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lunedì 27 maggio 2013

| Il Piano interprovinciale dei rifiuti della Toscana del Sud...chi l'ha visto?

 

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Alzi la mano chi ha visto il Piano Interprovinciale dei rifiuti di Arezzo, Grosseto e Siena...Mi ricordo bene quando l'Assessore all'Ambiente della Provincia di Arezzo, nel corso di un'iniziativa dei comitati ambientalisti al Parco Pertini nel settembre 2008, disse che il suddetto Piano – al contrario di quello Straordinario, che si era formato con  partecipazione zero – sarebbe stato discusso e condiviso tramite ampia consultazione con i cittadini. Invece, dopo la delibera di avvio del procedimento (Giunta Provinciale n. 403 del 27.6.2008) il silenzio (anche delle Province di Siena e Grosseto, per carità) è stato tombale! A mio parere c'è qualcosa che non quadra: l'ambito più veloce della Toscana nel bandire ed aggiudicare la gara europea (!) per il Piano Straordinario rifiuti (oltre al poco invidiabile primato di essere l'ATO maglia nera per la RD) è però ultimissimo – rispetto alla Toscana Centro e Costa, che si trovano in stadio avanzato – per il Piano Interprovinciale, decisivo atto di programmazione politica per la gestione futura del ciclo integrato...
 
Non vorrei che il motivo della mancata pubblicizzazione e condivisione risiedesse nella constatazione, da parte del Piano medesimo, dell'ormai strutturale riduzione della produzione di rifiuti nelle tre province (quindi anche la nostra): la conseguenza di questa "sciagura" (sciagura per i pescecani privati che hanno ormai l'acquolina in bocca e vogliono subito costruire l'ecomostro, anche se non ce ne fosse bisogno...) sarebbe la presa d'atto che non sussiste più la necessità di costruire un nuovo inceneritore, doppio dell'attuale, a S. Zeno! Per evitare questo psicodramma, quindi, forse pensano di far uscire il Piano Interprovinciale di Ar-Si-Gr solamente dopo che le ruspe si sono messe in moto, al fine di evitare che la gente si accorga che qualcosa non torna (cioè che mancano i rifiuti, il prezioso carburante...).
 
Come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca...
Fausto Tenti (Segretario Provinciale del Partito della Rifondazione Comunista di Arezzo)
P.S.: altra notizia poco gradevole è che il Dr. Saverio Caini - giovane ricercatore epidemiologo indicato sin dal 2011 dai cittadini e dai comitati per seguire, a tutela della loro salute, il famoso Progetto Life + e nominato nel ruolo dal Comune di Arezzo - sarebbe in procinto di dimettersi da un incarico che non ha mai esercitato, non essendo mai stato messo – sostanzialmente - nelle condizioni di poter fare il suo lavoro...Brutto, davvero brutto segnale per la gente, soprattutto quella che abita nelle zone "incriminate" e sature di impianti altamente inquinanti.



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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 5/27/2013 06:30:00 PM

Comunicati Stampa in risposta alle dichiarazione di Alfredo De Girolamo (CISPEL) favorevole agli inceneritori


