities, as well as the experiences of the Research Centre for Zero Waste of Capannori municipality.
These experiences top the world rank for what concerns the high levels of diversification of waste collection, the use of flexible and not polluting treatment plants, the very high cost-effectiveness (which in turn permits a reduction of end-users fares) and the end-users satisfaction.
Understanding how waste (or as we call “urban resources”) is a strategic field for the life of every urban center, and moreover for big cities, and knowing how the delicate balance of sustainability, cost-effectiveness, approval and durability is a key aspect, we are ready for an advantageous exchange of information and cooperation with you and your city.
Looking forward to your response, we wish you all the best and a zero waste future.
Rossano Ercolini Enzo Favoino
President of Zero Waste Europe Scuola del Parco Agrario di Monza
Chair, Scientific Committee Zero Waste Europe

 

 

Posted by Patrizia Pappalardo on dic 1, 2014 in articoli news

FONTE ARTICOLO:  http://www.rifiutizerocapannori.it/rifiutizero/lettera-di-ercolini-e-favoino-al-beijing-junzhengtai-investment-co-ltd/



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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 12/03/2014 03:47:00 AM




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Brescia: correlazione tra pcb diossine e aumento record tumori

Pubblicato da alessio il 17 maggio 2014 in Ambiente | 0 commenti

inc brescia cittàTumori, a Brescia è record italiano. L’epidemiologo: “Ora via i vertici dell’Asl”
Per Paolo Ricci (responsabile dell’Osservatorio epidemiologico di Mantova e coordinatore del progetto di monitoraggio dei 44 siti inquinati di interesse nazionale italiani) non ci sono dubbi: “La ricerca deve avere anche una ricaduta sociale sulla salute delle persone”

