Vedi il documento originale: https://docs.google.com/file/d/1rR0M6vdqDMWJb7BvmuUWzeyZaVMySrPK9oFKG4jHDCKKUk07I10Yul-Tlzom/edit?usp=sharing
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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 7/30/2013 04:57:00 PM
Il Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori sta muovendo gli ultimi passi per giungere alla stesura definitiva del PIANO RIFIUTI PER LA REGIONE TOSCANA CHE SARA' PRESENTATO IL 30 LUGLIO IN UNA CONFERENZA STAMPA A FIRENZE.
Lo scorso 15 luglio il Centro Ricerca Rifiuti Zero ha incontrato ad Empoli la realtà di Publiambiente che rappresenta, per la nostra regione, il polo più avanzato di realizzazione degli obiettivi della Strategia Rifiuti Zero. Gli 11 comuni del comprensorio dell'Empolese- Valdelsa a cui se ne aggiungono altri quattro della provincia di Pistoia (Lamporecchio, Larciano, Serravalle e Monsummano), per un totale di circa 220.000 abitanti, viaggiano con percentuali di Raccolta Differenziata intorno all'85% avendo ottenuto, a partire dagli anni della maggior produzione di rifiuti, una riduzione dei rifiuti di circa il 40%. Questa operazione ha portato, nel tempo, alla realizzazione di 150 nuovi posti di lavoro a cui vanno ad aggiungersi altri 100 circa nell'indotto. La gestione dello smaltimento avviene solo mediante una discarica a Montespertoli in cui vanno a collocarsi solo materiali trattati precedentemente in un impianto di compostaggio e stabilizzazione biologica.
Tutto questo dimostra che la Strategia Rifiuti Zero è perfettamente realizzabile anche in Toscana e dipende solo da scelte politiche condivise (come è avvenuto tra i comuni di questo comprensorio) e da una buona pianificazione industriale.
Alcuni altri dati importanti dimostrano che ; su circa 400.000 abitanti dislocati tra l'area della provincia di Lucca, della provincia di Pisa e del comprensorio empolese Val d'Elsa la media percentuale di Racconta differenziata supera il 70% già dal 2012 dimostrando che anche su contesti di "larga scala" è già dal presente ed ancor più in prospettiva possibile realizzare prestazioni di recupero di materiali in linea con le realtà più avanzate del nostro Paese ed d'Europa. In particolare su di un contesto di circa 100.000 abitanti della provincia di Lucca (comune di Capannori, comunni di Porcari, Altopascio, Montecarlo, Villa Basilica ecc per un totale di 80.000 abitanti e del comune di Seravezza) la percentuale di RD nel 2012 si attestava attorno al 70%. Nella provincia di Pisa su di un "campione" di circa 90.000 abitanti (comune di San Giuliano, di Calcinaia, di Ponsacco, Vecchiano ecc) il risultato si è assestato alla stessa percentuale.
A fronte di questo lascia, francamente, sconcertati la presentazione della bozza di nuovo Piano Rifiuti avvenuta il 18 luglio da parte dell'assessore Bramerini alle realtà associative e sociali.
La bozza di nuovo piano, pur prevedendo positivamente obiettivi di Raccolta Differenziata del 70% entro il 2021 (con un recupero del 60%), poi fa scomparire « magicamente » qualsiasi effettiva riduzione dei rifiuti come, invece, sta avvenendo anche per inerzia nel trend attuale di crisi.
Ciò serve, evidentemente, a giustificare il mantenimento di una fase impiantistica sovradimensionata CHE PREVEDE ADDIRITTURA IL RADDOPPIO DELLA POTENZIALITA' D'INCENERIMENTO CHE PASSA DALL'ATTUALE 9% AL 20% !