Di seguito i Comunicati Stampa rispettivamente del Coordinamento della Legge di Iniziativa Popolare Rifiuti Zero e della ReTe Ambientale della Versilia insieme ad Ambiente Futuro (Capannori) e al Comitato NO Inceneritori Livorno, sulle dichiarazioni di Alfredo De Girolamo (Cispel) sul Piano Interprovinciale e sulla necessità di ottemperare velocemente alla costruzione degli inceneritori previsti nei Piani:
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Rossi deve decidere da che parte stare! 
Abbiamo preso atto delle recenti affermazioni di Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel. Esse plaudono, legittimamente, alla decisione del Consiglio regionale della Toscana di presentare il proprio Piano di gestione dei rifiuti entro il prossimo mese di luglio. Travolto da un eccesso di autostima legato alla consapevolezza del proprio ruolo all'interno di una galassia puramente autoreferenziale, quale per l'appunto è Cispel Toscana, De Girolamo alla fine si spinge ben oltre, ricordando alla Regione stessa che tale piano dovrà garantire gli investimenti per la realizzazione degli impianti di recupero energetico, che tradotto significa inceneritori per la produzione di energia elettrica e/o termica in un quadro di riferimento nazionale in cui l'eccedenza energetica è un fatto conclamato.  
Tali impianti sono previsti dalla pianificazione già approvata, ovvero Case Passerini, Livorno, Arezzo e Pisa,in merito,i firmatari del presente documento, intendono precisare quanto segue:  
De Girolamo, rappresentante dell'associazione regionale delle imprese di servizio pubblico che operano nel territorio toscano, imprese che gestiscono servizi a rilevanza economica come quello di igiene ambientale, ha ovviamente tutto il diritto di far sentire la propria voce. E' comunque corretto ricordargli che la sua è soltanto un'opinione tra le tante e, sicuramente, non l'unica di cui il governo regionale dovrà eventualmente tener conto.
Prima di entrare nel merito delle opinioni da lui espresse, vorremmo soffermarci un attimo su una pregiudiziale di metodo assai più importante rispetto a qualsiasi altro contenuto di natura tecnico-imprenditoriale. Noi riteniamo che il processo decisionale su temi sensibili legati all'ambiente, alla salute e al destino del territorio, non possa prescindere da un serio confronto tra governo regionale e cittadini stessi, le loro organizzazioni e i rappresentanti da loro direttamente eletti (leggi sindaci e consiglieri di vario livello). Conoscendo i meccanismi alla base delle catene decisionali di Cispel, siamo convinti che l'opinione del suo presidente abbia un peso specifico inferiore rispetto a quella di un sindaco che ha ricevuto dai suoi cittadini un mandato preciso rispetto ai temi legati alla gestione dei rifiuti e del territorio.
Riteniamo inoltre che i livelli di consapevolezza, di capacità propositiva e di controllo, dimostrati dalle organizzazioni dei cittadini nel corso degli anni su tali temi, siano una grande risorsa. Essi costituiscono una ricchezza che non può essere ignorata e di cui, al contrario, la Regione dovrebbe saper approfittare, con lo scopo di affermare in Toscana un modello di democrazia partecipata per definire, su temi fondamentali come quelli sopra ricordati, di scelte ambientalmente ed economicamente condivise.
Preso da raptus decisionista pro-inceneritori, De Girolamo dimentica un fatto di democrazia sostanziale: la programmazione regionale può essere modificata alla luce dei pareri dei cittadini. Pareri di cui anche lui, con spirito di servizio, dovrebbe tener di conto, in considerazione degli stipendi che i cittadini contribuenti corrispondono a tutti i dipendenti della galassia Cispel.
Tornando nello specifico dell'intervento del Sig. De Girolamo, ci chiediamo se le aziende associate concordino con quanto da lui sostenuto, poiché è evidente che la loro quasi totalità non riceverebbe alcun benefico (né economico, né occupazionale) dalla realizzazione dei tanto auspicati nuovi impianti di incenerimento.
E' opinione di De Girolamo che, "il recupero energetico dovrà garantire il trattamento dei rifiuti non raccolti in forma differenziata e gli scarti del riciclaggio, passando dall'attuale 10 per cento a circa il 30/40 per cento del totale dei rifiuti urbani e di parte dei rifiuti speciali oggi esportati fuori regione".
Il presidente di Cispel omette di aggiungere due non trascurabili conseguenze legate all'eventuale accettazione della sua proposta:
la perdita di efficacia di ogni sforzo intrapreso dalle amministrazioni locali impegnate nel rispetto delle vigenti normative nazionale e europea in tema di livelli di raccolta differenziata;
la trappola dei contratti "vuoto per pieno" in cui cadrebbero i Comuni chiamati comunque a coprire prima gli investimenti e poi remunerare i guadagni milionari dei futuri gestori/costruttori dei nuovi impianti di incenerimento anche se questi dovessero restare fermi, a causa della riduzione della quantità di rifiuti prodotti e in virtù delle buone pratiche di riciclaggio, che sono quelle effettivamente vantaggiose sia sul piano economico che occupazionale.
In uno scenario nazionale ed internazionale ormai irrevocabilmente orientato al risparmio di energia e di materia, trattare termicamente i rifiuti urbani in impianti costosissimi (a carico dei contribuenti) che ne distruggono il reale valore di mercato, recuperabile con le buone pratiche di riciclaggio, non ha alcun senso ed è completamente antieconomico, come ha autorevolmente indicato anche il Parlamento europeo.
Viste la rilevanza del tema e l'incidenza sia temporale che economica che le varie soluzioni avranno, riteniamo che qualsiasi decisione finale debba comunque trovare una qualche legittimazione popolare diretta, nelle forme e nei metodi che la Regione dovrà stabilire, d'accordo con i cittadini.
Riassumendo, sull'argomento non c'è assolutamente nulla di scontato. Riteniamo non solo possibile, ma urgente e necessario che nella nostra regione si proceda ad un cambio di impostazione e si intraprenda finalmente la strada di una gestione dei rifiuti autenticamente sostenibile sotto il profilo ambientale, economico, sociale e sanitario.  
COORDINAMENTO PROPOSTA DI LEGGE RIFIUTI ZERO
RETE AMBIENTALE DELLA VERSILIA
AMBIENTE FUTURO
COMITATO NO INCENERITORE LIVORNO
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COMUNICATO STAMPA                                                                  27/05/2013 

