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mercoledì 27 agosto 2014

Commissione Europea: obiettivi di riciclaggio più ambiziosi

Per passare a un'economia circolare con più occupazione e crescita sostenibile

164-14 - Commissione Europea: obiettivi di riciclaggio più ambiziosi

La Commissione Europea ha adottato alcune proposte intese a sviluppare un'economia più circolare in Europa e a promuovere il riciclaggio negli Stati membri. Il conseguimento dei nuovi obiettivi in materia di rifiuti creerebbe 580000 nuovi posti di lavoro, rendendo l'Europa più competitiva e riducendo la domanda di risorse scarse e costose. Le misure proposte, che consentirebbero peraltro di ridurre l'impatto ambientale e le emissioni di gas a effetto serra, prevedono il riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e dell'80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025, il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili. Tra gli obiettivi figura anche la riduzione dei rifiuti marini e alimentari.

L'innalzamento degli obiettivi in materia di rifiuti nelle direttive esistenti rientra nell'ambizioso sforzo di realizzare una transizione fondamentale da un'economia lineare a una più circolare. La nuova visione propone un modello economico diverso, dove le materie prime non vengono più estratte, utilizzate una sola volta e gettate via. In un'economia circolare i rifiuti spariscono e il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio diventano la norma. Prolungare l'uso produttivo dei materiali, riutilizzarli e aumentarne l'efficienza servono anche a rafforzare la competitività dell'UE sulla scena mondiale. Tale approccio è delineato in una comunicazione che spiega come l'innovazione nei mercati dei materiali riciclati, nuovi modelli imprenditoriali, la progettazione ecocompatibile e la simbiosi industriale possano permetterci di passare a una società e a un'economia a "rifiuti zero".

rifiuti

 

Janez Potočnik, Commissario per l'Ambiente, ha dichiarato: "Nel XXI secolo, caratterizzato da economie emergenti, milioni di consumatori appartenenti alla nuova classe media e mercati interconnessi, utilizziamo ancora sistemi economici lineari ereditati dal XIX secolo. Se vogliamo essere competitivi dobbiamo trarre il massimo dalle nostre risorse, reimmettendole nel ciclo produttivo invece di collocarle in discarica come rifiuti. Il passaggio a un'economia circolare, oltre ad essere possibile, è redditizio, ma non avverrà senza le politiche giuste. Per realizzare gli obiettivi proposti per il 2030 bisogna agire da subito per accelerare la transizione verso un'economia circolare e sfruttare le opportunità commerciali e occupazionali che offre."

Máire Geoghegan-Quinn, Commissaria europea per la ricerca, l'innovazione e la scienza, ha dichiarato: "La ricerca e l'innovazione sono essenziali per il successo dell'economia circolare, ed è per questo che oggi proponiamo un approccio coerente. Oltre a fornire un quadro normativo di sostegno, il nuovo programma Orizzonte 2020 apporterà il know-how necessario per dar vita nell'UE a un'economia a basse emissioni di carbonio efficiente nell'impiego delle risorse, verde e competitiva."

La comunicazione indica come da un uso più efficiente delle risorse deriveranno nuove opportunità di crescita e occupazione. Una progettazione innovativa, prodotti migliori e più resistenti, processi produttivi più efficienti e sostenibili, modelli imprenditoriali lungimiranti e i progressi tecnici per trasformare i rifiuti in una risorsa concorreranno ad accrescere l'efficienza. Il pacchetto che accompagna la comunicazione intende creare il contesto che consentirà di trasformare in realtà l'economia circolare, con politiche meglio interconnesse, una regolamentazione intelligente e il sostegno attivo delle attività di ricerca e innovazione. Ciò permetterà di sbloccare gli investimenti e attrarre i finanziamenti, incentivando nel contempo la partecipazione dei consumatori e il coinvolgimento più intenso delle imprese. Il pacchetto suggerisce inoltre di misurare la produttività delle risorse in base al rapporto tra PIL e consumo di materie prime, proponendo di individuare nell'aumento del 30% di tale produttività entro il 2030 un possibile obiettivo principale da inserire nella prossima revisione della strategia Europa 2020.

Queste iniziative sono accompagnate dalle rispettive comunicazioni che riguardano:

§  un'iniziativa sull'occupazione verde;

§  un piano d'azione verde per le PMI;

§  le opportunità per un uso efficiente delle risorse nel settore edilizio.

