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domenica 30 ottobre 2016
E' brava ... la licenzio, meglio la prepensione.
mercoledì 26 ottobre 2016
TAV: le associazioni ambientaliste e l’Università di Firenze scrivono a Rossi e Nardella
COMUNICATO STAMPA
Firenze, 26 ottobre 2016
Le associazioni ambientaliste e l'Università di Firenze scrivono a Rossi e Nardella per parlare di TAV
L'Università di Firenze (LAPEI/DiDA) e le associazioni ambientiste fiorentine scrivono al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e al Sindaco Dario Nardella per chiedere un incontro in cui sia possibile presentare differenti scenari nei trasporti su ferro nell'area fiorentina.
L'abbandono del progetto di Passante AV è la sanzione di quanto sostenuto da tempo dalle associazioni stesse: il progetto di sottoattraversamento fiorentino è oggettivamente insostenibile da un punto di vista economico, ambientale, trasportistico.
Negli anni passati il gruppo di tecnici, coordinato dal professor Alberto Ziparo, non ha solo analizzato il progetto che si sta abbandonando, ma ha disegnato scenari che possono essere utili per risolvere il problema sia dei treni AV, sia dei treni regionali e metropolitani.
Per l'individuazione della stazione dei treni a lungo percorso (quelli che non terminano o nascono da Firenze) c'è la proposta di situarla nella zona prossima all'attuale fermata Firenze Statuto, dove ci sarebbero gli spazi sufficienti per nuovi binari e marciapiedi, dove i locali inutilizzati dell'ex deposito locomotive (ottimo esempio di archeologia industriale da recuperare) potrebbero ospitare i servizi per i viaggiatori; il terrapieno su cui poggia la sede ferroviaria potrebbe essere utilizzato ricavandone varchi che mettano in collegamento tra loro varie parti della città e queste con le infrastrutture di mobilità su ferro.
La vicinanza alla stazione di Santa Maria Novella potrebbe consentire con questa collegamenti di tipo aeroportuale con tapis roulant e un rapido collegamento con tutte le direttrici del servizio regionale prevedendo la fermata dei treni aventi origine o termine a Santa Maria Novella.
La richiesta di incontro vuole soprattutto riportare la progettazione della città e della sua mobilità nell'ambito locale, evitando di attendere passivamente le decisioni della Ferrovie; la collettività deve essere motore di dibattito e di programmazione del vivere e del muoversi. Nessuno conosce la città meglio di chi la abita.
Al link è possibile scaricare immagini delle proposte:
https://drive.google.com/open?id=0B0KskrB6Ru6SMWc1ZVhFU3I5LUE
LAPEI/DiDA/Università di Firenze
FAI
Italia Nostra
Legambiente
Rete dei Comitati in Difesa del Territorio
Comitato No Tunnel TAV
Firenze, 26 ottobre 2016
Le associazioni ambientaliste e l'Università di Firenze scrivono a Rossi e Nardella per parlare di TAV
L'Università di Firenze (LAPEI/DiDA) e le associazioni ambientiste fiorentine scrivono al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e al Sindaco Dario Nardella per chiedere un incontro in cui sia possibile presentare differenti scenari nei trasporti su ferro nell'area fiorentina.
L'abbandono del progetto di Passante AV è la sanzione di quanto sostenuto da tempo dalle associazioni stesse: il progetto di sottoattraversamento fiorentino è oggettivamente insostenibile da un punto di vista economico, ambientale, trasportistico.
Negli anni passati il gruppo di tecnici, coordinato dal professor Alberto Ziparo, non ha solo analizzato il progetto che si sta abbandonando, ma ha disegnato scenari che possono essere utili per risolvere il problema sia dei treni AV, sia dei treni regionali e metropolitani.
Per l'individuazione della stazione dei treni a lungo percorso (quelli che non terminano o nascono da Firenze) c'è la proposta di situarla nella zona prossima all'attuale fermata Firenze Statuto, dove ci sarebbero gli spazi sufficienti per nuovi binari e marciapiedi, dove i locali inutilizzati dell'ex deposito locomotive (ottimo esempio di archeologia industriale da recuperare) potrebbero ospitare i servizi per i viaggiatori; il terrapieno su cui poggia la sede ferroviaria potrebbe essere utilizzato ricavandone varchi che mettano in collegamento tra loro varie parti della città e queste con le infrastrutture di mobilità su ferro.
