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mercoledì 25 ottobre 2017

Silenzio, si parla di TAV. Sopralluogo segreto delle commissioni consiliari di Palazzo Vecchio alla stazione Foster

COMUNICATO STAMPA

Firenze, 25 ottobre 2017

Silenzio, si parla di TAV. Sopralluogo segreto delle commissioni consiliari di Palazzo Vecchio alla stazione Foster

Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze nota con stupore e un po' di sospetto che le Commissioni del Consiglio comunale, la n° 3 Urbanistica e la n° 6 Ambiente e Mobilità, si riuniranno giovedì 26 ottobre per fare un sopralluogo nei cantieri della stazione AV ai Macelli.
http://consiglio.comune.fi.it/lavoricommissioni
La cosa che più incuriosisce e fa sorgere domande sono le modalità di questo sopralluogo che "si svolgerà in forma segreta". Parrebbe ci fossero aspetti del progetto che non possono essere rivelati ai comuni mortali, i cittadini.
Perché un sopralluogo segreto alla stazione ai Macelli? Cosa c'è da nascondere ai cittadini? Non è che anche questa ridicola decisione è un piccolo vulnus ad una democrazia sempre più malata?
Il Comitato ovviamente chiede che sia fatta chiarezza su questa vicenda che getta un'ombra più sinistra su questo progetto fiorentino che non si è fatto mancare nulla, né in fatto di inutilità, né di corruzione, né di illegalità, né per i costi fuori controllo.
Ci sono domande che, da sempre, aspettano risposte:
  • sulle terre di scavo si è fatto di tutto per trasformare terre contaminate in terre vergini, compreso deregolamentare tutto il settore (ma solo per i grandi cantieri!); si sono inventati i "sottoprodotti", buoni per rinterri e terrapieni, ma come si pensa di utilizzare scarti industriali per fare "ripristino ambientale" a Santa Barbara, nel comune di Cavriglia?
  • adesso il Ministero dell'Ambiente ha coinvolto l'Istituto Superiore di Sanità per capire se le terre scavate dalla fresa presenteranno pericoli per la salute; ma ci vogliamo rendere conto che tutto il progetto di smaltimento è stato sbagliato fin dall'inizio?
  • La VIA (valutazione di impatto ambientale) non è stata fatta per la stazione Foster, adesso che che se ne è stravolto il progetto trasformandola in stazione di bus sarebbe comunque necessaria una nuova procedura. Come si giustifica una così colossale ILLEGALITÀ da parte del Comune? Si vuol continuare a chiudere gli occhi sul più grande abuso edilizio in città?
Ci sarebbero anche domande nuove, tra le tante, che aspettano pazientemente risposte:
  • le Ferrovie hanno detto chiaramente che i treni AV continueranno a fermarsi a Santa Maria Novella, la stazione interrata ai Macelli sarà un deserto urbano; si è deciso così, pensando di aver avuto un lampo di genio, di trasferirci la stazione dei bus creando "un hub di collegamento tra ferro e gomma". Ma ci si rende conto di cosa si dice? Se ci saranno pochissimi treni con pochi passeggeri cosa si collega? Il nulla con i bus? E si pensa che una trovata del genere non avrà effetti nefasti su chi deve usare entrambi i mezzi, soprattutto i pendolai? Ma come si fa a pensare a simili assurdi urbanistici?
  • Per giustificare la scelta di trasferire i bus ai Macelli è stato chiaramente detto dai vari assessori ai trasporti che questa decisione avrebbe portato i viaggiatori nella stazione Foster e questo "avrebbe giustificato una tale infrastruttura"; il Comitato vorrebbe tanto chiedere che modo è di fare programmazione urbanistica e dei trasporti se si costringono i cittadini ad andare là dove si vuol fare una infrastruttura e non, viceversa, dove questa sarebbe più utile. Siamo nel mondo alla rovescia? Gli esseri umani al servizio dei costruttori?
  • Alcuni anni fa ARPAT documentò un forte sbilancio della falda anche in corrispondenza della stazione ai Macelli; in seguito si disse che la situazione era stazionaria. Questo significa che la falda è sempre impattata e che anche i nuovi pozzi costruiti non sono serviti? Una cosa del genere non allarma nessuno?
  • Tra i tanti rischi ambientali del sottoattraversamento TAV c'è quello delle subsidenze (cedimenti sotto gli edifici) con lo scavo di gallerie. Almeno il progetto originario prevedeva lo scavo parallelo con due frese (come sempre si fa con i doppi tunnel), ma poi una inspiegabile decisione dei costruttori (sciaguratamente approvata dall'Osservatorio Ambientale) ha deciso di usarne una sola. Ma i membri delle Commissioni sono informati del fatto che scavando con una sola fresa i danni saranno mediamente superiori del 50%? Non è forse vero che con una sola fresa ci sono più pericoli? Perché non è mai stata data una risposta a chi ha denunciato questi rischi?
Comitato No Tunnel TAV Firenze
335 1246551

