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domenica 30 ottobre 2016

E' brava ... la licenzio, meglio la prepensione.

Maria Sargentini
Non ci sembra che abbia avuto abbastanza rilievo, se non in ambito strettamente sindacale o su una stampa minore, la notizia che Maria Sargentini, nominata Direttrice Generale dell'ARPAT il 1° agosto 2015 è stata improvvisamente prepensionata dalla Regione Toscana a partire dal 1° settembre 2016, senza motivo apparente: il suo contratto con ARPAT scadeva alla fine del 2019 e comunque l'incarico di Direttore Generale dell'ARPAT viene fatto coincidere con la durata della legislatura.
Maria, dal 1980 Dirigente della Regione Toscana presso la quale aveva ricoperto importanti incarichi, ultimo dei quali quello come Presidente dell'Osservatorio per il monitoraggio della rimozione e recupero del relitto della Costa Concordia, volto noto ai cittadini per essere comparsa più volte nei telegiornali, pur avendo diritto al prepensionamento era andata in aspettativa per poter firmare con l'ARPAT un contratto fino al 2019.
Che cosa è successo allora dal momento che l'incarico era appena al suo inizio né, scadeva alcuna legislatura? Forse Maria non era più ritenuta all'altezza? Forse ha commesso qualche grave errore? Nulla di tutto questo. Infatti non solo ha sempre affrontato con successo gli incarichi avuti in qualità di Dirigente della Regione Toscana, compreso quello relativo al PIT, ma in particolare ha portato a termine con competenza e abnegazione il pesante incarico relativo alla nave affondata, per il quale è stata insignita dal Presidente della Repubblica dell'onorificienza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana in occasione delle celebrazioni per l'anniversario della Repubblica.
La decisione della Regione non è stata motivata. Viene da pensare però che la sua esperienza e conoscenza delle problematiche ambientali era diventata troppo ingombrante in questo momento in cui a livello di poteri esecutivi si intende avere mano libera su iniziative con un forte impatto ambientale sul territorio e la città di Firenze. In particolare nel brusco pensionamento della Sargentini peserebbero i rilievi critici evidenziati dall'ARPAT circa l'ampliamento dell'aeroporto di Peretola, ampliamento che nello stesso PIT insidia il Parco agricolo della Piana.
Questa vicenda ci ricorda quella dell'altro Dirigente della Regione, Fabio Zita, anch'esso allontanato 2 anni fa in quanto "troppo" competente sulle vicende del passaggio dell'Alta Velocità da Firenze, oggi tornate prepotentemente alla ribalta.
PIENA SOLIDARIETA' DUNQUE A MARIA SARGENTINI E CONDIVISIONE DELLA SUA BATTAGLIA LEGALE PER VEDERE RICONOSCIUTI I SUOI DIRITTI DI LAVORATRICE CHE TANTO HA DATO ALLA COLLETTIVITA'.

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mercoledì 26 ottobre 2016

TAV: le associazioni ambientaliste e l’Università di Firenze scrivono a Rossi e Nardella

COMUNICATO STAMPA

Firenze, 26 ottobre 2016

Le associazioni ambientaliste e l'Università di Firenze scrivono a Rossi e Nardella per parlare di TAV

