Il comitato Cittadini Area Fiorentina ha pubblicato un nuovo articolo sul sito.
Per leggerlo clicca qui sotto:
http://cittadiniareafiorentina.wordpress.com/
domenica 30 novembre 2014
DUE SEMINARI SUL DDL LUPI
mercoledì 26 novembre 2014
NO A QUESTI PROGETTI TRANVIARI
Il comitato Cittadini Area Fiorentina ha pubblicato un nuovo articolo sul sito.
Per leggerlo clicca qui sotto:
http://cittadiniareafiorentina.wordpress.com/
lunedì 24 novembre 2014
REPORT: Hera: una delle più grandi municipalizzate d'Italia
Hera è una delle più grandi municipalizzate d’Italia e gestisce luce, acqua, gas e rifiuti per 250 comuni in Emilia-Romagna, Marche, Veneto e Venezia-Giulia.
La società ha sede in centro a Bologna in un’area industriale dismessa dove lavorano settecento persone.
Sulla base di documenti inediti Report è in grado di documentare il livello di inquinamento presente nel suolo di quei terreni e i rischi per la salute a cui, secondo le analisi svolte da Hera stessa ma mai divulgate, i dipendenti sono sottoposti andando a lavorare lì dentro ogni giorno.
L’inquinamento coinvolge anche alcune falde. Hera è anche un esempio di come vengono scelti i manager che amministrano le grandi municipalizzate dove i requisiti necessari spesso non sono le competenze.
RIVEDI LA PUNTATA SU REPORT
http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-99deeb3f-3b2b-425b-a775-66e4c3a4e5de.html
--
Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/24/2014 02:11:00 AM
Questa e-mail è stata controllata per individuare virus con Avast antivirus. |
domenica 23 novembre 2014
FIRENZE COME AIRPORT CITY ?
Il comitato Cittadini Area Fiorentina ha pubblicato un nuovo articolo sul sito.
Per leggerlo clicca qui sotto:
http://cittadiniareafiorentina.wordpress.com/
venerdì 21 novembre 2014
RIFIUTI ZERO è LA RIVOLUZIONE DEL BUON SENSO :-)
--
Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/21/2014 06:24:00 AM
Questa e-mail è stata controllata per individuare virus con Avast antivirus. |
mercoledì 19 novembre 2014
PIANO REGIONALE RIFIUTI: 7 inceneritori al posto di 9, SELVAPIANA RIMANE.
La Nazione di mercoledì 19 novembre 2014
Questo l'elenco degli impianti confermati (7 su 9):
- Ospedaletto (Pisa)
- Picchianti (Livorno)
- Poggibonsi
- San Zeno (Arezzo)
- Montale (Pistoia)
- Selvapiana (Rufina) - in attesa di giudizio
- Case Passerini (Firenze)
--
Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/19/2014 01:47:00 AM
Questa e-mail è priva di virus e malware perché è attiva la protezione avast! Antivirus . |
martedì 18 novembre 2014
Italia Nostra (Fi) - Comunicato stampa Coordinamento unitario per una politica innovativa sui rifiuti: 'No a colpi di mano.
Comunicato stampa Coordinamento unitario per una politica innovativa sui rifiuti:
'No a colpi di mano. No alla forzata chiusura in Consiglio regionale di un Piano dei rifiuti insostenibile!'
Firenze 18-11-2014
A nome del gruppo di lavoro che ha organizzato il Convegno di Capannori il 16 novembre 2013 e che ha prodotto il ‘Documento unitario per una politica innovativa nella gestione dei rifiuti’, sulla base del quale sono state presentate diverse osservazioni al ‘Piano regionale dei rifiuti’ faccio presente quanto segue:
- Non è accettabile la forzata chiusura del processo di elaborazione del Piano che contraddice la dichiarata volontà del Presidente Enrico Rossi e dell’Assessore Annarita Bramerini, di garantire un confronto democratico per la condivisione dello stesso Piano.