Non riusciamo, onestamente, a credere che questo corrisponda alle intenzioni del Presidente Rossi di aprire il nuovo piano a Rifiuti Zero e alle buone pratiche esistenti in Toscana come dichiarato nell'incontro di inizio Maggio dallo stesso presidente Rossi. Ci sembra che su quella scelta politica significativa e condivisibile si stiano, invece, affermando logiche di mantenimento dello status quo e di difesa degli interessi dell'incenerimento CHE GIA' HANNO PORTATO LA NOSTRA REGIONE AL « MISERO » DODICESIMO POSTO IN ITALIA PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA ED IL RECUPERO. Vogliamo augurarci che ciò che abbiamo sentito non sia la parola definitiva rispetto al nuovo Piano Regionale Rifiuti perchè ciò cancellerrebbe le aperture di Rossi.
Comunque il Centro Ricerca Rifiuti Zero terrà il 26 Luglio alle ore 17,00 presso la Sala Riunione del Comune di Capannori un'ultima riunione per « tirare le fila » dei numeri e delle esperienze raccolte nel proprio viaggio attraverso le realtà della Toscana e presentare, alla fine del mese, il proprio Piano e le proprie proposte alla Regione Toscana augurandosi che vi sia ancora spazio per un confronto proficuo.
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Scaricalo qui: https://docs.google.com/file/d/1g1uPufI2U0WchfzsdtYTM69Cj9xhVQyPGmB4vOlu-KQ1epRS7ax22N1oh6bA/edit?usp=sharing
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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 7/23/2013 12:30:00 AM
----Messaggio originale----
Da: no-reply@blogger.com
Data: 23/07/2013 12.01
A: <cbum.jyjbia@libero.it>
Ogg: [ASSOCIAZIONE VALDISIEVE] Riccione: "VIA TUTTI GLI INCENERITORI ENTRO IL 2016"
DA OGNI PARTE ARRIVANO NOTIZIE POSITIVE SUL FRONTE DEI RIFIUTI, DOVE CONTINUANO AD AUMENTARE I COMUNI A RIFIUTI ZERO, PROVINCE E REGIONI CHE TENDONO A QUESTA SOLUZIONE, PUNTANDO AD ESCLUDERE DEL TUTTO GLI INCENERITORI.
L'articolo sotto si riferisce all'Emilia Romagna.
Attendiamo notizie positive anche per Selvapiana, la Provincia di Firenze e la Regione Toscana nel suo complesso con il PIANO ALTERNATIVO x LA REGIONE TOSCANA che sarà presentato il 30 a Firenze e che ROSSI dovrà far suo!
Articolo: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151785450363615&set=gm.623565177655861&type=1&relevant_count=1&ref=nf
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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 7/23/2013 12:01:00 PM
La Regione Toscana da il via libera ad una delle opere pubbliche più assurde: la terza corsia sull'A11, il contrario di una moderna mobilità pensando al 2025/2030.
Con la conferma di dare il via libera alla terza corsia sull'A11, il governo della Regione Toscana (insieme al governo Pd/Pdl/Monti) ha deciso di sprecare alcuni miliardi di euro per una delle opere più assurde:
- sarà un'ulteriore cementificazione di un'area che - da Firenze a Pistoia - attraversata da 4 strade provinciali che corrono in parallelo (a nord e a sud) all'autostrada A11 in un rettangolo di territorio di circa 3 km di larghezza;
- andrà a beneficio di poche grandi imprese, con pochissimi benefici per le economie locali e quando (nel 2025?) sarà arrivata a Lucca non servire più a niente, perché l'aumento dei carburanti (e una crisi economica che non consente di vedere all'orizzonte nessun rilancio dello sviluppo quantitativo) provocherà una riduzione del trasporto su gomma delle persone e delle merci.
- provocherà lo spreco di diversi miliardi di euro (850 milioni solo per arrivare a Montecatini, ma con le revisioni dei prezzi probabilmente non basteranno neanche per arrivare a Pistoia), che potrebbero avere destinazioni mille volte più utili a partire dalla modernizzazione della ferrovia da Pistoia verso Lucca, Pisa, Livorno indispensabile per una moderna metropolitana di superficie (in un'area dove risiedono più di 2 milioni di abitanti e decine di migliaia di imprese).
