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domenica 30 novembre 2014

DUE SEMINARI SUL DDL LUPI













 

Il comitato Cittadini Area Fiorentina ha pubblicato un nuovo articolo sul sito.
Per leggerlo clicca qui sotto:

http://cittadiniareafiorentina.wordpress.com/

 



















mercoledì 26 novembre 2014

NO A QUESTI PROGETTI TRANVIARI













 

Il comitato Cittadini Area Fiorentina ha pubblicato un nuovo articolo sul sito.
Per leggerlo clicca qui sotto:

http://cittadiniareafiorentina.wordpress.com/

 















lunedì 24 novembre 2014

REPORT: Hera: una delle più grandi municipalizzate d'Italia

Hera è una delle più grandi municipalizzate d’Italia e gestisce luce, acqua, gas e rifiuti per 250 comuni in Emilia-Romagna, Marche, Veneto e Venezia-Giulia. 
La società ha sede in centro a Bologna in un’area industriale dismessa dove lavorano settecento persone. 
Sulla base di documenti inediti Report è in grado di documentare il livello di inquinamento presente nel suolo di quei terreni e i rischi per la salute a cui, secondo le analisi svolte da Hera stessa ma mai divulgate, i dipendenti sono sottoposti andando a lavorare lì dentro ogni giorno. 
L’inquinamento coinvolge anche alcune falde. Hera è anche un esempio di come vengono scelti i manager che amministrano le grandi municipalizzate dove i requisiti necessari spesso non sono le competenze.

RIVEDI LA PUNTATA SU REPORT

http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-99deeb3f-3b2b-425b-a775-66e4c3a4e5de.html



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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/24/2014 02:11:00 AM




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domenica 23 novembre 2014

FIRENZE COME AIRPORT CITY ?













 

Il comitato Cittadini Area Fiorentina ha pubblicato un nuovo articolo sul sito.
Per leggerlo clicca qui sotto:

http://cittadiniareafiorentina.wordpress.com/

 











venerdì 21 novembre 2014

RIFIUTI ZERO è LA RIVOLUZIONE DEL BUON SENSO :-)

 




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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/21/2014 06:24:00 AM




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mercoledì 19 novembre 2014

PIANO REGIONALE RIFIUTI: 7 inceneritori al posto di 9, SELVAPIANA RIMANE.

La Nazione di mercoledì 19 novembre 2014

Questo l'elenco degli impianti confermati (7 su 9):

  1. Ospedaletto (Pisa)
  2. Picchianti (Livorno)
  3. Poggibonsi
  4. San Zeno (Arezzo)
  5. Montale (Pistoia)
  6. Selvapiana (Rufina) - in attesa di giudizio
  7. Case Passerini (Firenze)

 



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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/19/2014 01:47:00 AM




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martedì 18 novembre 2014

Italia Nostra (Fi) - Comunicato stampa Coordinamento unitario per una politica innovativa sui rifiuti: 'No a colpi di mano.

 

Comunicato stampa Coordinamento unitario per una politica innovativa sui rifiuti: 

'No a colpi di mano. No alla forzata chiusura in Consiglio regionale di un Piano dei rifiuti insostenibile!'

Firenze 18-11-2014


A nome del gruppo di lavoro che ha organizzato il Convegno di Capannori il 16 novembre 2013 e che ha prodotto il ‘Documento unitario per una politica innovativa nella gestione dei rifiuti’, sulla base del quale sono state presentate diverse osservazioni al ‘Piano regionale dei rifiuti’ faccio presente quanto segue:

- Non è accettabile la forzata chiusura del processo di elaborazione del Piano che contraddice la dichiarata volontà del Presidente Enrico Rossi e dell’Assessore Annarita Bramerini, di garantire un confronto democratico per la condivisione dello stesso Piano.

- Tutti gli emendamenti da noi proposti sono stati respinti.

- Non è accettabile una previsione di produzione di rifiuti che non tenga conto delle esperienze positive maturate da 23 comuni virtuosi toscani, mettendo a sistema le buone pratiche attuate da quelle stesse Amministrazioni.

