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domenica 27 ottobre 2013

PATATE E AIRBUS



                      
  
CITTADINI AREA FIORENTINA                                                                                                              NODO A NORD OVEST
             
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE


 

PERETOLA: PATATE AL POSTO DEGLI AIRBUS? PERCHE’ NO?

 

 

L’ ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) rivendicando a sé l’ultima parola sulle compatibilità di volo e aeroportuali ha presentato un’osservazione all’Integrazione al PIT (Piano di Indirizzo Territoriale) della Regione Toscana, chiedendo che la pista 12/30 (la cosiddetta pista parallela) raggiunga i 2.400 m. Secondo la Variante adottata in Consiglio regionale lo scorso 24 luglio invece la nuova pista di Peretola non avrebbe dovuto superare i 2.000 m.

 

Quella lunghezza e quell’orientamento – che il PIT intendeva salvaguardare - erano il risultato di un fragilissimo accordo politico e territoriale voluto a tutti i costi dal Presidente Rossi a dispetto delle tensioni nella propria maggioranza, dell’opposizione di tutti i Sindaci della Piana, dei comitati e delle associazioni ambientaliste ad un aeroporto nato nel 1931 in un’epoca e in un contesto lontanissimi da quello attuale.

 

Infatti, come ampiamente emerso nelle due giornate di confronto del 6, 7 dicembre 2012, organizzate al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino dal Garante per la Comunicazione della Regione, le due funzioni, quella del Parco agricolo di 7.000 ha (che poi sarebbe l’obbiettivo principale del PIT) e quella di un Aeroporto potenziato, nel contesto della Piana tra Firenze e Prato risultano tra loro incompatibili.

 

L’uscita di ENAC ha messo in allarme Pisa la quale teme che una pista di quella lunghezza nella Piana sestese significherebbe la perdita dei voli low cost per il “Galilei”.

 

Ma perché ENAC solleva solo adesso queste obiezioni? Le dietrologie si sprecano. C’è chi dice che dietro ci sia proprio Pisa che vuol far saltare un accordo che sente stretto. C’è chi parla di Bologna che non vuole un sistema aeroportuale come quello toscano a meno di un’ora di treno. Il presidente degli industriali esclama: “Basta con questo mobbing allo sviluppo di Firenze”

 

Rossi furente per la catastrofe politica che si profila minaccia di seminarci le patate su quell’area aeroportuale se non si rispetteranno i vincoli della Regione, aggiungendo dottamente “quos perdere vult, Deus dementat”.

 

Ma la ragione i toscani l’avevano già persa dal 1978, anno in cui la Regione, in sede di conferenza per la pianificazione intercomunale poi confermata dallo Schema strutturale per l’area Firenze-Prato-Pistoia, decise di accantonare definitivamente la previsione di un aeroporto continentale a S. Giorgio a Colonica, a sud di Prato, come previsto nel piano Detti.

 

Si prendeva atto con ciò dell’opposizione insuperabile dei comuni coinvolti, in primo luogo Campi e Prato, puntando per la Toscana sul “San Giusto” di Pisa, ma permettendo - e qui l’insania fa capolino - la trasformazione di quel vecchio e inadeguato campo di aviazione in un “city airport”. Oggi siamo al “redde rationem” di questa secolare vicenda.

 

Cosa chiediamo.

 

·              Salvare ciò che di buono c’è nel PIT cioè il Parco Agricolo della Piana, stralciando il potenziamento di Peretola.

·      Puntare sul rafforzamento di Pisa, vero aeroporto intercontinentale della Toscana, collegato a Firenze con un rapido collegamento ferroviario.

·           Proporzionare i livelli di traffico e di sicurezza del “Vespucci” - già oggi collegato a decine di città europee - lasciando al “Galilei” la Russia, il Medio Oriente e altre destinazioni fuori portata per l’aeroporto fiorentino.

 

 

 

 

 

 

 

 



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