Abbiamo preso atto delle recenti affermazioni di Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel.                                                                                                         
Esse plaudono, legittimamente, alla decisione del Consiglio regionale della Toscana di presentare il proprio Piano di gestione dei rifiuti entro il prossimo mese di luglio. Travolto da un eccesso di autostima legato alla consapevolezza del proprio ruolo all'interno di una galassia puramente autoreferenziale, quale per l'appunto è Cispel Toscana, De Girolamo alla fine si spinge ben oltre, ricordando alla Regione stessa che tale piano dovrà garantire gli investimenti per la realizzazione degli impianti di recupero energetico, che tradotto significa inceneritori per la produzione di energia elettrica e/o termica in un quadro di riferimento nazionale in cui l'eccedenza energetica è un fatto conclamato.
Tali impianti sono previsti dalla pianificazione già approvata, ovvero Case Passerini, Livorno, Arezzo e Pisa,in merito,i firmatari del presente documento, intendono precisare quanto segue:
 De Girolamo, rappresentante dell'associazione regionale delle imprese di servizio pubblico che operano nel territorio toscano, imprese che gestiscono servizi a rilevanza economica come quello di igiene ambientale, ha ovviamente tutto il diritto di far sentire la propria voce. E' comunque corretto ricordargli che la sua è soltanto un'opinione tra le tante e, sicuramente, non l'unica di cui il governo regionale dovrà eventualmente tener conto.
Prima di entrare nel merito delle opinioni da lui espresse, vorremmo soffermarci un attimo su una pregiudiziale di metodo assai più importante rispetto a qualsiasi altro contenuto di natura tecnico-imprenditoriale. Noi riteniamo che il processo decisionale su temi sensibili legati all'ambiente, alla salute e al destino del territorio, non possa prescindere da un serio confronto tra governo regionale e cittadini stessi, le loro organizzazioni e i rappresentanti da loro direttamente eletti (leggi sindaci e consiglieri di vario livello). Conoscendo i meccanismi alla base delle catene decisionali di Cispel, siamo convinti che l'opinione del suo presidente abbia un peso specifico inferiore rispetto a quella di un sindaco che ha ricevuto dai suoi cittadini un mandato preciso rispetto ai temi legati alla gestione dei rifiuti e del territorio.
Riteniamo inoltre che i livelli di consapevolezza, di capacità propositiva e di controllo, dimostrati dalle organizzazioni dei cittadini nel corso degli anni su tali temi, siano una grande risorsa. Essi costituiscono una ricchezza che non può essere ignorata e di cui, al contrario, la Regione dovrebbe saper approfittare, con lo scopo di affermare in Toscana un modello di democrazia partecipata per definire, su temi fondamentali come quelli sopra ricordati, di scelte ambientalmente ed economicamente condivise.
Preso da raptus decisionista pro-inceneritori, De Girolamo dimentica un fatto di democrazia sostanziale: la programmazione regionale può essere modificata alla luce dei pareri dei cittadini. Pareri di cui anche lui, con spirito di servizio, dovrebbe tener di conto, in considerazione degli stipendi che i cittadini contribuenti corrispondono a tutti i dipendenti della galassia Cispel.
Tornando nello specifico dell'intervento del Sig. De Girolamo, ci chiediamo se le aziende associate concordino con quanto da lui sostenuto, poiché è evidente che la loro quasi totalità non riceverebbe alcun benefico (né economico, né occupazionale) dalla realizzazione dei tanto auspicati nuovi impianti di incenerimento.
E' opinione di De Girolamo che, "il recupero energetico dovrà garantire il trattamento dei rifiuti non raccolti in forma differenziata e gli scarti del riciclaggio, passando dall'attuale 10 per cento a circa il 30/40 per cento del totale dei rifiuti urbani e di parte dei rifiuti speciali oggi esportati fuori regione".
Il presidente di Cispel omette di aggiungere due non trascurabili conseguenze legate all'eventuale accettazione della sua proposta:
     la perdita di efficacia di ogni sforzo intrapreso dalle amministrazioni locali impegnate nel rispetto delle vigenti normative nazionale e europea in tema di livelli di raccolta differenziata;
     la trappola dei contratti "vuoto per pieno" in cui cadrebbero i Comuni chiamati comunque a coprire prima gli investimenti e poi remunerare i guadagni milionari dei futuri gestori/costruttori dei nuovi impianti di incenerimento anche se questi dovessero restare fermi, a causa della riduzione della quantità di rifiuti prodotti e in virtù delle buone pratiche di riciclaggio, che sono quelle effettivamente vantaggiose sia sul piano economico che occupazionale.
In uno scenario nazionale ed internazionale ormai irrevocabilmente orientato al risparmio di energia e di materia, trattare termicamente i rifiuti urbani in impianti costosissimi (a carico dei contribuenti) che ne distruggono il reale valore di mercato, recuperabile con le buone pratiche di riciclaggio, non ha alcun senso ed è completamente antieconomico, come ha autorevolmente indicato anche il Parlamento europeo.
Viste la rilevanza del tema e l'incidenza sia temporale che economica che le varie soluzioni avranno, riteniamo che qualsiasi decisione finale debba comunque trovare una qualche legittimazione popolare diretta, nelle forme e nei metodi che la Regione dovrà stabilire, d'accordo con i cittadini.
Riassumendo, sull'argomento non c'è assolutamente nulla di scontato. Riteniamo non solo possibile, ma urgente e necessario che nella nostra regione si proceda ad un cambio di impostazione e si intraprenda finalmente la strada di una gestione dei rifiuti autenticamente sostenibile sotto il profilo ambientale, economico, sociale e sanitario. 

RETE AMBIENTALE DELLA VERSILIA
AMBIENTE FUTURO (Capannori)
COMITATO NO INCENERITORE LIVORNO

Video convegno (Capannori in Toscana La gestione dei rifiuti) 18 Maggio 2013.   Intervengono: Giorgio Del Ghingaro, Sindaco di Capannori;  Anna Rita Bramerini, Assessore all'ambiente e all'energia della Regione Toscana;
Tommaso Sodano, Vice sindaco di Napoli; Rossano Ercolini, Coordinatore Centro di Ricerca Rifiuti Zero
Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana




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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 5/27/2013 06:51:00 PM

«Restituire più spazio ai fiumi»: ora lo dice anche il ministro dell'Ambiente


Piena soddisfazione espressa dal Centro italiano per la riqualificazione fluviale

[ndr. peccato, diciamo noi, che un impianto come quello che vorrebbero fare a Selvapiana,  oltre ad aver beneficiato di MODIFICHE DI LEGGE AD HOC, non risponda per niente a questo tipo di tutela dei corsi d'acqua - si veda foto che cozza con quella dell'articolo integrale sotto!! ]
Simulazione