A Brescia ci si ammala di tumore più che nel resto d’Italia. E c’è una correlazione diretta tra i Pcbe le diossine, i veleni dell’industria chimica che hanno devastato il territorio, e l’aumento delleneoplasie. Lo certifica il nuovo rapporto “Sentieri” dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Airtum, l’Associazione italiana registri tumori, che ha confermato l’eccesso di tumori nella popolazione del sito Brescia-Caffaro rispetto al resto del nord Italia, smentendo le autorità sanitarie locali. L’Asl di Brescia infatti, fino a pochi mesi fa aveva sostenuto che i dati sull’incidenza dei tumori “non evidenziano discrepanze significative con il Nord Italia”. Il marchio impresso dai veleni sulla popolazione di Brescia, come emerge invece dal rapporto Sentieri, è fin troppo evidente: “In entrambi i generi – si legge nello studio Iss-Airtum – si osservano eccessi (uomini +10%, donne + 14%) in tutti i tumori e dei tumori epatici, laringei, renali e tiroidei”. Ma la “firma” dell’inquinamento si trova, secondo i ricercatori, soprattutto in tre tipologie di tumore direttamente riconducibili a Pcb e diossine, per i quali si registra un’incidenza record: i melanomi cutanei (uomini + 27%, donne + 19%), i linfomi non-Hodgkin (uomini + 14%, donne + 25%) e i tumori della mammella (donne + 25%).
L’EPIDEMIOLOGO PAOLO RICCI: “VIA I VERTICI DELL’ASL”
L’epidemiologo Paolo Ricci, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico di Mantova e coordinatore, con Pietro Comba dell’Iss, del progetto di monitoraggio dei 44 siti inquinati di interesse nazionale italiani, dopo aver firmato insieme ad altri ricercatori il terzo rapporto dello studio Sentieri lancia un appello clamoroso: “E’ ora che i vertici dell’Asl di Brescia facciano un passo indietro. So di spingermi oltre un contributo scientifico puro – spiega il professor Ricci ailfattoquotidiano.it – ma penso che la ricerca debba avere anche una ricaduta sociale sulla salute delle persone. Chi ha avuto a che fare fino ad ora con la gestione della situazione sanitaria e ambientale di Brescia sul caso Caffaro dovrebbe lasciare il posto ad altri”. A chiedere la sostituzione del direttore generale dell’Asl, Carmelo Scarcella, e della direzione dell’azienda sanitaria di Brescia erano stati finora i comitati ambientalisti: il 30 aprile un gruppo di attivisti ha occupato l’ufficio del dirigente – ai vertici dell’Asl bresciana da 15 anni – chiedendo le sue dimissioni “per aver negato le conseguenze sanitarie dell’inquinamento da diossine”.
Ora l’appello arriva anche da un autorevole esponente della comunità scientifica. Che sottolinea la gravità della situazione del sito Caffaro di Brescia. Quasi un secolo di produzione di Pcb (dal 1936 al 1984). Oltre 200 ettari di area a sud della Caffaro gravemente inquinata da policloro bifenili e diossine. Più di dieci anni di inserimento (dal 2002) tra i siti inquinati di interesse nazionale, e finora nessuna bonifica. Gli effetti di un simile inquinamento (definito da Ricci “più grave di quello di Seveso”) non poteva non interessare la popolazione. Ma le autorità sanitarie locali sembrano non essersi ancora accorte della gravità del caso bresciano. I dati preoccupanti sui tumori nel Sin Brescia-Caffaro erano stati anticipati proprio dal professor Ricci – i dati erano in attesa della conferma definitiva – alla trasmissione di Raitre PresaDiretta nel marzo del 2013. Come emerso in diversi studi pubblicati su importanti riviste scientifiche, i livelli di Pcb e diossine nel sangue della popolazione bresciana sono “fra i più elevati osservati a livello internazionale”. Perché l’Asl continua a sostenere che non vi sia correlazione certa tra queste sostanze, classificate come “cancerogeni certi” dallo Iarc, e l’incidenza anomala dei tumori? “Non lo so – prosegue Ricci – Posso dire che se fino al 2001 quando è scoppiato il ‘caso Caffaro’ potevamo pensare che errare è umano. Continuare su quella strada dopo dieci anni è diabolico”.
LA DIREZIONE DELL’ASL SI DIFENDE: “STUDI CONTRASTANTI”
Contattato da ilfattoquotidiano.it, il direttore generale dell’Asl di Brescia Carmelo Scarcella non ha voluto rilasciare dichiarazioni. La direzione dell’azienda sanitaria locale ha però diffuso le considerazioni del responsabile dell’Osservatorio epidemiologico dell’Asl di Brescia, Michele Magoni: “I Pcb sono sostanze tossiche – spiega il dottor Magoni – la loro definizione come cancerogeni è invece più controversa ed è nel 2013 che la Iarc (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ndr) li ha classificati come cancerogeni certi per il melanoma; permangono quali probabili cancerogeni per il linfoma-NH e per il tumore della mammella”. Gli studi sulla correlazione tra Pcb e tumori, assicura l’Asl di Brescia, sono “contrastanti”. Tuttavia la direzione generale tiene a sottolineare che “sono state prese, anche in passato, tutte le misure per prevenire l’assorbimento dei Pcb da parte dei cittadini”. E che “i livelli di Pcb sierici (nel sangue, ndr) negli ultimi dieci anni si sono dimezzati”. “L’Asl non intende certo negare l’effetto dei Pcb – afferma il responsabile dell’Osservatorio locale – ma neppure può affermare di aver trovato tali effetti quando ciò non corrisponde alla realtà”. I risultati dello studio Sentieri, insomma, non sarebbero incontrapposizione con quanto sostenuto dall’Asl di Brescia: “Al tempo stesso bisogna essere consci dei limiti degli studi e il non aver trovato un’associazione non significa che questa associazione non vi sia”, conclude Magoni.