L'Università di Firenze (LAPEI/DiDA) e le associazioni ambientiste fiorentine scrivono al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e al Sindaco Dario Nardella per chiedere un incontro in cui sia possibile presentare differenti scenari nei trasporti su ferro nell'area fiorentina.
L'abbandono del progetto di Passante AV è la sanzione di quanto sostenuto da tempo dalle associazioni stesse: il progetto di sottoattraversamento fiorentino è oggettivamente insostenibile da un punto di vista economico, ambientale, trasportistico.
Negli anni passati il gruppo di tecnici, coordinato dal professor Alberto Ziparo, non ha solo analizzato il progetto che si sta abbandonando, ma ha disegnato scenari che possono essere utili per risolvere il problema sia dei treni AV, sia dei treni regionali e metropolitani.
Per l'individuazione della stazione dei treni a lungo percorso (quelli che non terminano o nascono da Firenze) c'è la proposta di situarla nella zona prossima all'attuale fermata Firenze Statuto, dove ci sarebbero gli spazi sufficienti per nuovi binari e marciapiedi, dove i locali inutilizzati dell'ex deposito locomotive (ottimo esempio di archeologia industriale da recuperare) potrebbero ospitare i servizi per i viaggiatori; il terrapieno su cui poggia la sede ferroviaria potrebbe essere utilizzato ricavandone varchi che mettano in collegamento tra loro varie parti della città e queste con le infrastrutture di mobilità su ferro.
La vicinanza alla stazione di Santa Maria Novella potrebbe consentire con questa collegamenti di tipo aeroportuale con tapis roulant e un rapido collegamento con tutte le direttrici del servizio regionale prevedendo la fermata dei treni aventi origine o termine a Santa Maria Novella.
La richiesta di incontro vuole soprattutto riportare la progettazione della città e della sua mobilità nell'ambito locale, evitando di attendere passivamente le decisioni della Ferrovie; la collettività deve essere motore di dibattito e di programmazione del vivere e del muoversi. Nessuno conosce la città meglio di chi la abita.
Al link è possibile scaricare immagini delle proposte:
https://drive.google.com/open?id=0B0KskrB6Ru6SMWc1ZVhFU3I5LUE

LAPEI/DiDA/Università di Firenze
FAI
Italia Nostra
Legambiente
Rete dei Comitati in Difesa del Territorio
Comitato No Tunnel TAV

Foster no, tunnel sì ... anzi no

CITTADINI AREA FIORENTINA

FOSTER NO, TUNNEL SI' ... ANZI NO
Dal tanto atteso incontro tra Ferrovie, Comune di Firenze e Regione Toscana per decidere il destino della TAV, è emerso un comunicato di badogliana memoria: "L'opera continua. Manterremo fede alla parola data". Ottenendo il non facile risultato di scontentare tutti, tranne la ditta costruttrice.
Infatti a Roma il 18 ottobre:
  • non è stato presentato alcun progetto di revisione
  • l'opera, cioè il tunnel di 7 km. nel suo tracciato originario più lo scavo completo del camerone della stazione, si farà
  • il buco della stazione Foster sarà venduto e diversamente utilizzato
Si riconferma insomma un'opera inutile e dannosa, che la città non vuole, dato che non assicura alcuno scambio tra treni AV e treni regionali. Un'opera che neanche Ferrovie vuole più, tanto da volersene disfare, visto che, oltre tutto, i nuovi sistemi di segnalamento e il quadruplicamento dei binari sulla linea di cintura permetterebbero di ottenere lo stesso risultato in superficie, restituendo centralità a S. M. Novella.
Si sceglie invece la strada del massimo e incomprensibile spreco economico, dei maggiori danni ambientali e funzionali per la città, senza la minima contropartita.
Per questo, esterrefatti e preoccupati, poniamo alcune domande.
Al Presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone
  • Perché si produce un inammissibile spreco di denaro pubblico per un'opera inutile, per la quale è attualmente in corso un processo e alla quale lei, nella sua Relazione alla Camera del luglio 2015, ha dedicato decisivi rilievi critici ?
  • Perché non si è proceduto alla immediata sospensione dei lavori per la stazione Foster, soprattutto adesso che viene meno la indissolubile unitarietà dell'opera (Stazione sotterranea e Sottoattraversamento) ?
  • Non dovrebbe la sua Autorità dedicare rinnovata attenzione a queste oscure trattative dalle quali la cittadinanza è accuratamente esclusa, indagando sui motivi reali di una tale inspiegabile insipienza ?
  • Possono i soggetti attuatori spendere denaro pubblico per un'opera così diversa da quella originaria e che sembra assumere la fisionomia di un investimento immobiliare ad alto rischio ?
  • Una variante di tale entità non richiederebbero un nuovo esame alla luce del nuovo Codice degli appalti che passi attraverso una vera Analisi Costi Benefici ?

