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mercoledì 15 novembre 2017

[PerUnaltracittà] Firma l’appello contro la vendita delle case popolari del Comune di Firenze


 Esprimiamo la nostra totale contrarietà alla vendita degli alloggi pubblici di via dei Pepi, caso esemplare di una gestione urbana che è diventata facilitatrice della rendita: siamo per una città che ritrovi una dimensione di socialità, di equità e di attenzione e cura per il proprio patrimonio fisico e per i bisogni dei propri abitanti.
Leggi l'appello e firma anche tu qui sotto (e fai firmare condividendo questo articolo):
http://www.perunaltracitta.org/2017/10/31/appello-la-vendita-delle-case-popolari-comunale-via-depepi/
Primi firmatari: Ilaria Agostini, Paolo Berdini, Roberto Budini Gattai, Vezio De Lucia, Ornella De Zordo, Franca Falletti, Lorenzo Guadagnucci, Alberto Magnaghi, Anna Marson, Edoardo Salzano, Sabrina Tosi Cambini, Alberto Ziparo.....

Via dei Pepi, firma l'appello contro la vendita delle case popolari del Comune di Firenze
Il comune di Firenze si appresta a mettere in vendita una parte non indifferente del proprio patrimonio abitativo situato nel centro cittadino. In particolare sta trattando con Invimit, una società di investimenti immobiliari, per la cessione di un blocco di alloggi nel cosiddetto "quadrilatero", l'isolato delimitato da via dei Pepi, via di Mezzo, via Fiesolana e via Pietrapiana.
Questi alloggi sono stati da sempre utilizzati come alloggi sociali, spesso con assegnazioni di Edilizia Residenziale Pubblica, una pur parziale risposta quindi al crescente disagio abitativo. Il fine dell'operazione Invimit al contrario è dichiaratamente quello della "valorizzazione" del patrimonio, della sua messa a valore da un punto di vista esclusivamente economico: realizzazione di residenze di pregio in una localizzazione senz'altro appetibile, da un lato, dall'altro la monetizzazione immediata da parte del comune che rimpinguerebbe così le casse comunali.
Al di là dei dubbi profili di legittimità, con ricorsi al TAR già presentati e una sospensiva decisa dai giudici amministrativi, quello che preoccupa è il significato dell'operazione nel complessivo scenario delle attuali trasformazioni urbane, di cui assume valore paradigmatico: espulsione delle fasce popolari dalle aree centrali della città verso periferie sempre più abbandonate, privatizzazione del patrimonio pubblico, massimizzazione della rendita favorendo l'inserimento di funzioni destinate alle fasce sociali alte, spesso legate all'industria del turismo e del lusso.
In una visione economicista-finanziaria abbiamo assistito al progressivo allontanamento dal centro cittadino di funzioni pubbliche o di uso comune, allo svuotamento di importanti edifici ridotti ormai a "contenitori" per qualsiasi destinazione economicamente rilevante venga proposta, alla costante diminuzione della residenza stabile, alla distruzione del tessuto commerciale di prossimità.
Al contempo fioriscono alberghi di gran lusso, enclaves di residenze esclusive, ogni sorta di attività legata al turismo, con conseguente collasso di ogni possibilità di vita urbana: il trionfo del valore di scambio sul valore d'uso.
Il tutto condito da una insopportabile e ipocrita retorica del "decoro" contrapposto al "degrado", categorie declinate in senso apertamente ed esclusivamente classista.
Non c'è spazio in questa visione della città per l'ascolto dei bisogni della cittadinanza, per la cura dei legami e delle relazioni sociali, per un contrasto alle disparità e alle disuguaglianze.
Per questi motivi esprimiamo la nostra totale contrarietà alla vendita degli alloggi pubblici di via dei Pepi, caso esemplare di una gestione urbana che è diventata cieca facilitatrice della rendita: siamo per una città che ritrovi una dimensione di socialità, di equità e di attenzione e cura per il proprio patrimonio fisico e per i bisogni dei propri abitanti.
*Spazio Inkiostro
Primi firmatari: Ilaria Agostini, Paolo Berdini, Roberto Budini Gattai, Vezio De Lucia, Ornella De Zordo, Franca Falletti, Lorenzo Guadagnucci, Alberto Magnaghi, Anna Marson, Edoardo Salzano, Sabrina Tosi Cambini, Alberto Ziparo....

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