[ 27 maggio 2013 ]
Il Centro italiano per la riqualificazione fluviale (Cirf) ha voluto sottolineare alcuni passaggi presenti nelle dichiarazioni programmatiche rilasciate qualche giorno fa dal ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, che aprono uno spiraglio per la gestione degli ecosistemi fluviali e del territorio tutto, e che rappresentano una novità nel panorama politico nazionale.
Il ministro ha dichiarato che per «tutelare e salvaguardare ecosistemi e biodiversità, in grado di produrre straordinarie difese naturali agli eventi idrogeologici intensi» le misure prioritarie da prendere in considerazione partono proprio dalla necessità di «restituire più spazio ai fiumi».  E ancora il ministro ha sottolineato come l'eccessiva urbanizzazione e il consumo di suolo siano tra le principali cause dell'attuale rischio idrogeologico, processi che è «urgente arrestare e possibilmente invertire» attraverso, tra le altre misure indicate da Orlando, «una iniziativa legislativa che ponga dei limiti al consumo di suolo in tutto il Paese».  
Se le parole si traducessero in fatti potremmo dire che saremmo di fronte ad un vero cambio di paradigma, come sottolinea il Cirf. «Ci auguriamo che queste dichiarazioni possano presto acquisire la forza di atti normativi e tradursi in azioni che invertano la tendenza rispetto a quanto accaduto finora». Bando alle facili illusioni, anche perché alcune competenze (specialmente sui temi urbanistici) sono di livello locale, ma il segnale è comunque importante per le politiche di tutela ambientale in Italia e fa anche da contraltare alle proposte di alcuni esponenti della maggioranza che sostiene l'esecutivo (sponda Pdl) che negli stessi giorni proponevano l'ennesimo condono edilizio.
«Con soddisfazione cogliamo l'interesse verso le tematiche che il Cirf porta avanti fin dalla sua fondazione. Continueremo ad impegnarci, con rinnovata motivazione, per far sì che la riqualificazione fluviale possa diventare uno degli strumenti utili ad implementare le proposte avanzate dal ministro dell'Ambiente», hanno concluso dal Cirf.



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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 5/27/2013 07:06:00 PM

giovedì 23 maggio 2013

L'inceneritore non serve più: Fusina chiude entro il 2013


ScreenHunter_02 May. 23 16.26La differenziata continua a crescere, Venezia sarà provincia a «discarica zero»

VENEZIA - Basta inceneritore, entro il 2013 l'impianto di Veritas a Fusina chiude i battenti. E non per manutenzioni o ristrutturazioni per trasformare l'impianto in altro, semplicemente Venezia non ha più la necessità di bruciare le proprie immondizie. La raccolta differenziata continua a crescere, il combustibile da rifiuti (Cdr) non arriva alle 240 mila tonnellate permesse ogni anno e dunque l'inceneritore non serve più. Il beneficio per l'ambiente è notevole, solo in emissioni spariscono 50 mila tonnellate di CO2 ogni anno.

«L'articolato sistema messo in campo per la gestione dei rifiuti ci consente di fare a meno di un impianto che la città in realtà non voleva», spiega l'assessore all'Ambiente Gianfranco Bettin. Nel 1992 la Regione Veneto ha deciso di aprire l'inceneritore di Fusina e all'epoca il consiglio comunale votò un documento contro la scelta di bruciare i rifiuti invece di recuperarli con la raccolta differenziata. Il braccio di ferro tra istituzioni non portò ad alcun risultato e nel 1998 l'impianto è entrato in funzione.

Da allora ha bruciato una media di 40 mila tonnellate di rifiuti l'anno che da fine anno verranno smaltiti in parte con la differenziata e in parte con la produzione di combustibile per la vicina centrale dell'Enel. Niente andrà quindi in discarica, Venezia può infatti fregiarsi del titolo - rarissimo in Italia dove il 54 per cento delle immondizie va proprio in discarica - di provincia a «discarica zero». «Questo risultato è frutto di una seria pianificazione che sta dando i suoi frutti - dice Andrea Razzini, ad di Veritas -, merito delle politiche avviate dall'amministrazione e dei cittadini che collaborano». Se i veneziani avessero smesso di differenziare, nel 2012 i costi dei rifiuti sarebbero saliti di 5 milioni di euro e, forse, Fusina rimarrebbe acceso come gli altri due inceneritori del Veneto a Padova e a Schio. Oggi invece di 500 mila tonnellate di immondizie prodotte nel 2012 nel veneziano, circa 250 mila sono prodotti destinati al riciclo e il resto al Cdr. Nel 2013 però le percentuali cambieranno con quasi 300 mila tonnellate di differenziata.
G.B.

21 maggio 2013



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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 5/23/2013 04:45:00 PM

mercoledì 22 maggio 2013

PECUNIA OLET


                                                                            

                                                              CITTADINI AREA FIORENTINA

                                                                                                     COMITATI DEI CITTADINI – FIRENZE

 

PECUNIA OLET O NON OLET ?

 

                                                                              Ex area FIAT di viale Belfiore                                                                             Attrezzature pubbliche realizzate dal Comune di Firenze                                                                                                                                              

 

Leggiamo sulla cronaca locale di “la Repubblica” del 14 maggio (Ernesto Ferrara – Basta soldi al posto dei giardini) che l’Assessore Meucci ha presentato alla Giunta comunale, che l’ha approvata, una delibera con la quale si dice stop al denaro che il Comune ha fino ad oggi incassato in sostituzione degli standard urbanistici previsti dal tuttora vigente D.M. 1444/68 (scuole, servizi sanitari, servizi sociali, verde, parcheggi, ecc.).

