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domenica 22 settembre 2013

ARRESTI NELLA SQUADRA TAV












CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

ARRESTI NELLA “SQUADRA” TAV


                                                                                    

                                                                                                       La Lorenzetti è qui tra Melandri e Finocchiaro. In seconda fila Bindi

All’indomani dell’avvio dell’inchiesta della Procura di Firenze sulla TAV, ci chiedevamo come fosse possibile che una persona con il profilo professionale di Maria Rita Lorenzetti fosse diventata presidente di Italferr la società di progettazione delle Ferrovie. (Una lady di ferro – febbraio 2013).

Commentando l’arresto della ex Presidente della Regione Umbria e di altri cinque indagati Massimo Gramellini, nel suo “Buongiorno” su La Stampa del 18 settembre, si è dato la risposta:

 

“Quando esaurisce i mandati da governatrice regionale, il Pd la sistema in un ente pubblico, finanziato dalle tasse dei cittadini ma i cui vertici vengono decisi dalla politica. Senza alcuna competenza specifica. Lorenzetti si trova a capo di Italferr, una società di progettazione del  gruppo Ferrovie dello Stato, e da lì continua a fare quello che ha sempre fatto: il funzionario di partito che risponde al partito e alla conventicola di affari”

 

Colpisce il linguaggio malavitoso delle intercettazioni telefoniche da cui spuntano epiteti quali stronzo, coglione, terrorista, bastardo, riferiti al dirigente regionale dell’Ufficio VIA Fabio Zita, colpevole, agli occhi i costoro, di non prestarsi a compromessi sulla classificazione delle terre di scavo del tunnel e persino minacciato di morte.

Quel lessico mostra, al di là di tante analisi e convincimenti politici, lo stato comatoso al quale si sono ridotte le nostre istituzioni e ciò che resta della nostra democrazia.

 

Sempre in quel notiziario di 7 mesi fa rivolgevamo una domanda anche al Presidente della  Toscana Enrico Rossi: come non accorgersi di questo enorme conflitto di interesse nelle scelte di fondo riguardanti il nodo fiorentino dell’Alta velocità?

 

Quella domanda gliela rifacciamo oggi Presidente. Le chiediamo anche come sia possibile che lei  - come va dichiarando alla stampa - non sapesse e non sappia niente del pesante intervento del Direttore Barretta, da lei stesso nominato, per trasferire Zita.

Meno di un mese fa in un altro nostro notiziario (Riparte la Foster? Meglio aspettare – agosto 2013) ci chiedevamo se dietro il suo appello al Governo perché la TAV ripartisse non vi fosse una disponibilità della Regione a chiudere più di un occhio sulla legalità ambientale ed amministrativa di quest’opera.

Oggi è la stessa Procura a risponderci: “Indipendentemente dalla buona fede … nell’assumere tale decisione in vista della rapida evoluzione autorizzativa del procedimento di VIA, Rossi ha di fatto consentito all’associazione criminale di escludere un funzionario pubblico scomodo”

 

Non crede Presidente che dietro questa grave frattura tra ragioni della salute pubblica e ragioni della politica (o meglio dei partiti) sta oggi il vero problema della nostra democrazia e che la rimozione di Zita è un esempio lampante di questa degenerazione?

 

In questa situazione si sta materializzando un’altra minaccia paventata dal nostro notiziario di agosto: che il sottoattraversamento TAV di Firenze si trasformi nell’ennesimo buco inconcluso, in un incubo per la città le cui ricadute economiche negative già si fanno sentire.

 

Riprendiamo allora in mano la partita del nodo Alta velocità di Firenze ma per abbandonare quel progetto, la cui credibilità, legittimità e trasparenza sono oggi del tutto compromesse.

 

Si fermino in primo luogo gli imminenti lavori per la stazione Foster e si adottino subito le soluzioni transitorie per ottimizzare l’attuale transito dell’AV, integrandolo con il trasporto locale come da noi più volte indicato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Oltre 30 indagati, perquisizioni in tutta Italia, il sequestro della talpa Monna Lisa, ipotesi di reato che comprendono l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, la corruzione e lo smaltimento abusivo di rifiuti: questa la dimensione dell’ inchiesta sulla TAV condotta dal Procuratore di Firenze Quattrocchi e dai magistrati Monferini e Tei, già pubblici ministeri nel processo per i danni TAV in Mugello.

