In società con Caltagirone, Gavio e Benetton. CariFirenze pensa alla Due Mari
Firenze, 21 maggio 2011 -
«Il Monte dei Paschi aveva già una quota della Sat, la società Autostrada Tirrenica, negli anni ’80. Ma il progetto sembrava non partire mai, era congelato nei cassetti ministeriali, così il gruppo Autostrade decise di acquisire tutte le quote. Oggi gli spazi si sono riaperti per le infrastrutture e il gruppo Autostrade ha deciso di trovare partner, interessati allo sviluppo dei territori di riferimento. Non potevamo restare fuori dall’affare, visto che la Tirrenica interessa soprattutto le province di Grosseto e Livorno. E’ cambiato anche l’aspetto finanziario, molto più appetibile».
Roberto Boccucci, responsabile del settore partecipazioni di Banca Monte dei Paschi, spiega così l’ingresso del gruppo bancario senese nel capitale della Sat. L’Atlantia di Benetton ha ceduto il 69,1% delle azioni Sat, per 68 milioni di euro, a una cordata che comprende il Monte (14,9%), la Vianini del gruppo Caltagirone (24,9%), la Salt del gruppo Gavio (4,38%, ora è salita al 9,95 di Sat) e una holding di copperative, tra le quali la CCC e la Cmc di Ravenna, per il restante 24,9%. Un’alchimia che alla fine dipinge una società in cui Autostrade, Caltagirone e cooperative hanno il 24,9% a testa, e il resto è diviso tra Monte dei Paschi e Gavio.
«Non c’è solo la voglia di accelerare i progetti, bloccati per tanti anni - aggiunge Boccucci -; per la banca c’è anche l’aspetto finanziario del dossier infrastrutture. Ci sono affari per un pool di istituti di credito, sull’altro piatto della bilancia ci sono 30 anni di pedaggi come supporto alla realizzazione della Tirrenica. Un progetto definitivo da più di 2 miliardi, ridotto rispetto ai 3,7 del tracciato iniziale, che può consentire a nuovi soggetti di costruire infrastrutture con benefici per tutti. Se ci saranno altre infrastrutture che interessano il Monte? Per ora c’è solo la Tirrenica, poi si vedrà».
Il passaggio del 69,1% delle azioni si porta dietro come conseguenza naturale il cambio della governance nella Sat, presieduta oggi da Antonio Bargone. «Un nuovo consiglio d’amministrazione è nelle cose - conferma Boccucci - anche perché oggi Sat è concessionaria di appena 40 chilometri di autostrada, quelli già realizzati. Nel futuro prossimo la missione della società sarà quella di costruire i 206 chilometri mancanti, da Rosignano a Civitavecchia, quindi servirà un management più orientato nella realizzazione dell’autostrada. Ma mancano ancora alcuni adempimenti, autorizzazioni da parte di Anas e dei ministeri sul progetto definitivo. Ci vorranno altri mesi, può darsi anche che l’attuale consiglio arrivi alla sua naturale scadenza, per essere poi rinnovato con i nuovi soci».
E mentre il Monte dei Paschi si dedica, con i suoi partner come Gavio e Caltagirone, alla Tirrenica, la Cassa di Risparmio di Firenze si candida ad essere protagonista dei project financing che dovrebbero partorire la Due Mari e l’Autopalio. Il direttore generale di CariFirenze, Luciano Nebbia, è stato esplicito al riguardo. «Il dossier grandi opere può diventare strategico - è la sua tesi - per gli istituti di credito. Il gruppo Intesa-SanPaolo è in pole position nel settore. Grazie a Banca BIIS, la banca creata apposta per finanziare infrastrutture e per realizzare grandi opere pubbliche, come sta dimostrando con la Pedemontana e altri interventi in Lombardia e nel Nord. Non c’è solo la finanza di progetto che interessa le banche, è tutto il business dell’opera, dalla progettazione alla costruzione, che può trovare negli istituti un supporto decisivo per trovare i soldi necessari accelerare gli interventi».
La parolina magica è sempre la stessa, «project». Che va tradotta con i pedaggi e convenzioni trentennali, indispensabili per trovare le centinaia di milioni necessarie per ammodernare le strade toscane. CariFirenze guarda con occhio di riguardo ai progetti della Due Mari, in particolare ai quattro lotti centrali della Siena-Grosseto, con il ponte di Petriolo e la galleria di Casal di Pari (interventi da 600 milioni di euro di partenza); e all’ammodernamento dell’Autopalio, che potrebbe essere realizzato con 300 milioni, secondo il progetto di riserva dell’Anas. Le banche sono pronte a mettersi in strada. Ovviamente dietro pagamento di pedaggio.
Pino Di Blasio
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