L’ASL HA SEMPRE NEGATO IL NESSO PCB-TUMORI
Carmelo Scarcella, alla guida dell’Asl di Brescia dal 2003, è lo stesso dirigente che ricopriva il ruolo di direttore sanitario nel 2001, quando il caso Caffaro “è stato scoperto un po’ per caso – spiega il professor Ricci – e non certo grazie al contributo delle autorità sanitarie. Non ci sarebbe stato se non grazie alla pubblicazione di una ricerca storica. Un vero paradosso”. L’autore del libro che ha denunciato il grave inquinamento, lo storico Marino Ruzzenenti (Un secolo di cloro…e Pcb. Storia delle industrie Caffaro di Brescia) ha conservato negli anni tutte le dichiarazioni rilasciate dal direttore dell’Asl di Brescia sull’inquinamento Caffaro. Affermazioni pubblicate sui giornali e finora mai smentite dal dottor Scarcella, che lo storico ha ricordato al direttore generale nel corso di un incontro avvenuto all’inizio di maggio negli uffici dell’Asl: “Non esiste cura per la presenza nel sangue di una sostanza [il Pcb, ndr] che statisticamente non determina danni per la salute, sosteneva ad esempio Carmelo Scarcella sul Giornale di Brescia il 9 giugno 2004” spiega Ruzzenenti. Una posizione mantenuta dal dg fino al 2013, quando il reportage di PresaDiretta ha fatto “riscoprire” ai bresciani la gravità dell’inquinamento da Pcb e diossine: “Dati presentati in modo parziale ed allarmistico – commentava la direzione Asl all’indomani della trasmissione – l’incidenza del tumore al fegato è inferiore del 30%”.
LE “DUE VERITÀ” DELLE AUTORITÀ SANITARIE SUL PCB
L’Asl non avrebbe solo “minimizzato” – come denunciano gli ambientalisti – la portata del disastro ambientale prodotto dalla Caffaro. Mentre alla popolazione venivano fornite informazioni tranquillizzanti, nel 2008 il direttore generale dell’Asl, dottor Scarcella, firmava – insieme ad altri autori – uno studio su Chemosphere in cui erano riportati i livelli di Pcb nel latte materno di una giovane donna: 147 pg/TEQ per grammo di grasso (a 6 pg/TEQ il latte vaccino deve essere distrutto), un livello che resta un record internazionale. “Ma quella donna non è mai stata avvisata e ha continuato ignara ad allattare il figlio – racconta lo storico Ruzzenenti – che ora infatti ha livelli alti di Pcb nel sangue, trasmessi dalla madre. E’ scandaloso questo doppio atteggiamento dell’Asl: da una parte si presenta una verità per il ‘popolo bue’, dall’altra si pubblica la verità per lacomunità scientifica, tanto i lettori di quelle riviste si contano sulle dita di una mano”. Un caso analogo era avvenuto nel 2011, con la pubblicazione su Environmental Research dell’articolo Pcb e linfomi non-Hodgkin: uno studio caso-controllo in nord Italia in cui gli stessi autori presentavano agli addetti ai lavori alcune prove dell’associazione tra Pcb e linfomi-NH. I risultati dello studio venivano però fortemente ridimensionati di fronte all’opinione pubblica. Una scelta motivata dal fatto, spiega la direzione sanitaria bresciana, che non vi fossero riportate “misure individuali di esposizione”.
“SERVONO NUOVI INTERLOCUTORI” PER IL CASO CAFFARO
Nell’incontro con i comitati, il 30 aprile il direttore generale dell’Asl ha ammesso, per la prima volta pubblicamente, che l’aumento dei tumori a Brescia è in qualche modo legato alla presenza di Pcb. E ha annunciato di voler istituire un nuovo osservatorio sulla situazione sanitaria del capoluogo lombardo: “Vorrei valutare la creazione di un osservatorio sul caso Caffaro sul modello di altri già avviati su temi ambientali – ha annunciato il dg Asl nel corso dell’incontro – Ne parlerò sia con il sindaco che con l’Arpa”. Ma la risposta del professor Paolo Ricci, curatore del rapporto Iss-Airtum, è fin troppo chiara: “Dopo 15 anni è ora che vi sia un rinnovamento ai vertici dell’Asl di Brescia. Parlando tra colleghi e amici, è emersa la convinzione che sarebbe opportuno fossero altri gli interlocutori locali dell’Iss per continuare il lavoro di monitoraggio e di studio del sito Caffaro. Persone che non hanno avuto nulla a che fare con la gestione di questi ultimi anni”. www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/14/tumori-a-brescia-e-record-italiano-lepidemiologo-ora-via-i-vertici-dellasl/984771/

FONTE ARTICOLO:  http://www.ciaccimagazine.org/?p=14349



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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 12/03/2014 03:51:00 AM




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