Le indagini coinvolgono il Ministero delle Infrastrutture, Italferr (FS), Nodavia (società appaltatrice costituita da Coopsette e dal consorzio EEC) e colpiscono come un maglio i lavori per l’AV nel Nodo fiorentino da mesi  in attesa del via definitivo del Ministero dell’ Ambiente.

 

 

 



giovedì 19 settembre 2013

Via 2 inceneritori, ma più cementifici a bruciar rifiuti! Bello sforzo! Per questo bastavano 3/4 susine!


A PROPOSITO, SELVAPIANA E' CONFERMATO.
Peccato, le dichiarazioni di Mugnai ci avevano per un attimo ........ quasi convinto! (ma aspettavamo appunto "il nero su bianco" che, a quanto pare, non è in linea con le sue convinzioni personali). Peccato. 
LA STORIA QUINDI NON E' ANCORA FINITA!
ascolta il servizio del TGR
circa dal min. 8.40
A proposito di sforzo, ci sembra abnorme anche quello di arrivare al 2020 con una percentuale di RD del 70%, quando doveva essere per legge al 65% entro lo scorso anno (al 31-12-2012) - e anche per questo ci saranno penali da pagare!!!
Anche quello poteva esser raggiunto facilmente con un paio di susine in più, 
non occorreva sforzarsi tanto con incontri, riunioni e quant'altro!
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Toscana Notizie

