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giovedì 27 giugno 2013

Rifiuti, Barocci: la differenziata è l’unica via, anche per creare lavoro

26 giugno 2013 Aggiornato alle 17:15
 di Barbara Farnetani

GROSSETO – La crisi occupazionale potrebbe essere una spinta in più a scegliere la raccolta differenziata rispetto all'incenerimento o alla discarica visto che occupa molte più persone. Roberto Barocci snocciola dati e grafici, nella conferenza per una raccolta differenziata possibile. «la differenziata produce sei volte più lavoro dell'incenerimento, che a sua volta impiega il quadruplo del personale di una discarica – afferma Barocci del forum ambientalista – inoltre si dimezza il costo della Tares, che da noi aumenta anche a causa delle multe che ci infligge l'Europa per la scarsa differenziata. In Toscana i costi sono particolarmente alti perché non possiamo permetterci di gettare tutto in discarica come fanno al sud Italia, e allo stesso tempo però non si riesce a completare neppure al differenziata per cui servirebbe più personale. Il fatto è che i costi di questo tipo di scelta si abbassano se è fatta bene, perché si abbassano drasticamente i costi di smaltimento. Sommando differenziata e incenerimento, come avviene qui, i costi schizzano alle stelle».

A dare nuovo slancio al dibattito, ovviamente, le recenti fuoriuscite di diossina dall'impianto di incenerimento di Scarlino: «Con quel che è successo – afferma Mario Monciatti, del comitato del No – c'è una nuova consapevolezza e maggior sensibilità da parte delle amministrazioni. Vanno ripensate le politiche delle Strillaie, del Cdr, dell'incenerimento». Quello di Scarlino secondo i rappresentanti dei vari comitati «è un impianto vecchio riadattato, obsoleto e non adatto a questo tipo di combustione, visto che era stato concepito per bruciare le piriti di Niccioleta». A Follonica intanto prosegue la raccolta di firme per la legge rifiuti zero, come ricorda Michele Cocola che precisa «ne abbiamo già 1.500, e a livello nazionale è già stato raggiunto l'obiettivo delle 50 mila firme, ma ne vogliamo portare 100 mila». Secondo Giuliana Gentili, del comitato raccolta porta a porta, «i rifiuti sono la miniera di chi non ha materie prime. Raccoglierli ci rende indipendenti dalle nazioni che producono certe materie che non abbiamo. In Inghilterra si stanno scavando le vecchie discariche anni '70 alla ricerca del ferro perché il recupero costa meno che produrne di nuovo».

Barocci ricorda poi il progetto che, tre anni fa, doveva far nascere a Follonica proprio un centro per la differenziata che sarebbe servito all'intera provincia «era stata individuata la zona, e c'era una cordata di imprenditori interessata, un piano finanziario. Il comune si era candidato, ci sarebbe stato lavoro e minori costi per i cittadini, ma Regione e Provincia non hanno mai dato il via libera al progetto. Quali interessi ci sono? Quali sono le entrate per il comune di Grosseto dallo smaltimento dell'indifferenziata?». Barocci conclude snocciolando i dati occupazionali: 100 mila tonnellate in discarica occupano dieci persone, mentre servono 40 addetti se la stessa quantità va in inceneritore. Si sale a 243 posti di lavoro se le 100 tonnellate finiscono nella filiera del riciclo: 6 per gli impianti di compostaggio, 17 per la selezione della plastica, 17 tra selezione carta e cartone, 12 per il ciclo del vetro, 43 per il riciclo Raee (rifiuti elettronici), 8 per la selezione dei servizi, 7 per il recupero materia Tmb (trattamento meccanico biologico che consente di recuperare ancora qualcosa dalla parte di indifferenziato). A questi 110 addetti vanno aggiunti i 133 posti della differenziata».

Ovviamente il modello sono i comuni del nord e Capannori che hanno messo in pratica la differenziata spinta «mettendo in atto un effettivo risparmio per i cittadini e per le imprese. I risultati – concludono dai comitati – sono che a Grosseto i cittadini pagano il doppio e la differenziata è ferma al 30% con ulteriori penali a carico dei cittadini».

E proprio per approfondire questi dati prossimamente sarà organizzato un incontro pubblico con il sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro e Roberto Cavallo che ha lavorato negli impianti piemontesi, proprio per affrontare il tema "La via virtuosa alternativa alla discarica e all'incenerimento".

FONTE ARTICOLO: http://www.ilgiunco.net/2013/06/26/rifiuti-barocci-la-differenziata-e-lunica-via-anche-per-creare-lavoro/

Leggi anche    

La Francia rinvia i progetti per l’alta velocità a dopo il 2030: non ci sono più soldi.


ScreenHunter_02 Jun. 24 12.46Mentre a metà giugno vengono stornati fondi dal progetto Tav Torino-Lyon (524 milioni di euro) e Terzo valico (770 milioni di euro) che il decreto Fare dirotta sul progetto "sblocca cantieri" (la Repubblica); mentre si attendono i primi di luglio per sapere con qualche certezza quali saranno le disponibilità di finanziamento europeo (13 miliardi da suddividere tra una congerie di opere messe in cantiere dai 28 Stati interessati: Nuova Societàla Francia si sta facendo i conti in tasca e scopre di non aver più soldi per i grandi progetti e per linee ad alta velocità.
 