Secondo noi lo scandalo non sussisteva tanto nell’incassare quel denaro, quanto nella sua destinazione finale. Non vi è infatti nessuna legge che imponga al privato di realizzare le opere di urbanizzazione (gli standard del decreto di cui sopra) a scomputo degli oneri di urbanizzazione, cioè detraendo l’importo delle opere stesse dal calcolo effettuato dal Comune sulla base delle volumetrie da costruire: il privato “può” realizzare tali opere, in caso contrario versa al Comune gli oneri di urbanizzazione. Ma qui il diavolo ci mette la coda.

Infatti quando il Comune incassa gli oneri di urbanizzazione dovrebbe  contestualmente realizzare quelle opere. In assenza di ciò, come spesso è avvenuto negli ultimi anni grazie ad una norma berlusconiana che ha consentito di utilizzare gli oneri per il bilancio corrente,  non sono soddisfatti gli standard di cui al suddetto decreto (a proposito, che fine ha fatto la proposta di legge Catania, meritoria iniziativa del governo Monti, che proponeva il ritorno ai principi delle legge Bucalossi in tema di oneri di urbanizzazione ?)

 

E adesso che cosa ci prospetta la nuova decisione della Giunta?

Che il privato dovrà fare sempre le opere a scomputo, a meno che….. ecco spuntare di nuovo la coda del diavolo. A meno che:

 

a)     si costruisca in zona satura, dove non è possibile realizzare né un parcheggio né un giardinetto, ed allora i privati stessi si faranno carico di realizzare tali opere altrove. Ma dove? Sarà dove le opere servono davvero al quartiere di appartenenza oppure dove il privato possiede un pezzetto di terreno, magari in campagna, di cui nessuno sa cosa farsene?

 

b)    vi siano casi del tutto particolari, come ad esempio l’intervento nella ex area FIAT in viale Belfiore ad opera del magnate tedesco Dreier che farà “case e alberghi” e che pertanto si vedrà conteggiare una bella quantità di oneri di urbanizzazione. In casi come questo, casi decisamente “pesanti” il Comune sceglie di monetizzare incassando direttamente il denaro. Per fare le opere di urbanizzazione, magari al di fuori del lotto, visto che anche questa zona è satura?  Macchè! In questi casi, le cosiddette occasioni ghiotte, il Comune utilizzerà i denari (che non saranno pochi) esattamente come ha fatto finora, cioè per rimpinguare le casse comunali, con buona pace del decreto 1444/68 e della qualità della vita in città.

 

Notiamo infine come fra le affermazioni eclatanti (Firenze a volumi zero!, Non prenderemo più soldi ma faremo giardini!) e i fatti c’è sempre un bel divario: sarebbe opportuno che la stampa e l’informazione si facessero carico di chiarirlo all’opinione pubblica. Come già successo altre volte, anche in questo caso l’articolo di “la Repubblica” si sottrae a questo compito mettendo in risalto un titolo che dice una cosa molto diversa da quanto illustrato nel testo!

 

Crediamo che per il principio della trasparenza, che, assieme a quello della partecipazione è  per noi elemento essenziale per un rinnovamento della democrazia, sia opportuno smetterla con le affermazioni ad effetto che non informano sulla sostanza delle scelte e dei problemi che ci stanno davanti. 





martedì 21 maggio 2013

WWF: COMUNICATO STAMPA -RIFIUTI-


LA RACCOLTA DIFFERENZIATA VA FATTA SUBITO, 
CARO PRESIDENTE ROSSI!

Finalmente il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, si è accorto che la raccolta differenziata dei rifiuti in servizio pubblico, attuata con il sistema del porta a porta, è il vero perno di una seria politica di gestione dei rifiuti. Sono molti i comuni toscani virtuosi, tra i quali Capannori è sicuramente il capofila, ad aver attuato scelte virtuose e lungimiranti.

Condividiamo anche l'affermazione del presidente Rossi quando dice che "il sistema impiantistico deve essere rivisto".

Il punto è che la nostra associazione da anni dice queste cose, insieme a molti comitati locali e ad altre associazioni ambientaliste e spesso in totale solitudine e contrastati o messi alla berlina da molti Enti locali e municipalizzate varie.

Il vero problema è che il livello di raccolta differenziata al 65%, che il presidente Rossi fissa per l'anno 2020 (alla faccia dei tempi lunghi!), doveva essere raggiunta per legge già nel 2012. Tra l'altro, forte di questo sconsolante dato, la nostra associazione ha deciso di inviare tutta una serie di diffide ai vari comuni capoluogo della Toscana (dove, in media, si è raggiunto il 40% di RD, con il sistema ormai molto superato dei cassonetti stradali).

Non possiamo attendere il 2020, la Toscana non se lo può permettere, i suoi cittadini non se lo meritano, l'ambiente non può aspettare altri 7 anni. L'esperienza ci dice che, la dove è stata operata la raccolta differenziata porta a porta, nel giro di nemmeno un anno (in esperienze virtuose sono bastati anche tre-sei mesi) sono state raggiunte percentuali altissime di RD. Basta prendere ad esempio alcuni comuni gestiti da Publiambiente Spa: Larciano, Lamporecchio e Serravalle Pistoiese in provincia di Pistoia; Capraia e Limite, Montespertoli e Fucecchio in provincia di Firenze. Qui vengono fuori percentuali bulgare che spesso superano il 90%.