- Il sovradimensionamento della produzione dei rifiuti già da oggi, fino al 2020, è funzionale solo alla riconferma dell’attuale sistema di gestione toscano, ormai sorpassato dai fatti.

- Non è accettabile che la Toscana si ponga come obbiettivo al 2020 una produzione di rifiuti pro capite che è superiore di 150 kg, già oggi, della stessa produzione pro capite della Regione Lombardia.

- Deve esser chiaro che gli effetti nocivi di un Piano vecchio e obsoleto non si fermano al 2020, ma produrranno effetti nefasti per molti anni a venire.

Per questi motivi chiediamo di rinviare la sua approvazione in Consiglio regionale e di aprire il confronto promesso e non mantenuto, dato che questo Piano rimanda a un modello di sviluppo
insostenibile.

Il presente documento è stato inviato a tutti Consiglieri regionali della Toscana

Per il "Coordinamento unitario per una politica innovativa sui rifiuti"

Mariarita Signorini

Consigliere nazionale Italia Nostra

Vicepresidente di Firenze

margi.signorini@gmail.com

www.italianostra.org

www.italianostrafirenze.wordpress.com
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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/18/2014 04:03:00 AM




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mercoledì 12 novembre 2014

UNA FABBRICA DEI MATERIALI CHE VORREMMO ANCHE PER LA VALDISIEVE

Accam: da inceneritore a fabbrica di materiali

Un progetto innovativo, il primo in Italia: tarsformare un inceneritore in una fabbrica dei materiali. E' il sogno dei sindaci di 5 piccoli comuni nostro territorio (Buscate, Canegrate, Castano Primo, Magnago e Vanzaghello) dopo un incontro in Regione. Di seguito il comunicato diffuso in giornata.


Nel corso di un cordiale e proficuo incontro tenutosi il 4 novembre al Pirellone, i sindaci di Buscate, Canegrate, Castano Primo, Magnago e Vanzaghello hanno illustrato all’assessore regionale Terzi come, a seguito dell’evoluzione delle ipotesi di intervento formulate dal “tavolo tecnico” relative all’impianto Accam siano rimaste in campo due sole ipotesi: la prima, caldeggiata dai Sindaci della delegazione presente all’incontro, prevede la sola Fabbrica dei Materiali (senza revamping), la seconda prevede la Fabbrica dei Materiali più il revamping di una linea.

Le ragioni della netta preferenza dei Sindaci presenti per lo scenario della sola Fabbrica dei Materiali (senza revamping) deriva dalla convinzione, maturata collegialmente nel corso di questi mesi, che sia la soluzione che meglio risponde a criteri di fattibilità tecnica, minor impatto e, soprattutto, di sostenibilità economica: il solo impianto di selezione a freddo, per le sue caratteristiche di flessibilità, permette di raggiungere il break even anche in presenza di fattori critici (minor numero di utenti serviti o maggiore quota di raccolta differenziata).
Si sono infatti esplicitate le criticità economiche dello scenario “fabbrica dei materiali più revamping” che prevede 24 milioni aggiuntivi rispetto all’ipotesi che non contempla il revamping (13 milioni per la sola fabbrica dei materiali contro i 37 milioni per revamping più fabbrica dei materiali) ma anche risorse economiche aggiuntive da inserire nel business plan, ossia prevedere adeguati fondi per sostenere i costi della futura bonifica ambientale così come gli effetti patrimoniali della progressiva dismissione dell’inceneritore.
Tali costi, non adeguatamente evidenziati in questi mesi nell’elaborazione e valutazione degli scenari, sono stati portati anche formalmente all’attenzione di Accam (p. es. dal Comune di Buscate), allo scopo di sottolineare l’ulteriore divario economico tra le due ipotesi.