Il quotidiano economico finanziario «Les Echos» di venerdì 21 giugno dedica un editoriale (p. 7), un articolo al tema (p. 14), e un'intervista nel suo blog in rete.  "Il sogno del 'Tutto TGV' è sepolto" recita in modo allarmistico l'occhiello dell'articolo. "Drogata dal debito, alimentata dall'ego degli amministratori locali e prigioniera dell'ideologia commerciale e tecnologica che ha fatto dell'Alta velocità il Sacro Graal, la Francia ha per molto tempo pensato che lo sviluppo del sistema ferroviario dovesse necessariamente passare attraverso la marcia a tappe forzate di forti investimenti a favore del Tgv" scrive David Barroux nel suo editoriale. "A trent'anni dall'inaugurazione della Parigi-Lione, il regno del 'Tutto a gran velocità' finisce".
Verranno certamente portati a termine i quattro progetti in corso, ma la stragrande maggioranza di quelli ancora su carta verranno rimandati a dopo il 2030.
Lo Stato non ha soldi, Sncf ed Rff (Réseau Ferré de France) sono già fortemente indebitate. Per ottimizzare le risorse disponibili è stato creato il Comitato Mobilité 21, responsabile di individuare le priorità progettuali a cui dare la precedenza nell'interea rete trasportistica francese, non solo ferroviaria dunque. Con a capo il vicesindaco di Caen, Philippe Duron, Mobilité 21 riferirà all'Eliseo giovedì 27 giugno gli interventi necessari e possibili.
Il governo in carica ha ereditato non meno di 70 progetti ferroviari, fluviali e viari da svilupparsi su 25 anni per investimenti attorno ai 245 miliardi di euro, ormai improponibili allo stato attuale dell'economia. Inoltre Atif (Agence de financement des infrastructures de transport de France) ha fatto sapere che tutte le risorse disponibili sono già impegnate nei progetti in corso fino al 2022. Benché non sia ancora ufficiale, i periodici di settore «L'Usine nouvelle» e «Mobilicités» ipotizzano quindi che Mobilité 21 proporrà due possibili scenari: 9 miliardi di euro per 10 anni, ponendo la priorità ai nodi ferroviari di Lione e Marsiglia, la realizzazione di un tratto ad alta velocità tra Paris-Mantes-la-Jolie, auspicando una implementazione dell'alta velocità tra Parigi e la Normandia. Una seconda possibilità è che si riesca a garantire un gettito annuale di 400 milioni di euro, e ai progetti citati si aggiungerebbe allora anche il tratto Bordeaux-Tolosa. In ogni caso, tutti i restanti progetti verranno posticipati oltre il 2030.
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Come rileva Barroux, per anni l'alta velocità ha fatto risparmiare all'uomo d'affari che si recava in Bretagna qualche decina di minuti, mentre nello stesso tempo ciascun pendolare perdeva a sua volta decine di minuti. La realtà è che focalizzando le proprie risorse sul Tgv anche la Francia ha lasciato sullo sfondo l'intera rete ferroviaria locale alla quale decide ora di rimettere mano. Cambiano le priorità: migliorare la rete autostradale, la rete ferroviaria locale significa anche far abbassare i costi agli utenti che cominciano a preferire un viaggio un poco più lento ma che costi di meno. Con un deficit di 1,5 miliardi l'Sncf si troverà a ripensare all'alta velocità abbassandola da 300 a 200 km/h. Cosa del resto che anche la Germania ha già deciso di fare.
Di Torino-Lione neanche l'ombra però.
Massimo Bonato 23.06.13



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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 6/24/2013 01:00:00 PM

Riflessioni sullo spegnimento degli inceneritori per superamento dei limiti di diossine e furani


Qualche settimana fa sono stati spenti - e lo sono tuttora - gli inceneritori di Scarlino a Grosseto ed una linea di quello di Ospedaletto a Pisa, a causa di emissioni di diossina notevolmente oltre i limiti di legge. Lo stesso era successo tempo fa a Montale in provincia di Pistoia, per non parlare di quello di Falascaia a Lucca, sequestrato dalla magistratura già diversi anni fa: qui addirittura sono state condannate alcune persone dell'azienda di gestione, che avevano il "vizietto" di falsificare scientemente i dati degli inquinanti in uscita dal camino, al fine di non far scoprire alle autorità preposte che tali parametri superavano abbondantemente le soglie stabilite…

Ma quello che ci ha particolarmente colpito è una parte del commento - apparso sul Tirreno di Pisa sabato 11 maggio 2013 e relativo allo spegnimento dell'impianto di Ospedaletto - a firma del Dr. Fabrizio Bianchi (ndr.*), esperto epidemiologo/ricercatore del CNR e capofila del Progetto Life + sull'inceneritore di Arezzo. Dopo aver premesso che bisogna prestare attenzione, ma senza creare allarme tra la popolazione, dice (correttamente) che le diossine sono una famiglia di 217 composti diversi (alcuni tossici, altri molto tossici, diversi cancerogeni) quindi prosegue affermando che, prima di emettere giudizi e di preoccuparsi in modo eccessivo, bisogna conoscere quali effettivamente siano (delle 217) quelle rilevate in eccesso al camino. Ed è proprio qui che egli potrebbe aver commesso un errore, che può "confondere" coloro che seguono attentamente tali questioni: infatti, il limite di emissione degli inceneritori è riferito al valore TEQ (Tossicità Equivalente) di diossine e furani, ovvero alla somma di tutte le diossine e furani identificate nel campione, di cui ciascuna concentrazione viene "demoltiplicata" per un fattore compreso tra 0 e 1, a seconda della tossicità riconosciuta per la particolare diossina e per il particolare furano. 

Ne consegue che, quando si sa del superamento dei limiti (e per questo le analisi sono lunghe e costose) si conosce già ciascun composto presente nel campione analizzato ed il valore finale ottenuto è riferibile al composto più tossico, ovvero la "Tetraclorodibenzoparadiossina", da cui appunto la dicitura TEQ, cioè Tossicità Equivalente: quindi, non c'è bisogno di aspettare ulteriori analisi! Tale precisazione è fondamentale, anzi decisiva, altrimenti tra la gente preoccupata si genera anche, involontariamente, un senso di disorientamento: quindi sarebbe bene che il Dr. Bianchi rettificasse quanto dichiarato oppure - se avessimo sbagliato noi con il nostro modesto contributo, da profani, alla discussione - lo rendesse noto.

Gino Caneschi
(Segretario del Circolo del PRC Giusti di Arezzo)

Fausto Tenti
(Segretario della Federazione provinciale di Arezzo del PRC)
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* PER LA CRONACA:
In questo post sul nostro blog si rileva che è proprio, guarda caso, il dott. F. Bianchi a indicare le conlcusioni alla proponente l'inceneritore di Selvapiana (nei documenti della VIA riguardo alla valutazione sanitaria) dicendo che per TUTTE le cause - di mortalità o ricovero - siamo nella media o addirittura inferiori ................ quando (invece) su 12 cause analizzate, BEN 5 (cioè il 41,66%) sono PIU' ELEVATE o in lieve ECCESSO (vai all'articolo).