Non solo. La raccolta differenziata porta a porta conviene anche dal punto di vista economico: basta che sia fatta bene, con attenzione e capillarità. Abbiamo scoperto il caso di una piccola ditta di consulenza software (ufficio) di Serravalle Pistoiese, dove operano 8 persone, che nel 2010 pagava una tassa sui rifiuti annuale di circa € 1.140,00, derivata dalla parte fissa (sulla base della metratura dell'ufficio) e variabile (sulla base del livello di raccolta differenziata del comune di residenza, allora organizzata con i cassonetti stradali) e che adesso, con l'introduzione del porta a porta avvenuto nel 2011, ha visto letteralmente dimezzare la parte variabile della propria tassa sui rifiuti.  Si sta parlando di una ditta che, per sua natura, non produce rifiuti organici, un solo bidoncino di indifferenziato alla settimana, uno di multi materiale ed un cestone di carta. I responsabili della la ditta hanno informato che, da quando è partita la raccolta P.a.P, si sono sentiti psicologicamente (oltre che economicamente) motivati a produrre meno rifiuti di prima. Infatti se hai un cassonetto cloaca/discarica, giù nella strada, ti senti legittimato a produrre più rifiuti perché li puoi buttare via in qualsiasi momento; se invece sai che lo puoi fare soltanto una volta alla settimana (quando il gestore passa a svuotare il bidoncino personale), allora il discorso cambia.
Quindi se su scala micro queste sono le risposte e le aspettative delle persone, immaginiamoci su scala macro quale potrebbero essere le ricadute...e per fare questo occorre aspettare altri 7 anni?! E questo vuole dire amministrare con lungimiranza una Regione? Restiamo basiti!

Questo sistema di gestione dei rifiuti della P.a.P ripaga quindi non soltanto dal punto di vista ambientale, ma anche economico! Alla faccia dei mega-inceneritori che ancora si pensa di costruire ben prima del 2020...per questi il tempo ed i soldi si trovano!

Firenze, 21 Maggio 2013 Rete Rifiuti WWF Toscana


WWF Toscana: 055.477876


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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 5/21/2013 03:26:00 PM

Sel sulle proposte del Presidente della Regione Enrico Rossi


ScreenHunter_01 May. 21 01.05Vogliamo fatti concreti le parole non bastano più

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, a conclusione del convegno sulla gestione dei rifiuti in Toscana, tenutosi a Capannori sabato 18 maggio, a cui ha partecipato anche l'Assessore regionale all'ambiente Anna Rita Bramerini, ha espresso la volontà di fare della Toscana una regione europea all'avanguardia, di promuovere a livello locale buone pratiche e sostenere una legge nazionale di iniziativa locale per ridurre la produzione di rifiuti e di costruire, attraverso un confronto con  i territori, il nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti. 

Impegni importanti e condivisibili, di cui purtroppo, non si vede traccia nelle scelte concrete di politica amministrativa della Regione. Mi sarei aspettato che dicesse, in coerenza con quanto affermato, che per procedere su questa strada, è necessario riscrivere quasi completamente i tre Piani di Ambito in discussione, di cui uno, quello della Toscana Centro, già approvato e gli altri due in discussione. Questi Piani sono nati vecchi, procedono ancora in direzione contraria  alle direttive europee e addirittura alle leggi italiane, sono costruiti con previsioni di crescita dei rifiuti esagerate non supportate da nessun riscontro oggettivo ed analisi scientifica, prevedono investimenti per diverse centinaia di milioni ancora in nuovi inceneritori,  dimensionano il fabbisogno impiantistico  al 2020 senza prendere in considerazione  nessuna azione di prevenzione e riduzione dei rifiuti che per le Direttive europee rappresentano una priorità oltre che un obbligo per la Legge italiana.  

Sbagliata e inaccettabile la proposta del Presidente di spostare in modo del tutto arbitrario ed illegittimo, l'obiettivo del 65% di raccolta differenziata al 2020 prevista dalla legge italiana al 31 dicembre 2012. I tantissimi comuni che sono passati dal conferimento stradale in forma anonima  alla raccolta differenziata domiciliare "porta a porta" hanno raggiunto percentuali superiori al 65% in pochi mesi, quindi a livello regionale, considerando l'arretratezza culturale e la pigrizia di una buona parte di amministratori locali, le inevitabili resistenze, è del tutto realistico e possibile raggiungere, con un po' di volontà politica, questo obiettivo nel giro di due anni al massimo. 

Di parole ne abbiamo sentite tante in questi anni, anche di buone intenzioni, ma adesso servono fatti concreti. Per dimostrare che la regione Toscana vuole cambiare direzione di marcia, c'è bisogno di un Piano regionale innovativo che si differenzi sostanzialmente dalla vecchia logica di cui sono prigionieri gli attuali Piani interprovinciali. Se la Toscana vuole cambiare politica è necessario iniziare subito il percorso di transizione dal vecchio al nuovo sistema, e, lungo questo percorso, le  tecnologie tradizionali  per lo smaltimento, (discariche ed inceneritori) saranno  destinate ad assumere un ruolo secondario e sempre più marginale, mentre, acquisteranno centralità, le buone pratiche operative,  le azioni di  separazione e differenziazione, di recupero e riciclaggio e di conseguenza si svilupperà e si consoliderà   un'impiantistica di valorizzazione delle materie prime seconde recuperate e una filiera industriale del riciclaggio strettamente legata e connessa con il mondo scientifico della ricerca e dell'innovazione per poter aprire nuove opportunità e possibilità di riciclaggio e di riutilizzo della materia recuperata.  