Nell’incontro è stata affrontata anche la questione della proceduta di AIA pendente: il dirigente ha confermato che la stessa risulta “in itinere” a seguito della richiesta di sospensiva inoltrata a suo tempo e l’assessore Terzi ha ribadito la necessità che i Sindaci ed i Consigli Comunali abbiano tutti gli elementi a disposizione e si prendano tutto il tempo necessario per arrivare ad una proposta meditata, sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico e, per quanto possibile, condivisa dalla maggior parte del territorio.
L’attenzione al territorio ed alle sue istanze e proposte è stata più volte ribadita dall’Assessore Terzi che ha sottolineato le decisioni strategiche della Regione Lombardia che vanno nella direzione di non
incrementare, anzi contenere e ridurre, le attuali potenzialità degli inceneritori esistenti.

Nel corso dell’incontro si è anche preso atto delle criticità e dei problemi che possono derivare dalla approvazione dell’art. 35 del c.d. decreto “sblocca Italia” dell’attuale Governo cui la Regione Lombardia, così come molti Comuni del territorio, si è opposta.
Tale articolo prevede infatti che gli inceneritori individuati su proposta del Ministro dell’Ambiente siano ricettivi dei rifiuti urbani prodotti su tutto il territorio nazionale sino a saturazione del carico termico dell’impianto, non sussistendo più vincoli di bacino per gli stessi impianti.

L’assessore Terzi ha manifestato la propria disponibilità ad un incontro con tutti i Sindaci del territorio per illustrare le più recenti statistiche relative alla tendenza nella produzione di rifiuti (quote raccolta differenziata, produzione pro capite ecc) e per riaffermare le linee strategiche della Regione Lombardia in merito alla situazione degli impianti di incenerimento.

Concludendo l’incontro la struttura della Direzione Regionale si è presa l’impegno di verificare se ci sia la possibilità di attingere a risorse europee per sostenere il progetto innovativo (primo caso in Italia) di trasformazione di un inceneritore in una fabbrica dei materiali.

I Sindaci hanno ringraziato l’assessore Terzi per la disponibilità e la volontà di collaborazione attiva dimostrate ancora una volta.

 

MARINA PISONI (Sindaco Buscate)
ROBERTO COLOMBO (Sindaco Canegrate)
GIUSEPPE PIGNATIELLO (Sindaco Castano Primo)
CARLA PICCO (Sindaco Magnago)
LEOPOLDO GIANI (Sindaco Vanzaghello)


Pubblicato il 10/11/14 - 654 visualizzazioni

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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/12/2014 06:33:00 AM




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martedì 11 novembre 2014

Carrara tra paura e rabbia

 

di Marco Rovelli, il manifesto 10.11.2014

 

Alluvione . Scuole chiuse e evacuazioni. I cittadini in assemblea nella sala occupata del comune

 

C’era allarme per una nuova allu­vione, a Car­rara, dopo lo choc di mer­co­ledì scorso, la terza grande allu­vione in 11 anni. Scuole chiuse per l’allerta meteo, paura dif­fusa, ordine di eva­cua­zione in alcune zone di Marina di Car­rara per chi abita al primo piano e negli inter­rati, cen­tro di acco­glienza pre­di­spo­sto alla Fiera Marmi Mac­chine. Per for­tuna sta­volta non si è ripe­tuto il peg­gio, il tor­rente Car­rione non ha eson­dato di nuovo. Ma la rab­bia sol­le­vata dall’inondazione non si è esau­rita. Da sabato scorso molti cit­ta­dini di Car­rara hanno occu­pato la sala di rap­pre­sen­tanza del Comune, decisi a non smo­bi­li­tare fin­ché il sin­daco Zub­bani, socia­li­sta, e la sua giunta di cen­tro­si­ni­stra, non si pren­de­ranno la pro­prie respon­sa­bi­lità. E la sola forma pos­si­bile di rico­no­scere quelle respon­sa­bi­lità sono le dimissioni.

