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martedì 22 gennaio 2019

Tramvia Libertà-Bagno a Ripoli, Amato (PaP): "Meglio non farla per le sue criticità".

Comunicato stampa

Tramvia Libertà-Bagno a Ripoli, Amato (Potere al Popolo): "Meglio non farla per le sue criticità".
Richiesta alla conferenza dei servizi, che da domani inizia a riunirsi, di abbandonare il progetto e alla giunta una moratoria sui progetti delle nuove tramvie.


"Domani 23 gennaio si terrà la prima seduta della conferenza dei servizi sul progetto di linea 3.2 di tramvia, tratta Libertà - Bagno a Ripoli,.e chiediamo ai partecipanti alla conferenza di porre molta attenzione a tutte le criticità del progetto che sono talmente grandi e gravi da farne ritenere opportuno l'abbandono". Lo dice Miriam Amato, consigliera di Potere al Popolo, insieme a Tiziano Cardosi, esponente di PaP, e ad Alberto Ziparo, docente all'Università di Firenze, partecipanti a una conferenza stampa a Palazzo Vecchio. "Chiediamo  alla Giunta - aggiungono i tre - di porre una moratoria sui progetti relativi alle tramvie dell'area fiorentina, a partire da quella di cui sarebbero previsti i cantieri entro giugno, la linea variante al centro storico, tratta Strozzi – Libertà – San Marco, e di iniziare una vera progettazione del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile".
Amato, Cardosi e Ziparo mettono innanzitutto in evidenza la fretta nella progettazione della linea Libertà - Bagno a Ripoli "solo per rientrare nei tempi delle richieste dei finanziamenti alla UE e al ministero dei Trasporti e con la volontà politica di proseguire con un progetto inadeguato e costoso, che garantisca la continuità degli accordi e dei contratti con Tram spai, qualunque sia l'esito delle prossime elezioni amministrative. Così il Partito Democratico ricalca quanto fece Berlusconi, che nel 2005 autorizzò avventatamente molte opere poi rimaste incompiute o mai avviate". Amato sottolinea che "il project finanacing, così com'è stato concordato, è totalmente sbilanciato a favore del soggetto privato, con un capovolgimento dei ruoli che relega gli enti pubblici a meri finanziatori dell'opera".
Ziparo rileva in particolare "l'anomalia di non effettuare la VIA (valutazione di impatto ambientale), limitandosi ad una semplice VAS (valutazione ambientale strategica) per la linea Libertà - Bagno a Ripoli, anomalia introdotta già per la linea 1, che impedisce di fare serie e concrete valutazioni degli impatti di queste infrastrutture non solo sull'ambiente ma anche sociali, economiche, urbanistiche. Ed è grave la mancanza di un piano della mobilità e arriva in ritardo l'avvio di un piano urbano della mobilità sostenibile delibera to in dicembre dall'amministrazione comunale".
"L'impatto ambientale e trasportistico della  progettata linea 3.2 per Bagno a Ripoli - accusano Amato e Ziparo - prevede non solo la costruzione di un nuovo ponte sull'Arno, fra via Minghetti e piazza Gualfredotto, con inevitabili ingorghi del traffico nei quartieri di Bellariva e di Gavinana, ma anche  il taglio delle alberature lungo i viali di circonvallazione, da piazza della Libertà ai lungarni del Tempio e Colombo, e di quelle del viale Giannotti: una ecatombe, una follia per niente giustificata dalla promessa di nuovi impianti, perchè le alberature esistenti, oltre ad avere effetti benefici sull'ambiente cittadino, sono una risorsa paesaggistica e monumentale che non può essere ignorata e cancellata così superficialmente. Per non parlare poi dell'impatto invasivo delle tranvie in sede esclusiva sui viali di circonvallazione con effetti negativi sul traffico privato che non può essere eliminato, ma anche sui mezzi pubblici come i bus, i taxi, e anche i mezzi di soccorso". "Anche questa tramvia per Bagno a Ripoli - aggiunge Cardosi - è scollegata dal sistema ferroviario di cui si continua a non riconoscere e sfruttare le potenzialità; invece di fare un parcheggio scambiatore  e l'enorme deposito dei tram a Bagno a Ripoli, cementificando suolo attualmente a verde agricolo, per intercettare i flussi di auto provenienti dal Valdarno e dalla Valdisieve si potrebbero istituire nuovi treni cadenzati nelle ore di punta, con frequenti fermate tra Valdarno, Pontassieve e Firenze, e poi elettrificare l'anello della Faentina e Valdisieve, liberando cosi  le vie di accesso orientali alla città dall'eccessivo traffico su gomma oltre che rispettare gli abitanti di Bagno a Ripoli".
"E' il momento di fermarsi con queste nuove tramvie - concludono Amato, Cardosi e Ziparo - e di pianificare una mobilità sostenibile, al servizio delle esigenze degli abitanti, scegliendo sistemi di trasporto alternativi e non invasivi e distruttivi, come ad esempio gli autobus elettrici in corsie protette, realizzabili nell'arco di una giornata con cantierizzazione e costi minimi a differenza dei binari delle tramvie".

