lunedì 30 luglio 2018
Campiglia: SALDI DI STAGIONE
ELEZIONI CAMPIGLIA: SALDI DI STAGIONE
Le elezioni a Campiglia sono ormai prossime e l'Amministrazione
si sta dando molto da fare per riempire il carniere in modo da dimostrare una
grande efficienza e convincere gli elettori a ridarle la fiducia e potere così
continuare a gestire il territorio come ha sempre fatto.
Dopo anni di una certa inerzia, è stato realizzato il
centro fitness (o della musica?) totalmente privo di servizi essenziali come
parcheggi e servizi igienici, e il centro pedonale di Venturina. Oggi si
annuncia un impegno di ben €350.000 di opere stradali e il prossimo appalto
delle nuove sistemazioni dei giardini ai laghetti di Tufaia. Dal punto di vista
urbanistico, poi, sono state approvate una serie di varianti al R.U su
richiesta dei privati e oggi si approva la Variante per intervenire sull'area
Ex COMER.
Come si vede l'Amministrazione va a vista senza seguire
alcun progetto organico, accontentando oggi uno domani l'altro e come al solito
senza minimamente immaginare una partecipazione dei cittadini nelle scelte da
affrontare.
Il progetto dei Laghetti di Tufaia non ci risulta sia
emerso da una preventiva discussione dei cittadini non solo delle priorità ma
neppure delle esigenze. Il progetto è stato confezionato e non è neppure stato
pubblicato sul sito del Comune poiché, ci è stato comunicato, i files sono
troppo pesanti. Dalla relazione si capisce però ad esempio che è prevista la
eliminazione del campetto dove i ragazzi vanno a tirare quattro calci al
pallone. Ci piacerebbe sapere dove andranno ora a giocare.
È interessante constatare che la scelta di realizzare i
giardini di Tufaia coincide con l'approvazione di una Variante al R.U. che
permetterà di sostituire la ex COMER non con abitazioni come previsto, ma con
centri commerciali. Anche in questo caso tutto viene deciso nel chiuso degli
uffici facendo trovare ai cittadini una decisione già pronta di fronte alla
quale si può solo “mangiare questa minestra o saltar dalla finestra”.
Nel dicembre
del 2015 il Comitato per Campiglia già chiedeva approfondimenti sulle varianti
anticipatrici promosse dal Comune e in particolare, pur giudicando
positivamente la ipotesi di non costruire case alla COMER, chiedeva una
verifica sul tessuto commerciale minuto della zona per evitare ricadute
negative e chiedeva di non costruire abitazioni nelle aree occupate dagli
edifici dell'ex Centro Casa Bucciantini.
È stato
fatto qualcosa del genere?' Non è dato saperlo!!! Sappiamo solo che un
giornalista tacciò il Comitato di disinteresse al formarsi di nuove attività
(che avrebbero ucciso quelle esistenti!) e descrisse i soci e sostenitori come
intellettuali chiusi nei loro salotti a bere il tè.
Va ricordato
poi che oltre alla richiesta di Variante alla ex COMER venne richiesto nel 2015
da Berrighi costruzioni s.r.l., Etrusco s.r.l., Bucciantini s.r.l. di
realizzare accanto al nuovo complesso CONAD un edificio per alloggiare altre
attività commerciali di tipo non alimentare (La richiesta è fondata sulla
opportunità che l'ampliamento porterebbe installandovi sei imprese commerciali
già individuate e operanti nell'ambito della ristorazione e del commercio non
alimentare, più un imprecisato numero e non meglio definito insieme di studi
medici, parafarmacie ed altri.). Tutto fu allora sospeso in attesa di
pareri regionali, oggi, visto che la Variante COMER è andata avanti, vorremmo
sapere cosa ne è di questa variante che se approvata, avrebbe una ricaduta
certamente negativa sulle attività commerciali del centro per la
rivitalizzazione del quale si sono spesi (malamente!!!) centinaia di migliaia
di euro.