Infine, una annotazione politica a margine del convegno che si è tenuto proprio ad una settimana dalle dimissioni dell'assessore all'ambiente Alessio Ciacci e dell'Assessore Leana Quilici. La maggioranza che iniziò nel 2004 la rivoluzione del sistema di gestione dei rifiuti e che nel corso degli anni ha promosso pratiche ambientali che hanno fatto di Capannori un punto di riferimento nazionale, non esiste più,  non c'è più traccia di sinistra dentro la Giunta PD che tace  come se niente fosse successo.  Quella sinistra che è stata la madre di queste politiche è stata costretta alla porta. Mi sarei aspettato, non dal Sindaco, ma per esempio da Rossano Ercolini che almeno alla fine del suo condivisibile e positivo intervento, esprimesse un briciolo di solidarietà e vicinanza a Ciacci e a quella sinistra, che grazie alle buone pratiche realizzate aprì la strada alla strategia rifiuti zero, attraverso l'adesione di Capannori, nel febbraio 2007, primo comune in Italia. Un scelta che sicuramente ha costituito le premesse per rompere l'isolamento, uscire dal minoritarismo e dare una dimensione nazionale ed internazionale,  al movimento rifiuti zero.

Eugenio Baronti Coordinatore Laboratorio rifiuti Forum Ambiente nazionale SEL


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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 5/21/2013 01:08:00 AM

lunedì 20 maggio 2013

SE VUOL RISCRIVERE IL PIANO REGIONALE ROSSI IMPARI DAI COMUNI RIFIUTI ZERO….IL FUTURO E’ GIA’ OGGI!

 


COMUNICATO STAMPA:
 
Il Presidente della Regione Toscana Rossi ha dichiarato sulla stampa e nel convegno organizzato a Capannori che vuol "riscrivere il Piano Regionale Rifiuti" confrontandosi con l'esperienza di Rifiuti Zero.
Accogliamo positivamente queste dichiarazioni dal momento che troppe volte in passato la Regione Toscana ha fatto finta che non esistessero in maniera concreta ed anche sul proprio territorio pratiche virtuose di molti comuni che hanno già aderito a Rifiuti Zero e che, peraltro, si trovano ad opporsi alle scelte di nuovi impianti d'incenerimento appoggiate dall'assessore regionale Bramerini.
Valga per tutti l'esempi del comune di Greve in Chianti che ha di recente aderito alla strategia rifiuti zero ma deve combattere contro la scelta di costruire un nuovo inceneritore!

Se il presidente Rossi crede in ciò che ha detto deve prendere atto che troppe amministrazioni locali sono ancora ben sotto la soglia di raccolta differenziata del 65% prevista dalla legge nazionale e perciò obbligano, addirittura, i propri cittadini a pagare penali salate per lo smaltimento rifiuti.
La Toscana potrebbe oggi attingere alla preziosa esperienza di Rossano Ercolini (vincitore del Goldman Environmental Prize proprio per Rifiuti Zero e direttore del Centro Ricerca Rifiuti Zero) e del comune di Capannori (primo comune italiano ad aver aderito a Rifiuti Zero) per spingere in avanti la raccolta differenziata sfruttando anche la consulenza di esperti europei come Enzo Favoino che già ha collaborato con tante amministrazioni nel passaggio dalla raccolta stradale al Porta a Porta.
Per quanto riguarda la nostra campagna senz'altro prendiamo sul serio le dichiarazioni del governatore Rossi ma intendiamo rilanciarle per modificare davvero "profondamente" il futuro piano dei rifiuti. Centinaia di cittadini toscani stanno raccogliendo le firme per la Legge d'Iniziativa Popolare per Rifiuti Zero che prevede, tra l'altro, l'obbligatorietà della Raccolta Differenziata Porta a Porta per tutti i comuni e la moratoria sui nuovi impianti d'incenerimento proposti.

Chiediamo alla Regione Toscana di prendere atto di questa realtà innegabile e di anticipare queste proposte nazionali nel proprio futuro Piano Rifiuti.
Al governatore Rossi diciamo che IL FUTURO E' GIA' OGGI! E che i cittadini toscani non intendono sopportare ancora le proposte di nuovi impianti d'incenerimento o dell'ampliamento di quelli esistenti. Per questo la nostra campagna prepara per il prossimo fine settimana ben tre serata di lancio della Proposta di Legge per Rifiuti Zero in alcuni dei luoghi più "caldi" per l'opposizione ai nuovi impianti previsti.

 

IL NOSTRO "RIFIUTI ZERO" TOUR FARA' TAPPA:
VENERDI' SERA A PONTEDERA (si pensi alla proposta del gassificatore di Castelfranco di Sotto);
SABATO POMERIGGIO A FIRENZE (contro l'impianto di Case Passerini);
DOMENICA POMERIGGIO A LIVORNO  (CONTRO I PROGETTI DI NUOVI INCENERITORI)
Seguirà all'inizio della prossima settimana UN INCONTRO A PISA il cui inceneritore funzionante di Ospedaletto è di nuovo salito alla ribalta delle cronache per lo "sforamento" delle emissioni inquinanti.
INSOMMA GOVERNATORE ROSSI NON LE CHIEDIAMO DI "FARE MIRACOLI" MA DI ASCOLTARE LA VOCE DEI SUOI CITTADINI CHE CHIEDONO DAVVERO UNA SVOLTA VERSO RIFIUTI ZERO E VERSO IL FUTURO!