La vicinanza alla stazione di Santa Maria Novella potrebbe consentire con questa collegamenti di tipo aeroportuale con tapis roulant e un rapido collegamento con tutte le direttrici del servizio regionale prevedendo la fermata dei treni aventi origine o termine a Santa Maria Novella.
La richiesta di incontro vuole soprattutto riportare la progettazione della città e della sua mobilità nell'ambito locale, evitando di attendere passivamente le decisioni della Ferrovie; la collettività deve essere motore di dibattito e di programmazione del vivere e del muoversi. Nessuno conosce la città meglio di chi la abita.
Al link è possibile scaricare immagini delle proposte:
https://drive.google.com/open?id=0B0KskrB6Ru6SMWc1ZVhFU3I5LUE
LAPEI/DiDA/Università di Firenze
FAI
Italia Nostra
Legambiente
Rete dei Comitati in Difesa del Territorio
Comitato No Tunnel TAV
Foster no, tunnel sì ... anzi no
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venerdì 21 ottobre 2016
No Tunnel Tav Firenze
COMUNICATO
STAMPA
Firenze, 19 ottobre 2016
TAV: gli dei accecano coloro che vogliono perdere
“Quos vult Iupiter perdere, dementat prius”, gli dei accecano coloro che vogliono perdere, dicevano gli antichi; al Comitato No Tunnel TAV di Firenze pare che questo antico proverbio ben si addica alla situazione creatasi dopo la missione romana del Presidente della Regione Enrico Rossi e del Sindaco Dario Nardella, che sono tornati felici della riconferma dei tunnel anche se la stazione non si farà. Una soluzione tecnicamente incomprensibile, un non senso per i trasporti, frutto evidente di mediazioni di basso livello di chi ha dimostrato di aver totalmente fallito nelle politiche dei trasporti in Toscana.
La cecità pare una caratteristica decisiva della classe politica toscana e fiorentina davanti al tema urbanistico e delle grandi opere in particolare. L’idea dell’urbanistica contrattata ormai è dilagata, gli interessi collettivi sono solo argomenti retorici, ciò che si tutela sono soprattutto gli appetiti voraci di speculatori e costruttori; con loro si deve contrattare, i cittadini sono solo fastidi da evitare.
Cecità è quella che dimostra Rossi nell’incaponirsi con un tunnel che non si sa a cosa possa servire se non porta ad una stazione, che continua a parlare di un progetto ormai morto e sepolto sotto un’alta coltre di vergogna.
Cecità è quella di Nardella che, dopo aver giustamente sparato sul progetto di Passante, pare aver fatto marcia indietro e sembra accettare un fantasioso tunnel sotto Firenze.
Cecità è quella di tutti, dal Governo in giù, a non voler dire una parola sullo sperpero delle risorse pubbliche che si è fatto finora: almeno 800 milioni sono stati buttati per scavare trincee, paratie, montare e smontare frese, realizzare solai di una stazione che non nascerà mai. Nessuno chiede conto di questo furto realizzato ai danni dei contribuenti, nessuno fiata se ancora oggi fervono i lavori alla defunta Foster e le betoniere si affannano a scaricare il loro cemento inutile.
Cecità è quella davanti al marcio che è emerso dalle due inchieste della magistratura sul progetto TAV fiorentino e che vedrà partire il processo a dicembre.
Cecità è quella che pretende oggi la “separazione dei flussi AV da quelli dei pendolari”, mentre in passato ci hanno ammorbato le orecchie cantando le lodi dell’alta velocità all’italiana che sarebbe addirittura “alta capacità”, cioè la possibilità di far passare tutti i treni su quei binari veloci. Queste contraddizioni stridenti non vuol vederle nessuno?