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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 6/27/2013 12:33:00 PM

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

Coordinamento Toscano dei Comitati Popolari per la Legge Rifiuti Zero  ScreenHunter_04 Jun. 26 12.00
Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua
Forum Contro le Grandi Opere Inutili e Imposte
Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano (PI)

Contatti stampa Fabio Lucchesi 339/1686201

Venerdì 28 giugno, dalle ore 10.00 alle 12.30
Presidio per una Toscana capace di futuro. L'appello a Enrico Rossi

Piazza Duomo, 10 a Firenze, sede della presidenza della Regione Toscana


Facciamo sentire la nostra voce per chiedere di cambiare subito!

CAMBIAMO MUSICA PER UNA TOSCANA DEL FUTURO! PRESIDIO SIMBOLICO PER UN CAMBIAMENTO RADICALE DURANTE IL PRESIDIO INTERVENTI IN PIAZZA E TESTIMONIANZE DELLE PRINCIPALI EMERGENZE E VERTENZE DI CAMBIAMENTO

In occasione della settimana di mobilitazione per un Piano Regionale Rifiuti Zero il Coordinamento Toscano dei Comitati Popolari per la Legge Rifiuti Zero, il Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua, il Forum Contro le Grandi Opere Inutili e Imposte e il Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano hanno indetto un presidio simbolico davanti alla presidenza della Regione Toscana per far sentire al presidente Enrico Rossi e alla giunta regionale tutta le ragioni di chi chiede un nuovo modello di sviluppo per la Toscana.

Il presidio, intitolato simbolicamente "CAMBIAMO MUSICA. PER UNA TOSCANA DEL FUTURO" vedrà i movimenti promotori ed altri soggetti alternare i loro interventi in Piazza sulle Alternative alla musica di una banda che allieterà l'evento rendendolo più visibile ed allegro.

In Piazza Duomo interverranno:
- Gianluca Garetti sull'impatto sanitario degli inceneritori
- Valeria Nardi sulle alternative all'inceneritore di Casa Passerini e l'Alterpiano Rifiuti Zero
- Alessandro Giacomini  dei Cobas Quadrifoglio Firenze
- Fabio Lucchesi  Sulle alternative regionali  per Rifiuti Zero
- Tiziano Cardosi contro il tunnel TAV, il rigassificatore di Livorno, la nuova corsia dell'A11
- Massimo Bani e Fiorenza Bettini sulla ripubblicizzazione del servizio idrico
- Francesco Gesualdi (detto Francuccio, allievo di Don Lorenzo Milani)

Su un'Altra Via per la Toscana

Sono inoltre previsti interventi contro le spese e le servitù militari e sui distretti di  economia solidale. Tutto questo per dire al governatore Rossi a nome dei cittadini toscani che abbiamo bisogno di un nuovo modello di sviluppo che dobbiamo creare. Non domani, ma subito, perché la nostra felicità non può attendere. YES WE CAN!

La riflessione dei movimenti promotori proseguirà poi dal 10 al 14 Luglio con un campeggio sul Monte Amiata aperto a tutte le istanze dei movimenti che vogliono una Toscana del Cambiamento.


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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 6/26/2013 12:45:00 PM

mercoledì 19 giugno 2013

UN REGOLAMENTO PER IL VERDE












CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

                          UN REGOLAMENTO PER
                                IL VERDE URBANO

                         
                                                                                             Incontro con l'Assessora Caterina Biti alla Bibliotecanova dell'Isolotto

La città di Firenze è stata una delle prime a dotarsi di un “Regolamento per la tutela del patrimonio arboreo e arbustivo” (1991-92). Da tempo si avverte la necessità di un aggiornamento delle norme per la tutela e l’incremento del cosiddetto verde urbano, in particolare del regolamento vigente nella cui applicazione si sono manifestate numerose criticità. In attesa di una ridefinizione generale della materia che richiederà del tempo, giovedì 13 giugno presso la Biblioteca Nova dell’Isolotto abbiamo organizzato, assieme alla sezione fiorentina di Italia Nostra, un ultimo incontro del ciclo “Conoscere, Amare, Tutelare gli alberi”. Mario Bencivenni, Michele Marrani Romanelli e Paolo Basetti. hanno presentato il problema ed alcune proposte ai numerosi cittadini intervenuti. Alla fine, come Comitato dei cittadini del Q4, abbiamo consegnato all’ Assessora all’ Ambiente Caterina Biti, intervenuta all’incontro, delle proposte di modifica di alcuni articoli e materie del nuovo regolamento per la tutela del patrimonio arboreo, che speriamo possa essere approntato in tempi rapidi dall’attuale amministrazione.

 Per chi fosse interessato riportiamo in allegato il testo integrale.

 In questo promemoria abbiamo sintetizzato i suggerimenti più importanti.

 

1.    Il nuovo regolamento dovrebbe aprirsi con l’affermazione del riconoscimento agli alberi dello status di individui viventi soggetti di diritti.  In questo modo l’Amministrazione comunale non solo recepirebbe le nuove  acquisizioni nel campo dell’etica della natura e del rapporto esseri umani -  esseri non umani (come quelle fatte proprie dalla Confederazione elvetica,  ECNH - Federal Ethics Committee on Non-Human Biotecnology: The dignity of living beings with regard to plants. Moral consideration of plants for their own sake - 2008), ma riconoscerebbe anche il lavoro che in questa direzione sta portando avanti il prof. Stefano Mancuso direttore del laboratorio Internazionale di Neurobiologia vegetale della facoltà di Agraria di Firenze.

2.    Gli alberi devono essere riconosciuti come una risorsa e una ricchezza e non come un onere per la Città.

3.   Per raggiungere l’obbiettivo di migliorare sempre più la foresta urbana nelle sue varie caratteristiche (parchi, giardini, alberate stradali, etc.) bisogna portare ogni esemplare alla maturità accompagnandolo in alcune fasi indispensabili: scelta degli individui più adatti, preparazione del terreno prima della messa a dimora, periodo di accompagnamento nei primi anni dopo l’impianto attraverso adeguate annaffiature e potature di accompagnamento fino alla definizione dell’impalcato finale della chioma, riduzione a zero delle potature dopo la fase di maturità limitandole alla rimozione del seccume.