Al Sindaco Dario Nardella
. L'opera che si vuole proseguire non è la stessa da lei definita 'un inutile spreco di soldi pubblici', 'nata male e gestita peggio' che 'altera le scelte urbanistiche del Comune' per ottenere oltretutto un vantaggio irrilevante sulla tratta Milano - Roma ?
  • Non crede che 2 tunnel (15 Km di scavi) che impegnano irrimediabilmente il sottosuolo di Firenze, per un'A.V. che non ferma e servizi regionali che 'saltano' il centro, siano una revisione in peggio del progetto attuale ?
  • Non pensa che si dovrebbe prima esaminare la compatibilità urbanistica della nuova opera e delle funzioni che ospiterà l'enorme volume di una ex stazione, in parte pagata, e che sarà oggetto di un'enorme operazione immobiliare ?
  • Non crede che, fatta salva la sicurezza e l'occupazione di tecnici e operai, la parte pubblica debba chiedere la riformulazione dei contratti con la ditta costruttrice, affrontando il conseguente contenzioso ?
  • Non pensa che questa sia un'occasione da non perdere per ascoltare i cittadini e per sospendere un'opera nociva e insostenibile per la città, e per individuare vie di uscita possibilmente più vantaggiose per tutti ?

Il vecchio progetto di sottoattraversamento TAV deve essere definitivamente seppellito !

IN BASE AD UNA SERIA ANALISI COSTI BENEFICI SI GIUNGA AD UN CHIARO MODELLO DI UTILIZZAZIONE DEL NODO CONFRONTANDO TRA LORO DIVERSE SOLUZIONI URBANISTICHE, TRASPORTISTICHE ED AMBIENTALI.

COME DA TEMPO CHIEDONO COMITATI, ASSOCIAZIONI, OPPOSIZIONE IN CONSIGLIO COMUNALE E VASTI SETTORI DI OPINIONE PUBBLICA, SI APRA FINALMENTE UN VERO DIBATTITO PUBBLICO A FIRENZE E NELLA REGIONE PER INDIVIDUARE CIO' CHE VERAMENTE SERVE.
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venerdì 21 ottobre 2016

No Tunnel Tav Firenze

COMUNICATO STAMPA

Firenze, 19 ottobre 2016

TAV: gli dei accecano coloro che vogliono perdere


“Quos vult Iupiter perdere, dementat prius”, gli dei accecano coloro che vogliono perdere, dicevano gli antichi; al Comitato No Tunnel TAV di Firenze pare che questo antico proverbio ben si addica alla situazione creatasi dopo la missione romana del Presidente della Regione Enrico Rossi e del Sindaco Dario Nardella, che sono tornati felici della riconferma dei tunnel anche se la stazione non si farà. Una soluzione tecnicamente incomprensibile, un non senso per i trasporti, frutto evidente di mediazioni di basso livello di chi ha dimostrato di aver totalmente fallito nelle politiche dei trasporti in Toscana.
La cecità pare una caratteristica decisiva della classe politica toscana e fiorentina davanti al tema urbanistico e delle grandi opere in particolare. L’idea dell’urbanistica contrattata ormai è dilagata, gli interessi collettivi sono solo argomenti retorici, ciò che si tutela sono soprattutto gli appetiti voraci di speculatori e costruttori; con loro si deve contrattare, i cittadini sono solo fastidi da evitare.
Cecità è quella che dimostra Rossi nell’incaponirsi con un tunnel che non si sa a cosa possa servire se non porta ad una stazione, che continua a parlare di un progetto ormai morto e sepolto sotto un’alta coltre di vergogna.
Cecità è quella di Nardella che, dopo aver giustamente sparato sul progetto di Passante, pare aver fatto marcia indietro e sembra accettare un fantasioso tunnel sotto Firenze.
Cecità è quella di tutti, dal Governo in giù, a non voler dire una parola sullo sperpero delle risorse pubbliche che si è fatto finora: almeno 800 milioni sono stati buttati per scavare trincee, paratie, montare e smontare frese, realizzare solai di una stazione che non nascerà mai. Nessuno chiede conto di questo furto realizzato ai danni dei contribuenti, nessuno fiata se ancora oggi fervono i lavori alla defunta Foster e le betoniere si affannano a scaricare il loro cemento inutile.
Cecità è quella davanti al marcio che è emerso dalle due inchieste della magistratura sul progetto TAV fiorentino e che vedrà partire il processo a dicembre.
Cecità è quella che pretende oggi la “separazione dei flussi AV da quelli dei pendolari”, mentre in passato ci hanno ammorbato le orecchie cantando le lodi dell’alta velocità all’italiana che sarebbe addirittura “alta capacità”, cioè la possibilità di far passare tutti i treni su quei binari veloci. Queste contraddizioni stridenti non vuol vederle nessuno?
Cecità è quella di voler continuare a ignorare i destinatari delle infrastrutture cioè i cittadini che le devono usare, andare avanti come automi cantando sempre il solito ritornello che tutto si fa per i pendolari, mentre si spende soprattutto per le frecce utilizzate dal 10% di viaggiatori.
Cecità di questa classe politica è quella di non voler vedere che la fiducia nei partiti è prossima allo zero, che i cittadini, anche se non sono tecnici ferroviari, hanno cominciato a capire che, dietro le parole dette per oltre venti anni a Firenze, c’è solo vuoto e ingordigia.