La frase che più mi indigna è che la terza corsia sarà una boccata di ossigeno per la Teconomia e un miglioramento e modernizzazione delle infrastrutture esistenti, con grande attenzione alla riduzione dell'impatto ambientale. Abbiamo anche chiesto al Ministero la riduzione del limite di velocità a 100 km orari nei tratti di autostrada che attraversano Firenze, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Prato e Pistoia: in realtà, anche come conseguenza di scelte di opere assurde come la terza corsia sull'A11 (e il sottoattraversamento Tav a Firenze) continueranno a mancare le risorse finanziarie pubbliche per opere davvero necessarie, aumenterà l'inquinamento dell'aria e mi sembra difficile che nel 2025 qualcuno potrà dire che Lei ha contribuito a determinare una moderna mobilità sostenibile in Toscana.
La frase che mi sembra più ridicola è il giustificare la realizzazione di una terza corsia su un'autostrada con la realizzazione di un nuovo casello autostradale a Pistoia e con alcune opere di mitigazione acustica richieste dai Comuni di Monsummano e Pieve a Nievole (in un tratto di 1500 metri), che insieme ad una soluzione per il superamento del "tappo" all'ingresso di Firenze (che è la vera causa degli ingorghi che si verificano in alcune ore), sarebbero interventi di modernizzazione dell'A11 che costerebbero enormemente meno di quanto costerà la terza corsia.
Caro Presidente Enrico Rossi, in quest'ultimo periodo avevo molto apprezzato diverse delle sue posizioni politiche (a partire dalla sua contrarietà ai cacciabombardieri F35): mi ero un po' illuso che Lei voleva davvero ridefinire le priorità nella destinazione della spesa pubblica anche in Toscana e che voleva contribuire ad un futuro ecologicamente sostenibile.
Giuliano Ciampolini, ex operaio tessile di sinistra.
P.S. - Fino a quando è esistito il PCI (e persino nei primi anni del Pds), anche in Toscana la priorità che veniva indicata era la modernizzazione dei tragitti regionali delle ferrovie, per costruire una moderna mobilità: poi (anche nei Ds, poi Pd) è prevalsa la volontà di chi non ha più un progetto di cambiamento della società italiana, alternativo allo sviluppo quantitativo e devastante voluto dalle logiche dei poteri economici e finanziari forti.
E' prevalsa una politica succube e incapace di progettare un'altra idea della modernità , guardando alla società che vogliamo nel 2030 e nel secolo in cui siamo, che chiede uno sviluppo economico e sociale qualitativamente diverso, che non si realizzerà perché, appunto, il denaro pubblico (sempre più scarso come conseguenza di un debito gigantesco), può essere speso bene o male ed oggi anche in Toscana è stata fatta una scelta per spenderlo male.
CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE
La Firenze di Renzi: volumi zero o densificazione/cementificazione?
Il caso del Piano di Recupero(?) di Via Villani, zona Piazza Tasso/Collina di Bellosguardo).
Il Sindaco di Firenze si distingue per i grandi proclami ad effetto che spesso si perdono nelle cortine fumose della propaganda mediatica ma che poi nascondono realtà ben diverse.
Renzi da tempo si presenta come il Sindaco che ha varato il primo Piano Strutturale a volumi zero, ma la pratica quotidiana dell’ urbanistica fiorentina è di fatto ancora improntata ad una miriade di varianti al PRG vigente, oggi in regime di salvaguardia in attesa del Regolamento Urbanistico. Ciò produce micro e medi interventi di saturazione e cementificazione del territorio cittadino: da quello clamorosamente concluso e autorizzato recentemente in Via Arnoldi (blocchi di appartamenti tre piani fuori terra in zona Soffiano all’interno dell’area di vincolo della collina di Bellosguardo) a quello in procinto di essere autorizzato in via Villani e contro il quale un Comitato di cittadini della zona da anni si sta battendo.
Basta confrontare lo stato attuale dell’edificio (un piano fuori terra di pregevole fattura costruito nel 1903 a ridosso del viale del Poggi e alle pendici della Collina di Bellosguardo) con il fabbricato che si vuole realizzare (tre piani fuori terra completamente nuovi e dalle forme nettamente in contrasto con il contesto) per capire che più che di Piano di Recupero si deve parlare di demolizione completa dell’esistente e di ricostruzione ex novo.