lunedì 21 gennaio 2019

[news-rete-dei-comitati] Ecco perché le sponde dei fiumi senesi vengono private della vegetazione riparia.


Ecco perché le sponde dei fiumi senesi vengono private della vegetazione riparia.

Da tempo ormai le sponde dei fiumi e dei torrenti nel Senese sono oggetto di una pulizia fin troppo radicale.
In parecchi tratti non rimane in piedi nemmeno un albero, nemmeno una siepe, nemmeno un arbusto.
L'importanza della vegetazione riparia per contenere l'irruenza delle acque e per la difesa idrogeologica è acclarata eppure i lavori svolti non vanno tanto per il sottile
I lavori in corso lungo le sponde del Fiume Elsa, fra Casole d'Elsa e Colle Val d'Elsa, sono un esempio emblematico.
L'associazione ecologista Gruppo d'Intervento Giuridico onlus, dopo aver ricevuto varie segnalazioni preoccupate da parte di residenti locali, ha inviato (28 dicembre 2018) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti riguardo l'avvenuto taglio della vegetazione lungo le sponde del Corso d'acqua nel mese di dicembre 2018.
Coinvolti il Ministero per i beni e attività culturali, la Regione Toscana, la Soprintendenza senese per archeologia, belle arti e paesaggio, il Consorzio di bonifica 6 della Toscana Sud, i Comuni di Casole d'Enza e Colle Val d'Elsa, i Carabinieri Forestale di Siena. Informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena
La Regione Toscana – Direzione Difesa del suolo e Protezione civile – Genio civile di Firenze ha risposto (nota prot. n. 21412 del 16 gennaio 2019) con ampi particolari: "Le attività di taglio nel tratto indicato sono state eseguite nel corso del 2016, protratte nel 2017 e nel 2018, nell'ambito della costruzione della cassa di espansione in destra idraulica del Fiume Elsa, denominata di S.Giulia in loc. Pian della Bufalaia, da parte della Provincia di Siena … Il manufatto principale dell'opera è un nuovo argine, alto fino a 6 metri sul piano campagna, realizzato in aderenza alla sponda destra del fiume Elsa nel comune di Monteriggioni che, in caso di piena, attraverso lo sfioratore di derivazione, ha la funzione di contenere e invasare circa 1 milione di metri cubi d'acqua nelle aree agricole di fondovalle.
L'intervento ha reso inevitabile procedere al taglio di buona parte delle alberature esistenti sulla sponda destra, sul lato cassa di espansione, in quanto ricadenti nell'impronta dell'opera e nell'area necessaria alla cantierazione del rilevato e delle scogliere di protezione della bassa sponda, nonché inevitabile eseguire il taglio degli alberi presenti sulla bassa sponda che per dimensioni, avanzato grado di maturazione e inclinazione, di fatto risultavano instabili e quindi un potenziale rischio per l'integrità dell'opera da realizzare.
Nel corso del 2019 la Provincia di Siena, a completamento dell'intervento di gestione del tratto con criteri compatibili con la presenza dell'opera, ha previsto il taglio delle alberature in sponda sinistra che per dimensioni, maturazione, inclinazione ed esposizione al flusso della corrente, potrebbero essere potenzialmente pregiudizievoli per l'integrità e stabilità della opposta sponda destra, su cui è realizzata la cassa di espansione".