sabato 21 ottobre 2017

Campiglia: variante sulle cave




VARIANTE SULLE CAVE: UNA RESA SENZA CONDIZIONI

            Martedì 24 ottobre, l'Amministrazione di Campiglia illustrerà ai cittadini una variante al Piano Strutturale d'Area predisposta ed adottata per evitare di mettere a rischio il posto di lavoro di dieci dipendenti della Società Cave di Campiglia considerati in esubero. La crisi lamentata, determinata dalla crisi dell'edilizia e delle acciaierie, è in atto da almeno sei anni e in tutto questo tempo, malgrado le numerose sollecitazione delle forze di opposizione e del Comitato per Campiglia, il Sindaco non ha mai voluto affrontare il problema cave né in sede istituzionale, né in sedi aperte ai cittadini.
            Questa voluta e colpevole resistenza alle richieste di affrontare una situazione critica in tempo, ha fatto sì che sì che l'Amministrazione, dopo accordi presi alla fine del 2016 ad un "Tavolo di Crisi", dove era presente il Sindaco, un rappresentante della Regione, un rappresentante della Cave di Campiglia SpA e i rappresentanti di ben otto organizzazioni sindacali,  si presenti oggi ai cittadini per illustrare una vera e propria resa senza condizioni ai voleri della SALES e della Cave di Campiglia. 
            Infatti la Variante non si limita ad adeguare il Piano Strutturale al Piano Cave della Provincia e al Piano Paesaggistico della Regione, ma introduce una norma che sconfessa l'indirizzo ribadito dal Sindaco che si è sempre espresso contro un rinnovo delle Concessioni in atto. La Variante permette invece di rivoluzionare tutti i contenuti delle Autorizzazioni rilasciate e dei Piani di Coltivazione approvati, permettendo di continuare a scavare l'estraibile fino ad esaurimento di quanto consentito nel 2002 e il tutto in tempi indefiniti se non infiniti.
            Questa variante che si sarebbe dovuta configurare come strumento con caratteristiche di eccezionalità e di emergenza per il solo caso contingente della Cave di Campiglia SpA, è diventato invece un "via libera tutti" anche per SALES che per altro non lo ha mai formalmente richiesto. Così grazie a questa Variante oltre ai dieci milioni di metri cubi già scavati, potranno essere estratti altri sei milioni di metri cubi, in anni e anni e a dispetto di quello che prevedrà la regione nel nuovo PRAE che dovrebbe essere adottato tra il 2017 e il 2018.
            Sarà interessante capire dalla illustrazione che verrà fatta non solo come il Comune intende risolvere molti dubbi sulla legittimità della Variante, ma anche se ha pensato a chiedere contropartite che garantiscano il mantenimento stabile e sicuro della occupazione in cava anche se la crisi proseguirà e non ci sarà da scavare come prima, e per compensare i danni che la presenza delle cave continuerà a portare a tutto il settore turistico e sul suo indotto senza neppure avere verificato l'eventuale ricaduta negativa sul sistema idrotermale.
            Sarà anche interessante capire quanto abbia pesato in una scelta così rovinosa per la tutela del Paesaggio, il fatto che se Cave di Campiglia SpA non potrà finire di scavare quanto promesso, il Comune di Campiglia si troverà ad avere già incassato fin dal 2009, gli oneri su 8.000.000 mc. in base ad un accordo fatto tra la Sindaca/Onorevole Silvia Velo e Cave di Campiglia.  Se quindi alla fine del 2018 l'Amministrazione si limitasse a rispettare la legge, rimarrebbero ancora da estrarre da Monte Calvi due milioni e mezzo di metri cubi e il Comune si ritroverebbe debitore degli oneri già riscossi su questi volumi quantificabili in € 1.200.000 e qualcosa di simile succederebbe per SALES alla fine del 2020.
            Poiché probabilmente le proprietà vorrebbero riavere quanto indebitamente versato viene il dubbio che non sia solo la preoccupazione di tutelare i posti di lavoro che ha mosso l'Amministrazione, ma anche il terrore di sentirsi richiamare a rimborsi milionari.
            Speriamo allora che il 24 ottobre non si risolva solo in un incontro celebrativo con la cittadinanza e si possa invece chiedere chiarimenti ed avere risposte esaurienti e convincenti.