Tutte queste iniziative consentiranno di rinnovare l'agenda sull'impiego efficiente delle risorse per i prossimi anni. Le proposte legislative passeranno ora al Consiglio e al Parlamento europeo.

I progressi nel conseguimento dell'obiettivo relativo alla produttività delle risorse saranno monitorati nell'ambito del semestre europeo per la governance economica. Tale obiettivo va considerato nel contesto della revisione intermedia della strategia Europa 2020. Gli sforzi in materia di ricerca e innovazione nel campo dell'economia circolare saranno intensificati. Il quadro politico per la promozione dell'economia circolare sarà ulteriormente sviluppato nel corso dei prossimi anni.

Le proposte legislative riguardano principalmente la direttiva quadro sui rifiuti, la direttiva sulle discariche e la direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. Oltre a rivedere gli obiettivi, le proposte mirano a semplificare la legislazione in materia di rifiuti e a intensificare la cooperazione tra Commissione e Stati membri, al fine di garantire una migliore attuazione. Saranno definite le condizioni operative minime per i regimi di responsabilità estesa del produttore e saranno adottati approcci su misura per flussi di rifiuti specifici, quali ad esempio i rifiuti marini, il fosforo, i rifiuti da costruzione e demolizione, gli alimenti, i rifiuti pericolosi e la plastica.

ciclo produzione

La transizione verso un'economia circolare è al centro dell'agenda per l'efficienza delle risorse stabilita nell'ambito della strategia Europa 2020 sulla crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Con la tabella di marcia verso un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse, presentata nel 2011, la Commissione ha proposto un quadro d'azione e ha sottolineato la necessità di un approccio integrato in molti settori d'intervento e a più livelli. Le idee principali della tabella di marcia sono state ulteriormente sviluppate nel programma d'azione generale per l'ambiente (7° PAA), il cui obiettivo prioritario è trasformare l'Unione in un'economia a basse emissioni di carbonio, efficiente nell'impiego delle risorse, verde e competitiva. La Piattaforma europea sull'efficienza nell'impiego delle risorse, che riunisce governi, imprese e organizzazioni della società civile, è un'iniziativa di alto livello che esorta ad agire per progredire verso un'economia circolare, che impone un maggiore ricorso al riutilizzo e al riciclaggio di alta qualità per ridurre la dipendenza dalle materie prime primarie.

Nel 7° PAA gli Stati membri e il Parlamento europeo hanno deciso di stabilire indicatori e definire obiettivi per l'efficienza delle risorse, nonché di valutare se sia opportuno includere un indicatore e un obiettivo principali nel semestre europeo. Ampie consultazioni hanno evidenziato che la produttività delle risorse, intesa come rapporto tra PIL e consumo di materie prime, è ritenuta l'indicatore più idoneo per un eventuale obiettivo di efficienza delle risorse. Si prevede già che tra il 2014 e il 2030, a scenario immutato, la produttività delle risorse nell'UE aumenterà del 15%. L'adozione di politiche volte a promuovere la transizione verso un'economia più circolare, come richiesto dalla Piattaforma europea sull'efficienza nell'impiego delle risorse, potrebbe raddoppiare questa percentuale, incentivando nel contempo crescita e occupazione.

Per chi vuole approfondire:

§  Domande e risposte sulla comunicazione della Commissione "Verso un'economia circolare"MEMO/14/450

§  Politica ambientale e industriale: vivere e lavorare in edifici migliori IP/14/764

§  Domande e risposte sull'edilizia sostenibile MEMO/14/451

§  Occupazione: la Commissione delinea le misure per massimizzare le opportunità di lavoro nell'economia verde IP/14/765 & MEMO/14/446

§  Piano d'azione verde per le PMI: trasformare le sfide ambientali in opportunità di businessIP/14/766

§  Piano d'azione verde per le PMI: ripresa duratura di pari passo con un'economia europea efficiente nell'impiego delle risorse MEMO/14/452

§  http://ec.europa.eu/environment/circular-economy/

§  http://ec.europa.eu/environment/waste/target_review.htm

§  All'indirizzo http://www.tvlink.org è disponibile materiale audiovisivo.