4.   Bisogna avere regole certe e precise per la protezione del terreno, dell’apparato radicale e del fusto in occasione di lavori da eseguire o di cantieri aperti in prossimità degli alberi.

 

Accanto ad un regolamento per la tutela  preciso e puntuale con un disciplinare che contenga le linee guida per la potatura (al quale sta lavorando l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Firenze su incarico dell’Assessorato all’Ambiente del Comune) occorrerà che il Verde Urbano abbia lo spazio e il riconoscimento adeguati negli strumenti di Governo del territorio che l’Amministrazione sta definendo (Dal Piano Strutturale al Regolamento Urbanistico) e nelle prossime scelte di bilancio dove si dovranno trovare adeguate risorse finanziarie per potenziare e adeguare in modo consistente l’organico, la professionalità e l’entità dei mezzi del Servizio Giardini dell’Amministrazione Comunale.

 

Certo vedendo le condizioni in cui si trova attualmente il grande Parco storico e monumentale delle Cascine, che ha perso numerosi alberi e siepi, è mantenuto malamente ed usato ancor peggio, l’ impegno per il verde di questa Amministrazione dovrà essere di gran lunga maggiore.

 



martedì 18 giugno 2013

ASSEMBLEA SU MANIFATTURA TABACCHI




CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

Riceviamo e volentieri diffondiamo








Inceneritori pianificati in TOSCANA, c'è chi sbotta: «Salta tutto, salta tutto».

  • Domenica 16 Giugno, 2013
  • CORRIERE FIORENTINO - FIRENZE
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La Regione punta sulla raccolta differenziata. Ma così i 9 impianti previsti diventano troppi
di Marzio Fatucchi

In Toscana è scoppiata la guerra degli inceneritori. È una lotta sotterranea, fatta di timori, mezze battute, incontri riservati. In uno di questi, in Consiglio regionale, di fronte al nuovo piano dei rifiuti che la Regione sta elaborando, c'è chi è sbottato: «Salta tutto, salta tutto». Perché le previsioni di rifiuti da bruciare negli impianti fatte solo qualche mese fa nelle tre zone in cui è divisa la Toscana, i tre Ambiti ottimali (centro, sud e costa) sono molto maggiori di quelle del nuovo Piano dei rifiuti che la Regione vuole attuare. Insomma, troppi inceneritori previsti rispetto ai rifiuti che potrebbero essere bruciati.
E le Province potrebbero essere chiamate a riveder i loro piani, a decidere quali aprire e quali escludere.
Il dibattito sui rifiuti viene visto come contrapposizione tra «ambientalisti» e «industrialisti». Tra chi non vuole gli impianti di incenerimento e chi invece li vede come la soluzione del problema. Tra lo scontro politico e le campagne come quella «rifiuti zero», che teorizza la possibilità di farne a meno, resta un problema: qualunque scelta si prenda, i rifiuti sono una grana per l'ambiente, ma va risolta con un ciclo industriale, che si basa sui numeri. E, in Toscana, ora i numeri ballano.
La scelta «ufficiale» finora presentata dalla Regione era quella di arrivare a 60-20-20 entro il decennio. Cioè 60 per cento di raccolta differenziata [ndr. che strano questo dato visto che avremmo dovuto arrivare almeno al 65% già a dicembre 2012, la Toscana confermerebbe dunque di VOLER non rispettare le leggi!?], 20 di incenerimento, 20 in discarica.
Nelle scorse settimane sono cominciate a trapelare anche ipotesi più alte di differenziata, con livelli di incenerimento e discarica inferiori al 20 per cento, fino al 15. Non è utopico: alcuni territori europei riescono ad arrivarci e nelle sperimentazioni, anche in Toscana ci sono esempi (piccoli Comuni o zone limitate) in cui la raccolta differenziata si è spinta anche all'80 per cento. Non è nè facile nè veloce arrivarci. Ma l'obiettivo resta. E fa sballare i conti.
Se ne sono accorte le aziende dei rifiuti, se ne sono accorti i consiglieri regionali, e pure i sindaci [ndr. siamo sicuri che se ne siano accorti proprio tutti?]. La scelta del presidente toscano Enrico Rossi di puntare a questi alti livelli di differenziata non è solo un obiettivo di livello europeo: è anche un modo per dare una risposta ai movimenti che hanno lanciato l'opzione «rifiuti zero». È, prima di tutto, una scelta politica. Ma potrebbe cambiare la carte in tavola, con accordi già presi, piani di ambito approvati, finanziamenti già chiesti per gli impianti.
Se la produzione di rifiuti urbani (in calo non solo per la crisi) restasse quella attuale, cioè 2.400.000 tonnellate l'anno, e l'obiettivo di incenerimento fosse davvero quello minimo, il 15 per cento, agli impianti di termovalorizzazione ne arriverebbero 360 mila. Ma gli impianti previsti dagli attuali piani dei rifiuti dei tre Ato (costa, sud e centro) di tutta la Toscana arrivano a 830 mila: quasi due volte e mezzo in più del necessario. Quelli del solo Ato centro (Firenze, Prato e Pistoia) potrebbero bruciarne quasi 300 mila tonnellate l'anno. Firenze, ora l'impianto di Montale è chiuso, ne dovrebbe bruciare 80 mila.
Selvapiana, alla Rufina, dovrebbe riaprire ed ha già l'Aia e la Via (due autorizzazioni ambientali): ma è piccolo, da 60 mila tonnellate l'anno. Case Passerini (136 mila) deve ancora ottenere l'Aia. Ad Arezzo vogliono quasi raddoppiare quello di San Zeno (75 mila tonnellate l'anno), a Livorno quello di Picchianti dovrebbe passare da 60 a 120 mila tonnellate. Ce ne sono alcuni, come quello di Castelnuovo Garfagnana, che dovrebbero riaprire. Altri dovrebbero essere solo dedicati al Cdr (combustibile derivato da rifiuti). Ma 9 impianti in Toscana sono troppi, oltre ad essere in molti casi piccoli e quindi diseconomici: lo hanno capito tutti i diretti interessati che qualcuno dovrà farsi da parte. Mentre c'è chi ricorda che nel Nord Europa, ormai, si va a caccia di rifiuti da importare per bruciarli nei loro impianti, che non ricevono più «carburante» interno grazie all'aumento della raccolta differenziata. Così come, con un livello così alto di differenziata, viene da domandarsi dove sarà possibile riciclare il materiale, dato che non ci sono impianti (e a volte mercato) per tali quantità di carta, vetro, alluminio. Per il momento, a parte la lettera aperta del presidente del Cispel Alfredo De Girolamo, non ci sono dichiarazioni ufficiali. Anche il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi si trincera dietro un «no comment». In attesa dei futuri incontri con la Regione.

