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sabato 21 ottobre 2017

il cappio al collo

CITTADINI AREA FIORENTINA
IL CAPPIO AL COLLO
Nel 'buco' di Campo di Marte i cespugli hanno ricominciato a crescere.
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Alla fine tutti coloro che si sono adoperati per decenni a promuovere e puntellare il progetto TAV di Firenze un obbiettivo lo hanno raggiunto: quello di danneggiare gravemente la città.
L'inizio dello scavo, dapprima previsto per settembre, è stato rimandato a data da destinarsi per conto del Ministero dell'Ambiente, causa ulteriori verifiche sullo smaltimento delle terre di scavo. Tanto che ci si chiede se qualcuno vuole bloccare anche il progetto con la Foster ridotta, sostenuto dall'amministrazione comunale e che al momento è solo uno schema.
Purtroppo, in tutt'e due le ipotesi, tunnel o non tunnel, la città ha già perso. Le due ipotesi che si prospettano però hanno conseguenze diverse.
Se infatti il tunnel venisse fermato, nell'area ex Macelli-Belfiore, dove i lavori non si sono mai interrotti, qualcosa vi sorgerebbe comunque.
L'AV continuerebbe ad attestarsi a S.M. Novella, incrementando il traffico con gli adeguamenti tecnologici già previsti, mentre parte del traffico AV continuerebbe ad attestarsi a C. Marte. La città si troverebbe con l'ennesimo buco in più da gestire, ma diminuirebbe l'emorragia finanziaria e resterebbero aperte future possibilità di miglioramento nell'assetto del Nodo Questo sarebbe il male minore.
Lo stato di avanzamento dei lavori nell'area ex Macelli dove dovrebbe sorgere la mini Foster
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Se invece, dopo 'l'anno sabbatico-elettorale' iniziasse lo scavo del tunnel, potrebbero esserci danni al sottosuolo e al soprasuolo in misura maggiore del previsto e ritardi nell'esecuzione dei lavori con lievitazione dei costi. Sempre che la Procura non metta nuovamente sotto inchiesta i costi delle forniture o le modalità di smaltimento delle terre di risulta.
Soprattutto verrebbero danneggiati i viaggiatori che, sbarcando nell'area ex Macelli, potrebbero impiegare anche mezz'ora per raggiungere i treni regionali in S.M. Novella (o viceversa), e in più ne risentirebbero i bilanci di RFI per l'eccessivo costo di gestione della Foster. In base ad uno studio del 2016, la rinuncia a S.M. Novella in favore della Foster, vedrebbe una diminuzione del 15% dell'utenza delle 'Frecce', a vantaggio della concorrenza che continuerebbe ad utilizzare S.M. Novella. Per questo Ferrovie aveva fatto sapere di non voler rinunciare a quest'ultima.
Per questo era stato subito chiaro che la soluzione della 'mini Foster' era una trovata dell'ultim'ora di parte dei poteri locali (politici, economici e sindacali) per uscire dal vicolo cieco in cui si erano cacciati. Ora però qualcuno a Roma deve essersi chiesto se anche questa ipotesi è sufficiente a giustificare una spesa comunque ingente. Senza considerare che, se il tunnel fosse realizzato, si chiuderebbero irrimediabilmente future possibilità di miglioramento dell'assetto del Nodo. E questo sarebbe il male maggiore per la città.
Mentre Eugenio Giani, Presidente del consiglio regionale, chiede ancora una volta che il progetto venga realizzato integralmente, gli amministratori locali preferiscono far parlare ambienti tecnici e universitari come l'Associazione AMT che ha indetto un convegno nei prossimi giorni per riesumare, tra le altre proposte, la vecchia fermata 'Circondaria', esclusa fin dal 2011 da tutti gli accordi tra Ferrovie ed Enti locali.
Proposte avanzate per coprire gli errori compiuti da una generazione di amministratori locali, su cui ci siamo più volte espressi
Sull'origine di quegli errori la Corte dei Conti e la Magistratura dovrebbero far luce. L'unico modo che la città ha per sottrarsi a questo cappio che la sta strangolando è mandarli a casa quegli amministratori, impedendogli di fare altri danni.
Ma prima di ciò occorre:
  • azzerare l'insostenibile progetto del sottoattraversamento TAV
  • pretendere il rafforzamento e l'innovazione tecnologica proposta da Ferrovie nel Nodo di S.M. Novella per aumentarne la capacità
  • imporre un potenziamento infrastrutturale tra Rovezzano e Figline dove maggiormente l'A.V. interferisce con il trasporto regionale
  • programmare il decollo di un vero Servizio Ferroviario di bacino.
Infine:
SI GIUNGA IN BASE AD UNA SERIA ANALISI COSTI - BENEFICI AD UN CHIARO MODELLO DI UTILIZZAZIONE DEL NODO CONFRONTANDO TRA LORO DIVERSE SOLUZIONI URBANISTICHE, TRASPORTISTICHE ED AMBIENTALI.
SI APRA FINALMENTE UN VERO DIBATTITO PUBBLICO A FIRENZE E NELLA REGIONE PER INDIVIDUARE CIO' CHE VERAMENTE SERVE
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