Campiglia Marittima 29 Luglio 2018
Comitato per Campiglia
Arch. Alberto Primi
Il 4 dicembre
2015 il Comitato per Campiglia scriveva:
(…)
C)
La Immobiliare
Venturina chiede che sull' area ex COMER vengano realizzati mq.2167,73 di
edifici da destinare per mq. 1350,00 a centro commerciale per media
distribuzione di tipo alimentare e mq. 817,73 di edifici da destinare a
commercio e direzionale. Questo vorrebbe dire buttare nel cestino della carta
straccia la tanto decantata realizzazione della Porta Nord di Venturina ricca
di numerosi e indispensabili “atterraggi” e “decolli”, basata su una visione di
espansione urbanistica indecorosa nell'area dei laghetti di Tufai. La eliminazione
di questa previsione sarebbe inevitabile perché ammetterebbe la separazione
degli interventi e la modifica radicale delle destinazioni funzionali degli
edifici (nel caso COMER da residenze a terziario). Buttare a mare la previsione
del R.U. sarebbe una ottima idea ma non si può fare in questo modo
incontrollato e andrebbe allora riprogettato tutto il comparto. In questo caso
poi vi è una totale genericità di destinazioni senza alcuna garanzia di non
ritrovarci con un altro stanzone vuoto all'ingresso della città e anche in
questo caso le ricadute sul debole tessuto economico di Venturina sarebbero
macroscopiche e incontrollate.
B) Berrighi costruzioni s.r.l., Etrusco s.r.l., Bucciantini s.r.l.
hanno fatto richiesta perché terreni posti dietro il centro CONAD vengano resi
edificabili in modo da ampliare il Centro Commerciale. La richiesta è fondata sulla opportunità che
l'ampliamento porterebbe installandovi sei imprese commerciali già individuate
e operanti nell'ambito della ristorazione e del commercio non alimentare, più
un imprecisato numero e non meglio definito insieme di studi medici,
parafarmacie ed altri. La richiesta contrasta con il Piano strutturale (che non
è di competenza del solo Comune di Campiglia) e con il Regolamento Urbanistico.
In pratica già nella redazione degli strumenti urbanistici attuali fu stravolto
il “confine urbano” tra città e campagna, ritenuto tanto importante dal P.I.T.,
sostituendo un confine certo come via dell'Agricoltura e via della Monaca, con
un fronte quasi continuo di capannoni realizzati o da realizzare su una fascia
di circa mt. 40,00 di profondità. Oggi si chiede di sfondare questo limite e di
sfondarlo in un solo punto con un incremento di valore di mercato di un terreno
che passerebbe da agricolo a fabbricativo senza nessun reale vantaggio per la
collettività. È chiaro che una concessione del genere determinerebbe poi, e
comprensibilmente, la richiesta da parte dei vicini di un analogo trattamento,
difficilmente negabile vista la mancanza di reali motivazioni urbanistiche
della richiesta ora in corso di esame. La possibilità di installare le attività
richieste esiste già ora, visto il numero di edifici ancora da realizzare nei
pressi, senza andare a intaccare il terreno agricolo contravvenendo così anche
ai criteri informatori del P.I.T.. A latere andrebbe anche valutato il
probabile impoverimento del “centro” di Venturina e di fatto il suo progressivo
abbandono a favore di un nuovo centro piazzato in un “non luogo” privo di
identità come è l'area industriale e produttiva a La Monaca.
(…)
Tratto dal comunicato:
“Le varianti anticipatrici al Piano
Strutturale e al Regolamente Urbanistico di Campiglia Marittima”GLI SFALCI DISTRUTTIVI DELLA VEGETAZIONE RIPARIALE IN TOSCANA
Importante comunicato stampa sulla "gestione" della vegetazione ripariale in Toscana
COMUNICATO STAMPA
Le Associazioni ambientaliste della Toscana, Lipu insieme a Fai, Italia Nostra Toscana, Legambiente, Wwf e Altura, lanciano l'allarme contro i tagli di alberi e vegetazione arbustiva e erbacea negli ambienti fluviali e nelle zone umide in diverse zone della regione, che sono avvenuti anche nelle scorse settimane, nel pieno della stagione riproduttiva degli animali.
La manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua viene svolta dai Consorzi di bonifica e attuata con "azioni programmate di sfalcio della vegetazione e rimozione di ogni possibile ostacolo al corretto deflusso delle acque". Al contrario, la vegetazione riparia non può essere considerata un ostacolo, in quanto svolge numerose funzioni per il mantenimento dell'integrità dell'ecosistema fluviale, ivi compreso il rallentamento dei deflussi importante per la riduzione della pericolosità idraulica, come si evince dalla letteratura tecnico- scientifica. Anche il Piano di Bacino, in relazione alla riduzione del rischio idraulico, prescrive che il controllo della vegetazione dovrebbe essere effettuato dietro dimostrata necessità, con tagli selettivi e rispettosi dell'ambiente e limitatamente a quella vegetazione che risulti a rischio eradicazione durante le piene.
I lavori eseguiti negli ultimi anni, con conseguente distruzione della vegetazione ripariale, hanno portato come risultato alla trasformazione dell'Arno e dei corsi d'acqua minori in canali totalmente privi di alberi, arbusti, canneti.
Si tratta di una distruzione dell'habitat, e quindi di un danno al paesaggio ed alla biodiversità, che durerà nel tempo. A questo si aggiunge il disturbo alla fauna, e quando gli sfalci sono effettuati nei mesi primaverili, vengono sacrificate intere generazioni di uccelli, e non solo (farfalle ed altri insetti, piccoli mammiferi, rettili). A rischio sono i nidi con uova e nidiacei di specie quali Germano reale, Tuffetto, Gallinella d'acqua, Usignolo di fiume, Cannaiola, Cannareccione, e in alcuni luoghi è stato compromesso anche l'habitat per l'Airone rosso, il Falco di palude, la Ghiandaia marina ed altre specie protette.
Ricordiamo che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata dalla legge 157/92. Anche la legge regionale Toscana 30/2015, all'articolo 79, fa divieto di deteriorare e distruggere i siti di riproduzione o di riposo degli uccelli.
Nel passato, la delibera di Consiglio Regionale n. 155/1997, art. 4.1 sulla manutenzione della vegetazione, prescriveva che "i tagli di vegetazione in alveo devono essere effettuati preferibilmente nel periodo tardoautunnale e invernale, escludendo tassativamente il periodo marzo-giugno in cui è massimo il danno all'avifauna nidificante". A partire dal 2016, invece, la Giunta Regionale ha approvato ogni anno con delibera specifica le modalità operative dei Consorzi, rinnegando la precedente delibera di Consiglio e dando via libera ai lavori anche nel periodo antecedente al 30 giugno (ad esclusione dei tratti ricadenti all'interno dei siti Natura 2000 e Aree protette) limitandosi a prescrivere che "devono essere adottati accorgimenti utili per prevenire danni all'ambiente e in particolare alla fauna nidificante". Tale precisazione non può però trovare un riscontro concreto, in quanto le specie che vivono lungo le rive dei fiumi costruiscono nidi molto piccoli e difficili da individuare. L'unico accorgimento realmente efficace sarebbe la presenza di ornitologo durante i lavori, da eseguire comunque con tagli selettivi e non con macchinari pesanti tonnellate e muniti di barre falcianti che sminuzzano tutto quanto incontrano. In ogni caso, questo genere di interventi in periodo primaverile, per il loro altissimo impatto, andrebbe limitato alle sole situazioni di somma urgenza.
Se appare comprensibile la messa in sicurezza idraulica e la fruibilità delle sponde nei tratti cittadini, le Associazioni ambientaliste non condividono l'avere posto in disparte la tutela dei corsi d'acqua in oltre l'80% del territorio regionale (quello esterno ad aree protette e siti Natura 2000), nonostante questi rappresentino corridoi ecologici, ricchi di biodiversità. Si sollecitano pertanto gli enti preposti (Regione, Genio Civile, Consorzi) a perseguire l'obiettivo primario di conciliare sicurezza e gestione dei corsi d'acqua e delle zone umide, in ottemperanza alle Direttive europee Alluvioni, Acque, Uccelli, Habitats, per il rispetto del patrimonio naturale.