Ecco come sarà la gestione futura: "Una volta terminato l'intervento, la gestione dell'opera realizzata e della vegetazione nel tratto prospiciente i nuovi argini sarà attribuito al Consorzio di Bonifica Medio Valdarno ai sensi della L.R. 79/2012. Il Consorzio dovrà evitare che le alberature si sviluppino fino ad assumere dimensioni e una maturazione tale da costituire ostacolo al deflusso e pericolo per la cassa di espansione, anche per il possibile innesco di fenomeni erosivi. Dovrà invece mantenere la vegetazione riparia in buono stato di conservazione e stabilità, con alberi e arbusti in fase giovanile, flessibili ma resistenti al passaggio delle piene, che svolgano anche la funzione di corridoio ecologico lungo le sponde del fiume, e gli alberi sulla sommità della sponda sinistra, sul lato opposto della cassa di espansione, che avranno anche la funzione di schermo visivo delle arginature dalla S.P. 'Traversa Maremmana'".
In proposito è stata rilasciata l'autorizzazione idraulica (regio decreto n. 523/1904 e s.m.i.) con nota prot. n. 177982 dell'11 agosto 2015.
Inoltre, la Regione Toscana – Direzione Difesa del suolo e Protezione civile – Genio civile di Firenze ritiene che "i tagli di vegetazione arbustiva e arborea nei corsi d'acqua, eseguiti nell'ambito dell'esecuzione di opere idrauliche, come nel caso della realizzazione della Cassa di espansione di S.Giulia, o nell'ambito dell'attività manutentiva prevista nei Piani delle Attività di Bonifica Annuali redatti dai Consorzi di Bonifica e approvati dalla Regione ai sensi della L.R. 79/2012 e della D.G.R. 293/2015, sono riconducibili ad attività di manutenzione ordinaria del reticolo idrografico, la cui finalità è prioritariamente quella di garantire la regolarità del deflusso delle piene e la salvaguardia delle opere idrauliche esistenti, riducendo così le condizioni di rischio idraulico nei territori più esposti e vulnerabili ai danni per allagamenti, continuando altresì a preservare la funzione ecologica e ambientale della vegetazione ripariale dei corsi d'acqua".
Conseguentemente, ritiene tali attività "siano riconducibili alla gestione ordinaria e quindi sottratte alla disciplina del D.lgs. 42/2004", cioè non debbano essere autorizzate sotto il profilo della tutela paesaggistica.
In realtà, le cose non sembra che siano proprio così.
Infatti, le sponde dei corsi d'acqua per una profondità di 150 metri dall'acqua sono in ogni caso tutelate con vincolo paesaggistico (art. 142, comma 1°, lettera c, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), spesso anche con vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.), con o senza vegetazione (Cons. Stato, Sez. VI, 27 giugno 2014, n. 3264, Cons. Stato, VI, 4 febbraio 2002, n. 657).
Anche il Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud ha risposto (nota prot. n. 744/P del 18 gennaio 2019), confermando quanto affermato dalla Regione Toscana – Direzione Difesa del suolo e Protezione civile – Genio civile di Firenze.
Analogamente il Comune di Casole d'Elsa – Servizio Urbanistica e Edilizia privata ha confermato (nota prot. n. 172 del 9 gennaio 2019) ha confermato che "con Deliberazione della Giunta comunale n. 48 del 23 marzo 2017 è stato approvato il Progetto 13-1-109 (Ex.463) 'Sistemazione della rete idrografica in località Il Piano' redatto dal Consorzio di bonifica 3 medio Valdarno" (reperibile in http://www.casole.it/in-comune/amministrazione-trasparente/informazioni-ambientali/ ).
L'associazione ecologista Gruppo d'Intervento Giuridico onlus auspica una rapida verifica della legittimità delle operazioni lungo le sponde dei corsi d'acqua del Senese, ma, soprattutto, una profonda presa di coscienza dell'importanza fondamentale del mantenimento della vegetazione riparia per la salvaguardia idrogeologica e la prevenzione dei dissesti del territorio.
p. Gruppo d'Intervento Giuridico onlus
Stefano Deliperi
ulteriori informazioni su http://gruppodinterventogiuridicoweb.com 