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RAPPORTO ISPRA SUI RIFIUTI: Meno rifiuti in Europa

Il Rapporto Rifiuti Urbani di Ispra conferma la riduzione della quantità di rifiuti urbani prodotti nei 28 paesi membri dell'Unione Europea

169-14 Meno rifiuti in Europa

Produzione rifiuti urbani in UE

Il Rapporto Rifiuti Urbani di Ispra, recentemente pubblicato, fornisce una panoramica generale sul mondo dei rifiuti.

Il rapporto di Ispra prende in considerazione le quantità di rifiuti prodotte, le percentuali di raccolta differenziata, le modalità di gestione dei rifiuti in Europa ed in Italia, nonchè  la tariffazione e la valutazione dei costi di gestione dei serizi di igiene urbana a livello nazionale.

Questa ARPATnews presenta i dati sui rifiuti a livello europeo, partendo dalle informazioni contenute nel Rapporto Rifiuti Urbani 2014, e costituisce la prima ARPAT news di una serie che affronterà il tema guardando ai dati nazionali e a quelli regionali.

Il rapporto ISPRA conferma che, anche nel 2012, si è avuta una riduzione dei rifiuti urbani prodotti nei paesi membri dell’Unione Europea.

Si tratta di una flessione del 2,4%, si passa così da quasi 253 milioni d tonnellate a circa 246,8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani prodotti a livello europeo.

Prendendo in considerazione tutti gli stati membri dell’Unione Europea, ( UE a 28), emerge che il 67,2 % dei rifiuti (pari a 165,8 milioni di tonnellate) vengono prodotti in cinque stati europei:

§  Italia

§  Spagna

§  Regno Unito

§  Germania

§  Francia.

Tra i nuovi stati membri (nsm), invece, i maggiori produttori risultano essere:

§  Polonia (circa 12,1 milioni di tonnellate),

§  Romania (7,8 milioni di tonnellate),

§  Ungheria (quasi 4 milioni di tonnellate).

Analizzando il dato di produzione pro capite osserviamo una grande variabilità, si va dai 279 kg /abitante per anno dell’Estonia ai 668 kg/abitante per anno della Danimarca.

Il pro capite dei vecchi paesi UE (UE a 15) si attesta, in media, su 523 kg/abitante anno mentre nei nuovi stati il pro capite si pone mediamente a 358 kg/abitante anno.

Gli stati entrati a fare parte dell’UE negli ultimi anni (cd nsm) hanno valori pro capite più contenuti rispetto ai paesi “storici” europei,  probabilmente per i minori consumi dovuti a condizioni economiche più modeste.

produzione ru in eu
 

Il trend di produzione rifiuti in Europa è dunque in calo ma bisogna comprendere se questa riduzione è dovuta alla crisi economica oppure è il frutto di misure di prevenzione poste in essere nei paesi membri ed in linea con le politiche europee in materia di rifiuti.

Dai dati in possesso a livello europeo, emerge una chiara tendenza alla dissociazione tra produzione dei rifiuti urbani e spesa per consumi finali delle famiglie, considerata come driver della produzione dei rifiuti urbani.

produzione ru e fattori economico sociali
Nell’arco temporale che va dal 2007 al 2012, si nota che la spesa per consumi finali delle famiglie, a causa della crisi economica si riduce dello 0,7%, mentre la riduzione di rifiuti urbani subisce un decremento del 5,6 %.

Gestione dei rifiuti in UE

Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani, nei 28 stati membri dell’UE, possiamo dire che:

§  il 34% viene smaltito in discarica,

§  il 24% è avviato ad incenerimento (nell'incenerimento è compreso il recupero energetico),

§  il 27% viene destinato al riciclaggio,

§  il 15% compostato (nel compostaggio è incluso sia il trattamento aerobico della frazione biodegradabile che anaerobico).

Confrontando i diversi paesi si registra una variabilità elevata nelle modalità di gestione dei rifiuti urbani. Ad esempio, in Germania, meno dello 0,5% dei rifiuti urbani finisce in discarica, contrariamente a quanto accade in Romania, dove vengono destinati alla discarica circa il 99% dei rifiuti urbani.
discarica

In generale possiamo affermare che in quasi tutti i paesi si è ridotta la percentuale di rifiuti destinati allo smaltimento in discarica eccezione fatta per l’Ungheria, la Francia e la Lituania che hanno incrementato l’uso della discarica come destinazione finale dei rifiuti urbani.