L'etica e il rispetto della vita e della natura nella sua interezza, nonché della sensibilità di gran parte dei cittadini, richiedono l'attenzione di chi opera in questo campo, tanto più che ciò avviene con i soldi pubblici.
Firenze, 5 luglio 2018
LIPU www.lipu.it
ALTURA www.altura-rapaci.org
FAI TOSCANA www.fondoambiente.it
ITALIA NOSTRA TOSCANA www.italianostra.org LEGAMBIENTE TOSCANA www.toscana.legambiente.it WWF TOSCANA www.wwf.it/toscana
COMUNICATO STAMPA
Le Associazioni ambientaliste della Toscana, Lipu insieme a Fai, Italia Nostra Toscana, Legambiente, Wwf e Altura, lanciano l'allarme contro i tagli di alberi e vegetazione arbustiva e erbacea negli ambienti fluviali e nelle zone umide in diverse zone della regione, che sono avvenuti anche nelle scorse settimane, nel pieno della stagione riproduttiva degli animali.
La manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua viene svolta dai Consorzi di bonifica e attuata con "azioni programmate di sfalcio della vegetazione e rimozione di ogni possibile ostacolo al corretto deflusso delle acque". Al contrario, la vegetazione riparia non può essere considerata un ostacolo, in quanto svolge numerose funzioni per il mantenimento dell'integrità dell'ecosistema fluviale, ivi compreso il rallentamento dei deflussi importante per la riduzione della pericolosità idraulica, come si evince dalla letteratura tecnico- scientifica. Anche il Piano di Bacino, in relazione alla riduzione del rischio idraulico, prescrive che il controllo della vegetazione dovrebbe essere effettuato dietro dimostrata necessità, con tagli selettivi e rispettosi dell'ambiente e limitatamente a quella vegetazione che risulti a rischio eradicazione durante le piene.
I lavori eseguiti negli ultimi anni, con conseguente distruzione della vegetazione ripariale, hanno portato come risultato alla trasformazione dell'Arno e dei corsi d'acqua minori in canali totalmente privi di alberi, arbusti, canneti.
Si tratta di una distruzione dell'habitat, e quindi di un danno al paesaggio ed alla biodiversità, che durerà nel tempo. A questo si aggiunge il disturbo alla fauna, e quando gli sfalci sono effettuati nei mesi primaverili, vengono sacrificate intere generazioni di uccelli, e non solo (farfalle ed altri insetti, piccoli mammiferi, rettili). A rischio sono i nidi con uova e nidiacei di specie quali Germano reale, Tuffetto, Gallinella d'acqua, Usignolo di fiume, Cannaiola, Cannareccione, e in alcuni luoghi è stato compromesso anche l'habitat per l'Airone rosso, il Falco di palude, la Ghiandaia marina ed altre specie protette.
Ricordiamo che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata dalla legge 157/92. Anche la legge regionale Toscana 30/2015, all'articolo 79, fa divieto di deteriorare e distruggere i siti di riproduzione o di riposo degli uccelli.