Di fronte a due­mila per­sone che gri­da­vano la pro­pria rab­bia, sabato il sin­daco ha saputo dire solo che lui e la sua giunta non si sen­tono respon­sa­bili per l’alluvione. Per­ché la costru­zione dell’argine crol­lato, e la sua manu­ten­zione, spet­ta­vano alla Pro­vin­cia, alla quale il Comune aveva segna­lato i pro­blemi dell’argine. Ma que­sta posi­zione pila­te­sca è suo­nata come una beffa a chi non ne può più di un ter­ri­to­rio deva­stato da molti, troppi punti di vista (senza con­si­de­rare che non solo secondo il buon senso ma anche secondo la legge il sin­daco è tenuto a inter­ve­nire in caso di emer­genze per pre­ser­vare l’integrità del territorio).

Per rico­struirlo, que­sto ter­ri­to­rio, e pren­dersi cura del bene comune, si è costi­tuita così un’Assemblea Per­ma­nente — nome che richiama, magari inav­ver­ti­ta­mente, quello di una delle più impor­tanti forme di mobi­li­ta­zione popo­lare della terra apuana negli scorsi decenni, quell’Assemblea Per­ma­nente dei cit­ta­dini con­tro la Far­mo­plant e il polo chi­mico, che negli anni ottanta evi­den­ziò in maniera dram­ma­tica il con­flitto tra ambiente e lavoro — ma più pre­ci­sa­mente: tra ambiente e capi­tale. Ora, que­sto con­flitto torna in maniera viru­lenta, per­ché ormai è chiaro a tutti che par­lare di straor­di­nari eventi atmo­sfe­rici è solo un modo per occul­tare le que­stioni strut­tu­rali. A par­tire dalla deva­sta­zione che gli indu­striali del marmo hanno fatto del ter­ri­to­rio: solo pochi giorni fa, il geo­logo Chessa ha ricor­dato ancora una volta in un con­ve­gno come come que­sti disa­stri fos­sero evi­ta­bili, e come lo stesso argine era inu­tile senza con­te­stuali rilo­ca­liz­za­zioni delle seghe­rie e ripri­stino delle aree di eson­da­zione: invece un’ansa del fiume è stata tra­sfor­mata in piaz­zale di una seghe­ria, e sono state pure pre­vi­ste nuove costru­zioni. E, cosa ancora più impor­tante, ha ricor­dato come siano i detriti dell’estrazione del marmo a inta­sare il tor­rente. Ma gli inte­ressi dei padroni del marmo non si toccano.

Ecco, di que­ste tema­ti­che che per lungo tempo da que­ste parti sono state patri­mo­nio solo degli ambien­ta­li­sti, pare che la presa di coscienza tra la cit­ta­di­nanza sia, final­mente, sem­pre più dif­fusa: l’intervento del rap­pre­sen­tante di Sal­viamo le Apuane, che ricorda come gli ambien­ta­li­sti da anni affer­mano che la deva­sta­zione delle mon­ta­gne è respon­sa­bile degli eventi, e pro­pone di orga­niz­zare insieme un incon­tro su que­sti temi nella sala del Comune, viene accolto da un lungo applauso. L’assemblea, allora, si pro­pone di andare a esa­mi­nare tutte le varie «cri­ti­cità», come dice qual­cuno, del ter­ri­to­rio. Un gruppo lavora a un dos­sier che affermi le nume­rose irre­go­la­rità nella gestione del ter­ri­to­rio, evi­den­zian­done le respon­sa­bi­lità poli­ti­che. E si chiede la messa in opera di un piano di sicu­rezza del ter­ri­to­rio. Agli indu­striali del marmo viene chie­sto un con­tri­buto spe­ciale, in quanto si arric­chi­scono «col nostro marmo». E qui, un altro lungo applauso: la que­stione del marmo come bene comune comin­cia a diven­tare coscienza diffusa.