Il valore pro capite inerente lo smaltimento in discarica nei 28 paesi membri dell’UE è pari, in media, a 161 kg/abitante per anno.

Per quanto riguarda invece l’incenerimento, comprendendo anche il recupero energetico,  quasi 57 milioni di tonnellate di rifiuti urbani vengono destinati agli inceneritori.  Il 97,7% di questa mole di rifiuti è incenerito nei “vecchi” stati europei (UE 15), la Germania e la Francia insieme inceneriscono circa 28, 6 milioni di tonnellate (pari al 50,2% del totale UE 28). Bulgaria, Grecia, Cipro, Lettonia e Romania non fanno ricorso all’incenerimento, mentre Croazia, Lituania, Malta e Slovenia inceneriscono quantità esigue.
incenerimento
La quantità media pro capite di rifiuti urbani incenerita nei paesi dell’Unione Europea, nel 2012, è stata pari a 113 kg/abitante per anno.

Il ricorso all’incenerimento è particolarmente diffuso negli stati dell’Europa centro-settentrionale, in particolare Danimarca (349 kg/abitante anno), Paesi Bassi (270), Svezia (239), Lussemburgo (237), Germania (213), Belgio (192), Austria (183), Francia (175), Finlandia (171).

I paesi che sono entrati di recente in Europa fanno registrare una media pro capite di rifiuti inceneriti veramente esigua, pari, in media, a 12 kg/abitante per anno.

Con riferimento invece al riciclaggio,  nell’Europa a 28, circa 65,7 milioni di tonnellate di rifiuti urbani sono destinati al riciclaggio. In questo settore si registra, nel 2012, un incremento delle quantità trattate dell’1,5%.

L’incremento delle quantità di rifiuti urbani riciclate si è manifestato sia nei “vecchi” paesi membri che nei “nuovi”, rispettivamente dell’0,8% e dell’11,2%. Notevoli incrementi dell’attività di riciclaggio deirifiuti urbani si osservano in Ungheria (+27,2%), Slovacchia (+33,3%), Repubblica Ceca (+34,1%), Lettonia (+35,5%), Estonia (+41,4%) e Croazia (+78,9%)
Il pro capite, nell’UE 28, di rifiuti avviati a riciclaggio raggiunge, nel 2012,  130 kg/abitante anno.

riciclaggio
Infine prendendo in considerazione il compostaggio, nel 2012, sono stati destinati al compostaggio, nell’UE a 28, circa 35,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani .

Rispetto ai dati del 2011 si ha un aumento del 4,5%, frutto di un aumento del 4% nei vecchi paesi membri e del 13,6% nei paesi di recente adesione.

Guardando al dato pro capite nell’UE 28, si osserva che sono avviati a compostaggio 70 kg abitante per anno di rifiuti urbani.

compoastaggio

File PDF

Fonte sito arpat: http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2014/169-14/meno-rifiuti-in-europa
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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 8/26/2014 07:48:00 AM




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Ex-cava Paterno, CfS e Arpat: "Quei rifiuti sono pericolosi"

 

discarica-vaglia

scritto da Redazione  martedì 26 agosto, 2014 su STAMP Toscana

Vaglia (Firenze ) – Ormai il cartellino è anche formalmente scritto, sui rifiuti trovati nella ex-cava di Paterno, nel territorio di Vaglia,  Mugello: rifiuti pericolosi, a rischio almeno potenziale ambiente e salute della comunità che vi risiede. Ci sono voluti gli accertamenti predisposti dalla procura di Firenze sui materiali sequestrati lo scorso febbraio nello stabilimento della “ex calce Paterno” dal Corpo forestale dello Stato e dagli operatori dell’Arpat per giungere a questo risultato.

L’operazione denominata “500” era partita nel febbraio scorso, e aveva prodotto il sequestro, su ordine della procura fiorentina ed eseguito da Arpat e CfS, di cinque siti di stoccaggio di rifiuti nelle Province di Firenze, Massa Carrara, Prato e Biella. Oggetto dell’operazione, un particolare tipo di rifiuto chiamato “polverino 500 mesh”: un residuo di lavorazione che, invece di essere correttamente smaltito, è stato venduto come un sottoprodotto, accompagnato da una scheda tecnica contenente informazioni non rispondenti alla vera natura e composizione del rifiuto. Il rifiuto in questione proveniva da un impianto di una ditta di Aulla, la Med Link, la quale recuperava sabbie provenienti da attività di taglio di metalli, vetro e pietra nonché sabbiatura di metalli verniciati. E fra i siti di stoccaggio del materiale in questione vi è proprio lo stabilimento della “ex calce Paterno” di Vaglia. Qui sono stati infatti rinvenuti 1.300 ‘big bags’ di ‘polverino 500 mesh’. Nel luglio scorso nella cava sono stati sequestrati altri rifiuti.