Campiglia Marittima 21 ottobre 2017

Comitato per Campiglia
Arch. Alberto Primi


Commento del Comitato Ampugnano sulla sentenza di ieri

PROCESSO AEROPORTO DI AMPUGNANO: SENTENZA [tutti assolti]
Commento di Maria Rosa Mariani del Comitato

Cari amici,

la sentenza è già nota a tutti e ne leggeremo entro tre mesi le motivazioni.

Lo sapevamo anche 9 anni e 6 mesi fa che sarebbe potuta finire così; lo sapevamo anche allora che non tutto ciò che è sordido affare, viscido intrigo e servile compiacenza è reato.
Anzi non facemmo l'esposto per perseguire penalmente i vari Mussari, Viani, Namblard e altri compiacenti soggetti.

L'esposto alla Procura della Repubblica di Siena, preceduto nel dicembre 2007 da un primo esposto al Ministero dei Trasporti, aveva due scopi:

1) fermare lo scempio del territorio che era in procinto di essere compiuto
2) fermare il dissennato ulteriore spreco di soldi pubblici.

Il primo pericolo è stato totalmente stoppato.
Il secondo ha posto definitivamente fine al pubblico dissanguamento (teniamo tutti ben presente che, oltre ai 4 milioni dei Soci Pubblici, anche i circa 5 milioni di Galaxy Fund, andati in fumo, erano di Cassa Depositi e Prestiti, cioè sostanzial-mente soldi di tanti piccoli risparmiatori).

Abbiamo perseguito due saggi obbiettivi e utilizzato mezzi e modi formidabili:
raccolta di firme, volantini, manifesti grandi e piccoli, assemblee e sit-in, giornalini e conferenze stampa, disegni e vignette, ricorsi al Tar e diffide ad adempiere, incontri con tutti e tutto, manifestazioni, feste e giochi, concerti e teatro, striscioni e canzoni.

Abbiamo avuto il sostegno di grandi personalità (che per pudore non nominiamo perchè non abbiamo chiesto loro autorizzazione a farlo) e di gente umile; di italiani e di stranieri; di cittadini che votavano a ds, a sinistra e al centro; di molto ricchi e di molto poveri; di giovani, di vecchi e di mezza.

Sono passati 10 anni da quella 1a riunione nel luglio del 2007: bimbi portati in carrozzina alla 1a manifestazione, oggi sono ragazzini; altri, allora bambini, oggi sono adolescenti e giovani: siamo tutti più vcchi di 10 anni. 
Qualcuno ci ha lasciato ma resterà per sempre e profondamente nei nostri cuori: Francesco, Maria Rosa, Mentore, Maria Teresa, Sandro, Guerrino; qualcuno si è affacciato alla vita e saprà un domani che l'abbiamo fatto proprio per lui, per loro, per un futuro migliore: Alessandro, Pietro, Gabriele, Viola, Ettore, Bernardo, Ruben e Oliviero.

Mussari & Soci sono stati assolti? Meglio per loro ma a testa alta ci andiamo noi.