Marzio Fatucchi
@marziofatucchi 

NB. evidenziature, grassetto e sottolineature sono nostre


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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 6/18/2013 02:28:00 PM

Legambiente.L’inceneritore di Vercelli ostacola la crescita della differenziata. Va chiuso

Analogie che possono essere applicate anche all'inceneritore di Selvapiana attuale, o futuro che alcuni vorrebbero! A dirlo un circolo di LEGAMBIENTE!
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"L'inceneritore di Vercelli è il primo impianto che inseriamo nella black list nazionale delle strutture di smaltimento rifiuti da chiudere. Il forno vercellese rientra a pieno titolo tra gli impianti concepiti in periodi storici molto distanti dai giorni nostri e con sistemi di trattamento ormai obsoleti". E' questo il messaggio che Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente, ha lanciato a Vercelli in occasione della prima tappa della campagna nazionale "Liberi dai rifiuti". L'iniziativa, organizzata dal circolo Legambiente del Vercellese, ha visto anche la presenza di Cinzia Lamanna, vicepresidente del circolo e di Paola Marciani, docente dell'Università di Milano, che ha illustrato vari aspetti negativi legati all'impatto sanitario causato da questo tipo di impianti.

L'inceneritore di Vercelli, che ha peraltro vissuto una lunga serie di avarie e blocchi di funzionamento ed è stato recentemente riattivato, è stato di fatto negli anni il principale ostacolo per lo sviluppo della raccolta differenziata sul territorio provinciale. Il Vercellese, rimasto per svariato tempo fanalino di coda a livello regionale per le percentuali di raccolta differenziata, ha recuperato terreno soltanto nell'ultimo biennio grazie all'introduzione della raccolta dei rifiuti porta a porta che ha permesso di passare rapidamente dal 30% di RD del 2010 a circa il 60% del 2012.

"Anziché continuare ad investire su un inceneritore obsoleto –dichiara Gian Piero Godio, presidente del circolo Legambiente del Vercellese- gli enti locali dovrebbero concentrare forze e risorse per migliorare ulteriormente il sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta che, in questi primi due anni, ha evidenziato potenzialità in termini di riduzione della massa complessiva dei rifiuti e ha permesso al territorio di avvicinarsi agli obiettivi previsti dalla legge. Per proseguire il percorso verso una gestione ottimale dei rifiuti urbani il Vercellese ha ora bisogno di un Piano provinciale che escluda il ricorso all'incenerimento, punti alla prevenzione e alla riduzione alla fonte dei rifiuti e preveda un sistema di tariffazione che premi i cittadini che meno producono e più riciclano".

Nel corso dell'incontro svoltosi a Vercelli si è fatto inoltre riferimento all'alternativa all'incenerimento dei rifiuti costituita dalle cosiddette "fabbriche dei materiali" che, assieme ai sistemi di trattamento e recupero dei vari materiali derivanti dalla raccolta differenziata (vetro, carta e cartone, plastiche, umido), costituiscono un nuovo sistema di gestione dei rifiuti urbani in grado di soddisfare le ultime indicazioni europee. Le fabbriche dei materiali sono in grado, grazie a nuove tecnologie, di separare sempre più i rifiuti indifferenziati, permettendo di rigenerare nuovi materiali partendo dalle materie prime secondarie.
"Tutto questo non è un insieme di utopie ma sono sistemi già praticati con successo in diverse realtà italiane –ha aggiunto Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta-. La politica e le amministrazioni locali devono però compiere delle scelte: mantenere i vecchi sistemi di incenerimento o indirizzarsi verso le alternative esistenti. In entrambi i casi sono necessarie risorse economiche; nel primo caso si spendono in tecnologie e impianti obsoleti, nel secondo, invece, si investono in sistemi moderni, che garantiscono minor impatto ambientale e maggiore occupazione di personale".

Ufficio stampa Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta: 011.2215851 – 349.2572806www.legambientepiemonte.it  www.facebook.com/legambiente.piemonte.vda
Pubblicato il 13 giugno 2013 
Fonte Articolo:
NB:  EVIDENZIATURE ECC DI ASSOVALDISIEVE
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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 6/18/2013 01:14:00 PM

venerdì 14 giugno 2013

ASSEMBLEA SU MANIFATTURA TABACCHI




CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE

Riceviamo e volentieri diffondiamo






mercoledì 12 giugno 2013

GRUPPO DI LAVORO APERTO PER LA ELABORAZIONEDI UNA PROPOSTA DI PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI PER LA TOSCANA

 


IL CENTRO DI RICERCA RIFIUTI ZERO DEL COMUNE DI CAPANNORI, IN COLLABORAZIONE CON ZERO WASTE EUROPE E ZERO WASTE ITALY PROMUOVE UN GRUPPO DI LAVORO APERTO PER LA ELABORAZIONEDI UNA PROPOSTA DI PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI PER LA TOSCANA BASATA SULLE BUONE PRATICHE