“Questo dato – affermano CfS e Arpat in una nota – da un lato corrobora l’allarme ambientale sul sito, dall’altro non conforta chiaramente quanti sono preoccupati per le possibili ricadute sulla salute”.

Ma quanto è pericoloso il “500 mesh”? A dirlo, la stessa azienda produttrice, la Med Link, che, in una nota, scriveva: “…… In relazione ai succitati esiti analitici, tenuto conto del giudizio espresso cautelativamente vista l’impossibilità di determinare il composto che ne può causare la pericolosità (nello specifico ossidi di Nichel), il rifiuto verrà classificato speciale pericoloso”. Nel rapporto si indicava una presenza nel rifiuto di un quantitativo di nichel pari a 799 mg/kg. Conclusioni condivise sia da Arpat che dal Corpo forestale dello Stato. Infine, un’annotazione riguarda i tempi per la rimozione e lo smaltimento di big bags e 500 mesh, che deve essere effettuato il più rapidamente possibile, per evitare, si legge nella nota, che gli agenti atmosferici continuino nella loro opera di deterioramento dei contenitori, finendo per disperdere i rifiuti tossici sul terreno e continuando così  la potenziale attività di contaminazione del sito


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Postato da Associazione "Vivere in Valdisieve" su Associazione "Vivere in Valdisieve" il 8/26/2014 07:40:00 AM




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lunedì 25 agosto 2014

APPELLO PER SALVARE LE Alpi Apuane - Pizzo D' Uccello - attraverso il voto: "I luoghi del cuore" del FAI

 

Cari amici ed amiche siamo qui a scrivervi per chiedervi aiuto per la raccolta firme "i Luoghi del Cuore" del FAI. Abbiamo candidato come luogo una delle montagne più belle e significative delle Alpi Apuane il "Pizzo D' Uccello", in questo luogo abbiamo un'amministrazione intenzionata a poter riconvertire l'economia di cava con economie durevoli, pertanto posizionarsi in alto nella classifica sarebbe una buona occasione per poter innescare un cambiamento in un luogo così meraviglioso. Vi chiediamo pertanto di poter non solo votare online  a questo link http://iluoghidelcuore.it/luoghi/massa/casola-in-lunigiana/circo-glaciale-del-pizzo-d-uccello-e-sol-/16679 ma anche di poter raccogliere tra amici e parenti firme cartacee (in allegato il modulo) oppure fare una vera e propria campagna di raccolta firme. Chi fosse interessato può coordinarsi con me in firma i miei contatti. Grazie mille e scusate per l'ulteriore disturbo, ma questa campagna è veramente importante. Sotto un articolo da leggere con più dettagli.

 

Eros Tetti


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COMUNICATO STAMPA: RICORSO AL TAR INCENERITORE CASE PASSERINI

 

 

COORDINAMENTO DEI COMITATI DELLA PIANA

MEDICINA DEMOCRATICA  SEZIONE DI FIRENZE

Comunicato stampa

“ASSOCIAZIONI E CITTADINI RICORRONO AL TAR TOSCANA CONTRO

 L’INCENERITORE DI CASE PASSERINI”

 

Il coordinamento dei comitati della piana fiorentina rende  noto che, su sua richiesta,le principali associazioni ambientaliste nazionali WWF, Italia Nostra e il Forum Ambientalista,  con l’apporto tecnico  dell’associazione Medicina Democratica, hanno  presentato ricorso al TAR della Toscana per l’annullamento della delibera della Provincia di Firenze che ha approvato la valutazione di impatto ambientale (VIA) sull’inceneritore di Case Passerini .

Il ricorso mette in evidenza una serie di gravi irregolarità della procedura seguita per  l’approvazione del progetto e denuncia  la volontà dell’ Ente di perseguire l’obiettivo della realizzazione dell’impianto  in evidente violazione - e in più casi  a prescindere - dalle norme che disciplinano  la  legalità dell’intervento.