Cecità è quella di voler continuare a ignorare i destinatari delle infrastrutture cioè i cittadini che le devono usare, andare avanti come automi cantando sempre il solito ritornello che tutto si fa per i pendolari, mentre si spende soprattutto per le frecce utilizzate dal 10% di viaggiatori.
Cecità di questa classe politica è quella di non voler vedere che la fiducia nei partiti è prossima allo zero, che i cittadini, anche se non sono tecnici ferroviari, hanno cominciato a capire che, dietro le parole dette per oltre venti anni a Firenze, c’è solo vuoto e ingordigia.
Comitato No Tunnel TAV Firenze
La Grande Bruttezza
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giovedì 13 ottobre 2016
perUnaltracittà - PIU’ PICCOLO E PIU’ VELOCE IL MONDO DEI NOBEL DELLA FISICA 2016: PER FARE COSA?
Più piccolo e più veloce il mondo dei Nobel per la Fisica 2016: PER FARE COSA?
di Antonio Fiorentino
...... Ecco allora che gli studi teorici dei nostri tre scienziati relativi alla struttura delle superfici (Topologia ) di alcuni materiali ultrasottili durante le Transizioni di fase (fino al cosiddetto condensato quantistico a temperature prossime allo Zero assoluto, – 273°C) e alla conduttività elettrica alle basse temperature, hanno dato impulso ......
...... Nel pieno rispetto dell'autonomia della ricerca scientifica, si pone una domanda, di tipo politico, sull'uso che si fa della ricerca stessa e delle sue applicazioni. Ormai lo sappiamo, la tendenza del capitale è quella di colonizzare ogni ambito della vita sociale e culturale per imporre la propria regola economica, ossia la dipendenza dal mercato e da chi ne condiziona le dinamiche.......
Continua a leggere: http://www.perunaltracitta.org/2016/10/13/piu-piccolo-piu-veloce-mondo-dei-nobel-della-fisica-2016-cosa/e condividi, se vuoi, sui tuoi media sociali.
Grazie!
Testata giornalistica edita dall'associazione perUnaltracittà e registrata presso il Tribunale di Firenze il 16 dicembre 2015 con il numero 6011. ISSN 2498-9517. Direttore editoriale Ornella De Zordo. Direttore responsabile Francesca Conti.
Un periodico on line in cui si dà direttamente spazio alle voci di chi, ancora troppo poco visibile, sta dentro le lotte o esercita un pensiero critico delle politiche liberiste; che sollecita contributi di chi fa crescere analisi e esperienze di lotta; che fa emergere collegamenti e relazioni tra i molti presìdi di resistenza sociale; che vuole contribuire alla diffusione di strumenti analitici e critici, presupposto indispensabile per animare reazioni culturali e conflittualità sociali.
Perché il futuro è oltre il pensiero unico. Anche a Firenze e in Toscana.
martedì 11 ottobre 2016
lunedì 10 ottobre 2016
SAN SALVI A FIRENZE TRA RICHIESTA DI ORDINE E SPECULAZIONE IMMOBILIARE - Le proposte del Comitato San Salvi chi può
Comitato SAN SALVI CHI PUO'
Cell: 328 7644679
SAN SALVI A FIRENZE TRA RICHIESTA DI ORDINE
E SPECULAZIONE IMMOBILIARE
Le proposte del Comitato San Salvi chi può
E SPECULAZIONE IMMOBILIARE
Le proposte del Comitato San Salvi chi può
In questi ultimi giorni il dibattito sul destino del Parco di San Salvi è tornato di grande attualità, soprattutto in chiave securitaria. La proprietà e alcuni cittadini, denunciando lo stato di incuria dell'area, di cui sono responsabili unici REGIONE – ASL – COMUNE, fanno riaffiorare le proposte di lottizzare per residenze private, se non addirittura per strutture turistico ricettive ad esse assimilate, i padiglioni più pregiati del complesso di San Salvi.