In seguito all'incontro svoltosi pubblicamente a Capannori il 18 maggio con il presidente della Giunta Regionale Rossi che ha chiesto esplicitamente ai comuni "virtuosi" e ai movimenti di collaborare alla definizione di un nuovo piano regionale di gestione dei materiali di scarto il Centro Ricerca RZ del comune di Capannori ha deciso di insediare un Gruppo di Lavoro Aperto allo scopo di redigere una bozza di proposta pianificatoria basata sulla applicazione dei 10 passi verso rifiuti zero. Il gruppo che si avvarrà del contributo di tecnici ed esperti ma anche di attivisti sarà coordinato da Rossano Ercolini responsabile del Centro stesso. Il metodo di lavoro assunto sarà quello di seguire anche attraverso visite "sul campo" le buone pratiche di riduzione, riparazione, riuso, riciclo e compostaggio già in atto in Toscana studiandone la replicabilità su scala regionale. Proprio per questo saranno tenute riunioni dislocate nei tre ATO della Toscana precedute da visite e da incontri con sindaci e/o assessori, responsabili dei gestori, categorie economiche e rappresentanti dei distretti produttivi, comitati ed associazioni di cittadini. Queste modalità di lavoro oltre a consentire di conoscere da vicino i risultati di eccellenza raggiunti in contesti regionali indicano anche la necessità per le stesse istituzioni di puntare sulla partecipazione vera dei cittadini e dei "portatori di interessi diffusi" per la  definizione di una pianificazione il più possibile scevra dalla pressione di lobbyes volte a condizionare in senso pesantemente impiantistico e centrato sugli "smaltimenti" un atto che deve invece rispondere a criteri di salubrità, di qualità ambientale, di trasparenza, di promozione di posti di lavoro e di impresa locali nonchè di lotta agli sprechi sia di preziosi materiali che di soldi dei cittadini. Questo percorso operativo proprio per la novità e l'importanza dello "posta in palio" sarà supportato oltre che da un Comitato Scientifico di primo livello di cui è dotato il Centro Ricerca Rifiuti Zero (presieduto da Paul Connett e coordinato da Enzo Favoino) anche da Zero Waste Italy e da Zero Waste Europe proprio nella considerazione dell'importanza della Toscana nel contesto nazionale ed europeo/internazionale. La proposta che entro la fine di luglio sarà pronta per un confronto con la Regione pur incentrata sulla gestione dei rifiuti solidi urbani affronterà anche la problematica dei rifiuti speciali, in particolar modo di quelli derivanti dai distretti produttivi più importante della Toscana.



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Postato da Blogger su ASSOCIAZIONE VALDISIEVE il 6/12/2013 04:56:00 PM

CONOSCERE GLI ALBERI




CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE 

 
IN COLLABORAZIONE CON
COMITATO DEI CITTADINI QUARTIERE 4
ITALIA NOSTRA - SEZ. FIRENZE
Gli alberi sono un elemento fondamentale del patrimonio del verde urbano ed elemento essenziale e fondamentale della vivibilità nella città contemporanea.
Purtroppo lo sviluppo della città dell’era industriale ha contribuito a ingenerare l’idea che questi preziosi amici dell’uomo siano solo dei costi e delle fastidiose presenze.
Questo secondo ciclo di incontri che proponiamo dopo il primo della primavera 2011, azioni di racconto/descrizione e informazioni sugli alberi e sui riferimenti normativi di tutela, vuole contribuire a far crescere fra i cittadini una conoscenza/coscienza del mondo degli alberi come premessa fondamentale per riconoscere gli alberi come creature viventi e per accrescere l’interesse alla loro cura e alla loro tutela.

2° Ciclo di 3 incontri per
Conoscere, amare, tutelare gli alberi
Primavera 2013


Giovedì 13 giugno - ore 21.00

Per l’aggiornamento del regolamento del
patrimonio arboreo del Comune di Firenze:
alcune proposte

La città di Firenze è stata una delle prime città a dotarsi di un regolamento per la tutela del patrimonio arboreo e arbustivo” (1991-92). Ulteriori acquisizioni maturate nell’ultimo decennio nel campo delle norme per la tutela e l’incremento del cosiddetto verde urbano, e numerose criticità manifestatesi in questo settore hanno fatto emergere la necessità di una profonda revisione e riscrittura del regolamento vigente.
Presentiamo e discutiamo alcune proposte che vanno in questa direzione con

Michele Marrani Romanelli     dottore forestale.
Paolo Basetti     tecnico giardiniere di Boboli.
Mario Bencivenni     storico della tutela e dei giardini.

All’incontro è prevista la presenza
dell’Assessore all’Ambiente del Comune Caterina Biti.

bibliotecanova isolotto
Via Chiusi 4/3 A-Firenze







domenica 9 giugno 2013

CONOSCERE GLI ALBERI





CITTADINI AREA FIORENTINA
COMITATI DEI CITTADINI - FIRENZE 

 
IN COLLABORAZIONE CON
COMITATO DEI CITTADINI QUARTIERE 4
ITALIA NOSTRA - SEZ. FIRENZE
Gli alberi sono un elemento fondamentale del patrimonio del verde urbano ed elemento essenziale e fondamentale della vivibilità nella città contemporanea.
Purtroppo lo sviluppo della città dell’era industriale ha contribuito a ingenerare l’idea che questi preziosi amici dell’uomo siano solo dei costi e delle fastidiose presenze.
Questo secondo ciclo di incontri che proponiamo dopo il primo della primavera 2011, azioni di racconto/descrizione e informazioni sugli alberi e sui riferimenti normativi di tutela, vuole contribuire a far crescere fra i cittadini una conoscenza/coscienza del mondo degli alberi come premessa fondamentale per riconoscere gli alberi come creature viventi e per accrescere l’interesse alla loro cura e alla loro tutela.

2° Ciclo di 3 incontri per
Conoscere, amare, tutelare gli alberi
Primavera 2013


Giovedì 13 giugno - ore 21.00

Per l’aggiornamento del regolamento del
patrimonio arboreo del Comune di Firenze:
alcune proposte

La città di Firenze è stata una delle prime città a dotarsi di un regolamento per la tutela del patrimonio arboreo e arbustivo” (1991-92). Ulteriori acquisizioni maturate nell’ultimo decennio nel campo delle norme per la tutela e l’incremento del cosiddetto verde urbano, e numerose criticità manifestatesi in questo settore hanno fatto emergere la necessità di una profonda revisione e riscrittura del regolamento vigente.
Presentiamo e discutiamo alcune proposte che vanno in questa direzione con

Michele Marrani Romanelli     dottore forestale.
Paolo Basetti     tecnico giardiniere di Boboli.
Mario Bencivenni     storico della tutela e dei giardini.