Anche in questo caso alle proteste e alle osservazioni sollevate da cittadini impegnati nella difesa della loro città, o anche più semplicemente della porzione di città in cui vivono (un’esigenza questa più che legittima e da rispettare) gli amministratori rispondono con apodittici giudizi quali quelli espressi dall’Assessore Meucci dopo il democratico e pacifico “FlahMob” messo in atto mercoledì 10 in via Villani:
“Prima di diffondere comunicati e di organizzare manifestazioni di protesta, credo che sarebbe giusto e logico cercare la verità; cosa che evidentemente al comitato ‘Oltrarno fuori le mura’ non interessa. “
In realtà le cose non stanno proprio così. Infatti è proprio dal “Comitato Oltrarno fuori le mura” che abbiamo appreso la notizia e ricevuto tutta la documentazione relativa a questo ennesimo episodio di pessima gestione urbanistica ed edilizia che caratterizza l’amministrazione fiorentina.
Dalla lettura di tutta la documentazione relativa al cosiddetto Piano di Recupero dell’immobile posto in Via Villani e di proprietà della Soc. Le Quinte di Giudici Lorenzo, con progetto redatto dallo Studio Red Associati sono emersi vari interrogativi ai quali l’Assessore Meucci nel suo comunicato stampa non fa cenno né risponde:
1. Come può l’ufficio comunale da lei dipendente e competente della pratica definire “Piano di Recupero” un intervento che prevede in zona A “Centro storico fuori delle Mura“ la completa distruzione di un manufatto ad un solo piano fuori terra risalente al 1903 e la sua sostituzione con un nuovo edificio di ben tre piani fuori terra?
2. Come è possibile che la responsabile del procedimento e l’Assessore all’Urbanistica accettino senza dubbi la legittimità dell’inserimento dell’immobile in classe 6 effettuata nel 2005 con variante alla classificazione valutata dai redattori del PRG e delle relative NTA? Chiunque abbia capacità di giudizio libera da preconcetti o da interessi non può non capire come un edificio dalle caratteristiche di quello di cui stiamo parlando e risalente ai primi del Novecento non possa essere classificato in classe 6, e neppure nell’originaria classe 5, ma addirittura in classe 4, soggetto soltanto ad opere di tipo conservativo o a ristrutturazioni che non ne modifichino né le volumetrie ne le caratteristiche originarie.
3. Infine come è possibile dichiarare che questo progetto di recupero sia compatibile e conforme con quanto indicato da un Piano strutturale che continuamente il Sindaco Renzi e i suoi collaboratori definiscono come il primo Piano strutturale a “volumi zero”? Anche solo intravedendo la soluzione proposta con il blocco massiccio di tre piani fuori terra che si vorrebbero realizzare nell’angolata fra Via Giano della Bella e Via Villani questa soluzione è chiaramente un intervento di grave densificazione di un tessuto urbanistico che proprio nella sua leggerezza e discontinuità fra vuoti e pieni ha il suo valore principale ereditato dal passato. La nostra città già abbondantemente cementificata negli ultimi cinquant’anni non ha bisogno di altri pieni, ma avrebbe bisogno di più vuoti; almeno salviamo quelli esistenti!
Per questi motivi crediamo sia giusto appoggiare la battaglia dei cittadini del “Comitato dell’ Oltrarno fuori le mura” e chiediamo all’Assessore e ai suoi dirigenti di rispondere ai legittimi dubbi posti da un’ operazione edilizia che va nella direzione della densificazione e della cementificazione, oltre che dello stravolgimento delle caratteristiche di una zona di pregio paesaggistico della nostra città.
CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE
FIASCO TRAMVIE 2°
PROVACI ANCORA PD !
Si è recentemente svolto un Convegno organizzato dal Circolo degli Ecologisti Democratici di Firenze sulla Mobilità sostenibile. Scopo del Convegno era quello di rilanciare i progetti di tramvie e i loro prolungamenti (di tram o di tram-treno) per la Piana, Campi e Prato.