--
Gruppo d'Intervento Giuridico onlus    
associazione di protezione ambientale riconosciuta 
(art. 13 della legge n. 349/1986 e s.m.i.)
Via Cocco Ortu, 32 - 09128 Cagliari

[news-rete-dei-comitati] Sabato 26/1: UN TERRITORIO A RISCHIO (Colle)



Buonasera,
in questi ultimi anni stiamo assistendo, in molte zone della Toscana, a scempi e annunci di progetti speculativi che se non verranno fermati potranno avere effetti devastanti per il territorio.
Per quanto riguarda il triangolo compreso tra la Valdelsa, la Val di Cecina e la Valdera, la Regione Toscana sta avallando permessi di ricerca con progetti per nuove centrali geotermiche, invasi artificiali da milioni di metri cubi, ampliamenti di discariche per rifiuti pericolosi, tagli di vegetazione boschiva e riparia per alimentare centrali a biomasse, ecc.  il tutto in aree già sfruttate pesantemente, dove sono già presenti impianti industriali chimici, centrali geotermiche, inceneritori, fiumi in stato di degrado, discariche, ecc. creando le condizioni per l'effetto cumulo.
A tal proposito stiamo organizzando un incontro pubblico che si svolgerà sabato 26.01.2019 alle ore 15.00 a Colle Val d'Elsa, presso la nuova sala al primo piano della Coop in via A. Diaz 31.
Per accede al locale entrare dalla porta alla destra dell'ingresso Coop e salire al primo piano. E' possibile trovare posteggio anche in Piazza Montemaggio o al posteggio Fontibona (vedi mappa sotto).

Presentazione e saluti – Giovanni Menchetti - Presidente del Comitato Difensori della Toscana
Introduzione - geotermia e territorio - Giovanna Limonta - Comitato Difensori della Toscana
Altre centrali geotermiche a Radicondoli? Lucignano, la centrale dei falliti - Luca Moda - Comitato X Radicondoli
In progetto di centrali geotermiche ai piedi dell'antico borgo di Montecastelli Pisano e al Masso delle Fanciulle
Ampliamento della discarica di Bulera, Pomarance - Vittorio Pedrinazzi - Comitato No discarica di Bulera
Quale futuro per la Valdera? Agricoltura e ecoturismo vs rifiuti, fanghi e geotermia - Carlo Galletti - Legambiente Valdera
 Geotermia e paesaggio – Claudio Greppi  membro dell'Osservatorio Regionale del Paesaggio- esponente della Rete dei Comitati  
                                pausa caffè
I fiumi patrimonio di tutti, ecosistemi da proteggere - Martino Danielli - Presidente WWF Siena
Progetto invaso artificiale Pian di Goro a Casole d'Elsa - Gigliola Freschi Comitato Difensori della Toscana
La media Valle del Cecina, un'area da proteggere - Sandro Piazzini zoologo e ricercatore presso il Parco Nazionale Foreste Casentinesi 
Con la partecipazione di Mariarita Signorini, Presidente Nazionale di Italia Nostra
Interverranno:
Monica Pecori - Consigliere Regionale Gruppo Misto
Tommaso Fattori -  Consigliere Regionale SI Toscana
                         Conclusioni
(Mappa Colle Val d'Elsa centro)


Buona domenica dal Comitato difensori dellaToscana
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la culla del tram

CITTADINI AREA FIORENTINA
LA CULLA DEL TRAM
 Giungendo a Firenze, "culla del Rinascimento", un viaggiatore che esca dalla stazione ferroviaria, si attende qualcosa che evochi la grazia del Rinascimento o le glorie dell'Umanesimo: misura di spazi e di forme, armonie di suoni e colori, dignità. 

Ecco invece che cosa lo accoglieva il 18 gennaio 2019. 

  https://www.facebook.com/1673303692746134/videos/749909052062252/

Alcuni anni fa abbiamo sentito affermare in qualche convegno che la tramvia sarebbe stata "la primavera di Firenze", forse evocando la botticelliana icona degli Uffizi. Ma qualcosa deve essere andato storto perché l'unico Rinascimento in corso è quello degli utili di Gest, società di gestione delle tramvie, che si affretta ad incrementare il suo tesoro a nostre spese. 
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Calcoli del 2012 valutavano la rendita di 37 anni per chi acquistasse l'intera tramvia come un tesoro con più di 400.000 € di utile e un dividendo di 98.000 € annui per la linea 1 e dal secondo semestre del 2015 un utile di 700.000 € e un dividendo di 171.000 € annui per le future linee 2 e 3.  [ 

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domenica 13 gennaio 2019

S. Ferdinando (RC): Comitato per il riutilizzo delle case vuote della Piana


COMUNICATO

NASCE IL COMITATO PER IL RIUTILIZZO DELLE CASE VUOTE NELLA PIANA DI GIOIA TAURO A FAVORE DEI LAVORATORI CALABRESI ED IMMIGRATI