Comitato No Tunnel TAV Firenze

Italia Nostra per Gualchiere di Remole

Italia Nostra su Impruneta

e

La Grande Bruttezza

CITTADINI AREA FIORENTINA

LA GRANDE BRUTTEZZA
Piazza San Firenze
Recentemente Ernesto Galli della Loggia, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera http://www.corriere.it/cultura/16_ottobre_09/galli-loggia-b89cc5bc-8d80-11e6-9a19-d25a64455d65.shtml
ci ha invitato ad aprire gli occhi sulla realtà dei centri storici delle nostre più belle città e di molte delle località cosiddette minori. L'articolo si inserisce nel dibattito riaccesosi in occasione della prima di "Inferno", film ambientato a Firenze, come anche per l'affare Mc Donald in Piazza del Duomo. "Tutto quello che il passato aveva fin qui prodotto – botteghe, commerci, edicole, angoli appartati, dignitosi negozi – tutto o quasi sta per scomparire o è già scomparso"
La constatazione è persino scontata considerando i numeri del fenomeno turistico nelle "città d'arte". A Firenze si concentra in 73 siti museali raggruppati in appena 2,82 Kmq., grosso modo il quadrilatero che ha ai vertici S. Marco, Palazzo Pitti, S. Maria Novella e S. Croce. In questo chilometro d'oro, dal quale si allontanano 1.000 residenti all'anno, il flusso turistico quotidiano, in costante ascesa, sopravanza ormai di molto la popolazione locale. Per non parlare dell' indotto che produrrà la diffusione planetaria di film e serie tv ambientate nel capoluogo.
Al di là dei vantaggi che sulla carta la risorsa turismo offrirebbe, sempre più ci si interroga sul dare e l'avere di un simile fenomeno. E si cerca di far partecipare il turista al costo dei servizi offerti o di rendere compatibile il turismo con l'identità e la vitalità di una comunità.
Ma mentre si discute - come in occasione del Rapporto della Fondazione CESIFIN Alberto Predieri sul 'caso Firenze' nel febbraio 2016 o in maggio nel Convegno internazionale su Attualità dell'effimero urbano dai Medici alla città metropolitana - le cose cambiano, anzi corrono.
Così ad esempio le fragili Regole Unesco per il Centro storico non hanno impedito che negli ultimi 9 mesi vi si aprissero ben 113 attività alimentari.
L'articolo di Galli della Loggia ha quindi il merito e il coraggio di accantonare per un momento la disputa tra le ragioni della tutela e le ragioni dell' economia globale riconducendoci alla più banale questione dei controlli e delle sanzioni.
Su questo terreno emerge la pochezza dei poteri locali o, peggio, il loro assecondare una disastrosa deriva. E' sotto gli occhi di tutti, ad esempio, la trasformazione della Polizia Urbana, che dovrebbe essere al servizio dei cittadini, in un corpo di pretoriani al servizio del Sindaco-Principe.
I vigili sempre più presenti sul territorio quando ci sono da fare multe, spariscono di fronte a segnalazioni di abusi edilizi, occupazioni improprie di suolo pubblico, inquinamento acustico etc.
E certamente sensata è la proposta di Galli della Loggia di fare della polizia municipale una istituzione terza tra Sindaco e cittadinanza, magari, aggiungiamo noi, ripristinando istituti di controllo quali l'ufficio del "Difensore civico".
Sacrosanta l'altra proposta di rafforzamento dei poteri di veto delle Soprintendenze per i Beni culturali, peraltro già previsti nella legislazione vigente, ma di fatto inapplicati.
A fronte della pressione dei grandi fondi immobiliari, delle centrali del turismo internazionale, e del fenomeno degli affittacamere, la proposta di rafforzare le Soprintendenze sembra appartenere al mondo dei sogni. I poteri locali preferiscono gestire in proprio i contenziosi sullo spazio e il decoro pubblico come moneta di scambio per le partite elettorali che li riguardano. Occorrerebbe una svolta nel Ministero dei beni Culturali, investendo per esempio sugli organici e sulla loro formazione. Tutto ciò è davvero poco probabile in un momento in cui a livello di Governo si vorrebbe cancellare il termine stesso di Soprintendente o Soprintendenza.
LE PROPOSTE DI UN AUTOREVOLE OPINIONISTA COME ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA QUINDI, ANCHE SE CI SEMBRANO UN PO' TARDIVE, RESTANO OBBIETTIVI DA PERSEGUIRE IN RELAZIONE AI QUALI VERIFICARE LE CONDOTTE POLITICHE.
Via Valfonda - Palazzina reale della Stazione di Santa Maria Novella
Le Fonticine - Via Nazionale
Cascine - greto dell'Arno all'altezza del Viale dei Lecci
Souvenirs
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giovedì 13 ottobre 2016