Facciamo festa il 12 novembre 2017: 10 anni dopo il 9 novembre 2007

MR




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Comitato contro l'ampliamento dell'aeroporto di Ampugnano - Siena: ampugnano@gmail.com


Alta velocità e merci: il Comitato rinfresca la memoria dei politici


COMUNICATO STAMPA

Firenze, 16 ottobre 2017

Alta velocità e merci: il Comitato rinfresca la memoria dei politici

Il Comitato No Tunnel TAV constata che in questi giorni si parla di adeguare le gallerie dell'Appennino della linea storica (non quella TAV) per il passaggio dei container verso il nord.
In sé la decisione sarebbe saggia se non ci fosse memoria che quando fu costruita la galleria della linea TAV sotto il Mugello fu detto al mondo che quelle nuove gallerie sarebbero state a norma per il transito dei container e che la linea storica non era adatta.
Le allora maggioranze in Consiglio Regionale cercarono di tacitare i critici del progetto TAV gridando che quella nuova linea avrebbe collegato Livorno e Piombino con Rotterdam, che i porti toscani sarebbero diventati le piattaforme logistiche dell'Europa intera e negarono che le nuove linee TAV fossero specializzate solo per i treni veloci.
Oggi il Comitato constata che anche le FS riconoscono che per le merci dal sud verso il nord occorre adeguare le gallerie tradizionali! Dunque chi criticava le scelte fatte nei primi anni 2000 aveva perfettamente ragione: sulle linee TAV non possono passare treni merci. La dimostrazione più evidente è che da quando esiste la nuova linea non è passato nemmeno un container sotto quelle gallerie: chi ha voluto la realizzazione su quelle linee di gallerie adatte ai treni merci ha solo provocato costi ulteriori e sperpero di risorse.
Dieci o quindici anni fa si urlava su tutti i giornali che era irrinunciabile per il trasporto merci la nuova linea; oggi si dice sommessamente che è necessario adeguare la vecchia con la misera spesa di 350 milioni per ottenere lo stesso risultato che avendo speso 7 miliardi e disseccato mezzo Mugello.
Dunque la politica toscana ha mentito ai cittadini, ha sperperato risorse enormi.
Nessuno pare ricordarlo; il Comitato No Tunnel TAV lo vorrebbe rammentare soprattutto ai folli che ancora pretendono di realizzare i tunnel sotto la città: due tunnel ferroviari per fare una stazione di autobus!
Avanti così, sprofondiamo nel ridicolo. Tanto nessuno si ricorderà di nulla.