- Tutti gli emendamenti da noi proposti sono stati respinti.
- Non è accettabile una previsione di produzione di rifiuti che non tenga conto delle esperienze positive maturate da 23 comuni virtuosi toscani, mettendo a sistema le buone pratiche attuate da quelle stesse Amministrazioni.
- Il sovradimensionamento della produzione dei rifiuti già da oggi, fino al 2020, è funzionale solo alla riconferma dell’attuale sistema di gestione toscano, ormai sorpassato dai fatti.
- Non è accettabile che la Toscana si ponga come obbiettivo al 2020 una produzione di rifiuti pro capite che è superiore di 150 kg, già oggi, della stessa produzione pro capite della Regione Lombardia.
- Deve esser chiaro che gli effetti nocivi di un Piano vecchio e obsoleto non si fermano al 2020, ma produrranno effetti nefasti per molti anni a venire.
Per questi motivi chiediamo di rinviare la sua approvazione in Consiglio regionale e di aprire il confronto promesso e non mantenuto, dato che questo Piano rimanda a un modello di sviluppo
insostenibile.
Il presente documento è stato inviato a tutti Consiglieri regionali della Toscana
Per il "Coordinamento unitario per una politica innovativa sui rifiuti"
Mariarita Signorini
Consigliere nazionale Italia Nostra
Vicepresidente di Firenze
www.italianostrafirenze.wordpress.com
--
Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/18/2014 04:03:00 AM
Questa e-mail è priva di virus e malware perché è attiva la protezione avast! Antivirus . |
mercoledì 12 novembre 2014
UNA FABBRICA DEI MATERIALI CHE VORREMMO ANCHE PER LA VALDISIEVE
Accam: da inceneritore a fabbrica di materiali
Un progetto innovativo, il primo in Italia: tarsformare un inceneritore in una fabbrica dei materiali. E' il sogno dei sindaci di 5 piccoli comuni nostro territorio (Buscate, Canegrate, Castano Primo, Magnago e Vanzaghello) dopo un incontro in Regione. Di seguito il comunicato diffuso in giornata.
Nel corso di un cordiale e proficuo incontro tenutosi il 4 novembre al Pirellone, i sindaci di Buscate, Canegrate, Castano Primo, Magnago e Vanzaghello hanno illustrato all’assessore regionale Terzi come, a seguito dell’evoluzione delle ipotesi di intervento formulate dal “tavolo tecnico” relative all’impianto Accam siano rimaste in campo due sole ipotesi: la prima, caldeggiata dai Sindaci della delegazione presente all’incontro, prevede la sola Fabbrica dei Materiali (senza revamping), la seconda prevede la Fabbrica dei Materiali più il revamping di una linea.
Le ragioni della netta preferenza dei Sindaci presenti per lo scenario della sola Fabbrica dei Materiali (senza revamping) deriva dalla convinzione, maturata collegialmente nel corso di questi mesi, che sia la soluzione che meglio risponde a criteri di fattibilità tecnica, minor impatto e, soprattutto, di sostenibilità economica: il solo impianto di selezione a freddo, per le sue caratteristiche di flessibilità, permette di raggiungere il break even anche in presenza di fattori critici (minor numero di utenti serviti o maggiore quota di raccolta differenziata).
Si sono infatti esplicitate le criticità economiche dello scenario “fabbrica dei materiali più revamping” che prevede 24 milioni aggiuntivi rispetto all’ipotesi che non contempla il revamping (13 milioni per la sola fabbrica dei materiali contro i 37 milioni per revamping più fabbrica dei materiali) ma anche risorse economiche aggiuntive da inserire nel business plan, ossia prevedere adeguati fondi per sostenere i costi della futura bonifica ambientale così come gli effetti patrimoniali della progressiva dismissione dell’inceneritore.