Nel passato, la delibera di Consiglio Regionale n. 155/1997, art. 4.1 sulla manutenzione della vegetazione, prescriveva che "i tagli di vegetazione in alveo devono essere effettuati preferibilmente nel periodo tardoautunnale e invernale, escludendo tassativamente il periodo marzo-giugno in cui è massimo il danno all'avifauna nidificante". A partire dal 2016, invece, la Giunta Regionale ha approvato ogni anno con delibera specifica le modalità operative dei Consorzi, rinnegando la precedente delibera di Consiglio e dando via libera ai lavori anche nel periodo antecedente al 30 giugno (ad esclusione dei tratti ricadenti all'interno dei siti Natura 2000 e Aree protette) limitandosi a prescrivere che "devono essere adottati accorgimenti utili per prevenire danni all'ambiente e in particolare alla fauna nidificante". Tale precisazione non può però trovare un riscontro concreto, in quanto le specie che vivono lungo le rive dei fiumi costruiscono nidi molto piccoli e difficili da individuare. L'unico accorgimento realmente efficace sarebbe la presenza di ornitologo durante i lavori, da eseguire comunque con tagli selettivi e non con macchinari pesanti tonnellate e muniti di barre falcianti che sminuzzano tutto quanto incontrano. In ogni caso, questo genere di interventi in periodo primaverile, per il loro altissimo impatto, andrebbe limitato alle sole situazioni di somma urgenza.
Se appare comprensibile la messa in sicurezza idraulica e la fruibilità delle sponde nei tratti cittadini, le Associazioni ambientaliste non condividono l'avere posto in disparte la tutela dei corsi d'acqua in oltre l'80% del territorio regionale (quello esterno ad aree protette e siti Natura 2000), nonostante questi rappresentino corridoi ecologici, ricchi di biodiversità. Si sollecitano pertanto gli enti preposti (Regione, Genio Civile, Consorzi) a perseguire l'obiettivo primario di conciliare sicurezza e gestione dei corsi d'acqua e delle zone umide, in ottemperanza alle Direttive europee Alluvioni, Acque, Uccelli, Habitats, per il rispetto del patrimonio naturale.
L'etica e il rispetto della vita e della natura nella sua interezza, nonché della sensibilità di gran parte dei cittadini, richiedono l'attenzione di chi opera in questo campo, tanto più che ciò avviene con i soldi pubblici.
Firenze, 5 luglio 2018
LIPU www.lipu.it
ALTURA www.altura-rapaci.org
FAI TOSCANA www.fondoambiente.it
ITALIA NOSTRA TOSCANA www.italianostra.org LEGAMBIENTE TOSCANA www.toscana.legambiente.it WWF TOSCANA www.wwf.it/toscana
Un Documentario per l'Estate! 🌞
Buona estate con un documentario sulle nostre Disco Soupe
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Stop alla variante speculativa nella Tenuta di Rimigliano!
Stop alla variante speculativa nella Tenuta di Rimigliano!L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato (8 luglio 2018) al Comune di San Vincenzo (LI) un atto di intervento con “osservazioni” nella procedura di variante al regolamento urbanistico denominata “Tenuta di Rimigliano” adottata con deliberazione Consiglio comunale n. 51 del 7 giugno 2018 e costituente avvio del procedimento congiunto di cui agli artt. 23 della legge regionale Toscana n. 10/2010, 17 della legge regionale Toscana n. 65/2014 e 17 della disciplina del P.I.T. con valenza di piano paesaggistico (approvato con deliberazione Consiglio regionale Toscana n. 37 del 27 marzo 2015).Coinvolti anche, per opportuna conoscenza, i Ministeri dell’ambiente e per i beni e attività culturali, la Regione Toscana, la Provincia di Livorno, i Carabinieri Forestale.La variante si presenta come la prosecuzione dell’iniziativa turistico-edilizia avviata dalla Rimigliano s.p.a., titolare della storica Tenuta, fin dal 2011 e sempre avversata dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus per il pesante impatto ambientale: negli anni scorsi il progetto riguardava un nuovo complesso turistico-ricettivo (150 posti letto) avente volumetria di mc. 18.000, la demolizione di circa il 75% degli edifici storici della Tenuta di Rimigliano per una