Nell’assemblea è pal­pa­bile un’allergia alla «poli­tica», dove il ter­mine poli­tica è asso­ciato imme­dia­ta­mente alla «par­ti­to­cra­zia» delle isti­tu­zioni. I par­titi e i gruppi poli­tici, qui, non sono ammessi. Ma, poi­ché dall’assemblea non si esi­gono trat­tati di filo­so­fia poli­tica, resta il fatto che qui, nella sala occu­pata del Comune, si sta pro­vando final­mente a fare della buona poli­tica, pren­den­dosi cura del bene comune invece che dei vari gruppi d’interesse e poten­tati eco­no­mici che hanno spa­dro­neg­giato per troppo tempo. E che qui ci si occupa del bene comune è chiaro a tutti, non essen­dosi mai vista nella sala del Comune così tanta gente alle assem­blee. Tanto è vero che un por­ta­voce dell’assemblea, applau­dito da tutti, parla di que­sta espe­rienza come scin­tilla per altre realtà. E, a chi ha a cuore le con­ti­nuità sto­ri­che, non pos­sono non venire alla mente le spe­ranze dei moti anar­chici del 1894, di essere una «scin­tilla» che da Car­rara avrebbe inne­scato un pro­cesso rivo­lu­zio­na­rio in tutto il paese.

 

fonte foto: 



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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/11/2014 04:11:00 AM