Tali costi, non adeguatamente evidenziati in questi mesi nell’elaborazione e valutazione degli scenari, sono stati portati anche formalmente all’attenzione di Accam (p. es. dal Comune di Buscate), allo scopo di sottolineare l’ulteriore divario economico tra le due ipotesi.
Nell’incontro è stata affrontata anche la questione della proceduta di AIA pendente: il dirigente ha confermato che la stessa risulta “in itinere” a seguito della richiesta di sospensiva inoltrata a suo tempo e l’assessore Terzi ha ribadito la necessità che i Sindaci ed i Consigli Comunali abbiano tutti gli elementi a disposizione e si prendano tutto il tempo necessario per arrivare ad una proposta meditata, sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico e, per quanto possibile, condivisa dalla maggior parte del territorio.
L’attenzione al territorio ed alle sue istanze e proposte è stata più volte ribadita dall’Assessore Terzi che ha sottolineato le decisioni strategiche della Regione Lombardia che vanno nella direzione di non
incrementare, anzi contenere e ridurre, le attuali potenzialità degli inceneritori esistenti.
Nel corso dell’incontro si è anche preso atto delle criticità e dei problemi che possono derivare dalla approvazione dell’art. 35 del c.d. decreto “sblocca Italia” dell’attuale Governo cui la Regione Lombardia, così come molti Comuni del territorio, si è opposta.
Tale articolo prevede infatti che gli inceneritori individuati su proposta del Ministro dell’Ambiente siano ricettivi dei rifiuti urbani prodotti su tutto il territorio nazionale sino a saturazione del carico termico dell’impianto, non sussistendo più vincoli di bacino per gli stessi impianti.
L’assessore Terzi ha manifestato la propria disponibilità ad un incontro con tutti i Sindaci del territorio per illustrare le più recenti statistiche relative alla tendenza nella produzione di rifiuti (quote raccolta differenziata, produzione pro capite ecc) e per riaffermare le linee strategiche della Regione Lombardia in merito alla situazione degli impianti di incenerimento.
Concludendo l’incontro la struttura della Direzione Regionale si è presa l’impegno di verificare se ci sia la possibilità di attingere a risorse europee per sostenere il progetto innovativo (primo caso in Italia) di trasformazione di un inceneritore in una fabbrica dei materiali.
I Sindaci hanno ringraziato l’assessore Terzi per la disponibilità e la volontà di collaborazione attiva dimostrate ancora una volta.
MARINA PISONI (Sindaco Buscate)
ROBERTO COLOMBO (Sindaco Canegrate)
GIUSEPPE PIGNATIELLO (Sindaco Castano Primo)
CARLA PICCO (Sindaco Magnago)
LEOPOLDO GIANI (Sindaco Vanzaghello)
Pubblicato il 10/11/14 - 654 visualizzazioni
--
Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/12/2014 06:33:00 AM
Questa e-mail è priva di virus e malware perché è attiva la protezione avast! Antivirus . |
martedì 11 novembre 2014
Carrara tra paura e rabbia
Alluvione . Scuole chiuse e evacuazioni. I cittadini in assemblea nella sala occupata del comune
C’era allarme per una nuova alluvione, a Carrara, dopo lo choc di mercoledì scorso, la terza grande alluvione in 11 anni. Scuole chiuse per l’allerta meteo, paura diffusa, ordine di evacuazione in alcune zone di Marina di Carrara per chi abita al primo piano e negli interrati, centro di accoglienza predisposto alla Fiera Marmi Macchine. Per fortuna stavolta non si è ripetuto il peggio, il torrente Carrione non ha esondato di nuovo. Ma la rabbia sollevata dall’inondazione non si è esaurita. Da sabato scorso molti cittadini di Carrara hanno occupato la sala di rappresentanza del Comune, decisi a non smobilitare finché il sindaco Zubbani, socialista, e la sua giunta di centrosinistra, non si prenderanno la proprie responsabilità. E la sola forma possibile di riconoscere quelle responsabilità sono le dimissioni.