L’ odierna visita di Padre Alex Zanotelli alla baraccopoli di S. Ferdinando, domicilio precario fino alla disumanità, di centinaia di migranti, lavoratori agricoli della Piana di Gioia Tauro, con la presenza di Mimmo Lucano, sindaco sospeso pro-tempore di Riace, di rappresentanti del sindacato USB, di SOS Rosarno e di altre organizzazioni impegnate sui temi dell’accoglienza ed integrazione degli immigrati e dei diritti dei lavoratori per lo sviluppo sostenibile della Piana di Gioia Tauro, è diventata occasione per un deciso avanzamento del programma di riutilizzo delle decine di migliaia di case vuote della Piana di Gioia Tauro, per assicurare una residenza civile a tutti i lavoratori e cittadini della zona, sia immigrati che calabresi.
 La visita al campo ha significato l’ennesimo momento di indignazione e rabbia, da parte di Alex Zanotelli e degli altri convenuti, alla vista delle tremende, inaccettabili condizioni in cui sono costretti ad abitare centinaia di lavoratori immigrati, con problemi igenico-sanitari, ambientali, sociali ed individuali enormi, e standard abitativi lontanissimi da qualsiasi soglia minima di accettabilità.
Dopo la visita, in un’improvvisata assemblea nel campo, cui oltre a Zanotelli, Lucano e gli altri rappresentanti di associazioni e forze locali, hanno partecipato gruppi di migranti domiciliati nella baraccopoli, si è ribadito che è urgente trovare soluzioni abitative sicure e civili, per chiudere definitivamente la stessa baraccopoli e le altre forme di ghetto in cui sono stati costretti in questi anni i lavoratori immigrati, sia nella Piana che altrove. A questo proposito il presidente della Regione Oliverio, collegato telefonicamente dalla sua residenza, ha ricordato che la Regione Calabria è contraria alla realizzazione di ulteriori forme collettive di abitazioni precarie – macro contenitori fatti da tende o container – ed è pronta ad indirizzare le necessarie risorse su progetti di riutilizzo delle case vuote della zona, in perfetta concordanza con le proposte dei presenti all’assemblea.
Ancora, è stato ricordato quanto contenuto nella ricerca della Società dei Territorialisti con il LAPEI dell’Università di Firenze, diffusa in Calabria dall’Osservatorio sul Disagio Abitativo, e dai dati Istat 2011 ha conteggiato oltre 35 mila case o appartamenti vuoti nell’area della Piana, di cui oltre 15 mila nei comuni della fascia tirrenica, S. Ferdinando, Gioia e Palmi; per una quota di vuoto totale regionale che supera le 450 mila abitazioni.
I presenti alla fine della riunione hanno formato il nucleo promotore del “Comitato per il riutilizzo delle case vuote della Piana di Gioia Tauro per i lavoratori, calabresi ed immigrati”. Il Comitato verrà costituito ufficialmente durante l’assemblea apposita prevista per il prossimo venerdì 1 febbraio, presso il Municipio di S. Ferdinando, nei locali prontamente offerti dal sindaco Tripodi. Alla stessa assemblea sarà assicurata la partecipazione di rappresentanti di Regione, Città Metropolitana, comuni con i sindaci e amministratori, e molti componenti di forze sindacali e sociali, movimenti e associazioni culturali e ambientaliste.

S. Ferdinando (RC), 11 gennaio 2019                                        
Nucleo Promotore del “Comitato per il riutilizzo delle case vuote della Piana”

sabato 12 gennaio 2019

TURISMO NEI TERRITORI E NELLE CITTA’: BENI COMUNI ADDIO?






SUD EUROPA DI FRONTE ALLA TURISTIFICAZIONE
Secondo incontro nazionale della rete SET Italia
Firenze 1-3 marzo 2019
(bozza di programma)


TURISMO NEI TERRITORI E NELLE CITTA’: BENI COMUNI ADDIO?



Venerdì 1° marzo – Fac. Architettura – Piazza Ghiberti 27

mattina:
-      presidio contro la vendita di Mondeggi Bene Comune (?)
pomeriggio:
-      prologo itinerante nel centro storico
da Santa Maria Novella a S. Ambrogio: città in vendita e città resistente, con Firenze NoCost e Assemblea dei cardatori
-      presentazione del convegno presso la Scuola di Architettura dell'Università degli studi di Firenze
SET : Il Manifesto comune, gli obbiettivi, il metodo, la democrazia interna
-      relatore/i esterni (turistificazione e beni comuni?)
-      buffet serale a cura di Ark Kostruendo e Genuino Clandestino Firenze

Sabato 2 marzo – CSA Next Emerson – Via di Bellagio 15

TAVOLO 1 - Ambiente vissuto
·       Le città d’arte italiane “di dolore e ostello … non donna di province ma bordello”
Il quotidiano al servizio dei nuovi tenutari globali: patrimonio storico e rendite monopolistiche, la quotidianità come terreno di estrazione, capitale simbolico e espropriazione dei beni comuni, città brand e marketing dell'urbano, marginalizzazione e decoro nella città museo.
I nuovi soggetti del conflitto urbano e i possibili livelli di lotta per un modello ecologico, antagonista: difesa e creazione di beni comuni, resistenza dello spazio pubblico, evoluzione e riappropriazione delle culture locali, forme di narrazione di un'urbanità liberata.