In un articolo apparso sulla Nazione il 6 ottobre il direttore dell'ASL, Paolo Morello, annuncia la decisione di chiudere di fatto ai cittadini l'area di San Salvi, tranne che per coloro che lavorano e studiano al suo interno, che saranno ammessi dopo debita "identificazione" ai cancelli da parte di nuovi vigilanti. Ciò varrà anche per i bambini e le loro mamme diretti alla scuola elementare "A. Del Sarto", che "dovranno qualificarsi" per varcare il cancello di ingresso.
Per giustificare questa "serrata" si evocano ragioni di ordine pubblico e di tutela, le quali, se effettivamente comprovate, possono al massimo giustificare una sorveglianza più accurata su casi anomali e sospetti che possono verificarsi nel perimetro di San Salvi, ma non certo legittimano l'interdizione del parco ai cittadini, certamente incolpevoli del degrado (cattiva manutenzione e abbandono) che caratterizza questo grande e prezioso polmone verde, causato piuttosto dall'inerzia pluridecennale delle istituzioni preposte. Un parco storico che il Piano Strutturale del Comune di Firenze destina a parco pubblico del Quartiere 2, e che, come tale, dovrebbe essere fruibile in ogni momento della giornata da parte di tutti i cittadini. La chiusura di San Salvi, a nostro avviso illegittima, viene invece motivata da Morello al fine di "qualificare e rivitalizzare" quest'area "che abbiamo deciso di non vendere".
Il fatto paradossale e incredibile di questa affermazione è che viene prontamente smentita dal medesimo direttore generale, che sconfessa se stesso in un articolo sempre del 6 ottobre, questa volta sulle colonne del Corriere Fiorentino, dove (malgrado tutte le smentite uscite nei giornali nei mesi recenti) si annuncia la vendita di due padiglioni interni al complesso monumentale e del grande edificio di "villa Panico", come in parte previsto dal contestatissimo Piano Urbanistico Esecutivo approvato nel 2007.
Due giorni dopo, l'8 ottobre, dalle colonne di Repubblica, i vari soggetti provano a mettere ordine nel bailamme creato confermando la vendita dei padiglioni destinati a residenza, anche tramite l'onnipresente Cassa Depositi e Prestiti o i salvifici (di se stessi) Fondi privati internazionali, contraddicendo anche le recenti proposte scaturite dal Processo Partecipativo su San Salvi.
Un sospetto emerge, e cioè che tutto questa voglia di vigilanti e sbarre abbassate possa servire a confortare gli eventuali acquirenti, che a San Salvi non si scherza, le istituzioni sono presenti e che i futuri acquirenti della classe medio alta possono guardare con serenità il futuro. Governo dell'ordine pubblico in funzione speculativa!
A dir la verità ci saremmo aspettati ben altro dalle istituzioni che dovrebbero rappresentare l'interesse dei cittadini.
Il nostro Comitato propone, con procedura d'urgenza, di elaborare e pubblicizzare un PIANO STRAORDINARIO DI RECUPERO AMBIENTALE ED URBANISTICO dell'area che si fondi su alcune opzioni non negoziabili:
> mantenimento della proprietà pubblica di tutta l'area di San Salvi;
> le residenze annunciate non devono avere carattere speculativo ed esclusivo, ma è necessario prevedere forme di residenza sociale (vedi le numerose tesi di Architettura): cohousing, residenze temporanee, residenze per giovani coppie, autorecupero, ossia interventi a basso costo e in grado di alleggerire la domanda emergenziale di residenze;
> convocazione di una conferenza allargata dei soggetti istituzionali e non, per definire le priorità dell'azione di rinascita dell'area e contemporanea elaborazione del Piano Straordinario di Recupero e conseguente avvio dei lavori di riordino dell'area con gli obiettivi di conservare la memoria dell'ex manicomio, valorizzare la vocazione collettiva e sociale dell'area, salvaguardarne il valore squisitamente ambientale.
> mantenimento della proprietà pubblica di tutta l'area di San Salvi;
> le residenze annunciate non devono avere carattere speculativo ed esclusivo, ma è necessario prevedere forme di residenza sociale (vedi le numerose tesi di Architettura): cohousing, residenze temporanee, residenze per giovani coppie, autorecupero, ossia interventi a basso costo e in grado di alleggerire la domanda emergenziale di residenze;
> convocazione di una conferenza allargata dei soggetti istituzionali e non, per definire le priorità dell'azione di rinascita dell'area e contemporanea elaborazione del Piano Straordinario di Recupero e conseguente avvio dei lavori di riordino dell'area con gli obiettivi di conservare la memoria dell'ex manicomio, valorizzare la vocazione collettiva e sociale dell'area, salvaguardarne il valore squisitamente ambientale.