In affanno per la paventata perdita dei finanziamenti della UE “il correntone” del PD fiorentino rilancia, in chiave anti Renzi (accusato di ambiguità sulla questione) la vecchia cura del ferro. Era presente tutto lo stato maggiore del Partito: dal Presidente della Regione Enrico Rossi al Presidente della Provincia Andrea Barducci. Ampia la partecipazione di tecnici ed amministratori che da anni si affaccendano attorno a diverse ipotesi di linee di tram e di tram-treno.
Sembra quasi che meno chilometri di tramvia si fanno (7,5 dai primi atti amministrativi) più se ne immaginano, senza sottilizzare troppo sulla loro fattibilità.
In un esasperante “gioco dell’oca” sulla pelle della città (non limitato al solo problema della mobilità) ritornano vecchie ipotesi.
Ad esempio il sempre caro agli ex DS passaggio dal Duomo, riproposto da Barducci e formalmente ancora in essere.
Ma anche “l’uovo di Colombo” di Renzi e Bonaccorsi per l’attraversamento in sotterranea del centro che non è certo una novità. Era infatti il ’93, all’epoca del PRG Morales/Franchini/Vittorini, quando per assicurare l’attraversamento est-ovest di Firenze si prevedevano due linee di metropolitana leggera che, incrociandosi in Piazza Beccaria e alla Stazione di S. Maria Novella, andavano da Varlungo a Sesto/Osmannoro e da Bagno a Ripoli verso Careggi, con diramazione per Scandicci. Sono passati esattamente 20 anni da allora, quel piano della mobilità fu poi messo nel cassetto (assieme agli studi di Winkler) all’avvento della Giunta Primicerio nel ’95. La metropolitana fu considerata inadeguata per Firenze e sostituita dalla tranvia. Ipotesi, polemiche, elaborazioni progettuali e referendum si sono susseguiti e alla fine, a parte la non risolutiva Linea 1 e l’abbattimento di numerosi alberi nei viali, nulla è stato fatto.
Ma qual è lo stato dell’arte delle tramvie fiorentine? Lo ha riassunto Giacomo Parenti Direttore dello Sviluppo Urbano del Comune: mentre per la Linea 1 i soldi ce li hanno messi gli Enti locali attraverso varie forme di finanziamento (Appalto di lavori), per le Linee 2 e 3 dovevano essere i privati che, costruita l’opera, per rientrare dall’investimento avrebbero gestito tutt’e tre le linee (Finanza di progetto). Nel frattempo tre ditte costruttrici (BTP, Consorzio Etruria e Impresa S.p.a.) sono fallite, mentre in seguito alla crisi economica le banche (in particolare MPS e Banca Intesa) sono entrate in sofferenza ed è dovuta intervenire la Cassa Depositi e prestiti. Con il recentissimo fallimento di Impresa S.p.a. però tutto si è bloccato.
Al momento quindi, come ha detto Rossi, non resta che “piatire” presso la UE una proroga (fino al 2019) degli unici finanziamenti pubblici (36 M€).
Purché si trovi entro il 2014 un privato disposto ad impegnarsi in tale quadro di incertezza.
Siamo insomma all’improvvisazione e all’esercizio della fantasia che si manifesta nel Piano Strutturale non meno che nelle previsioni a braccio e nei probabili esiti del Regolamento Urbanistico. Una tramvia che desse accessibilità ad un centro dal quale abitanti e attività fossero stati espulsi non avrebbe molto senso. Occorre quindi governare le funzioni urbane avendo un’idea di città e soprattutto un Piano della Mobilità.
data la palese impasse che la vicenda tramvie, o meglio della mobilità a Firenze, sta incontrando, non solo per motivi di finanziamento, ma soprattutto di progetto, chiediamo che ogni scelta in merito alle future linee tranviarie sia subordinata alla redazione, discussione e approvazione del Piano della Mobilità e della sosta da anni promesso e mai realizzato.
MA sia anche preceduta daUN SERIO PIANO ECONOMICO: UN KM DI LINEA SOTTO FIRENZE, IN PROSSIMITA’ DELL’ARNO, PUO’ COSTARE ANCHE IL DOPPIO DELLE CIFRE OTTIMISTICHE di cui si parla (45-50 M€/KM).