successiva ricostruzione quali 180 residenze stagionali, la realizzazione di piscine, impianti sportivi, campo da golf (18 buche), parcheggi, servizi (circa 8 ettari interessati), su mq. 7.500 (ricettivo) + mq. 25.000 (residenziale).E oggi? “La superficie sarà così distribuita: 11.100 mq a destinazione residenziale rispetto ai 13.100 del Regolamento vigente, 7.000 mq di turistico ricettivo rispetto ai 6.000 mq vigenti e 1.100 a destinazione agricola rispetto ai 3.400 mq del Regolamento vigente”, così ha presentato la variante l’Assessore comunale all’urbanistica Massimiliano Roventini.Molto pesante il parere negativo sotto il profilo della compatibilità paesaggistica da parte della Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e di Livorno (nota prot. n. 4371 del 5 aprile 2018): “Si ravvisa una criticità e sensibilità paesaggistica nell'area che non consente di perseguire gli obiettivi generale di una compatibilità paesaggistica, in quanto la variante è finalizzata alla trasformazione delle strutture ex agricolo e zootecniche in interventi di carattere edilizio residenziale e alberghiero comporta un elevato carico insediativo creerebbe un fenomeno di alterazione e di forte pressione sul sistema paesaggistico, peraltro con un livello di artificializzazione del suolo e del carico antropico non coerente e inappropriato e irreversibile.Gli interventi possibili sulla Tenuta dovranno garantire il recupero paesaggistico, agricolo, eliminazione delle strutture degradate non congrue e non coerenti per materiali e tipologie prive di legittimità urbanistico-edilizia e paesaggistica, manutenzione straordinaria e riqualificazione e rifunzionalizzazione dei poderi quale componente storico-identitarie-testimoniale, al fine di mantenere e garantire una adeguata permeabilità visuale, percettiva e intervisuale sia internamente che esternamente alla Tenuta dai coni visivi.Gli interventi della variante non ottemperano alle prescrizioni riportate nella Scheda 7-1954 e 156-1967 — All. 3 B per quanto concerne le aree sottoposte a tutela si sensi degli artt.136 c.1)-lett.d) e 142 c.1)-lett.c)”.Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha chiesto l’annullamento in via di autotutela della deliberazione consiliare di adozione della variante in quanto effettuata in violazione degli obblighi di copianificazione Stato – Regione – Comune (art. 145, comma 5°, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).Il valore ambientale e paesaggistico della storica Tenuta di Rimigliano, contigua al parco naturale costiero di Rimigliano, dev’essere salvaguardato e la sua tutela è un vero e proprio banco di prova di quel buon governo del territorio tanto caro alla Toscana, ma oggi troppo spesso appannato.p. Gruppo d’Intervento Giuridico onlusStefano Deliperiulteriori informazioni su http://gruppodinterventogiuridicoweb.comRimigliano
--
Gruppo d'Intervento Giuridico onlusassociazione di protezione ambientale riconosciuta(art. 13 della legge n. 349/1986 e s.m.i.)Via Cocco Ortu, 32 - 09128 Cagliari
sabato 7 luglio 2018
Firenze: dal fallimento delle infrastrutture ad una nuova progettazione della città
COMUNICATO STAMPA
Firenze, 6 luglio 2018
Firenze: dal fallimento delle infrastrutture ad una nuova progettazione della città
Università e cittadini collaborano e chiamano la politica alle sue responsabilità
Il gruppo di lavoro dell'Università di Firenze, DiDA-LaPEI*, con la partecipazione di tecnici ed esperti del Comitato NoTunnel TAV di Firenze, sta avviando una nuova fase di lavoro sulla mobilità sostenibile dopo il disastro acclarato della politica delle infrastrutture toscane e in particolare nell'area metropolitana fiorentina. Il sostanziale abbandono del progetto di inceneritore a Case Passerini, l'irrealizzabilità tecnica del nuovo aeroporto afflitto da oltre 140 prescrizioni della VIA, il fermo ai lavori del sottoattraversamento TAV, i costi e le polemiche che riguardano le tranvie in fase di realizzazione fanno nascere spazi e opportunità per trovare una efficace soluzione dei problemi della mobilità.