Di fronte a duemila persone che gridavano la propria rabbia, sabato il sindaco ha saputo dire solo che lui e la sua giunta non si sentono responsabili per l’alluvione. Perché la costruzione dell’argine crollato, e la sua manutenzione, spettavano alla Provincia, alla quale il Comune aveva segnalato i problemi dell’argine. Ma questa posizione pilatesca è suonata come una beffa a chi non ne può più di un territorio devastato da molti, troppi punti di vista (senza considerare che non solo secondo il buon senso ma anche secondo la legge il sindaco è tenuto a intervenire in caso di emergenze per preservare l’integrità del territorio).
Per ricostruirlo, questo territorio, e prendersi cura del bene comune, si è costituita così un’Assemblea Permanente — nome che richiama, magari inavvertitamente, quello di una delle più importanti forme di mobilitazione popolare della terra apuana negli scorsi decenni, quell’Assemblea Permanente dei cittadini contro la Farmoplant e il polo chimico, che negli anni ottanta evidenziò in maniera drammatica il conflitto tra ambiente e lavoro — ma più precisamente: tra ambiente e capitale. Ora, questo conflitto torna in maniera virulenta, perché ormai è chiaro a tutti che parlare di straordinari eventi atmosferici è solo un modo per occultare le questioni strutturali. A partire dalla devastazione che gli industriali del marmo hanno fatto del territorio: solo pochi giorni fa, il geologo Chessa ha ricordato ancora una volta in un convegno come come questi disastri fossero evitabili, e come lo stesso argine era inutile senza contestuali rilocalizzazioni delle segherie e ripristino delle aree di esondazione: invece un’ansa del fiume è stata trasformata in piazzale di una segheria, e sono state pure previste nuove costruzioni. E, cosa ancora più importante, ha ricordato come siano i detriti dell’estrazione del marmo a intasare il torrente. Ma gli interessi dei padroni del marmo non si toccano.
Ecco, di queste tematiche che per lungo tempo da queste parti sono state patrimonio solo degli ambientalisti, pare che la presa di coscienza tra la cittadinanza sia, finalmente, sempre più diffusa: l’intervento del rappresentante di Salviamo le Apuane, che ricorda come gli ambientalisti da anni affermano che la devastazione delle montagne è responsabile degli eventi, e propone di organizzare insieme un incontro su questi temi nella sala del Comune, viene accolto da un lungo applauso. L’assemblea, allora, si propone di andare a esaminare tutte le varie «criticità», come dice qualcuno, del territorio. Un gruppo lavora a un dossier che affermi le numerose irregolarità nella gestione del territorio, evidenziandone le responsabilità politiche. E si chiede la messa in opera di un piano di sicurezza del territorio. Agli industriali del marmo viene chiesto un contributo speciale, in quanto si arricchiscono «col nostro marmo». E qui, un altro lungo applauso: la questione del marmo come bene comune comincia a diventare coscienza diffusa.
Nell’assemblea è palpabile un’allergia alla «politica», dove il termine politica è associato immediatamente alla «partitocrazia» delle istituzioni. I partiti e i gruppi politici, qui, non sono ammessi. Ma, poiché dall’assemblea non si esigono trattati di filosofia politica, resta il fatto che qui, nella sala occupata del Comune, si sta provando finalmente a fare della buona politica, prendendosi cura del bene comune invece che dei vari gruppi d’interesse e potentati economici che hanno spadroneggiato per troppo tempo. E che qui ci si occupa del bene comune è chiaro a tutti, non essendosi mai vista nella sala del Comune così tanta gente alle assemblee. Tanto è vero che un portavoce dell’assemblea, applaudito da tutti, parla di questa esperienza come scintilla per altre realtà. E, a chi ha a cuore le continuità storiche, non possono non venire alla mente le speranze dei moti anarchici del 1894, di essere una «scintilla» che da Carrara avrebbe innescato un processo rivoluzionario in tutto il paese.
