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venerdì 5 luglio 2013

FIASCO TRAMVIE





CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

FIASCO TRAMVIE 2°

PROVACI ANCORA PD !


 

                                                                                                                                                                                                                                                         

Si è recentemente svolto un Convegno organizzato dal Circolo degli Ecologisti Democratici di Firenze sulla Mobilità sostenibile. Scopo del Convegno era quello di rilanciare i progetti di tramvie e i loro prolungamenti (di tram o di tram-treno) per la Piana, Campi e Prato.

In affanno per la paventata perdita dei finanziamenti della UE “il correntone” del PD fiorentino rilancia, in chiave anti Renzi (accusato di ambiguità sulla questione) la vecchia cura del ferro. Era presente tutto lo stato maggiore del Partito: dal Presidente della Regione Enrico Rossi al Presidente della Provincia Andrea Barducci. Ampia la partecipazione di tecnici ed amministratori che da anni si affaccendano attorno a diverse ipotesi di linee di tram e di tram-treno.

 

Sembra quasi che meno chilometri di tramvia si fanno (7,5 dai primi atti amministrativi) più se ne immaginano, senza sottilizzare troppo sulla loro fattibilità.

 

In un esasperante “gioco dell’oca” sulla pelle della città (non limitato al solo problema della mobilità) ritornano vecchie ipotesi.

Ad esempio il sempre caro agli ex DS passaggio dal Duomo, riproposto da Barducci e formalmente ancora in essere.

Ma anche “l’uovo di Colombo” di Renzi e Bonaccorsi per l’attraversamento in sotterranea del centro che non è certo una novità.  Era infatti il ’93, all’epoca del PRG Morales/Franchini/Vittorini, quando per assicurare l’attraversamento est-ovest di Firenze si prevedevano due linee di metropolitana leggera che, incrociandosi in Piazza Beccaria e alla Stazione di S. Maria Novella, andavano da Varlungo a Sesto/Osmannoro e da Bagno a Ripoli verso Careggi, con diramazione per Scandicci. Sono passati esattamente 20 anni da allora, quel piano della mobilità fu poi messo nel cassetto (assieme agli studi di Winkler) all’avvento della Giunta Primicerio nel ’95. La metropolitana fu considerata inadeguata per Firenze e sostituita dalla tranvia. Ipotesi, polemiche, elaborazioni progettuali e referendum si sono susseguiti e alla fine, a parte la non risolutiva Linea 1 e l’abbattimento di numerosi alberi nei viali, nulla è stato fatto.

 

Ma qual è lo stato dell’arte delle tramvie fiorentine? Lo ha riassunto Giacomo Parenti Direttore dello Sviluppo Urbano del Comune: mentre per la Linea 1 i soldi ce li hanno messi gli Enti locali attraverso varie forme di finanziamento (Appalto di lavori), per le Linee 2 e 3 dovevano essere i privati che, costruita l’opera, per rientrare dall’investimento avrebbero gestito tutt’e tre le linee (Finanza di progetto). Nel frattempo tre ditte costruttrici (BTP, Consorzio Etruria e Impresa S.p.a.) sono fallite, mentre in seguito alla crisi economica le banche (in particolare MPS e Banca Intesa) sono entrate in sofferenza ed è dovuta intervenire la Cassa Depositi e prestiti. Con il recentissimo fallimento di Impresa S.p.a. però tutto si è bloccato.

Al momento quindi, come ha detto Rossi, non resta che “piatire” presso la UE una proroga (fino al 2019) degli unici finanziamenti pubblici (36 M€).

Purché si trovi entro il 2014 un privato disposto ad impegnarsi in tale quadro di incertezza.

Siamo insomma all’improvvisazione e all’esercizio della fantasia che si manifesta nel Piano Strutturale non meno che nelle previsioni a braccio e nei probabili esiti del Regolamento Urbanistico. Una tramvia che desse accessibilità ad un centro dal quale abitanti e attività fossero stati espulsi non avrebbe molto senso. Occorre quindi governare le funzioni urbane avendo un’idea di città e soprattutto un Piano della Mobilità.

 

data la palese impasse che la vicenda tramvie, o meglio della mobilità a Firenze, sta incontrando, non solo per motivi di finanziamento, ma soprattutto di progetto,  chiediamo che ogni scelta in merito alle future linee tranviarie sia subordinata alla redazione, discussione e approvazione del Piano della Mobilità e della sosta da anni promesso e mai  realizzato.

 

MA sia anche preceduta daUN SERIO PIANO ECONOMICO: UN KM DI LINEA SOTTO FIRENZE, IN PROSSIMITA’ DELL’ARNO, PUO’ COSTARE ANCHE IL DOPPIO DELLE CIFRE OTTIMISTICHE di cui si parla (45-50 M€/KM).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                     







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