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lunedì 10 novembre 2014

Convegno 8 Novembre - Documento conclusivo


Alluvione di Carrara

Cronaca dell’ennesimo disastro annunciato

Sulla pelle di migliaia di carraresi che hanno perso tutto, non solo le case, i negozi  e le cose costategli i sacrifici di una vita ma ormai anche la fiducia nel futuro e nella politica , è  iniziato puntualmente dopo la prima goccia d’acqua, il festival dello scaricabarile da parte dei nostri rappresentanti istituzionali :
-        il Sindaco Zubbani che scarica tutto sulla Provincia , ignorando le denunce dei  cittadini ed anche dei Vigili del Fuoco (gennaio 2013), dimentico del suo  ruolo di controllore  oltre che di pianificatore urbanistico
-          l’ex Presidente ed ex Commissario della Provincia Angeli che – naturalmente -  imputa tutto ai tecnici
-          il Presidente Rossi , il recidivo che ha permesso la costruzione del nuovo Ospedale unico in una zona ad alto rischio idrogeologico, che come al solito snocciola cifre stanziate e da stanziare (come se queste fossero i principali indicatori di un’opera!) il quale  non più di un mese fa , con una sicumera granitica, rispondeva a una cittadina magnificando l’ampliamento del Porto che restringerà ulteriormente la foce del Carrione
-          per finire,  alcuni industriali sul Carrione che si lamentano e minacciano denunce (e possiamo anche comprenderli umanamente ) ma dimenticano di aver costruito qualche decina di anni fa  in una zona agricola che poi, guarda caso, è diventata produttiva grazie all’accondiscendenza di irresponsabili  amministratori comunali e  nonostante le proteste e i  rischi (puntualmente verificatisi)  paventati dagli ambientalisti
E potremmo continuare.  
Non si è rotto solo un argine malfatto a Carrara .  
Troppo comodo , autoassolutorio e intellettualmente disonesto puntare da parte dell’Amministrazione  tutto sull’argine . È vero l'argine è crollato ed ha fatto danni ingentissimi per i quali è giusto che i responsabili  paghino penalmente e civilmente  ma a Carrara il 5 novembre non c'è stato solo quello .
Le denunce sul grave stato di degrado , abbandono e alterazione dell’intero bacino idrografico del torrente Carrione sono state innumerevoli , sia da parte dei cittadini e delle associazioni che dei diversi organi preposti . Basta sfogliare i quotidiani degli ultimi trent’anni !
Ostruzione a monte di canali e fossi da parte di un’attività marmifera troppo spesso non controllata, alterazione del reticolo idrografico superficiale a monte e a valle , restringimento dell’alveo (già stretto)  in pianura (vedi anche interventi recenti al Fiorino) , mancato recupero paesaggistico delle cave abbandonate con conseguente riforestazione,totale abbandono della consistente superficie boscata  a monte, impermeabilizzazione generalizzata del suolo a valle , nuove previsioni urbanistiche che prevedono 1.400 abitanti a Villa Ceci (?) , nuovi capannoni nelle aree  esondabili di Battilana e Anderlino, questi sono i fatti che denotano quanto sia sconosciuta agli amministratori carraresi una  parola chiave per gestire una moderna città :  PIANIFICAZIONE !
E per finire , la irremovibile insistenza in questi ultimi dieci anni a  voler costruire un porto turistico alla foce del Lavello e ad ampliare il porto commerciale con conseguente restringimento della foce del Carrione !
Questa si chiama solo pura FOLLIA !
Nonostante una sonora bocciatura dei Ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali  , una copiosa documentazione scientifica prodotta , le numerose conferenze e  manifestazioni contrarie di cittadini e associazioni (anche con percorsi partecipati finanziati dell’ente pubblico) , ma con la convinta  complicità di Provincia e Regione, il Comune continua a sostenere un progetto inutile e dannoso non solo per l’ambiente ma per la nostra economia .
Il Presidente Rossi non faccia quindi  tanto l’indignato su quanto accaduto .!
Con chi conosce bene i fatti la sua falsa indignazione non regge !
Perché più volte Rossi è stato messo sull’avviso sia per iscritto che di persona  su quanto poteva accadere .
Gli amministratori locali (e spesso regionali) ignorano che il territorio è un organismo complesso, fatto di tante interdipendenze e di equilibri  molto precari .  
Per la mancanza di un approccio olistico, compiono lo stesso errore di chi vorrebbe combattere l’inquinamento atmosferico utilizzando bombole di ossigeno (anzi che rimuovere la causa) ritenendo che con il solo approccio tecnologico (in questo caso l’argine) si possano risolvere tutti i problemi !
Con questa logica, considerati i cambiamenti climatici, dovremmo costruire argini sempre più alti e sempre più costosi ! Con il parallelo aumento del rischio per la popolazione .
La mancata consapevolezza delle dinamiche ecologiche e idrogeologiche presenti sul territorio da parte di chi avrebbe dovuto governarlo  ci ha portato a questo sfacelo .
Chi governerà questa città dovrà avere il coraggio civile di rimettere mano al Piano Strutturale per rimuovere tutte le criticità denunciate sopra  programmando ,in primis , la rimozione di tutte le ostruzioni  sull’alveo a monte e in città (fino a Nazzano) ,  l’allargamento dell’alveo tra Avenza e Marina con la delocalizzazione in Zona Industriale delle segherie presenti sull’argine dx, l’allargamento della foce e l’eliminazione di  buona parte del  Piazzale Città di Massa (che la ostruisce sia in orizzontale che in verticale) , l’inedificabilità della Villa Ceci .
Sarebbe lungo l’elenco di esempi di malgoverno  accaduti a  Carrara negli ultimi anni (chiusura di tutti i cinema e teatri, abbattimento del giardino pubblico e dell’Hotel Mediterraneo, il mancato recupero del Carrara Marble Hotel, lo stallo del nuovo  regolamento degli  agri marmiferi e il mantenimento delle rendite parassitarie, la svalutazione della risorsa “marmo” con l’aumento dell’export dei grezzi e non dei lavorati, la cultura e la scultura ridotte a cenerentole, l’ abbandono e la crisi economica del centro storico, la mancanza di percorsi ciclabili, l’erosione degli spazi verdi pubblici, l’abbruttimento estetico  con l’occupazione di spazio pubblico di indegni dehors , ecc,  ecc, ecc) .
Un fatto è certo .
Questa ultima alluvione ha decretato  definitivamente lo stato di totale incapacità , incompetenza , faciloneria, sciatteria, arroganza (vedi le risposte del Sindaco a tremila persone in piazza), scelleratezza  e irresponsabilità dell’Amministrazione comunale  e dei partiti che la sostengono (PD,PRC,PSI,SEL) i quali ,purtroppo,  hanno dimostrato  ampiamente in questi ultimi anni  di non essere in grado di  selezionare persone idonee a governare una città con un territorio certamente complesso.
Confidiamo in un loro sussulto di dignità .
Per il bene della città, per offrire ancora un minimo di fiducia nelle Istituzioni ai vostri concittadini demoralizzati e avviliti, e soprattutto ai più giovani  DIMETTETTEVI !