fonte foto:
--
Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/11/2014 04:11:00 AM
Questa e-mail è priva di virus e malware perché è attiva la protezione avast! Antivirus . |
lunedì 10 novembre 2014
Alluvione di Carrara
venerdì 7 novembre 2014
COMUNICATO STAMPA - RETE VALDISIEVE E ITALIA NOSTRA FI "SBLOCCA ITALIA" - STOP ART. 35
Il cosiddetto decreto “Sblocca Italia” è appena stato approvato al Senato con 157 voti favorevoli e 110 contrari (in molti invece sono usciti). Secondo l’attuale art. 35, entro il 13 Dicembre 2014, il Presidente del Consiglio con proprio decreto individuerà gli "impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, esistenti o da realizzare, " definendoli un sistema integrato e “moderno” di gestione dei rifiuti e addirittura “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente” (cioè: aree di possibile militarizzazione).
In realtà le soluzioni delineate nel decreto Sblocca “Italia” sono obsolete e contrarie alla gerarchia stabilita dalla normativa italiana ed europea in materia di rifiuti, per i seguenti motivi:
- non si prende in considerazione il fatto che oggi, in Italia, disponiamo di tecnologie in grado di trattare ogni tipologia di rifiuti, compresi quelli indifferenziati. Tali impianti – a freddo- consentono di chiudere il ciclo senza discariche e inceneritori, conseguentemente senza la produzione di scorie e ceneri pericolose da dover collocare in discariche speciali (oggi inesistenti).
- per rispettare la richiamata gerarchia, non si dovrebbero realizzare nuovi inceneritori, bensì l'impiantistica innovativa per la selezione, il recupero e il riciclo delle “materie seconde” contenute nei rifiuti, con la quale si creeranno nuovi posti di lavoro: esperti stimano fino a 190 mila adottando le opportune tecnologie.
Al contrario il decreto “Sblocca Italia” si preoccupa unicamente di soddisfare gli interessi delle lobby inceneritoriste e non prende minimamente in considerazione, per trattare i rifiuti indifferenziati, le tecnologie che sono molto più sostenibili sotto il profilo ambientale e molto più produttive sotto il profilo economico.
Inoltre “tutti gli impianti devono essere autorizzati a saturazione del carico termico”, consentendo di bruciare rifiuti urbani e speciali provenienti da tutta l’Italia, con la conseguenza di disincentivare la raccolta differenziata.
Questo significa che la Valdisieve, che ha raggiunto buoni livelli di raccolta differenziata e che, per la mancanza di rifiuti da bruciare ha visto i Sindaci locali cancellare in linea teorica l’impianto dei Cipressi a Selvapiana –Rufina (in quanto non più sostenibile sul piano economico), potrebbe vedere riemergere il progetto grazie all'importazione dei rifiuti da altre aree toscane e non.
Con queste premesse, riusciranno i nostri sindaci a mantenere la loro posizione contraria all’impianto e ad attivarsi per:
- - la realizzazione di impianti di trattamento “a freddo” che permettono di chiudere il ciclo dei rifiuti recuperando materia ed avviare il percorso di Riciclo Totale sul nostro territorio o a livello di ATO, scongiurando così il pericolo dell’ulteriore inquinamento ambientale che si avrebbe dal trasporto dei rifiuti da tutta l’Italia.
IERI SERA IL SENATO, APPROVANDO IL DECRETO, NON HA AVALLATO SOLO L’ART. 35, MA ANCHE TUTTI GLI ALTRI CHE, IN SINTESI, FAVORISCONO LE SOLITE LOBBY DEL CEMENTO, DEL PETROLIO, DEGLI INCENERITORI, DELLE AUTOSTRADE, ECC……. E SICCOME QUESTO NON BASTAVA, SI DIMINUIRANNO I CONTROLLI, LE MISURE AMBIENTALI E I TEMPI PER LE APPROVAZIONI DI PROGETTI, VIA E VAS.