TAVOLO 2 – La dimensione territoriale
·       Al Gran Bazar della città neoliberista: nuove infrastrutture e turismo globale
Logistica della turistificazione: infrastrutture come effetto o causa della monocoltura turistica, espulsione e pendolarismo lavoratori e abitanti nel parco a tema, impatto ambientale dell'industria turistica, land grabbing e appropriazioni speculative attorno alla città, paesaggio da bene comune a merce, il territorio al servizio della turistificazione.                                          
Pratiche di resistenza e riappropriazione: lotta alle grandi opere, prospettive ecologiche, uso collettivo dei beni alienabili, ricostruzione di paesaggi e narrazioni nel territorio urbanizzato.

I tavoli potranno articolarsi in due momenti:
a. L’onda speculativa, città per città
b. Resistenze e pratiche alternative

LABORATORI
Affiancheranno i due tavoli proponendo iniziative e performances/happening urbani

Il pranzo sarà a cura del CSA Next Emerson e Genuino Clandestino

Al termine ASSEMBLEA PLENARIA con mozione conclusiva, integrazione con la Rete europea, successivi appuntamenti.

Domenica 3 marzo – La Polveriera Spazio Comune – Via Santa Reparata 12

mattina:
-      Azioni e interventi in difesa dei Beni Comuni
Beni comuni e patrimonio storico: contro lo sgombero della Polveriera Spazio Comune e di Mondeggi- Fattoria senza padroni.
Azioni conclusive dei laboratori, portare SET nello spazio pubblico.


Lettera aperta alla Gabanelli

venerdì 11 gennaio 2019


No TAV - Lettera Aperta a Milena Gabanelli - La Pizia delle Grandi Opere Inutili e Imposte

              Comunicato Stampa
PresidioEuropa
Movimento No TAV
11 gennaio 2019
la parabola di una giornalista d'inchiesta passata dalla difesa dei diritti dei cittadini alla Voce di un Padrone
La Pizia delle Grandi Opere Inutili e Imposte