Comitato No Tunnel TAV Firenze
335 1246551

il cappio al collo

CITTADINI AREA FIORENTINA
IL CAPPIO AL COLLO
Nel 'buco' di Campo di Marte i cespugli hanno ricominciato a crescere.
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Alla fine tutti coloro che si sono adoperati per decenni a promuovere e puntellare il progetto TAV di Firenze un obbiettivo lo hanno raggiunto: quello di danneggiare gravemente la città.
L'inizio dello scavo, dapprima previsto per settembre, è stato rimandato a data da destinarsi per conto del Ministero dell'Ambiente, causa ulteriori verifiche sullo smaltimento delle terre di scavo. Tanto che ci si chiede se qualcuno vuole bloccare anche il progetto con la Foster ridotta, sostenuto dall'amministrazione comunale e che al momento è solo uno schema.
Purtroppo, in tutt'e due le ipotesi, tunnel o non tunnel, la città ha già perso. Le due ipotesi che si prospettano però hanno conseguenze diverse.
Se infatti il tunnel venisse fermato, nell'area ex Macelli-Belfiore, dove i lavori non si sono mai interrotti, qualcosa vi sorgerebbe comunque.
L'AV continuerebbe ad attestarsi a S.M. Novella, incrementando il traffico con gli adeguamenti tecnologici già previsti, mentre parte del traffico AV continuerebbe ad attestarsi a C. Marte. La città si troverebbe con l'ennesimo buco in più da gestire, ma diminuirebbe l'emorragia finanziaria e resterebbero aperte future possibilità di miglioramento nell'assetto del Nodo Questo sarebbe il male minore.
Lo stato di avanzamento dei lavori nell'area ex Macelli dove dovrebbe sorgere la mini Foster
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Se invece, dopo 'l'anno sabbatico-elettorale' iniziasse lo scavo del tunnel, potrebbero esserci danni al sottosuolo e al soprasuolo in misura maggiore del previsto e ritardi nell'esecuzione dei lavori con lievitazione dei costi. Sempre che la Procura non metta nuovamente sotto inchiesta i costi delle forniture o le modalità di smaltimento delle terre di risulta.
Soprattutto verrebbero danneggiati i viaggiatori che, sbarcando nell'area ex Macelli, potrebbero impiegare anche mezz'ora per raggiungere i treni regionali in S.M. Novella (o viceversa), e in più ne risentirebbero i bilanci di RFI per l'eccessivo costo di gestione della Foster. In base ad uno studio del 2016, la rinuncia a S.M. Novella in favore della Foster, vedrebbe una diminuzione del 15% dell'utenza delle 'Frecce', a vantaggio della concorrenza che continuerebbe ad utilizzare S.M. Novella. Per questo Ferrovie aveva fatto sapere di non voler rinunciare a quest'ultima.
Per questo era stato subito chiaro che la soluzione della 'mini Foster' era una trovata dell'ultim'ora di parte dei poteri locali (politici, economici e sindacali) per uscire dal vicolo cieco in cui si erano cacciati. Ora però qualcuno a Roma deve essersi chiesto se anche questa ipotesi è sufficiente a giustificare una spesa comunque ingente. Senza considerare che, se il tunnel fosse realizzato, si chiuderebbero irrimediabilmente future possibilità di miglioramento dell'assetto del Nodo. E questo sarebbe il male maggiore per la città.
Mentre Eugenio Giani, Presidente del consiglio regionale, chiede ancora una volta che il progetto venga realizzato integralmente, gli amministratori locali preferiscono far parlare ambienti tecnici e universitari come l'Associazione AMT che ha indetto un convegno nei prossimi giorni per riesumare, tra le altre proposte, la vecchia fermata 'Circondaria', esclusa fin dal 2011 da tutti gli accordi tra Ferrovie ed Enti locali.
Proposte avanzate per coprire gli errori compiuti da una generazione di amministratori locali, su cui ci siamo più volte espressi
Sull'origine di quegli errori la Corte dei Conti e la Magistratura dovrebbero far luce. L'unico modo che la città ha per sottrarsi a questo cappio che la sta strangolando è mandarli a casa quegli amministratori, impedendogli di fare altri danni.
Ma prima di ciò occorre:
  • azzerare l'insostenibile progetto del sottoattraversamento TAV
  • pretendere il rafforzamento e l'innovazione tecnologica proposta da Ferrovie nel Nodo di S.M. Novella per aumentarne la capacità
  • imporre un potenziamento infrastrutturale tra Rovezzano e Figline dove maggiormente l'A.V. interferisce con il trasporto regionale
  • programmare il decollo di un vero Servizio Ferroviario di bacino.
Infine:
SI GIUNGA IN BASE AD UNA SERIA ANALISI COSTI - BENEFICI AD UN CHIARO MODELLO DI UTILIZZAZIONE DEL NODO CONFRONTANDO TRA LORO DIVERSE SOLUZIONI URBANISTICHE, TRASPORTISTICHE ED AMBIENTALI.
SI APRA FINALMENTE UN VERO DIBATTITO PUBBLICO A FIRENZE E NELLA REGIONE PER INDIVIDUARE CIO' CHE VERAMENTE SERVE
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La caduta delle statue

CITTADINI AREA FIORENTINA
LA CADUTA DELLE STATUE
ovvero
le basi fragili del marketing artistico
La statua di cera di Fischer caduta in Piazza Signoria
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La notizia per Firenze è eclatante: a cadere non sono gli alberi ma le statue e in particolare una di quelle recentemente messe dall'amministrazione comunale in piazza Signoria!