PIÚ CHE SBLOCCA ITALIA CI SEMBRA
UNO SFASCIA ITALIA!
--
Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/07/2014 08:27:00 AM
Questa e-mail è priva di virus e malware perché è attiva la protezione avast! Antivirus . |
lunedì 3 novembre 2014
PETIZIONE CONTRO L'ART. 35 DELLO SBOCCA ITALIA CHE FAVORISCE GLI INCENERITORI
Chiediamo:
di stralciare l'art 35 del decreto "Sblocca Italia" e riformulare un nuovo articolo che disponga:
a) la realizzazione di impianti che permettono di chiudere il ciclo dei rifiuti recuperando materia ed avviare il percorso di Riciclo Totale su tutto il territorio nazionale.
b) il trattamento dei rifiuti differenziati e indifferenziati all’interno del bacino regionale in cui vengono prodotti, eliminando l’inquinamento ambientale derivante dal trasporto dei rifiuti fuori regione.
23 Settembre 2014
LINK DELLA PETIZIONE QUI:
https://www.change.org/p/no-a-nuovi-inceneritori-in-italia-no-alla-rete-nazionale-degli-inceneritori
AIUTACI A DIVULGARLA
---------------------
PER APPROFONDIRE:
QUESTO L'ART. 35 del Decreto 133/21014 detto "Sblocca Italia"
Art. 35. Misure urgenti per l'individuazione e la realizzazione di impianti di recupero di energia, dai rifiuti urbani e speciali, costituenti infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale
1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, individua, con proprio decreto, gli impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, esistenti o da realizzare per attuare un sistema integrato e moderno di gestione di tali rifiuti atto a conseguire la sicurezza nazionale nell'autosufficienza e superare le procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore. Tali impianti, individuati con finalita' di progressivo riequilibrio socio economico fra le aree del territorio nazionale concorrono allo sviluppo della raccolta differenziata e al riciclaggio mentre deprimono il fabbisogno di discariche. Tali impianti di termotrattamento costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente.
2. Tutti gli impianti, sia esistenti che da realizzare, devono essere autorizzati a saturazione del carico termico, come previsto dall'articolo 15 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n.46. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorita' competenti provvedono ad adeguare le autorizzazioni integrate ambientali.
3. Tutti gli impianti di nuova realizzazione dovranno essere realizzati conformemente alla classificazione di impianti di recupero energetico di cui al punto R1 (nota 4), allegato C, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n.152.
4. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorita' competenti provvedono a verificare la sussistenza dei requisiti per la loro qualifica di impianti di recupero energetico R1, revisionando in tal senso e nello stesso termine, quando ne ricorrono le condizioni, le autorizzazioni integrate ambientali.
5. Ai sensi del decreto legislativo n.152 del 2006 e successive modificazioni non sussistendo vincoli di bacino per gli impianti di recupero, negli stessi deve essere data priorita' al trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel territorio nazionale e a saturazione del carico termico, devono essere trattati rifiuti speciali non pericolosi o pericolosi a solo rischio sanitario, adeguando coerentemente le autorizzazioni integrate ambientali alle presenti disposizioni nei termini sopra stabiliti.
6. I termini previsti per l'espletamento delle procedure di espropriazione per pubblica utilita', di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale degli impianti di cui al comma 1, sono ridotti alla meta'. Se tali procedimenti sono in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono ridotti della meta' i termini residui.
7. In caso di mancato rispetto dei termini di cui ai commi 2, 4, 5 e 6 si applica il potere sostitutivo previsto dall'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131.
QUI L'ANALISI CHE NE FA ENZO FAVOINO della Scuola Agraria del Parco di Monza che fa parte del Comitato Scientifico del Centro di ricerca RIFIUTI ZERO (http://www.rifiutizerocapannori.it/rifiutizero/comitato-scientifico/).
--
Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/03/2014 08:56:00 AM
Questa e-mail è priva di virus e malware perché è attiva la protezione avast! Antivirus . |