Riccardo Canesi (Docente di Geografia)



Carrara 10.11.2014 

venerdì 7 novembre 2014

COMUNICATO STAMPA - RETE VALDISIEVE E ITALIA NOSTRA FI "SBLOCCA ITALIA" - STOP ART. 35

Il cosiddetto decreto “Sblocca Italia” è appena stato approvato al Senato con 157 voti favorevoli e 110 contrari (in molti invece sono usciti). Secondo l’attuale art. 35, entro il 13 Dicembre 2014, il Presidente del Consiglio con proprio decreto  individuerà gli "impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, esistenti o da realizzare, " definendoli un sistema integrato e “moderno” di gestione dei rifiuti e addirittura “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente” (cioè: aree di possibile militarizzazione).

In realtà le  soluzioni delineate nel decreto Sblocca “Italia” sono obsolete e contrarie alla gerarchia stabilita dalla normativa italiana ed europea in materia di rifiuti, per i seguenti motivi:

  • non si prende in considerazione il fatto che oggi, in Italia, disponiamo di tecnologie in grado di trattare ogni tipologia di rifiuti, compresi quelli indifferenziati. Tali impianti – a freddo- consentono di chiudere il ciclo senza discariche e inceneritori, conseguentemente senza la produzione di scorie e ceneri pericolose da dover collocare in discariche speciali (oggi inesistenti).
  • per rispettare la richiamata gerarchia, non si dovrebbero realizzare nuovi inceneritori, bensì l'impiantistica innovativa per la selezione, il recupero e il riciclo delle “materie seconde” contenute nei rifiuti, con la quale si creeranno  nuovi posti di lavoro: esperti stimano fino a 190 mila adottando le opportune tecnologie.

         Al contrario il decreto “Sblocca Italia” si preoccupa unicamente di soddisfare gli interessi delle lobby inceneritoriste e non prende minimamente in considerazione, per trattare i rifiuti indifferenziati, le tecnologie che sono molto più sostenibili sotto il profilo ambientale e molto più produttive sotto il profilo economico.

 Inoltre “tutti gli impianti  devono essere autorizzati a saturazione del carico termico”,  consentendo di bruciare rifiuti urbani e speciali provenienti da tutta l’Italia, con la conseguenza di disincentivare la raccolta differenziata.

            Questo significa che la Valdisieve, che ha raggiunto buoni livelli di raccolta differenziata e che, per la mancanza di rifiuti da bruciare ha visto i Sindaci locali cancellare in linea teorica l’impianto dei Cipressi a Selvapiana –Rufina (in quanto non più sostenibile sul piano economico), potrebbe vedere riemergere il progetto  grazie all'importazione dei  rifiuti  da altre aree toscane e non.

 

           Con queste premesse, riusciranno i nostri sindaci a mantenere la loro posizione contraria all’impianto e ad attivarsi per:    

-          - la realizzazione di impianti di trattamento “a freddo” che permettono di chiudere il ciclo dei rifiuti recuperando materia ed avviare il percorso di Riciclo Totale sul nostro territorio o a livello di ATO, scongiurando così  il pericolo dell’ulteriore inquinamento ambientale che si avrebbe dal trasporto dei rifiuti da tutta l’Italia.

 

IERI SERA IL SENATO, APPROVANDO IL DECRETO, NON HA AVALLATO SOLO L’ART. 35, MA ANCHE TUTTI GLI ALTRI CHE, IN SINTESI, FAVORISCONO LE SOLITE LOBBY DEL CEMENTO, DEL PETROLIO, DEGLI INCENERITORI, DELLE AUTOSTRADE, ECC……. E SICCOME QUESTO NON BASTAVA, SI DIMINUIRANNO I CONTROLLI, LE MISURE AMBIENTALI E I TEMPI PER LE APPROVAZIONI DI PROGETTI, VIA E VAS.  