perUnaltracittà - PIU’ PICCOLO E PIU’ VELOCE IL MONDO DEI NOBEL DELLA FISICA 2016: PER FARE COSA?


ANTEPRIMA La Città invisibile - perUnaltracittà

Più piccolo e più veloce il mondo dei Nobel per la Fisica 2016: PER FARE COSA?

di Antonio Fiorentino

...... Ecco allora che gli studi teorici dei nostri tre scienziati relativi alla struttura delle superfici (Topologia ) di alcuni materiali ultrasottili durante le Transizioni di fase (fino al cosiddetto condensato quantistico a temperature prossime allo Zero assoluto, – 273°C) e alla conduttività elettrica alle basse temperature, hanno dato impulso ......
...... Nel pieno rispetto dell'autonomia della ricerca scientifica, si pone una domanda, di tipo politico, sull'uso che si fa della ricerca stessa e delle sue applicazioni.  Ormai lo sappiamo, la tendenza del capitale è quella di colonizzare ogni ambito della vita sociale e culturale per imporre la propria regola economica, ossia la dipendenza dal mercato e da chi ne condiziona le dinamiche.......

Continua a leggere: http://www.perunaltracitta.org/2016/10/13/piu-piccolo-piu-veloce-mondo-dei-nobel-della-fisica-2016-cosa/
e condividi, se vuoi, sui tuoi media sociali.
Grazie!


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Testata giornalistica edita dall'associazione perUnaltracittà e registrata presso il Tribunale di Firenze il 16 dicembre 2015 con il numero 6011. ISSN 2498-9517. Direttore editoriale Ornella De Zordo. Direttore responsabile Francesca Conti.
Un periodico on line in cui si dà direttamente spazio alle voci di chi, ancora troppo poco visibile, sta dentro le lotte o esercita un pensiero critico delle politiche liberiste; che sollecita contributi di chi fa crescere analisi e esperienze di lotta; che fa emergere collegamenti e relazioni tra i molti presìdi di resistenza sociale; che vuole contribuire alla diffusione di strumenti analitici e critici, presupposto indispensabile per animare reazioni culturali e conflittualità sociali.
Perché il futuro è oltre il pensiero unico. Anche a Firenze e in Toscana.



lunedì 10 ottobre 2016

SAN SALVI A FIRENZE TRA RICHIESTA DI ORDINE E SPECULAZIONE IMMOBILIARE - Le proposte del Comitato San Salvi chi può