Cara Milena,
ci avevi abituati bene, ci eravamo affezionati al tuo modo di comunicare.
La tua esile figura, la tua calma, la tua determinazione erano la tua cifra.
I tuoi racconti erano rassicuranti perché trasudavano il coraggio di denunciare, di raccontare storie agli italiani che nessun altro era capace di fare.
Come la Pizia, sacerdotessa di Apollo, tu Milena svolgevi un ruolo quasi divino perché rivelavi il non svelabile, tutto ciò ti ha conferito un prestigio e una posizione elevata tra i tuoi colleghi giornalisti, fronteggiando una cultura politico-affaristica italiana, truffaldina, corruttrice e mafiosa.
Gli obblighi che ti eri assunta erano la purezza rituale, la credibilità, l'autorevolezza, la sobrietà.
Per vent'anni Report è stato il tuo tempio, la tua popolarità era tale che gli iscritti al M5S ti offrirono la candidatura a Presidente della Repubblica.
Questa decisione lascia nello sconcerto i tuoi fedeli ammiratori.
La ferita che ricevi è difficile da rimarginare, quasi come quella di Achille che muore colpito al tallone da Paride.
Hai così riacquistato il palcoscenico al quale attori e sacerdoti tengono sopra ogni cosa.
Ma il prezzo che hai dovuto pagare è alto, leggendoti il 7 gennaio scorso e ascoltandoti il giorno dopo, hai confermato di non possedere l'indipendenza del passato, ora non sei più devota agli interessi popolari e alla verità ma a quelli delle élite.
Il 2019 si sveglia in un Paese allo sbando, con due governi e quindi nessun governo, con terremoti in agguato, senza futuro, terrorizzato dai migranti, pronto ad armare i cittadini, gli ultrà delle curve degli stadi invocano san Salvini affinché li salvi.
Il 7 gennaio tu Milena decidi di schierarti, è il compimento della missione che ti hanno affidato entrando al Corriere della Sera/La7, forse non l'avevi nemmeno presentito.
Ti hanno affidato una missione rischiosa, dimostrare l'indimostrabile, difendere ad ogni costo il valore delle Grandi Opere Inutili e Imposte, salvare le imprese italiane che per decenni sono state foraggiate dallo Stato, quindi dai cittadini.
E lo fai come una scolara che, a corto di argomenti, copia di nascosto i suggerimenti che ti fanno arrivare Confindustria, il PD, Standard & Poor's, i sindacati, i Governi, i tuoi ex nemici …
Cara Milena,
ora volgiamo il nostro sguardo al coraggioso passato di Report per confermare l'attuale sconcerto nel quale hai collocato i tuoi fedeli ascoltatori.
Report ha dato ampio spazio critico il 20 settembre 2001 alla Grande Opera  - L'Alta Velocità, ricordiamo anche la puntata Com'è andata a finire del 29 aprile 2002.
Il 23 ottobre 2011, otto anni fa, hai oracolato chiudendo la puntata di Report Alberto Perino c'è chi dice no, ecco le tue inascoltate parole valide ancora oggi:
Si può fare una considerazione: in un momento come questo ha più senso, è più logico, investire dei soldi per creare occupazione, oppure metterli in un tunnel che in futuro trasporterà più velocemente delle merci prodotte a Kiev o a Lisbona, ma non è detto. Perché se su quella tratta non ci sarà abbastanza traffico ferroviario i costi del finanziamento, cioè i 20 miliardi che servono per realizzare la Torino-Lione, li dovrà mettere lo Stato. Cioè i nostri figli che oggi sono disoccupati. Forse è il caso di rivedere l'intera questione oppure fornire elementi, informazioni più convincenti.
Ti salutiamo sconcertati, lasciandoti alla tua nuova solitudine.
Milena la Pizia diventa oggi la signora Gabanelli, Addetta Stampa del sistema delle Grandi Opere Inutili e Imposte
La Gabanelli diventa, otto anni dopo quelle sue alate parole, la Voce del Padrone e si schiera a favore delle Grandi Opere Inutili e Imposte.
Lo ha confessato a Enrico Mentana al Tg La 7 del 7 gennaio: "Mi sono trovata ad affrontare questo argomento(delle Grandi Opere, N.d.R.) dalla parte delle imprese" ed ammette "Faccio tanti errori, in buona fede". Aspettiamo di conoscere il suo giudizio confidenziale su questa tua dichiarazione.
Grande è lo stupore dei cittadini avveduti perché gli argomenti che la Gabanelli ha offerto nel suo articolo del 7 gennaio 2019 sul Corriere della Sera sono il racconto della crisi di imprese di costruzione che per molti decenni hanno fatto profitti solo grazie ai sussidi dello Stato, una rendita parassitaria che ha fiaccato la loro capacità imprenditoriale di fronte alla concorrenza.
Si tratta con tutta evidenza di incapacità imprenditoriale, di capitani non coraggiosi che lamentano di non essere abbastanza assistiti dallo Stato.
Il presidente dei -prenditori Boccia è arrivato ad affermare il 3 dicembre a Torino, Città No TAV: "Dobbiamo proteggere i "nostri" Grandi Progetti dei Corridoi europei".

venerdì 11 gennaio 2019

Tamvia 3.2: brutta quella tramvia, sarà mica anche inutile ?

CITTADINI AREA FIORENTINA
BRUTTA QUELLA TRAMVIA, SARA' MICA ANCHE INUTILE ?
I DUBBI DEL DIRETTORE
Nell'articolo di martedì 8 gennaio intitolato "Tramvia, sei buoni motivi per una pausa di riflessione" il direttore del Corriere Fiorentino Paolo Ermini riassume in sei punti tutti i dubbi sul sistema tranviario in costruzione, chiedendo un ripensamento su tutta la questione.

Il dott. Ermini ricorda alcuni punti critici del sistema:

Popolose zone del Quartiere 4 non servite dalla Linea 1 e neanche da un' efficace rete bus.
Trionfalismi eccessivi sulla frequentazione di quella linea, vista la contestuale carenza di alternative e il sovraccarico di comitive turistiche imbarcate a Villa Costanza.
Assenza del benché minimo
piano per creare una rete vera e propria di trasporti. 

Stato desolante del servizio Ataf : ritardi continui, corse soppresse, assenza di servizi notturni, ecc.
Scarsa conoscenza degli effetti delle nuove tranvie sulla mobilità e sulla vita dei quartieri, soprattutto con l'entrata in servizio della Linea 2.
Troppa fretta nell'avviare il prolungamento per Bagno a Ripoli, per il quale si dovrebbero pensare modalità diverse di veicoli (busvia o addirittura tracciati interrati).