 

PIÚ CHE SBLOCCA ITALIA CI SEMBRA 

UNO SFASCIA ITALIA!

 

 



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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/07/2014 08:27:00 AM




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lunedì 3 novembre 2014

PETIZIONE CONTRO L'ART. 35 DELLO SBOCCA ITALIA CHE FAVORISCE GLI INCENERITORI

 

Chiediamo


di stralciare l'art 35 del decreto "Sblocca Italia" e riformulare un nuovo articolo che disponga:

 
a) la realizzazione di impianti che permettono di chiudere il ciclo dei rifiuti recuperando materia ed avviare il percorso di Riciclo Totale su tutto il territorio nazionale.

 
b) il trattamento dei rifiuti differenziati e indifferenziati all’interno del bacino regionale in cui vengono prodotti, eliminando l’inquinamento ambientale derivante dal trasporto dei rifiuti fuori regione.

23 Settembre 2014

 

LINK DELLA PETIZIONE QUI: 
https://www.change.org/p/no-a-nuovi-inceneritori-in-italia-no-alla-rete-nazionale-degli-inceneritori

 

AIUTACI A DIVULGARLA 

 

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PER APPROFONDIRE:

 

QUESTO L'ART. 35 del Decreto 133/21014 detto "Sblocca Italia"

 

Art. 35. Misure urgenti per l'individuazione e la realizzazione di impianti di recupero di energia, dai rifiuti urbani e speciali, costituenti infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale

1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, individua, con proprio decreto, gli impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, esistenti o da realizzare per attuare un sistema integrato e moderno di gestione di tali rifiuti atto a conseguire la sicurezza nazionale nell'autosufficienza e superare le procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore. Tali impianti, individuati con finalita' di progressivo riequilibrio socio economico fra le aree del territorio nazionale concorrono allo sviluppo della raccolta differenziata e al riciclaggio mentre deprimono il fabbisogno di discariche. Tali impianti di termotrattamento costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente.

2. Tutti gli impianti, sia esistenti che da realizzare, devono essere autorizzati a saturazione del carico termico, come previsto dall'articolo 15 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n.46. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorita' competenti provvedono ad adeguare le autorizzazioni integrate ambientali.

3. Tutti gli impianti di nuova realizzazione dovranno essere realizzati conformemente alla classificazione di impianti di recupero energetico di cui al punto R1 (nota 4), allegato C, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n.152.

4. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorita' competenti provvedono a verificare la sussistenza dei requisiti per la loro qualifica di impianti di recupero energetico R1, revisionando in tal senso e nello stesso termine, quando ne ricorrono le condizioni, le autorizzazioni integrate ambientali.

5. Ai sensi del decreto legislativo n.152 del 2006 e successive modificazioni non sussistendo vincoli di bacino per gli impianti di recupero, negli stessi deve essere data priorita' al trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel territorio nazionale e a saturazione del carico termico, devono essere trattati rifiuti speciali non pericolosi o pericolosi a solo rischio sanitario, adeguando coerentemente le autorizzazioni integrate ambientali alle presenti disposizioni nei termini sopra stabiliti.

6. I termini previsti per l'espletamento delle procedure di espropriazione per pubblica utilita', di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale degli impianti di cui al comma 1, sono ridotti alla meta'. Se tali procedimenti sono in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono ridotti della meta' i termini residui.

7. In caso di mancato rispetto dei termini di cui ai commi 2, 4, 5 e 6 si applica il potere sostitutivo previsto dall'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131.

 

QUI L'ANALISI CHE NE FA ENZO FAVOINO della Scuola Agraria del Parco di Monza che fa parte del Comitato Scientifico del Centro di ricerca RIFIUTI ZERO (http://www.rifiutizerocapannori.it/rifiutizero/comitato-scientifico/). 


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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 11/03/2014 08:56:00 AM




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