Comitato SAN SALVI CHI PUO'
Cell: 328 7644679

SAN SALVI A FIRENZE TRA RICHIESTA DI ORDINE

E SPECULAZIONE IMMOBILIARE

Le proposte del Comitato San Salvi chi può
    In questi ultimi giorni il dibattito sul destino del Parco di San Salvi è tornato di grande attualità, soprattutto in chiave securitaria. La proprietà e alcuni cittadini, denunciando lo stato di incuria dell'area, di cui sono responsabili unici REGIONE – ASL – COMUNE, fanno riaffiorare le proposte di lottizzare per residenze private, se non addirittura per strutture turistico ricettive ad esse assimilate, i padiglioni più pregiati del complesso di San Salvi.
    In un articolo apparso sulla Nazione il 6 ottobre il direttore dell'ASL, Paolo Morello, annuncia la decisione di chiudere di fatto ai cittadini l'area di San Salvi, tranne che per coloro che lavorano e studiano al suo interno, che saranno ammessi dopo debita "identificazione" ai cancelli da parte di nuovi vigilanti. Ciò varrà anche per i bambini e le loro mamme diretti alla scuola elementare "A. Del Sarto", che "dovranno qualificarsi" per varcare il cancello di ingresso.
    Per giustificare questa "serrata" si evocano ragioni di ordine pubblico e di tutela, le quali, se effettivamente comprovate, possono al massimo giustificare una sorveglianza più accurata su casi  anomali e sospetti che possono verificarsi nel perimetro di San Salvi, ma non certo legittimano l'interdizione del parco ai cittadini, certamente incolpevoli del degrado (cattiva manutenzione e abbandono) che caratterizza questo grande e prezioso polmone verde, causato piuttosto dall'inerzia pluridecennale delle istituzioni preposte. Un parco storico che il Piano Strutturale del Comune di Firenze destina a parco pubblico del Quartiere 2, e che, come tale, dovrebbe essere fruibile in ogni momento della giornata da parte di tutti i cittadini. La chiusura di San Salvi, a nostro avviso illegittima, viene invece motivata da Morello al fine di "qualificare e rivitalizzare" quest'area "che abbiamo deciso di non vendere".
    Il fatto paradossale e incredibile di questa affermazione è che viene prontamente smentita dal medesimo direttore generale, che sconfessa se stesso in un articolo sempre del 6 ottobre, questa volta sulle colonne del Corriere Fiorentino, dove (malgrado tutte le smentite uscite nei giornali nei mesi recenti) si annuncia la vendita di due padiglioni interni al complesso monumentale e del grande edificio di "villa Panico", come in parte previsto dal contestatissimo Piano Urbanistico Esecutivo approvato nel 2007.
    Due giorni dopo, l'8 ottobre, dalle colonne di Repubblica, i vari soggetti provano a mettere ordine nel bailamme creato confermando la vendita dei padiglioni destinati a residenza, anche tramite l'onnipresente Cassa Depositi e Prestiti o i salvifici (di se stessi) Fondi privati internazionali, contraddicendo anche le recenti proposte scaturite dal Processo Partecipativo su San Salvi.
    Un sospetto emerge, e cioè che tutto questa voglia di vigilanti e sbarre abbassate possa servire a confortare gli eventuali acquirenti, che a San Salvi non si scherza, le istituzioni sono presenti e che i futuri acquirenti della classe medio alta possono guardare con serenità il futuro. Governo dell'ordine pubblico in funzione speculativa!
    A dir la verità ci saremmo aspettati ben altro dalle istituzioni che dovrebbero rappresentare l'interesse dei cittadini.
    Il nostro Comitato propone, con procedura d'urgenza, di elaborare e pubblicizzare un PIANO STRAORDINARIO DI RECUPERO AMBIENTALE ED URBANISTICO dell'area che si fondi su alcune opzioni non negoziabili:
>    mantenimento della proprietà pubblica di tutta l'area di San Salvi;
>   le residenze annunciate non devono avere carattere speculativo ed esclusivo, ma è necessario prevedere forme di residenza sociale (vedi le numerose tesi di Architettura): cohousing, residenze temporanee, residenze per giovani coppie, autorecupero, ossia interventi a basso costo e in grado di alleggerire la domanda emergenziale di residenze;
>   convocazione di una conferenza allargata dei soggetti istituzionali e non, per definire le priorità dell'azione di rinascita dell'area e contemporanea elaborazione del Piano Straordinario di Recupero e conseguente avvio dei lavori di riordino dell'area con gli obiettivi di conservare la memoria dell'ex manicomio, valorizzare la vocazione collettiva e sociale dell'area, salvaguardarne il valore squisitamente ambientale.