All’incontro è prevista la presenza
dell’Assessore all’Ambiente del Comune Caterina Biti.

bibliotecanova isolotto
Via Chiusi 4/3 A-Firenze





venerdì 7 giugno 2013

Al via la petizione "Rifiuti Zero", destinatari Rossi e Bramerini estensori del nuovo Piano regionale

QUALE MIGLIOR MODO DI "FESTEGGIARE" LE 50.000 FIRME GIA' RAGGIUNTE
​(ma che continuaiamo a raccogiere), ​

CHE "RILANCIARE" LA SFIDA 
​SUL NUOVO PIANO REGIONALE DELLA TOSCANA.
le manifestazioni del 29 giugno saranno un'ottima occasione, nel frasttempo possiamo (GRAZIE A CRISTANO LUCCHI)
​ ​
diffondere via internet e far firmare questa petizione a ROSSI e Bramerini.
Buon lavoro a tutti/e
[
​ricordiamo a tutti i soci di asso che il 29 sono previste appunto delle manifestazioni a livello regionale in più punti, e la nostra sarà a Firenze e vi faremo sapere prossimamente come si svolgerà]​

​ASSOvaldisieve​

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Comunicato stampa
Rete Toscana per la Legge d'iniziativa popolare Rifiuti Zero
Portavoce Fabio Lucchesi: 339/1686201

Lanciata dalla Rete Toscana per la Legge d'iniziativa popolare Rifiuti Zero
Al via la petizione "Rifiuti Zero", destinatari Rossi e Bramerini estensori del nuovo Piano regionale
Su Change.org (http://chn.ge/11oJbgt) per eliminare gli inceneritori e aumentare l'occupazione

"In queste settimane la Regione Toscana, con l'approvazione del nuovo Piano regionale dei Rifiuti, ha l'opportunità di fermare per sempre i pericolosi, dannosi e inutili inceneritori. La Rete Toscana per la Legge d'iniziativa popolare Rifiuti Zero ha pertanto lanciato una petizione popolare su Change.org (http://chn.ge/11oJbgt) per chiedere a Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana e ad Anna Rita Bramerini, assessore all'ambiente, di concepire un Piano che elimini una volta per tutte l'utilizzo degli impianti e quindi capace di adottare pienamente e senza tentennamenti la moderna Strategia Rifiuti Zero fondata sulle ormai famose 4R (Riduzione, Raccolta, Recupero, Riutilizzo dei rifiuti stessi)". Lo ha annunciato Fabio Lucchesi, portavoce della Rete che ha continuato: "I vantaggi, sono sotto gli occhi di tutti, sono una maggiore salubrità considerata l'eliminazione delle diossine dalle emissioni della bruciatura e l'aumento del l'occupazione vista l'adozione del Porta a porta (vedi Capannori e altri comuni in Toscana, le più grandi San Francisco o Camberra nel mondo)".

La Rete chiede di firmare la petizione, destinatari dell'invito tutti i cittadini e le cittadine che mettono al centro la salute e i diritti della persona prima dell'interesse economico di pochi gruppi industriali. La petizione è all'indirizzo http://chn.ge/11oJbgt e anche su
http://www.change.org/it/petizioni/perch%C3%A9-il-nuovo-piano-dei-rifiuti-della-regione-toscana-sia-senza-inceneritori-e-a-strategia-rifiuti-zero.

Ecco il testo integrale della petizione.

A:
Anna Rita Bramerini, Assessore all'ambiente della Regione Toscana
Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana

Presto sarà approvato il nuovo Piano regionale dei Rifiuti. Ed è aperto più che mai il dibattito sull'orientamento che dovrà avere per rispettare quei criteri ambientali, sanitari ed economici necessari per il benessere di chi vive oggi in Toscana senza trascurare i diritti delle future generazioni.

Ci sono due opzioni sul campo.
- La prima prevede l'adozione di impianti di incenerimento di grandi dimensioni su tutto il territorio regionale, come previsto dal vecchio Piano: un'opzione costosa, conservatrice, obsoleta e pericolosa per la salute di tutti noi, soprattutto per i più giovani.
- La seconda si basa sulla Strategia Rifiuti Zero e quindi sulla Riduzione, Raccolta, Recupero e Riutilizzo dei rifiuti prodotti, soluzione che garantisce una migliore salubrità, la creazione di nuovi posti di lavoro, il perseguimento di un modello di sviluppo migliore.

Alla Rete dei Comitati, alle associazioni che da anni si battono contro gli inceneritori, oggi insieme anche con la proposta di una Legge d'iniziativa popolare Rifiuti Zero, non sfugge l'importanza di questa fase e ribadisce pertanto che nessun nuovo Piano sarà un buon Piano se non fermerà l'attività degli inceneritori oggi attivi e se, contestualmente, non bloccherà la costruzione di nuovi impianti.

Se davvero Presidente Rossi - come ha dichiarato recentemente in diverse occasioni pubbliche -, la Giunta da lei guidata vuole introdurre nuove politiche basate sulla Strategia Rifiuti Zero, tenga presente che mai, in nessuna buona pratica a livello mondiale, è previsto il ricorso all'incenerimento e il conferimento in discarica è ridotto ad una fase del tutto residuale e minimizzabile in tempi rapidi. Inoltre, con investimenti meno ingenti, è possibile realizzare rapidamente una raccolta Porta a Porta generalizzata, colmando quell'odioso ritardo attuativo di cui sono storicamente responsabili le amministrazioni locali con il mancato rispetto delle normative nazionali ed europee.

Chiediamo pertanto a Lei Presidente Rossi e a Lei assessore Bramerini, nel vostro rispettivo ruolo di Presidente e assessore all'ambiente della Regione Toscana, di ascoltare i cittadini, di cogliere la nuova cultura prodotta da anni di campagne di sensibilizzazione e di perseguire quindi fino in fondo nella volontà di adottare un Piano regionale a Rifiuti Zero.

Nessuna mediazione e nessun compromesso può essere accettato dalla Rete dei Comitati e delle associazioni nel percorso di innovazione che può portare la Toscana a livelli di eccellenza internazionale nella gestione dei rifiuti. I grandi impianti, anche a biomasse, oltre che essere pericolosi per la salute come dimostrato da numerose ricerche scientifiche, rappresentano un'enorme ipoteca sul modello di "sviluppo sostenibile" che la retorica della politica afferma invece di voler perseguire.