Il riposizionamento del Corriere, iniziato all'epoca dello scandalo della selva di pali alla Stazione (cfr due calzanti articoli di Ginevra Cerrina Feroni riguardanti lo scempio paesaggistico), era recentemente sfociato in un'intervista a Dario Nardella il quale, subito dopo aver presentato, come Sindaco della Città Metropolitana, la Linea 3.2 per Bagno a Ripoli, aveva fatto una mezza marcia indietro annunciando, questa volta come Sindaco di Firenze, che la città ha bisogno di respirare, che non c'è fretta e che "dopo giugno con la chiusura dei cantieri, ci godremo i risultati per un bel periodo".
 
Queste dichiarazioni innescano però la reazione della Lega contraria al proseguimento del tram (e addirittura intenzionata a rifare quanto realizzato) e la conseguente presa di posizione dei sindaci dell'area metropolitana e dei vertici regionali in difesa del trasporto pubblico minacciato dai "barbari". Tanto che il Corriere continuava il dibattito ospitando lettere ed interventi di lettori ed appassionati di tram.

Noi che abbiamo sempre denunciato una gestione della mobilità a tutto interessata meno che ai diritti degli utenti e dei cittadini, non possiamo che essere soddisfatti della presa di posizione del Corriere Fiorentino. E ciò prima ancora di chiederci perché lo faccia e solo adesso. Era comunque ora!

Anzi invitiamo il Direttore ad allargare questo dibattito sottraendolo al confronto tra supporter di un mezzo piuttosto che di un altro e ad allargarlo ad argomenti seri, cioè agli obbiettivi di un piano della mobilità e all'adeguatezza di ciò che si sta facendo per perseguirli.

Sugli obbiettivi hanno voce tutti i cittadini in quanto tali e in quanto operatori economici ed è bene che siano coinvolti con un vero e proprio Dibattito pubblico formalizzato e gestito secondo quanto indicato nella Legge regionale sulla partecipazione in merito alla realizzazione di opere di grande interesse ed impatto. Sui modi per raggiungere quegli obbiettivi invece occorrerebbe un confronto ampio e approfondito di veri addetti ai lavori che sottragga la città all'abbraccio soffocante più che decennale dei tecnici della società di project financing.

Tuttavia pensiamo che prima occorra fare alcune precisazioni.

Ciò che il direttore Ermini lamenta dipende dal fatto che la rete tranviaria è saldamente incardinata alla convenzione di concessione trentennale firmata nel 2005 tra il Comune di Firenze e la Tram di Firenze S.p.a. (società di project).Quest'ultima non realizza soltanto la tramvia, ma programma, pianifica e realizza tutto il sistema di trasporti dell'area fiorentina.

Attraverso passaggi sommariamente indicati nel precedente notiziario - Infrastrutture: il poco armonioso groviglio fiorentino, l'interesse pubblico nella gestione del tram, in apparenza soddisfatto fino al 2012 dalla partecipazione di Ataf in Gest, è stato successivamente sostituito dal puro tornaconto dell'esercente, nel frattempo finito al 100% nelle mani del gruppo francese Ratp.
Il Comune si trova così tra l'incudine delle clausole della concessione che lo costringono a subordinare il servizio su gomma  agli interessi della società tranviaria e il martello delle proteste degli utenti per i disservizi delle ormai privatizzate Ataf e Alinea nonché per le croniche paralisi della circolazione. Questo è lo stato delle cose.

A proposito di dibattito e di rispetto delle procedure si consideri che nel Referendum consultivo del 2008 i fiorentini si erano espressi a maggioranza per la cancellazione della linea 3 per Careggi ed oggi se la ritrovano moltiplicata con i prolungamenti per Bagno a Ripoli e Rovezzano.

Per uscirne occorrerebbe ripubblicizzare l'Ataf, rivedere la convenzione di concessione e metterne in gara i servizi.
Occorrerebbe redigere ed attuare il Piano Urbano della Mobilità da parte di un Comune dotato di Uffici tecnici all'altezza del compito.
Occorrerebbe infine istituire un'Autorità indipendente per la gestione della rete di trasporti dell'area metropolitana compreso il Servizio ferroviario metropolitano.

VASTO PROGRAMMA. HA VOGLIA IL DIRETTORE ERMINI DI FARSI PROMOTORE DI QUESTO CONFRONTO E DI SIMILI PROPOSTE ? IN TAL CASO CI RENDIAMO DISPONIBILI.













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