    San Salvi deve diventare una priorità, sin da subito l'area deve essere resa agibile e ben curata, va ripulita e il verde deve avere l'attenzione necessaria, non abbiamo bisogno di guardie giurate ma di personale strutturato all'interno di un PROGETTO DI CURA PERMANENTE DEL PARCO, per permettere ai cittadini di frequentare e riappropriarsi di questo straordinario polmone di verde e di quiete urbana.

sabato 8 ottobre 2016

VIA PALAZZUOLO? A QUALCUNO PIACE CALMA…




Senza spaccio, illegalità, risse, sala scommesse, violenza
In via Palazzuolo e limitrofe siamo arcistufi di vivere tra illegalità, spaccio, gioco d’azzardo, violenza. Per noi, residenti e commercianti, la situazione dell'ordine pubblico quest’estate ha varcato in zona i limiti di una sicurezza accettabile: l’aggressione al personale dello storico negozio di bici e motorini Scarpelli e le gravi minacce subite da un membro del nostro comitato rappresentano solo l'epilogo di una lunga estate violenta, costellata di risse, degenerazioni alcoliche quotidiane, aggressioni a donne inermi, illegalità diffuse di ogni genere, che segnaliamo da molto tempo senza esito. Lo spaccio continua indisturbato e nemmeno le due sospensioni da parte della questura, comminate quest’estate a un bar della zona a distanza di poche settimane l'una dall’altra, hanno fermato l'attività dei nostri instancabili spacciatori locali.
Nella convinzione che il rispetto delle leggi vigenti rappresenti non solo un dovere per tutti ma l’indispensabile base per una cittadinanza democratica condivisa, noi del Comitato “Palomar, Via Palazzuolo” richiediamo a Questura, Carabinieri, Sindaco Nardella, Giunta comunale e Quartiere 1 un impegno comune deciso per realizzare in via Palazzuolo al più presto delle misure urgenti, da adottarsi subito come “ponte” alla indispensabile riqualificazione complessiva della zona:
1. un presidio delle fore dell’ordine che scoraggi i violenti e metta al sicuro i minacciati
2. controlli multipli incrociati da parte di Polizia Municipale ASL, Finanza, INPS, ecc. diretti a tutti i locali della nostra zona, per garantire una legalità a tutto tondo qui da noi spesso latitante
3. un appoggio formale del Consiglio di Quartiere 1 (come promesso a luglio scorso dal presidente Sguanci) per la formulazione di esposti alla magistratura nei casi di palese disturbo alla quiete pubblica e di presunte violazioni delle leggi vigenti, tali da rendere indispensabile il ricorso agli organi giurisdizionali
4. un impegno delle istituzioni (Comune e Regione) a colmare il vuoto della legislazione della Regione Toscana in vista della chiusura della sala scommesse sita in via Palazzuolo a cinquanta passi dalla scuola materna “Rucellai” e dalla Ludoteca Comunale.
Non desideriamo vivere in un quartiere militarizzato e siamo consapevoli che nessuna repressione può bastare a “riparare” un territorio ferito e alterato nelle sue componenti socio-economiche sane, ma in attesa che il piano di riqualificazione per via Palazzuolo parta, non vogliamo più vivere in una terra di nessuno (tutelata dall’Unesco?), dove le norme comuni sono impunemente violate da tutti nell’indifferenza di chi ci governa. In via Palazzuolo c’è bisogno di ripristinare un livello minimo di legalità partecipata. Quanto richiediamo rappresenta un pacchetto di provvedimenti indispensabili subito per rispondere adeguatamente ai gravi fatti accaduti.

► Firma la petizione di Palomar
Sabato, 8 ottobre, ore 17
Bar Cantuccio, via Palazzuolo angolo via Maso Finiguerra