San Salvi deve diventare una priorità, sin da subito l'area deve essere resa agibile e ben curata, va ripulita e il verde deve avere l'attenzione necessaria, non abbiamo bisogno di guardie giurate ma di personale strutturato all'interno di un PROGETTO DI CURA PERMANENTE DEL PARCO, per permettere ai cittadini di frequentare e riappropriarsi di questo straordinario polmone di verde e di quiete urbana.
sabato 8 ottobre 2016
VIA PALAZZUOLO? A QUALCUNO PIACE CALMA…
In via Palazzuolo e limitrofe siamo arcistufi di vivere tra illegalità, spaccio, gioco d’azzardo, violenza. Per noi, residenti e commercianti, la situazione dell'ordine pubblico quest’estate ha varcato in zona i limiti di una sicurezza accettabile: l’aggressione al personale dello storico negozio di bici e motorini Scarpelli e le gravi minacce subite da un membro del nostro comitato rappresentano solo l'epilogo di una lunga estate violenta, costellata di risse, degenerazioni alcoliche quotidiane, aggressioni a donne inermi, illegalità diffuse di ogni genere, che segnaliamo da molto tempo senza esito. Lo spaccio continua indisturbato e nemmeno le due sospensioni da parte della questura, comminate quest’estate a un bar della zona a distanza di poche settimane l'una dall’altra, hanno fermato l'attività dei nostri instancabili spacciatori locali.
Nella convinzione che il rispetto delle leggi vigenti rappresenti non solo un dovere per tutti ma l’indispensabile base per una cittadinanza democratica condivisa, noi del Comitato “Palomar, Via Palazzuolo” richiediamo a Questura, Carabinieri, Sindaco Nardella, Giunta comunale e Quartiere 1 un impegno comune deciso per realizzare in via Palazzuolo al più presto delle misure urgenti, da adottarsi subito come “ponte” alla indispensabile riqualificazione complessiva della zona:
1. un presidio delle fore dell’ordine che scoraggi i violenti e metta al sicuro i minacciati
2. controlli multipli incrociati da parte di Polizia Municipale ASL, Finanza, INPS, ecc. diretti a tutti i locali della nostra zona, per garantire una legalità a tutto tondo qui da noi spesso latitante
3. un appoggio formale del Consiglio di Quartiere 1 (come promesso a luglio scorso dal presidente Sguanci) per la formulazione di esposti alla magistratura nei casi di palese disturbo alla quiete pubblica e di presunte violazioni delle leggi vigenti, tali da rendere indispensabile il ricorso agli organi giurisdizionali
4. un impegno delle istituzioni (Comune e Regione) a colmare il vuoto della legislazione della Regione Toscana in vista della chiusura della sala scommesse sita in via Palazzuolo a cinquanta passi dalla scuola materna “Rucellai” e dalla Ludoteca Comunale.
Non desideriamo vivere in un quartiere militarizzato e siamo consapevoli che nessuna repressione può bastare a “riparare” un territorio ferito e alterato nelle sue componenti socio-economiche sane, ma in attesa che il piano di riqualificazione per via Palazzuolo parta, non vogliamo più vivere in una terra di nessuno (tutelata dall’Unesco?), dove le norme comuni sono impunemente violate da tutti nell’indifferenza di chi ci governa. In via Palazzuolo c’è bisogno di ripristinare un livello minimo di legalità partecipata. Quanto richiediamo rappresenta un pacchetto di provvedimenti indispensabili subito per rispondere adeguatamente ai gravi fatti accaduti.
► Firma la petizione di Palomar
Sabato, 8 ottobre, ore 17
Bar Cantuccio, via Palazzuolo angolo via Maso Finiguerra
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