Nel lungo e difficile rapporto tra Firenze e l'arte contemporanea (fatto anche di imprevisti incidenti stradali), il crollo di una statua di cera quasi in testa ai numerosi turisti e cittadini di passaggio in Piazza Signoria non si era mai visto. Quanto avvenuto giovedì 5 ottobre ad una delle statue di Urs Fischer, collocate tra molte polemiche di fronte a Palazzo Vecchio insieme ad una discutibile scultura metallica alta 12 m, non ha nulla a che fare con lo spirito critico dei fiorentini. Piuttosto è frutto dell'attivismo di una generazione di homines novi, amministratori e funzionari locali, ministri, operatori culturali, che venerano l'intrattenimento, la visibilità e il marketing nella gestione dei monumenti e degli spazi pubblici.
L'uso di Piazza della Signoria che, come di tanti altri luoghi monumentali di Firenze (per esempio il giardino di Boboli), dovrebbe essere deciso da un team di esperti, è diventato di fatto un terreno favorevole a compiacenze e scambi opachi tra poteri pubblici poco neutrali, faccendieri, gallerie e sponsor. Su questo occorrerebbe fare maggiore chiarezza in considerazione del fatto che spesso la scelta effettuata sembra aleatoria rispetto al valore culturale dell'opera esposta.
Appena l'anno scorso nell'importante convegno tenuto a Firenze (19 maggio 2016, Aula Magna del Rettorato) sul tema "Attualità dell'effimero urbano. Dai Medici alla città metropolitana" la denuncia e la critica di questo fenomeno di asservimento di spazi esteticamente connotati del centro storico sono state il filo conduttore degli interventi di studiosi ed esponenti della cultura quali Marco Dezzi Bardeschi, Mariella Zoppi, Mauro Cozzi, Corrado Marcetti, fra i quali anche una spietata disamina del non fiorentino Pier Luigi Panza.
Ma nonostante la presenza in quell'occasione di rappresentanti dell'amministrazione comunale e del loro consulente per l'arte contemporanea Sergio Risaliti, si continua imperterriti "come prima, più di prima".
Questo fatto ci sembra grave anche perché pensiamo che l'arte contemporanea (ma anche l'arte del passato) costituirebbe un ottimo veicolo per la riqualificazione e la ricucitura sociale delle periferie e della città tutta. Pertanto sarebbe auspicabile un ulteriore potenziamento delle politiche culturali verso altre parti di città, promuovendo mostre, installazioni e concorsi.
I fiorentini, spesso ipercritici nei confronti delle novità fin dal Medioevo e dal Rinascimento, sono in genere capaci di riconoscere la vera cultura.
Ad esempio quanto organizzato da Virgilio Sieni e dal suo Centro nazionale di produzione sul linguaggio del corpo e della danza nel quartiere dell'Isolotto dal 22 al 24 settembre, dopo un percorso preparatorio durato alcuni mesi, ci indica un positivo rapporto tra Firenze e l'arte contemporanea. Tre giornate intense ed emotivamente coinvolgenti che hanno dimostrato che quest'ultima può trovare una sua nuova legittimità estetica anche raggiungendo una dimensione etica ed ecologica che la liberi dall'angustia e dalla volgarità in cui il marketing la sta relegando.
Installazione 'Viale d'oro' nel Quartiere dell'Isolotto
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Ma allora chi fa veramente cultura nella 'culla del Rinascimento' ?
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Il Bersaglio Montepulciano

mercoledì 4 ottobre 2017

La spada di Damocle dei tunnel TAV pende sempre sulla città.


COMUNICATO STAMPA

Firenze, 3 ottobre 2017

La spada di Damocle dei tunnel TAV pende sempre sulla città
Il buon senso chiede di chiudere subito il progetto

