Sono ad oggi quasi 5.000 le firme raccolte per salvare la storica Farmacia Pitti in Piazza San Felice la cui origine risale al XVIII secolo. Attorno al 1805 fu inclusa nella sistemazione del palazzo ad opera dall'architetto Pasquale Poccianti. Tracce di ciò si trovano nel retro con un pregevole banco settecentesco a forma di fagiolo e un impianto decorativo a nicchie e vasi. La parte destinata alla vendita è della prima metà dell'Ottocento, quando l'esercizio venne aperto al pubblico.
Nel 1984 in questa farmacia fu girato anche un episodio del film "Amici miei" di Monicelli che i cultori del genere sicuramente ricordano.
L'esistenza di questo brano di storia cittadina è ora minacciato dalla vendita dello stabile e dalla richiesta presentata dai proprietari al Ministero dei BB.CC di rimozione del vincolo di tutela. I nuovi proprietari vorrebbero trasformare il pregevole locale ed i suoi arredi nella reception di un residence.
In difesa della storica farmacia si sono mobilitati da un paio di mesi i residenti dell'Oltrarno e la parrocchia di San Felice, avviando la raccolta delle firme.
Tanto che poco prima delle elezioni del 4 marzo, il sindaco Nardella, accompagnato dall'assessore al commercio Del Re, vi si era recato in visita di solidarietà promettendo il suo interessamento. Nel frattempo vi sono state due novità.
La prima è comparsa sul Corriere Fiorentino del 25 marzo che ha rivelato l'esistenza, dietro la farmacia, di un teatro anatomico di fine Settecento, a pianta ellittica, con ballatoi in legno e colonne classiche: un gioiello storico. I proprietari però lo tengono chiuso da due decenni. Tanto che la Soprintendenza ha chiesto ed ottenuto di potervi effettuare un sopraluogo.
La seconda è che il Ministero dei BB. CC. ha confermato il vincolo su arredi e destinazioni d'uso posto nel 1993 dall'allora ministro Ronchey.
Purtroppo il tutto si inserisce in un quadro che è sotto gli occhi di tutti: la città è in vendita, i residenti fuggono, il patrimonio pubblico è sul mercato immobiliare, traboccano hotel, "residenze d'epoca" e locazioni brevi, mentre gli esercizi commerciali, storici o no, vengono asserviti al turismo globale. O peggio finiscono nella rete criminale del riciclaggio di denaro.
A questo processo concorrono di fatto gli Enti locali, predisponendo un catalogo di edifici disponibili per il mercato, e lo Stato, attraverso il Demanio(Fondo investimenti per la valorizzazione Plus) o mediante agenzie del Ministero dello Sviluppo Economico come Invest in Italy che soltanto a Firenze presenta decine di immobili tra i quali caserme, palazzi, ville, ecc. Al Demanio appartiene l'immobile adiacente a quello della farmacia dato in concessione, tramite Cassa Depositi e Prestiti, alla Xenia Hotel Collection S.p.a. proprietaria di alberghi prestigiosi come Palazzo Roselli Cecconi in B.go Santa Croce, l'Hotel Regency di Piazza D'Azeglio e Palazzo Guicciardini in Via S. Spirito, e un cui socio fondatore è un noto imprenditore fiorentino.
Dietro a questa repentina mutazione del Centro Storico vi stanno più di venti anni di politiche governative, con le famose cartolarizzazioni e soprattutto con il famigerato 'Sblocca Italia' del 2014. il quale destina parte dei profitti delle vendite a quegli Enti che hanno favorito la permuta.
Più esattamente vi sta lo smantellamento delle politiche pubbliche urbane in Italia, sostituite da una valorizzazione e una 'rigenerazione' posticcia dei cosiddetti "contenitori abbandonati" ad esclusivo vantaggio della rendita immobiliare e della monocultura del turismo.
Peraltro il successo di queste aste pubbliche di immobili storici o pubblici è stato finora episodico, al ribasso e di corto respiro. Ad esempio il denaro ricavato dalla vendita di Palazzo Vivarelli Colonna (12 milioni) è stato subito speso dal Comune per lavori riguardanti le scuole, gli impianti sportivi, il verde e la manutenzione delle strade. Di questi 1 milione e 400.000 è finito nella ripavimentazione di via della Colonna, un pozzo senza fondo per chi la conosce, a causa dell' usura costante a cui la sottopone il transito intensissimo dei bus.
E il Sindaco che sottoscrive e firma la petizione per salvare la farmacia di Piazza S. Felice è lo stesso che sta facendo approvare in Consiglio comunale la Variante al R.U. che facilita trasformazioni pesanti anche negli immobili storici del centro Variante al R.U. - Pasticci edilizi e si adopera per piazzare, raramente in modo virtuoso, immobili in parte privati e in parte comunali o di altri enti pubblici.
Sosteniamo il dott. Piero Piacenti, titolare della Farmacia di Piazza S. Felice ed i residenti dell'Oltrarno che si battono per la sua tutela, è però urgente, anche in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno, pensare a come opporsi ad una tendenza apparentemente ineluttabile: quella della svendita delle grandi opportunità che offre il patrimonio storico ed architettonico di Firenze.
IN QUESTA DIREZIONE CI SEMBRA NECESSARIO PRIMA DI TUTTO PROMUOVERE UN FORTE RISANAMENTO ECONOMICO DEL CENTRO STORICO E DEFINIRE, ANCHE ATTRAVERSO L'ISTITUZIONE DI UN UFFICIO SPECIALE PER IL CENTRO, POLITICHE PUBBLICHE PER TUTELARLO EFFICACEMENTE E RIPORTARVI LA RESIDENZA CALMIERATA, L'INTEGRAZIONE SOCIALE E LA QUALITA' DELL'ABITARE.