Fabio Lucchesi
Coordinatore Regionale Campagna per la Legge Rifiuti Zero in Toscana

martedì 14 maggio 2013

ERCOLINI sabato 18 Maggio a Capannori





NEL POMERIGGIO INVECE SARA' AL SEMINARIO informativo su Acqua e Rifiuti -alle ore 15.00- a Montecatini Terme

Interventi di:
--> Alessio Ciacci (Capannori)
--> Rossano Ercolini - premio nobel ambiente 2013 - centro ricerca rifiuti zero di Capannori
--> Antonio Esposito (Ass. Alberghi Rifiuti Zero Capri)
--> Luca Martinelli (giornalista di Altraeconomia)
--> Fabrizio Bertini (coordinatore Rifiuti Zero FI PO PT)

Evento Facebook: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=4768839988826&set=a.1203707862751.2025422.1530260390&type=1&relevant_count=1

domenica 12 maggio 2013

LE PIETRE E IL POPOLO




                                                                                                                 
                                                                                                                                                     


                                                                                                                   
CITTADINI AREA FIORENTINA
                                                                                                  
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

Tomaso Montanari storico dell'arte conduce, insieme a tanti altri intellettuali, una battaglia in difesa del patrimonio storico e artistico del nostro Paese.
Alla "valorizzazione" sempre più turistica e privata di quel patrimonio oppone la funzione civile e culturale dei monumenti e delle nostre antiche città in linea con i principi della Carta costituzionale.
"Le Pietre e il popolo" è un durissimo pamphlet contro la retorica del bello e delle città d'arte in un'Italia corrotta da una politica che ci vuole consumatori passivi invece che cittadini partecipi. "Le pietre e il popolo" riguarda chi resiste quotidianamente al saccheggio e alla devastazione del nostro Paese, dei suoi tesori artistici, del suo territorio. Di tutto ciò, proprio a Firenze, gli esempi certo non mancano.
Per questo vi invitiamo a partecipare numerosi alla presentazione del suo libro.






sabato 11 maggio 2013

LE PIETRE E IL POPOLO


                                                                                                                         
                                                                                            CITTADINI AREA FIORENTINA
                                                                                                  
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

Tomaso Montanari storico dell'arte conduce, insieme a tanti altri intellettuali, una battaglia in difesa del patrimonio storico e artistico del nostro Paese.
Alla "valorizzazione" sempre più turistica e privata di quel patrimonio oppone la funzione civile e culturale dei monumenti e delle nostre antiche città in linea con i principi della Carta costituzionale.
"Le Pietre e il popolo" è un durissimo pamphlet contro la retorica del bello e delle città d'arte in un'Italia corrotta da una politica che ci vuole consumatori passivi invece che cittadini partecipi. "Le pietre e il popolo" riguarda chi resiste quotidianamente al saccheggio e alla devastazione del nostro Paese, dei suoi tesori artistici, del suo territorio. Di tutto ciò, proprio a Firenze, gli esempi certo non mancano.
Per questo vi invitiamo a partecipare numerosi alla presentazione del suo libro.



mercoledì 8 maggio 2013

CONOSCERE GLI ALBERI



                                                                                                                                                           
                                                                                                                  



                       
                                                                                                            
                                                                                                                   CITTADINI AREA FIORENTINA
                                                                                                                                                                                                                        COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE


IN COLLABORAZIONE CON

COMITATO  DEI  CITTADINI  QUARTIERE  4  

ITALIA NOSTRA SEZ.FIRENZE

Gli alberi sono un elemento fondamentale del patrimonio del verde urbano ed elemento essenziale e fondamentale della vivibilità nella città contemporanea.  

Purtroppo lo sviluppo della città dell’era industriale ha contribuito a ingenerare l’idea che questi preziosi amici dell’uomo siano solo dei costi e delle fastidiose presenze.

Questo secondo ciclo di incontri che proponiamo dopo il primo della primavera 2011,azioni di racconto/descrizione e informazioni sugli alberi e sui riferimenti normativi di tutela, vuole contribuire a far crescere fra i cittadini una conoscenza/coscienza del mondo degli alberi come premessa fondamentale per riconoscere gli alberi come creature viventi e per accrescere l’interesse alla loro cura e alla loro tutela.

                                                                                                     2° Ciclo di 3 incontri per

  Conoscere, amare, tutelare gli alberi

Primavera 2013
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Giovedì 9 maggio - ore 21.00

La cura dei giardini storici

  con Massimo de Vico Fallani architetto, 

 La cura e la manutenzione dei giardini storici, oltre naturalmente a  quelle proprie dei giardini con-temporanei, presenta problematiche molto complesse e specifiche 

Ne parliamo con Massimo de Vico Fallani che ha maturato una grande esperienza diretta in questo campo, ed  ha curato l’edizione italiana dell’importante volume di M. ROHDE, La cura dei giardini storici. Teoria e prassi, Firenze, Olschki, 2012.

 

Massimo de Vico Fallani è stato funzionario del Ministero per i beni culturali dal 1980 al 2008 ricoprendo la carica di direttore prima dei giardini demaniali fiorentini tra cui quelli di Boboli e delle Ville di Castello, La Petraia e Poggio a Caiano, e quindi dei parchi archeologici demaniali di Roma, fra  i quali quelli del Foro romano e del Palatino e quelli di Ostia antica. Ha progettato il restauro e il recupero di numerosi parchi storici fra i quali quello di villa Archinto alle Forbici a Firenze, i parchi Nemorense, del Colle Oppio, di Villa Chigi, l’Appia Antica a Roma, e il parco del porto di Traiano a Fiumicino.   È autore di numerosi e importanti saggi di storia e restauro dei giardini storici. 

Michael Rohde curatore del volume  è dal 2004 direttore dei giardini della Stiftung Preussische Schlösser und Gärten Berlin Brandenburg, un insieme di 750 ettari di parchi e giardini di particolare importanza storica e artistica.

 bibliotecanova isolotto

 Via Chiusi 4/3 A - Firenze