Agenzia di informazione della Giunta Regionale


Rifiuti, nuovo Piano 2013-2020: più riciclo meno impianti

FIRENZE - Meno produzione di rifiuti, raccolta differenziata al 70%, più riciclo, meno discariche e meno termovalorizzatori: ecco gli obiettivi del nuovo Piano regionale di gestione dei Rifiuti e di Bonifica dei siti inquinati 2013-2020 che ha appena avuto il via libera dalla giunta regionale. Il PRB per la prima volta tratta di rifiuti urbani, rifiuti speciali e bonifica dei siti inquinati in una visione unica e complessiva che imprime una svolta fondamentale: trasformare il rifiuto in risorsa e intraprendere la strada del recupero e del riciclo.
Il tutto in un quadro di autosufficienza e autonomia gestionale del ciclo integrato dei rifiuti, con particolare attenzione per i rifiuti speciali. Importanza viene data all'attivazione delle filiere industriali del riciclo degli speciali (soprattutto i rifiuti cartari, siderurgici, agronomici, della chimica, ai fanghi di depurazione, etc.) e al rafforzamento delle azioni che consentono di recuperare particolari frazioni come quella dei rifiuti di imballaggio in plastiche eterogenee, inerti da demolizione e costruzione, i cosiddetti RAEE.
"E' un piano innovativo - ha detto l'assessore regionale all'ambiente Anna Rita Bramerini - che fa il punto della situazione rispetto a quanto fatto in questi anni e soprattutto introduce elementi di importante discontinuità col passato, traghettando la Toscana da qui al 2020 in modo che sia una reigone più europea rispetto alla gestione dei rifiuti. Le percentuali che stanno alla base del piano e ne rappresentano gli obiettivi sono 70, 20 e 10. Ovvero 70% l'obiettivo di raccolta differenziata al 2020 per fare in modo che questo sia un piano che punta al riciclo e alla riduzione e razionalizzazione degli impianti rispetto a quelli già previsti nei piani provinciali. Poi, 20% la capacità della Regione di portare a recupero di energia i rifiuti che vengono prodotti in Toscana e 10 il conferimento massimo previsto nelle discariche. Quindi più riciclo e meno impianti rispetto a quelli ad oggi presenti nei piani provinciali e interprovinciali significa che se questi obiettivi saranno realizzati da qui al 2020 come noi auspichiamo, già ora è possibile pianificare una riduzione della dipendenza dalle discariche che è il primo obiettivo importante e strategico insieme a quello della raccolta differenziata".
Ecco nel dettaglio gli obiettivi:
Prevenire la formazione dei rifiuti - Si prevede una riduzione dell'attuale produzione di rifiuti fino a 50 kg/abitante. Come? In base alle previsioni e stime Irpet da qui al 2020 ci sarà una diminuzione di produzione dei rifiuti di circa 20 kg per abitante perché, nonostante l'aumento di popolazione e una ripresa economica e quindi dei consumi, si consoliderà la tendenza di rallentamento e riduzione della produzione di rifiuti. Inoltre, con il passaggio al sistema di raccolta porta a porta si prevede una riduzione di ulteriori 30 kg/abitante. A questa azione si aggiungeranno quelle messe in atto dal PRB (acquisti verdi, autocompostaggio, fontanelli, recupero scarti alimentari, etc) e l'introduzione di schemi tariffari basati sul principio "paghi per quello che produci"(Tares e Service Tax permettendo).
Portare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani al 70% del totale dei rifiuti urbani, passando dalle circa 900.000 t/a attuali a circa 1,7 milioni di t/a - Al 2011 (anno di riferimento del Piano) la RD è attestata al 42,2%. Questo obiettivo verrà perseguito passando dal sistema attuale di raccolta stradale alla raccolta domiciliare (porta a porta) o di prossimità prendendo a riferimento gli esempi già virtuosi presenti in Toscana.
Realizzare un riciclo effettivo di materia da rifiuti urbani di almeno il 60% del totale dei rifiuti urbani, grazie ai sistemi di raccolta domiciliare (porta a porta) o di prossimità che arrivi a coinvolgere almeno il 75-80% della popolazione regionale. In termini occupazionali questo si traduce in un aumento di 1.200/1.500 addetti.
Riduzione degli impianti - Il piano esclude la possibilità che vengano realizzati nuovi impianti rispetto a quelli già previsti dagli attuali piani provinciali e interprovinciali. Rispetto a questi il PRB comporterà una riduzione. - TMB: Il piano prevede che non vengano realizzati nuovi impianti di Trattamento Meccanico Biologico (impianti di trattamento a freddo dei rifiuti che sfruttano l'abbinamento di processi meccanici a processi biologici che separano la frazione umida dalla frazione secca) e laddove possibile se ne prevede la riconversione come impianti per la produzione del compost (da raccolta differenziata dell'organico e degli sfalci e potature) che consentirà di incrementare e migliorare questa frazione della RD che rappresenta la parte più pesante del rifiuto. - Termovalorizzatori da 9 a 7: il recupero energetico passerà dall'attuale 13% al 20% dei rifiuti urbani, che corrisponde a circa 475.000 t/anno (al netto degli scarti da RD stimati in circa 120.000 t/anno ), invece delle circa 740.000 t/anno previste dai piani attuali. Quindi una riduzione di circa il 20% delle previsioni contenute nei piani provinciali vigenti che potrà prevedere il passaggio dai 9 impianti attualmente previsti a 7. - Discariche da 12 a 5: i conferimenti in discarica saranno portati a un massimo del 10% dall'attuale 42% dei rifiuti urbani corrispondente a circa 235.000 t/anno (al netto degli scarti da RD stimati in circa 120.000 t/anno). Se oggi 12 discariche smaltiscono annualmente circa 1 milione di t/a di rifiuti urbani, al 2020 questi arriveranno ad ammontare a circa 350.000 t/anno. Si ritiene, quindi, che si possa passare da 12 a 5 discariche. Il PRB formula dunque importanti traguardi, tutti volti a fornire un contributo determinante alla valorizzazione del patrimonio ambientale regionale. Ma ancora più importante, definisce un insieme cospicuo di azioni con cui tali traguardi devono essere raggiunti. E' perciò essenziale che a fianco alla realizzazione delle azioni venga attivato un monitoraggio continuo del conseguimento degli obiettivi.
Con cadenza annuale, verrà predisposto un Documento di monitoraggio e valutazione del PRB destinato a informare la Giunta Regionale e il Consiglio sul raggiungimento degli obiettivi previsti. Il primo Documento predisposto conterrà il crono programma per la verifica di realizzazione di tali obiettivi e saranno indicate le azioni da attivare in caso di divergenza tra questi e i risultati rilevati. Ai fini della redazione del Documento, per valorizzare e dare prosecuzione a quanto già avviato in fase di predisposizione del presente Piano attraverso la procedura partecipativa, sarà convocato un Tavolo tecnico al quale parteciperanno i gruppi d'interesse coinvolti in quella fase.
Bonifiche - Il Piano indica gli strumenti e le linee di intervento per proseguire l'importante azione di restituzione agli usi legittimi delle aree contaminate avviata dalla Regione già a partire dagli anni '90. Vaste aree di interesse industriale, turistico, paesaggistico sono investite in questo ambito di attività. Particolare rilievo assumono le azioni che verranno messe in campo nei siti oggetto di riperimentrazione dei Siti di bonifica di interesse nazionale (SIN), che diverranno a breve di competenza regionale, rispetto ai quali sarà possibile accelerare le procedure di recupero ambientale e produttivo delle aree stesse, contribuendo alla ripresa economica dei sistemi locali di riferimento.
Adesso il documento passerà alla valutazione del Consiglio regionale per l'adozione, a cui seguiranno i 60 giorni di osservazioni per arrivare all'approvazione definitiva. Il nuovo Piano, che sostituisce quello di gestione dei rifiuti entrato in vigore nel 1998, è stato il frutto di un percorso di ascolto e di consultazione culminato in un Town Meeting che ha coinvolto tutti i portatori di interesse ed esperti del settore per la condivisione del quadro conoscitivo.
Chiara Bini
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Piano Rifiuti 2013-2020, Rossi: "Uno strumento nuovo, per un salto di civiltà"
 