Ancora in questi giorni un articolo di Massimo Vanni ci parla del rinvio dell'inizio dello scavo dei tunnel del Passante TAV fiorentino.  Il giornalista si chiede se dietro questi continui rinvii non ci siano decisioni politiche non manifeste che vorrebbero abbandonare il progetto.
Il Comitato No Tunnel TAV si chiede cosa si aspetti a chiudere definitivamente questo progetto che non può andare avanti; ha così tante magagne ed errori progettuali che non può essere realizzato, è di una inutilità così alta da sfiorare il ridicolo.
Il Comitato ritiene, tra l'altro, che ormai siamo in una lunghissima campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 2018 e tutti sanno, anche se non lo vogliono dire, che i costi elettorali dell'inizio dello scavo sarebbero salatissimi per chi, come il Presidente della Regione Enrico Rossi, ha fatto le barricate per portare avanti i lavori.
A questo punto qualcuno deve trovare il coraggio di dire "ci siamo sbagliati", chiudere con questo progetto che non serve a nulla. I problemi sono molti e anche quelli sulle terre di scavo sono lontani dall'essere risolti nonostante la deregolamentazione fatta negli ultimi anni.
La richiesta del Ministero dell'Ambiente di ulteriori approfondimenti dimostrano che i problemi delle terre di scavo sono importanti, che l'idea progettuale di conferirle in un programma di ripristino ambientale a Cavriglia è stato un grave errore e nemmeno la deregolamentazione avvenuta in questi anni è stata sufficiente a dare il via libera allo scavo.
Il Comitato si chiede anche come potrebbe essere gestito il conferimento delle terre prodotte dalla fresa; queste terre al momento della loro produzione non sono utilizzabili, sono sostanzialmente e praticamente RIFIUTI, difficili da trasportare perché allo stato semiliquido. Queste terre, fino alla loro essiccamento e degradazione degli additivi, andrebbero trattati come rifiuti. Viene ovviamente da chiedersi se il loro trasporto è previsto con le norme più stringenti per i rifiuti, perché questi potrebbero essere irregolarmente smaltiti (è già successo proprio con le terre TAV di Firenze), se il luogo dei siti di stoccaggio a Santa Barbara ha i requisiti urbanistici per ospitare una discarica.
Ci si dimentica comunque che le terre TAV fiorentine non sarebbero solo contaminate da additivi degradabili, ma anche dai materiali plastici utilizzati e dagli oli minerali che sempre vengono dispersi in queste lavorazioni (è bene ricordare la scandalosa vicenda delle terre della linea Firenze Bologna).
Insomma il Comitato chiede solo un po' di buon senso; a questo punto saper dire "scusate ci siamo sbagliati" sarà sempre meglio che affondare nel ridicolo e condannare Firenze ad un disastro ambientale ed economico.