 

Il Ricorso afferma in particolare  che: 

 

Ø   la delibera di Via è in conflitto con il piano regionale di risanamento dell’aria   il quale prevede  di ridurre la popolazione esposta all’inquinamento atmosferico superiore ai valori limite – come è per l’aria della piana che a causa dell’ inquinamento atmosferico è  zona sottoposta a obbligo di risanamento .

Ø     la VIA  non esamina le alternative all’incenerimento come  invece è tenuta per legge; violazione intollerabile a fronte di alternative praticabili.

Ø     la  delibera viola il decreto legislativo 155/2010 il quale ha tra le sue finalità il mantenimento della qualità dell'aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi (art. 1 lett.d),

Ø  la stima delle  concentrazioni degli  inquinanti emessi  non è allineata alle concentrazioni ai limiti di legge, ma ai limiti "garantiti" dal proponente che sono significativamente inferiori. E’  conseguente , dunque una sottostima del contributo emissivo dell'impianto all’inquinamento dell’aria nella piana; allo stesso tempo la  valutazione del rischio delle emissioni non viene effettuata sui valori limite per i quali viene richiesta l’autorizzazione, ma su valori emissivi significativamente più bassi .

Ø   I parametri ( valori di soglia)  di valutazione del rischio per la salute umana accettati dall’amministrazione   sono di gran lunga superiori rispetto ai dati normativi di cui al decreto legislativo 155/2010 e a quelli dell’ OMS; ne segue anche in tal caso una inaccettabile sottostima della valutazione del rischio

Ø  -la ASL ha reso esplicita la rischiosità dell’impianto per la salute umana avendo chiesto   tra l’altro: 1.-la sorveglianza degli effetti sugli esiti riproduttivi (aborti spontanei, nati pre- termine e/o di basso peso , malformazioni congenite ecc) e sull'incidenza dei tumori potenzialmente correlabili alle emissioni dell’inceneritore e  un progetto di controllo della contaminazione della catena alimentare da IPA, diossine e PCB, metalli pesanti, attraverso indagini presso le attività di coltivazione e di allevamento presenti nell'area di potenziale ricaduta delle emissioni dell'impianto e monitoraggio delle popolazioni animali .Ma questo è in contraddizione con la decisione postiva

Ø   non è stata fatta, come invece   prescritto  per legge la relazione di incidenza  sul  sito di importanza  comunitaria prossimo all’impianto. Al suo esito  doveva  essere subordinata la decisione sul   progetto. Si tratta di una grave violazione del diritto Comunitario.

Ø     non  è oggetto di valutazione la produzione di scorie e ceneri volanti:

     fino a 55 mila tonnellate anno   e 9.000 tonnellate di ceneri altamente tossiche, di cui         non  si indica la destinazione finale e i relativi costi. 

Ø Emerge un grave difetto di istruttoria nel parere della Soprintendenza ai beni Paesaggistici. La soprintendenza, rinviando di fatto, qualsiasi valutazione ad altri momenti  non si pronuncia in maniera chiara su quanto di sua competenza.

 

Il ricorso è sostenuto dalle firme di garanzia di oltre trecento cittadini i quali intendono in tal modo , insieme ai promotori del ricorso ,  sostenere l’azione giudiziaria in difesa del   diritto alla salute e alla dignità morale delle comunità della Piana  contro l’ aggressione che subiscono da decisioni   contrarie  all’interesse  pubblico .

Il ricorso è stato comunicato anche ai Sindaci di  Campi Bisenzio e di Sesto Fiorentino.

Ad essi   i comitati  chiedono di farsi avanti e di presentare a loro volta il ricorso contro la delibera della Giunta( ne hanno ancora il tempo con ricorso straordinario al Presidente della Repubblica ). Oltre che assolvere a un dovere istituzionale in difesa dei loro amministrati, essi avrebbero l’opportunità di non rendersi più acquiescenti alle decisioni prese in danno dei cittadini.

 

Il ricorso è stato curato dagli avvocati Claudio Tamburini e Marco Rossi.

 

Per info : Claudio 3386707355

 

Il coordinamento dei comitati della piana

 

 

Articolo su Repubblica: 


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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 8/08/2014 05:01:00 PM




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Inceneritore CASE PASSERINI: I comitati? Pronti alle barricate.




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