Il 2013 è l'anno della modernità; l'anno in cui a sostenere che "Rifiuti Zero è un obiettivo possibile ed auspicabile" è il Commissario europeo per l'Ambiente Janez Potočnik; in cui il maestro toscano Rossano Ercolini, promotore dei Rifiuti Zero in Italia, viene premiato con il Goldman Environmental Prize e per questo suo impegno ricevuto dal Presidente degli Stati Uniti barak Obama alla Casa Bianca.

Per questi motivi, con questo spirito, Vi chiediamo di cogliere l'opportunità di dotare la Toscana di un Piano rispettoso della salute dei toscani, in grado di rilanciare l'occupazione e fermare l'anacronistico utilizzo degli inceneritori.
Cordiali saluti,




--

Associazione ValdiSieve

Loc. Selvapiana, 45
50068 - Rufina (Firenze) Italy
Tel.055 8369848 - Fax 055 8316840

assovaldisieve@gmail.com  -- http://www.assovaldisieve.blogspot.com/  

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PRIMA DI STAMPARE QUESTA E-MAIL PENSA ALL'AMBIENTE

FIASCO TRAMVIE



                                                                                                                                                   
      CITTADINI AREA FIORENTINA
    COMITATI DEI CITTADINI-FIRENZE

IL FIASCO DELLE TRAMVIE

 

La Linea 1 della tramvia e il nuovo Centro civico di Scandicci

 

La notizia che salterà il finanziamento di 36 milioni dell’Unione Europea per le Linee 2 e 3 della tramvia  non sorprende. Sull’esito di questa avventura hanno pesato le difficoltà economiche del costruttore (Impresa S.p.a. subentrato alle già fallite BTP e Consorzio Etruria), il restringimento del credito bancario in seguito alla crisi economica, le incertezze del progetto e dello strumento finanziario scelto: quello del project financing.

La Linea 1 (7,6 km) costruita in 6 anni è costata 263 milioni di euro, mentre tutto il sistema - con la Linea 2 (7,4 km) e la Linea 3 (3,4 km) - costerebbe sulla carta 680 milioni di euro. Costi e tempi esorbitanti rispetto ad analoghi esempi italiani ed europei.

Per Matteo Renzi, in quanto sindaco, è uno smacco politico visto che più volte, dal marzo 2011, aveva annunciato la partenza dei lavori, ora goffamente rimandati all’ autunno prossimo.

Di fatto l’opera finirebbe per gravare in gran parte sulle casse pubbliche attraverso l’intervento della Cassa depositi e prestiti e in minor misura della Regione. Per finanziare le tramvie le banche (tra le quali c’è anche il Monte dei Paschi di Siena) pretendono dalla società “Tram Firenze” ulteriori garanzie, soprattutto riguardo al numero dei passeggeri necessario per il rientro dai costi di costruzione. Tutto ciò nell’incertezza del quadro economico e gestionale mentre sta per concludersi la procedura del bando unico di gara per il trasporto regionale su gomma.

Le Linee 2 e 3, se mai si realizzeranno, andranno a sostituirsi ai tratti più redditizi (Centro-Careggi e Centro-Rifredi/Novoli) delle originarie linee diametrali 14 e 23, sopprimendo la radiale 22, imponendo ai passeggeri il cambio alla stazione di SMN e peggiorando un sistema già duramente colpito dalle pedonalizzazioni.

Mentre a Firenze è in atto la discussione sul Regolamento Urbanistico non c’è traccia di quel Piano della Mobilità promesso da Renzi al momento dell’approvazione del Piano Strutturale nel 2011. In compenso non mancano nelle previsioni strade e tratte di tramvie interrate, senza alcuno studio di fattibilità e senza alcun rispetto per il senso comune.

 

Quegli amministratori che  denunciano in chiave politica il disastro della tramvia fiorentina (ad esempio il presidente della Provincia Andrea Barducci) non mostrano però maggior cautela di Renzi quando sostengono il prolungamento delle linee tranviarie nella Piana.

Nel PIT (Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana), recentemente integrato con la Variante Parco della piana/Aeroporto, si prevedono un bel po’ di binari sia in direzione di Sesto Fiorentino che di Campi Bisenzio.

Con quali finanziamenti? In quali tempi? Con quale autorità tecnica e decisionale?


     

                   Ipotesi del PIT per il prolungamento tranviario fino a Campi B.zio                                  Ipotesi del PIT per il  prolungamento tranviario fino al Polo universitario

Comparando i dati dell’area metropolitana si vede che la maggior parte della popolazione è ancora tutta a nord, ad est e a sud est del Centro di Firenze (con più di 500.000 abitanti), mentre la cosiddetta “città della piana” (Sesto, Calenzano, Signa, Campi,) raggiunge solo i 125.000 abitanti. Anche aggiungendovi ottimisticamente l’intera popolazione di Prato, gli abitanti concentrati nell’ ovest equivalgono a circa il 60% di quelli concentrati nell’ est.

Non ci pare insomma che i prolungamenti previsti per la Linea 2 (fino al Polo universitario), la Linea per Campi o la Linea 4 da Le Piagge a Leopolda siano in grado di raccattare passeggeri sufficienti a sostenerle economicamente.

A meno che nelle intenzioni dei programmatori le linee tranviarie previste invece di portare ordine in disordinati insediamenti diffusi, non mirino ad ingrossarli ulteriormente aumentando così l’utenza, come del resto sta già avvenendo per la Linea 1 con il nuovo Centro polivalente di Scandicci e gli accrescimenti cementizi verso v.le Nenni e Pontignale.

 

Una maggiore attenzione al disegno politico e insediativo dell’area Firenze Prato Pistoia avrebbe dovuto condurre, in questo momento di gravissima crisi economica, a sostenere opere meno onerose, puntando in primo luogo sulla riqualificazione di tutto il trasporto pubblico locale integrato con un efficiente Servizio ferroviario di bacino.

 

Tutto ciò non potrà che partire da una seria ricognizione delle risorse infrastrutturali esistenti più che dalla previsione di nuove linee.

 

Insomma e' SEMPRE PIù URGENTE un vero Piano dei trasporti per l’area metropolitana come parte di un più generale Piano dei trasporti regionale.