Comitato No Tunnel TAV Firenze
338 3092948

lunedì 2 ottobre 2017

L'incubo siete voi

CITTADINI AREA FIORENTINA
L'INCUBO SIETE VOI
Che state distruggendo Firenze
"Lo so, sono previsioni da incubo, Ma questa città va cambiata" – ha detto giorni fa Stefano Giorgetti Assessore ai lavori pubblici e alla viabilità - parlando della circolazione dei prossimi mesi in una Firenze assediata da 8 anni di 'rivoluzioni del traffico, di cantieri della tramvia e di croniche congestioni.
A proposito di traffico se la Giunta comunale dice senza imbarazzo che il peggio deve ancora venire, noi temiamo che quel momento verrà quando il sistema tranviario entrerà in esercizio.
Basta osservare alcune immagini dei progetti definitivi delle linee tranviarie ricavate dal sito del Comune.
Fig. 1 - La circolazione definitiva nel settore Belfiore-Rosselli. Le linee azzurre indicano i flussi veicolari una volta che la linea 2 entrerà in esercizio. Le frecce indicano la direzione del flusso, le cifre il numero di corsie in quel tratto.
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Ad esempio la circolazione definitiva del settore Belfiore–Rosselli. (Fig. 1)
Chi provenendo dalle direttrici Marcello, Redi o doppio sottopasso Strozzi vuol dirigersi ad Est, dovrà spingersi fino al piazzale della Porta al Prato per invertire la direzione sul V.le Rosselli. Le 3 +3 corsie del viale Belfiore diventeranno 2 in direzione Ponte alla Vittoria e 2 sul piazzale di Porta al Prato, mentre in direzione Rosselli, per un breve tratto sono 2 + 3 riducendosi a 3 in direzione Strozzi (+ 1 nel controviale per il traffico locale). Il risultato si può immaginare.
Chi invece provenendo da piazza della Libertà vuole dirigersi verso Romito-Corridoni dovrà compiere un'ardua giravolta risalendo la rampa lungo la ferrovia da piazzale Montelungo.
Percorsi tortuosi attendono anche chi provenendo dalla zona Statuto vuole dirigersi verso piazza della Libertà.
Si dirà che con la tramvia la macchina va lasciata ferma, ma dove lasciarla senza adeguati parcheggi di corrispondenza nei nodi di massima frequenza?
Si dirà che una volta 'sbarazzatici' delle auto potremmo affidarci a servizi sussidiari e marginali come il car sharing o il bike sharing, utilizzare la riorganizzata rete bus, andare a piedi o usare il treno.
Mancano però le condizioni per poter rinunciare al mezzo privato.
Infatti con le nuove linee tranviarie:
  • uno dei problemi storici di Firenze, quello dell'attraversamento Est–Ovest, sul quale si è esercitata per decenni la cultura urbanistica (asse attrezzato, tuboni, ecc), non è neanche affrontato, anzi si aggrava
  • non è risolto il problema dell'accessibilità ad un Centro storico sempre più segregato, soprattutto dopo la pedonalizzazione del Duomo
  • un eventuale miglioramento nell'offerta di trasporto pubblico conseguente alla realizzazione delle linee tranviarie, avverrebbe solo nel loro intorno, infatti:
a - non diminuirebbe il traffico operativo che non può utilizzare il trasporto pubblico (da lavoro, per trasporto merci e business)
b – non diminuirebbe il traffico sistematico dovuto alla disseminazione della residenza nell'area metropolitana ed all'aumento di funzioni a ridosso dell'area centrale
conseguentemente vi sarà sempre un traffico non servito dai mezzi pubblici, neanche dai nuovi tram che si limitano a sostituire, e solo parzialmente, vecchie linee bus, come la 23 e la 14.
Manca insomma, come più volte denunciato, un Piano della mobilità, e poiché non si conosce la città che la tramvia dovrà servire, allora, come dice Giorgetti, quella città la si cambia, in ragione del contratto di project financing firmato con la società di gestione delle tramvie.
Osservando il tracciato dei binari attorno alla stazione di S.M. Novella poi abbiamo qualche dubbio anche sull'efficienza del servizio tranviario in sé. (Fig. 2)
Fig. 2 - Il bivio Diacceto/Alamanni. La linea 2 proveniente da Aeroporto usa gli stessi due binari della linea 1 proveniente da Scandicci e viceversa
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Nel tratto comune, tra bivio Unità/Valfonda e bivio Diacceto/Alamanni, le due linee, avendo binari comuni, subiranno turbative e interferenze, con forte riduzione delle frequenze complessive.
Il capolinea della linea 2 sarà in P.za Unità mentre il collegamento Unità-Valfonda entrerebbe in funzione qualora si realizzasse la Variante al Centro storico per Lavagnini-Libertà. (Fig. 3)
Quando questo si realizzasse anche il tratto Valfonda-Lavagnini avrà binari comuni per un totale di 1.200 m, tra bivio Diacceto/Alamanni e bivio Strozzi/Lavagnini.

Questa perturbazione delle frequenze si sarebbe evitata se la linea 3.1 fosse transitata nel sottopasso Rosselli-Strozzi, come previsto in origine.
Fig. 3 - Nel nodo di S.M. Novella la linea 3.1 proveniente da Alamanni userà gli stessi due binari della linea 2 da capolinea Unità fino al bivio Strozzi/Lavagnini
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Di fronte a questo sconquasso, destra e sinistra di opposizione (dem e non dem) tacciono. Ed è quasi meglio perché l'ultima volta che hanno parlato hanno riesumato l'inutile e dannoso passaggio del tram dal Duomo.
Tutto ciò, aggiungendosi agli "eventi" che tanto spesso si riversano sulla città, potrebbe limitare fortemente la mobilità, con forte depressione economica e generale decadimento urbano e dell'intero territorio fiorentino.
L'area metropolitana alla fine, risulterà priva non solo di uno specifico sistema di trasporto, ma anche di una pianificazione della mobilità a scala adeguata

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