Dovrebbe ormai essere chiaro che tutti gli enormi problemi infrastrutturali dell'area fiorentina sono figli della totale carenza di programmazione e progettazione del territorio: aeroporto e tunnel TAV sono stati mantenuti in vita solo grazie ai ricatti incrociati delle correnti del Partito Democratico che avevano interessi legati a cordate diverse di costruttori; le tranvie sono state assunte e realizzate senza alcuna analisi, delegando ai costruttori e ai loro interessi ogni decisione in merito; la privatizzazione dell'ATAF e del trasporto pubblico toscano sta creando un soggetto privato monopolista cui la politica degli enti locali non potrà che inchinarsi.
Ulteriore dimostrazione del disastro in atto è la situazione economica di questi progetti: le tranvie fiorentine hanno battuto ogni record risultando più care di una metropolitana, il sottoattraversamento sta subendo aumenti dei costi che vedono il triplicamento dei preventivi iniziali e il fallimento di ben due colossi delle costruzioni italiane (Coopsette e Condotte SpA).
Insomma l'esito disastroso dei trasporti in Toscana si potrebbe riassumere nella locuzione "privatizzazione della politica a favore di pochissimi soggetti". Il caos da grande metropoli che attanaglia una città di medie dimensioni come Firenze ne è la sanzione.
Il gruppo coordinato dal Dipartimento di Architettura (DiDA) dell'Università si propone l'obiettivo di iniziare una vera progettazione dei trasporti nell'area fiorentina in base ad una concreta sostenibilità ambientale, urbanistica, economica e sociale, una verifica e un ampliamento del modello di mobilità su ferro, elaborato a suo tempo, che prevedeva il riutilizzo delle infrastrutture esistenti (metrotreno o tram-treno), la riqualificazione delle opere già realizzate per contenerne i problemi (es. l'invasività di tranvie in sedi completamente protette), lo studio di soluzioni ai problemi di impatto provocati da quanto realizzato fino ad oggi (impatto sulla falda a Campo Marte e alla "stazione Foster"), l'avvio di un dibattito per trovare una destinazione utile e sensata a quanto realizzato ai Macelli.
Intenzione del gruppo è di avere un incontro con il nuovo ministro dei trasporti per poter mostrare le proposte già elaborate con la partecipazione dei cittadini negli anni passati e di illustrare tutti i problemi che la mancanza di pianificazione ha creato fino ad oggi.
*Dipartimento Di Architettura, Laboratorio Ecologico Degli Insediamenti
Comitato No Tunnel TAV Firenze
338 3092948
La Città invisibile: La strategia della Variante di Castello: tagliare i tempi, aprire i cantieri
Peretola strozzata dal nuovo svincolo autostradale, ecco il progetto
di
Antonio Fiorentino
Il mosaico di interventi urbanistici che sta minacciando gli abitanti dell'area a Nord Ovest di Firenze, quella che va da Novoli alla Piana fiorentina non è ancora completato. Un'altra e più pesante tessera si aggiunge ai disastrosi progetti già descritti, è quella del nuovo svincolo di Peretola progettato dalla Società Autostrade per l'Italia per completare l'ampliamento dell'A11 e funzionale al nuovo Aeroporto intercontinentale di Peretola.
"Devastante trasformazione urbanistica" è stata definita dal Comitato 50145, costituito in gran parte da abitanti di Peretola che da anni hanno segnalato il pesante impatto di questo groviglio autostradale previsto a ridosso delle proprie abitazioni......
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Testata giornalistica edita dall'associazione perUnaltracittà e registrata presso il Tribunale di Firenze il 16 dicembre 2015 con il numero 6011. ISSN 2498-9517. Direttore editoriale Ornella De Zordo. Direttore responsabile Francesca Conti.
Un periodico on line in cui si dà direttamente spazio alle voci di chi, ancora troppo poco visibile, sta dentro le lotte o esercita un pensiero critico delle politiche liberiste; che sollecita contributi di chi fa crescere analisi e esperienze di lotta; che fa emergere collegamenti e relazioni tra i molti presìdi di resistenza sociale; che vuole contribuire alla diffusione di strumenti analitici e critici, presupposto indispensabile per animare reazioni culturali e conflittualità sociali.
Perché il futuro è oltre il pensiero unico. Anche a Firenze e in Toscana.
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