FIRENZE - "Con questo Piano siamo convinti di imprimere una svolta, affrontando la materia rifiuti in tutta la sua complessità. Due sono gli obiettivi su cui lavoriamo: la riduzione dei rifiuti e la riduzione degli impianti". Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, presentando il nuovo Piano dei rifiuti e delle bonifiche 2013-2020 che ha appena avuto il via libera dalla giunta.
"Lavoreremo per la riduzione dei rifiuti - ha continuato Rossi – ma questo non dipende solo da noi. In questa campo è interessante notare come ci sia più sensibilità nei cittadini che nel legislatore. Per quanto ci riguarda, noi supporteremo le buone pratiche già in corso anche con finanziamenti e coinvolgendo i Comuni in base al principio 'paghi quello che produci'. La situazione della Toscana - ha quindi sottolineato il presidente - è fortemente sbilanciata sulle discariche. Il nuovo Piano punta tutto sulla differenziata e sul porta a porta, che non costa di più, e sul riciclo. Ma con questo strumento daremo anche un colpo alle discariche, e quindi sicuramente un colpo al business che ruota attorno al trasporto dei rifiuti, con tutto ciò che questo comporta. Avere un numero alto di impianti – ha detto ancora - è un elemento negativo e noi questo non lo vogliamo. Risparmiando sugli impianti e sulle discariche faremo un salto di civiltà. Così come assumere l'orizzonte culturale dei rifiuti zero. In questo senso – ha proseguito - ci sono aspetti interessanti in quelle elaborazioni dell'innovazione e della ricerca che affrontano il tema del riuso". "Tutti questi sono traguardi ambiziosi, sui quali la Toscana vuole e deve impegnarsi per collocarsi tra le migliori, per pratiche, non solo in Italia ma in Europa.C'è chi ha interesse a mantenere la situazione e chi ci chiede di fare di più. Credo - ha concluso Rossi - che se raggiungeremo questi obiettivi del Piano al 2020 avremo dato una svolta straordinaria e allora potremo guardare a obiettivi ancora più ambizosi".   Chiara Bini


giovedì 12 settembre 2013

"NO WAR"





Contributo della dottoressa Stefania Borgo, membro della Giunta Esecutiva ISDE

Italia, che ha composto l'appello visivo "No War" che vedete e che ci sembra più

eloquente e incisivo delle parole, contro la follia della guerra (causa ambientale che

produce direttamente e indirettamente invalidità, malattia e morte).....

Grazie per l'eventuale contributo alla diffusione....!!!!