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venerdì 1 maggio 2015

Wwf di Forlì ricorre contro l'autorizzazione degli inceneritori

COMUNICATO STAMPA
Comunicato -   WWF Forlì 29 Aprile 2015
L’Europa detta le direttive comunitarie e l’Italia come al solito le disattende. succede così frequentemente e su così tante questioni che quando si apre un vuoto legislativo si rischia di non accorgersene e le autorizzazione indebite fioriscono. Così sta succedendo anche per gli inceneritori di rifiuti solidi urbani. Un vero cancro per la salute pubblica e per l’ambiente.
Così succede anche per l’inceneritore di Forlì che è in attesa di ottenere l’autorizzazione provinciale per diventare un impianto di incenerimento di rifiuti urbani come “operazione di recupero” (formula R1) e non di “smaltimento” (D10) come classificato attualmente.
Ma per capirlo occorre andare con ordine e riepilogare i passaggi cronologici che ci stanno portando da un vuoto legislativo ad una voragine di illeciti. La recente Legge 164/2014, la cosiddetta “Sblocca Italia”, consentirebbe all’impianto forlivese il passaggio da D10 “incenerimento a terra” a R1 “Utilizzazione principalmente come combustibile o come altro mezzo per produrre energia”.
In sostanza si passerebbe dall’incenerire 120.000 tonnellate all’anno di rifiuti solidi urbani del territorio a 180.000 di rifiuti di qualunque genere provenienti da tutt’Italia. A monte di tutto questo c’è la Direttiva 2008/98/CE dell’Unione Europea (comune per tutti gli Stati membri che devono rispettare) che stabilisce, con una formula, il procedimento “per il calcolo dei livelli di efficienza di recupero del contenuto energetico dei rifiuti urbani, qualora essi siano destinati alla produzione di energia elettrica e/o termica”.
Ovviamente l’Italia ha “adottato”, nel 2013, il concetto della Direttiva Europea con un Decreto Ministeriale DM 07/08/2013 (G.U. n. 193 - 19 agosto 2013). Ma, dato che siamo notoriamente distratti, per non smentirci, abbiamo modificato i parametri di calcolo comunitari a nostro vantaggio rendendoli difformi da quelli della Direttiva comunitaria.
Si sono così create condizioni di concorrenza sleale verso gli impianti degli altri Paesi europei e di “favore” per i nostri inceneritori (che solo in Italia, per un neologismo incomprensibile, sono definiti “termovalorizzatori”) i quali potranno diventare tutti d’ufficio “insediamenti  strategici di preminente interesse  nazionale”.
Una presa in giro a totale vantaggio economico (è risaputo che l’incenerimento dei rifiuti gode di sostanziosi contributi liberali detti “certificati verdi” che i cittadini pagano nella bolletta energetica) per i proprietari-gestori degli impianti ma un incubo per i cittadini che pagano le tasse e in cambio ottengono solo un aumento indesiderato degli inquinanti ambientali e maggiori rischi per la salute pubblica.  
Ma, il legislatore nazionale si è dimenticato che la Commissione Europea ha richiesto l’abrogazione del decreto ministeriale del 7 agosto 2013 e, con una comunicazione formale di fine 2014 (EU Pilot 5714/13/ENVI), ha avvertito il Ministro dell’Ambiente Galletti che avrebbe dovuto riallineare i parametri della formula per il calcolo dell’efficienza energetica a quelli europei, onde evitare l’apertura formale di una procedura di infrazione a danno dell’Italia.
Il Ministro, il 18 febbraio scorso, quando i termini per la modifica del decreto erano scaduti a fine gennaio, ha solo relazionato alla Commissione Ambiente della Camera dell’avvenuta comunicazione della Commissione Europea annunciando che “è in corso di predisposizione una bozza di decreto con le modifiche necessarie alla risoluzione del caso”.
Nel frattempo le pratiche amministrative sono andate avanti utilizzando i parametri del decreto “incriminato” e si sono autorizzati trasformazioni di impianti di incenerimento (D10) a “recuperato di energia” (R1) beffando non solo i partner europei ma soprattutto i cittadini italiani.
Per questi motivi, “dato che a tutt’oggi non risulta l’adozione di alcun atto ministeriale che adegui il predetto decreto alla disciplina comunitaria”, il WWF Forlì-Cesena, congiuntamente all’Associazione “Medici per l’Ambiente di Forlì-Cesena” oltre a “Eco Istituto di Faenza”, nei giorni scorsi, sono intervenuti nei confronti della nostra Provincia con una “istanza” che la invita a riconsiderare e a respingere la pratica autorizzativa in corso a favore dell’inceneritore forlivese “così da scongiurare qualsivoglia atto illegittimo”. 
Ancora una volta un “vuoto legislativo” che rischiava di diventare una “voragine” di illeciti comunitari è stato riempito da un’azione civile dei cittadini sensibili e attenti alle tutela dell’ambiente e della salute collettiva.
Wwf Forli
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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 4/30/2015 05:35:00 PM



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